Il Vangelo del Giorno, 16 luglio 2016, Mt 12, 14-21

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Il testo ed il commento al Vangelo del 16 luglio 2016 – Mt 12, 14-21

XV Settimana del Tempo Ordinario – Anno II

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https://youtu.be/UKyriZaQGaQ

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  • Colore liturgico: Bianco
  • Periodo: Terza settimana del Salterio
  • Venerdรฌ – 15.a Tempo Ordinario
  • Santo del giorno: B.V. Maria del Monte Carmelo (mf)
  • Non dimenticare i poveri, Signore!
  • Liturgia: Mic 2, 1-5; Sal 9; Mt 12, 14-21

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Mt 12, 14-21
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, i farisei uscirono e tennero consiglio contro Gesรน per farlo morire. Gesรน perรฒ, avendolo saputo, si allontanรฒ di lร . Molti lo seguirono ed egli li guarรฌ tutti e impose loro di non divulgarlo, perchรฉ si compisse ciรฒ che era stato detto per mezzo del profeta Isaรฌa:
ยซEcco il mio servo, che io ho scelto;
il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento.
Porrรฒ il mio spirito sopra di lui
e annuncerร  alle nazioni la giustizia.
Non contesterร  nรฉ griderร 
nรฉ si udrร  nelle piazze la sua voce.
Non spezzerร  una canna giร  incrinata,
non spegnerร  una fiamma smorta,
finchรฉ non abbia fatto trionfare la giustizia;
nel suo nome spereranno le nazioniยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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Commenti al Vangelo di Mt 12, 14-21

Commento a cura dei Monaci Benedettini

[ads2] Ascolta,Signore, le suppliche dei poveri.

E’ il ritornello del salmo responsoriale, salmo 9B, in cui il povero chiede aiuto al Signore contro i soprusi e le prepotenze dei ricchi. Con atto di fiducia si rivolge a Dio: “Eppure tu vedi, Signore, l’affanno e il dolore, tutto tu guardi e prendi nelle tue mani”. La denuncia di ingiustizie e di oppressione dei poveri viene anche dalla pericope del profeta Michea. Da quando il mondo esiste, ci sono stati sempre prepotenti e superbi che hanno fatto pesare il loro tornaconto su gente povera. Peccati che la Scrittura spesso stigmatizza e per i quali minaccia castighi che giungono fino alle invasioni nemiche e deportazioni.

Oggi questo peccato รจ messo piรน in luce da un senso di uguaglianza che la societร  proclama. Sono peccati che si commettono con il lavoro nero, con evasioni dal fisco, con favoritismi, con l’usura e altre forme di accaparrarsi ciรฒ che non ci appartiene, a di privati e dello Stato. Si avrebbe il diritto di sperare che il numero crescente di indagati dalla giustizia ponesse un freno a tanta bramosia di ricchezze. Sembra invece che l’ingordigia abbia il sopravvento sul senso di giustizia in troppi pubblici e privati amministratori. Per San Paolo questa sfrenata e indebita corsa mammona รจ idolatria. Desta meraviglia l’incoerenza di certe coscienze. Ci si dichiara cristiani e ci si comporta in pieno contrasto con la dottrina del vangelo. Quando poi le macchinazioni vengono alla luce, allora, mortificati ripetono con Michea: “E’ finita! Siamo del tutto rovinati!” Servisse questo ad altri a vivere nella giustizia umana e divina!

Il brano del vangelo in cui si manifesta il progetto dei farisei di uccidere Gesรน per le sue affermazioni, secondo loro, contrarie alla legge, offre all’evangelista l’occasione per fermarsi sulla profezia di Isaia quella del servo di Dio che si realizza nella mansuetudine anche dinanzi a minacce di morte: per dar tempo alla conversione, “non spezzerร  la canna infranta, non spegnerร  il lucignolo fumigante”. E mentre i farisei coltivano propositi di morte, egli, seguรฌto da molti malati e infermi, tutti guarisce, raccomandando il silenzio. Che differenza tra la vita vuota dei nemici del Signore che non sanno che accusare e la misericordia di Gesรน che lenisce le ferite della natura umana!

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