Condividere la ricchezza ingiusta
Ci sono parabole di Gesรน ben costruite e con un messaggio evidente, altre invece piรน contorte, meno lineari, il cui messaggio va cercato con cura e intelligenza. In questo capitolo 16 del vangelo secondo Luca ci troviamo di fronte a due parabole riguardanti il denaro, la ricchezza, proclamate una in questa domenica e una nella prossima (Lc 16,19-31).
[ads2]Certamente la parabola odierna, quella dellโeconomo ingiusto, disonesto, che non agisce con rettitudine, puรฒ sembrare scandalosa, per il lettore superficiale puรฒ addirittura risultare immorale, ma occorre fare attenzione e discernere il vertice teologico presente nel racconto: allora lo si capirร in fedeltร allโintenzione di Gesรน. Cerchiamo dunque con umiltร di faticare per arrivare a comprendere anche questo brano in modo evangelico.
Un uomo ricco ha un economo che ne gestisce gli affari, ma tuttโa un tratto questโultimo risulta essere un dissipatore dei suoi beni. Allora il padrone lo chiama e gli chiede: โChe cosa sento dire di te? Rendimi conto della tua amministrazione, perchรฉ non potrai piรน essere mio economo!โ. ร qualcosa che accade abbastanza spesso, perchรฉ la tentazione dellโingiustizia, del pensare a se stessi e del non essere responsabili di una proprietร altrui รจ facile e ricorrente. Ma come reagire quando si viene scoperti? Qui lโeconomo, di fronte alla minaccia del padrone e alla prospettiva di perdere il lavoro, si mette a ragionare, a pensare al suo futuro. Egli medita tra sรฉ: โChe cosa farรฒ? Lavorare la terra? Non so farlo, non ne ho piรน la forza. Mendicare? Mi vergognoโ.
Ed ecco che nel suo dialogo interiore giunge a una soluzione: farsi amici alcuni debitori del suo padrone, per poter contare su di loro. Ma deve fare tutto prestissimo, per questo convoca subito i debitori. Al primo domanda: โQuanto devi al mio padrone?โ. Quello risponde: โCento barili dโolioโ. Ed egli replica dimezzandogli il debito: โPrendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquantaโ. A un altro, che deve cento sacchi di grano, lโeconomo ne condona venti. Ecco una vera frode, una condonare i debiti senza lโautorizzazione del padrone, una palese ingiustizia! Eppure il padrone, venuto a conoscenza dellโinganno operato ai suoi danni, si congratula con lโeconomo disonesto, che secondo Gesรน fa parte del mondo delle tenebre, ne รจ figlio, dunque รจ un figlio di Satana, il quale combatte i figli della luce che vivono nella giustizia.
Allora perchรฉ lโelogio, le congratulazioni? Per lโazione ingiusta? No, ma per la capacitร di farsi degli amici, donando e condividendo proprio quella ricchezza ingiusta. Cosรฌ quellโeconomo ingiusto non dissipa piรน i beni di cui รจ amministratore, ma li onora, condividendoli con quanti non hanno nulla. Ecco dove sta la buona notizia, il vangelo: ciรฒ che รจ urgente, lโazione buona, รจ distribuire il denaro di ingiustizia ai poveri, non conservarlo gelosamente per sรฉ. Proprio queste parole di Gesรน vogliono essere buona notizia per i ricchi, perchรฉ ora sanno come devono amministrare i beni non loro: distribuendoli a tutti.
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Attenzione, in questo racconto e nel successivo commento di Gesรน compare per ben cinque volte il termine ingiustizia/ingiusto (adikรญa/รกdikos) per definire lโeconomo e la ricchezza, Mammona. Lโingiustizia รจ dunque denunciata e condannata: non cโรจ altra via di giustizia se non quella di donare la ricchezza condividendola con i poveri, quelli che sono beati e ai quali รจ promesso il regno di Dio (cf. Lc 6,20). Il denaro resta โMammona di ingiustiziaโ, definizione presente anche negli scritti di Qumran, che ne proclama lโiniquitร radicale. Lo sappiamo bene: il denaro inganna, incanta, seduce, dร falsa sicurezza, ruba il cuore e diventa il tesoro prezioso nel quale si confida (cf. Lc 12,34; 1Ti 6,17). ร vero che il denaro รจ solo uno strumento, ma di fronte a esso occorre vigilare, per donarlo, distribuirlo, condividerlo. Se infatti lo si accumula e lo si trattiene per sรฉ, finisce per essere alienante: non รจ piรน posseduto, ma รจ lui a possedere chi lo ha nelle proprie mani!
Proprio per questo nel vangelo secondo Luca cโรจ una grande rivelazione fatta dal demonio stesso a Gesรน al momento delle tentazioni nel deserto: โA me รจ stata data tutta questa ricchezzaโ โ data da Dio, potremmo dire โ โe io la do a chi voglioโ (cf. Lc 4,6). Sรฌ, chi accumula ricchezze รจ un amministratore di Satana, lo sappia o meno; per questo nella nostra parabola lโuomo ricco che dร in gestione allโeconomo molti beni puรฒ essere figura del demonio. Lโunico modo per sfuggire alla schiavitรน satanica รจ distribuire, donare il denaro, i beni, condonare i debiti: il denaro accumulato รจ sempre sporco, per ripulirlo basta condividerlo!
Il cristiano sa dunque che cโรจ un Mammona con la maiuscola, un idolo forte e seducente che puรฒ diventare un Kรฝrios, un Signore, rendendo servo e schiavo chi ne รจ amministratore. Il discepolo di Gesรน โ come ricorda chiaramente Gesรน stesso โ non puรฒ servire due padroni, ma รจ posto di fronte a una scelta:
o amare e servire uno, o amare รจ servire lโaltro;
o ripudiare uno, o ripudiare lโaltro,
perchรฉ i due padroni sono antitetici, sono concorrenti nel richiedere fede-fiducia.
Al termine di questa riflessione, possiamo guardare allโorizzonte del Regno, dove ci puรฒ attendere la grande comunione degli amici nella vita eterna. Ci accoglieranno con amicizia tra loro proprio i poveri, quelli che ci siamo fatti amici qui sulla terra giorno dopo giorno con la danza del dono e lโesercizio della condivisione. Non saremo soli, ma saremo una comunione di amici, se nellโamicizia ci siamo esercitati qui e ora, donando e accettando i doni.
p. Enzo Bianchi
Fonte: Monastero di Bose
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XXV Domenica del Tempo Ordinario – Anno C
- Colore liturgico: verde
- Am 8, 4-7; Sal.112; 1 Tm 2, 1-8; Lc 16, 1-13
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Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesรน diceva ai discepoli:
ยซUn uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamรฒ e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perchรฉ non potrai piรน amministrare”.
L’amministratore disse tra sรฉ: “Che cosa farรฒ, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farรฒ perchรฉ, quando sarรฒ stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”.
Chiamรฒ uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”.
Il padrone lodรฒ quell’amministratore disonesto, perchรฉ aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono piรน scaltri dei figli della luce.
Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perchรฉ, quando questa verrร a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne.
Chi รจ fedele in cose di poco conto, รจ fedele anche in cose importanti; e chi รจ disonesto in cose di poco conto, รจ disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderร quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darร la vostra?
Nessun servitore puรฒ servire due padroni, perchรฉ o odierร l’uno e amerร l’altro, oppure si affezionerร all’uno e disprezzerร l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezzaยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 18 – 24 Settembre 2016
- Tempo Ordinario XXV, Colore verde
- Lezionario: Ciclo C | Anno II, Salterio: sett. 1
Fonte: LaSacraBibbia.net
