Commento al Vangelo di domenica 27 novembre 2016 – Enzo Bianchi

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โ€œVegliate, perchรฉ non sapete in quale giorno il Signore vostro verrร !โ€

Inizia un nuovo anno liturgico nel quale, domenica dopo domenica, ascolteremo il vangelo secondo Matteo. Ma inizio e fine di un anno liturgico possono solo mettere davanti a noi ciรฒ che sta sempre nel nostro futuro: la venuta del Figlio dellโ€™uomo, il nostro incontro con lui. Il nostro Dio รจ il Signore โ€œche รจ e che vieneโ€ (Ap 4,8), perchรฉ รจ giร  venuto nella carne fragile e mortale di Gesรน, il figlio di Maria morto e risorto, viene in ogni ora nella vita del discepolo per attirarlo a sรฉ, verrร  nellโ€™ora dellโ€™esodo di ciascuno di noi da questo mondo, alla fine dei tempi, per introdurci tutti e definitivamente nel suo Regno di pace e di vita piena. Gesรน รจ โ€œil Venienteโ€ (ho erchรณmenos: Ap 1,4.8; 4,8), e il suo giorno, โ€œil giorno del Signoreโ€ (jom โ€™Adonaj, kyriakรจ hemรฉra), sarร  la parousรญa, la manifestazione ultima e definitiva.

Nel brano evangelico odierno ascoltiamo parole di Gesรน dette non alle folle ma in disparte, solo ai discepoli (cf. Mt 24,3), al โ€œpiccolo greggeโ€ (Lc 12,32), nelle ore che precedono la sua fine, attraverso lโ€™arresto, la condanna e la morte. Sul monte degli Ulivi, a est di Gerusalemme, dove si contempla la cittร  santa e il tempio nel suo splendore, Gesรน avverte: โ€œQuanto a quel giorno e a quellโ€™ora, nessuno lo conosce, รจ un termine fissato alla storia che solo Dio conosceโ€ (cf. Mt 24,36). Per questa ignoranza da parte degli umani, quando ci sarร  la parousรญa, la venuta del Figlio dellโ€™uomo, regneranno lโ€™indifferenza, la distrazione, il non sapere. Gesรน dice queste parole con tristezza, ma sa che per lโ€™umanitร  รจ sempre come ai tempi di Noรจ, quando venne la grande inondazione e colse lโ€™umanitร  impreparata.

Nel libro della Genesi (cf. Gen 6,5-9,17), il diluvio universale รจ presentato come castigo di Dio su unโ€™umanitร  da lui creata ma diventata malvagia, violenta. Decodificando quel testo, possiamo comprendere che, allora come oggi, a volte sembra prevalere su tutto la violenza, lโ€™immoralitร , la perdita della dignitร  umana e della fraternitร . In questo caso emerge con evidenza che le scelte di uomini e donne sono mortifere, che il comportamento umano sfigura la terra in un modo devastante, ben rappresentato dalle acque del diluvio o dal deserto che avanza. E di fronte a eventi che fanno prendere coscienza della nostra responsabilitร , si manifesta come gli umani siano stati fino allโ€™ultimo distratti, incapaci di capire ciรฒ che stavano preparando con il loro comportamento.

Gesรน non dice che la generazione nella quale avverrร  โ€œil giorno del Signoreโ€ sarร  immorale o particolarmente perversa, ma ne denuncia solo lโ€™indifferenza. Sono uomini e donne che vivono: nascono, crescono, si innamorano, si sposano, mangiano e bevonoโ€ฆ Sรฌ, vivono, e su questo loro vivere Gesรน non pronuncia condanne, proponendo loro un programma ascetico. Denuncia solo la โ€œnon conoscenzaโ€ (ouk รฉgnosan), il non essere pronti, lโ€™essere indifferenti a ciรฒ che invece va cercato prima di tutto ed รจ essenziale a una vita veramente umana, che risponda alla volontร  e alla vocazione del Creatore.

Dunque nessun castigo da parte di Dio, ma semplicemente la manifestazione della situazione in cui si trova lโ€™umanitร  di fronte alla presenza e alla venuta del Figlio dellโ€™uomo. Purtroppo noi oscilliamo tra febbre apocalittica con predizioni catastrofiche e indifferenza verso questo evento che, tardando cosรฌ tanto, pensiamo non ci debba tormentare. Ma questo evento non puรฒ essere da noi rimandato alla fine della storia, quasi pensando che non ci riguardi, perchรฉ in realtร  nellโ€™esodo di ciascuno di noi, nel passaggio da questo mondo allโ€™al di lร  della morte, saremo messi di fronte alla presenza del Figlio dellโ€™uomo veniente nella gloria. Accadrร  dunque che tutto si consumerร  quando impareremo dagli eventi che la morte arriva per gli uni prima che per gli altri, sicchรฉ chi รจ con noi al lavoro puรฒ essere preso e noi lasciati in vita, o viceversa. Non cโ€™รจ la stessa ora per tutti, non cโ€™รจ la stessa occasione per tutti, ma per tutti cโ€™รจ una fine! Anche questo dovrebbe essere di insegnamento, quasi profezia del giudizio di Dio, quando avverrร  una separazione tra quelli che entreranno nel Regno, perchรฉ esercitati nella comunione con gli altri, e quelli che non potranno entrare, perchรฉ non hanno voluto conoscere la comunione con gli altri ma si sono nutriti di philautรญa, di amore egoistico di sรฉ. Come nelle sette lettere alle chiese dellโ€™Apocalisse (cf. Ap 2-3), il Signore viene e la sua venuta รจ giudizio in ogni istante!

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Occorre dunque essere a conoscenza del piano di salvezza di Dio, occorre vegliare e tenersi pronti. Come un padrone di casa che sa che il ladro verrร  nella notte: che cosa farร ? Veglierร , starร  sveglio e in attesa, in modo da non lasciare che la sua casa venga scassinata. Ecco la postura del discepolo: sa che il Figlio dellโ€™uomo viene, anche se non conosce lโ€™ora della sua venuta, e forte di questa consapevolezza vive nella vigilanza, nellโ€™attesa. Non si lascia andare, non si distrae, ma pur vivendo umanamente bene, continua a vigilare per aprire prontamente al Signore quando arriverร ; verrร  sorprendendoci, ma, proprio perchรฉ atteso, sarร  anche accolto prontamente e con grande gioia.

In ogni caso, di fronte a questo vangelo โ€“ dobbiamo confessarlo โ€“ la comunitร  cristiana prova sentimenti di imbarazzo: esita a essere convinta che il Signore viene nella gloria, non pensa che ci sia veramente una fine del tempo e non ha piรน nel cuore il desiderio bruciante di vedere il Signore. Come diceva Ignazio Silone: โ€œI cristiani dicono di attendere il Signore, e lo aspettano come si aspetta il tram!โ€. Eppure basterebbe essere piรน attenti nel leggere la vita che trascorre, la propria e quella degli altri accanto a noi, per renderci conto come ogni giorno, se non siamo distratti, inesorabilmente siamo ricondotti allโ€™evento che ci attende: lโ€™incontro con il Signore. Siamo ricondotti a comprendere che noi, pur vagabondi e mendicanti sulla terra per un pugno di anni โ€“ โ€œsettanta, ottanta se ci sono le forzeโ€ (Sal 90,10) โ€“, in quel giorno avremo bisogno solo della misericordia del Signore.

p. Enzo Bianchi

Fonte: Monastero di Bose
Ogni settimana il commento al Vangelo di p. Enzo Bianchi

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Prima domenica di Avvento

Mt 24, 37-44
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli:
ยซCome furono i giorni di Noรจ, cosรฌ sarร  la venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noรจ entrรฒ nell’arca, e non si accorsero di nulla finchรฉ venne il diluvio e travolse tutti: cosรฌ sarร  anche la venuta del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrร  portato via e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrร  portata via e l’altra lasciata.
Vegliate dunque, perchรฉ non sapete in quale giorno il Signore vostro verrร . Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciรฒ anche voi tenetevi pronti perchรฉ, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomoยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 27 Novembre – 03 Dicembre 2016
  • Tempo di Avvento I, Colore viola
  • Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 1

Fonte: LaSacraBibbia.net

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