Enzo Bianchi commenta il Vangelo di domenica 18 settembre 2016

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Condividere la ricchezza ingiusta

Ci sono parabole di Gesรน ben costruite e con un messaggio evidente, altre invece piรน contorte, meno lineari, il cui messaggio va cercato con cura e intelligenza. In questo capitolo 16 del vangelo secondo Luca ci troviamo di fronte a due parabole riguardanti il denaro, la ricchezza, proclamate una in questa domenica e una nella prossima (Lc 16,19-31).

[ads2]Certamente la parabola odierna, quella dellโ€™economo ingiusto, disonesto, che non agisce con rettitudine, puรฒ sembrare scandalosa, per il lettore superficiale puรฒ addirittura risultare immorale, ma occorre fare attenzione e discernere il vertice teologico presente nel racconto: allora lo si capirร  in fedeltร  allโ€™intenzione di Gesรน. Cerchiamo dunque con umiltร  di faticare per arrivare a comprendere anche questo brano in modo evangelico.

Un uomo ricco ha un economo che ne gestisce gli affari, ma tuttโ€™a un tratto questโ€™ultimo risulta essere un dissipatore dei suoi beni. Allora il padrone lo chiama e gli chiede: โ€œChe cosa sento dire di te? Rendimi conto della tua amministrazione, perchรฉ non potrai piรน essere mio economo!โ€. รˆ qualcosa che accade abbastanza spesso, perchรฉ la tentazione dellโ€™ingiustizia, del pensare a se stessi e del non essere responsabili di una proprietร  altrui รจ facile e ricorrente. Ma come reagire quando si viene scoperti? Qui lโ€™economo, di fronte alla minaccia del padrone e alla prospettiva di perdere il lavoro, si mette a ragionare, a pensare al suo futuro. Egli medita tra sรฉ: โ€œChe cosa farรฒ? Lavorare la terra? Non so farlo, non ne ho piรน la forza. Mendicare? Mi vergognoโ€.

Ed ecco che nel suo dialogo interiore giunge a una soluzione: farsi amici alcuni debitori del suo padrone, per poter contare su di loro. Ma deve fare tutto prestissimo, per questo convoca subito i debitori. Al primo domanda: โ€œQuanto devi al mio padrone?โ€. Quello risponde: โ€œCento barili dโ€™olioโ€. Ed egli replica dimezzandogli il debito: โ€œPrendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquantaโ€. A un altro, che deve cento sacchi di grano, lโ€™economo ne condona venti. Ecco una vera frode, una condonare i debiti senza lโ€™autorizzazione del padrone, una palese ingiustizia! Eppure il padrone, venuto a conoscenza dellโ€™inganno operato ai suoi danni, si congratula con lโ€™economo disonesto, che secondo Gesรน fa parte del mondo delle tenebre, ne รจ figlio, dunque รจ un figlio di Satana, il quale combatte i figli della luce che vivono nella giustizia.

Allora perchรฉ lโ€™elogio, le congratulazioni? Per lโ€™azione ingiusta? No, ma per la capacitร  di farsi degli amici, donando e condividendo proprio quella ricchezza ingiusta. Cosรฌ quellโ€™economo ingiusto non dissipa piรน i beni di cui รจ amministratore, ma li onora, condividendoli con quanti non hanno nulla. Ecco dove sta la buona notizia, il vangelo: ciรฒ che รจ urgente, lโ€™azione buona, รจ distribuire il denaro di ingiustizia ai poveri, non conservarlo gelosamente per sรฉ. Proprio queste parole di Gesรน vogliono essere buona notizia per i ricchi, perchรฉ ora sanno come devono amministrare i beni non loro: distribuendoli a tutti.

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Attenzione, in questo racconto e nel successivo commento di Gesรน compare per ben cinque volte il termine ingiustizia/ingiusto (adikรญa/รกdikos) per definire lโ€™economo e la ricchezza, Mammona. Lโ€™ingiustizia รจ dunque denunciata e condannata: non cโ€™รจ altra via di giustizia se non quella di donare la ricchezza condividendola con i poveri, quelli che sono beati e ai quali รจ promesso il regno di Dio (cf. Lc 6,20). Il denaro resta โ€œMammona di ingiustiziaโ€, definizione presente anche negli scritti di Qumran, che ne proclama lโ€™iniquitร  radicale. Lo sappiamo bene: il denaro inganna, incanta, seduce, dร  falsa sicurezza, ruba il cuore e diventa il tesoro prezioso nel quale si confida (cf. Lc 12,34; 1Ti 6,17). รˆ vero che il denaro รจ solo uno strumento, ma di fronte a esso occorre vigilare, per donarlo, distribuirlo, condividerlo. Se infatti lo si accumula e lo si trattiene per sรฉ, finisce per essere alienante: non รจ piรน posseduto, ma รจ lui a possedere chi lo ha nelle proprie mani!

Proprio per questo nel vangelo secondo Luca cโ€™รจ una grande rivelazione fatta dal demonio stesso a Gesรน al momento delle tentazioni nel deserto: โ€œA me รจ stata data tutta questa ricchezzaโ€ โ€“ data da Dio, potremmo dire โ€“ โ€œe io la do a chi voglioโ€ (cf. Lc 4,6). Sรฌ, chi accumula ricchezze รจ un amministratore di Satana, lo sappia o meno; per questo nella nostra parabola lโ€™uomo ricco che dร  in gestione allโ€™economo molti beni puรฒ essere figura del demonio. Lโ€™unico modo per sfuggire alla schiavitรน satanica รจ distribuire, donare il denaro, i beni, condonare i debiti: il denaro accumulato รจ sempre sporco, per ripulirlo basta condividerlo!

Il cristiano sa dunque che cโ€™รจ un Mammona con la maiuscola, un idolo forte e seducente che puรฒ diventare un Kรฝrios, un Signore, rendendo servo e schiavo chi ne รจ amministratore. Il discepolo di Gesรน โ€“ come ricorda chiaramente Gesรน stesso โ€“ non puรฒ servire due padroni, ma รจ posto di fronte a una scelta:

o amare e servire uno, o amare รจ servire lโ€™altro;
o ripudiare uno, o ripudiare lโ€™altro,
perchรฉ i due padroni sono antitetici, sono concorrenti nel richiedere fede-fiducia.

Al termine di questa riflessione, possiamo guardare allโ€™orizzonte del Regno, dove ci puรฒ attendere la grande comunione degli amici nella vita eterna. Ci accoglieranno con amicizia tra loro proprio i poveri, quelli che ci siamo fatti amici qui sulla terra giorno dopo giorno con la danza del dono e lโ€™esercizio della condivisione. Non saremo soli, ma saremo una comunione di amici, se nellโ€™amicizia ci siamo esercitati qui e ora, donando e accettando i doni.

p. Enzo Bianchi

Fonte: Monastero di Bose
Ogni settimana il commento al Vangelo di p. Enzo Bianchi

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XXV Domenica del Tempo Ordinario – Anno C

[ads2]Lc 16, 1-13
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesรน diceva ai discepoli:
ยซUn uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamรฒ e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perchรฉ non potrai piรน amministrare”.

L’amministratore disse tra sรฉ: “Che cosa farรฒ, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farรฒ perchรฉ, quando sarรฒ stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”.

Chiamรฒ uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”.
Il padrone lodรฒ quell’amministratore disonesto, perchรฉ aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono piรน scaltri dei figli della luce.

Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perchรฉ, quando questa verrร  a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne.

Chi รจ fedele in cose di poco conto, รจ fedele anche in cose importanti; e chi รจ disonesto in cose di poco conto, รจ disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderร  quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darร  la vostra?
Nessun servitore puรฒ servire due padroni, perchรฉ o odierร  l’uno e amerร  l’altro, oppure si affezionerร  all’uno e disprezzerร  l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezzaยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 18 – 24 Settembre 2016
  • Tempo Ordinario XXV, Colore verde
  • Lezionario: Ciclo C | Anno II, Salterio: sett. 1

Fonte: LaSacraBibbia.net

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