Commento al Vangelo di domenica 19 giugno 2016 – a cura di Ileana Mortari

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Il Figlio dellโ€™uomo deve soffrire molto, venire ucciso e risorgere il terzo giorno

Nei primi capitoli del terzo vangelo si erano susseguiti numerosi dubbi e interrogativi a proposito di Gesรน di Nazareth: โ€œChi รจ questโ€™uomo che perdona anche i peccati?โ€ (Luca 7,49); โ€œChi รจ costui del quale sento dire tali cose?โ€ si domanda il tetrarca Erode (9,9). Lo stesso Giovanni Battista non riesce a mettere insieme lโ€™immagine del Messia che aspettava โ€“ un Giudice che finalmente avrebbe fatto giustizia punendo inesorabilmente gli empi (e dunque avrebbe dovuto liberare il precursore dallโ€™ingiusta prigionia di Erode) – e la figura e il comportamento del Nazareno; cosรฌ manda due suoi discepoli a dirgli: โ€œSei tu colui che viene, o dobbiamo aspettare un altro?โ€ (Luca 7,19).

 

Ora, le tre opinioni della gente riportate al v.19 hanno una certa plausibilitร  per il fatto che Gesรน stesso si รจ autodefinito โ€œprofetaโ€ (nel discorso inaugurale del cap.4) e che la sua predicazione era incentrata โ€“ come quella del Battista โ€“ sullโ€™appello alla conversione resa necessaria dalla vicinanza del regno. Ma nello stesso tempo risultano superficiali e inadeguate, perchรฉ pretendono di definire Gesรน confrontandolo con personaggi del passato giร  noti e tuttโ€™al piรน arrivano a vedere in lui una sorta di โ€œreincarnazioneโ€ di unโ€™altra figura eccezionale.

 

Segue poi la risposta di Pietro, fatta a nome anche degli altri apostoli: โ€œTu sei il Cristo di Dioโ€. Il greco โ€œChristosโ€ rende lโ€™ebraico โ€œMashiahโ€ ( Messia), per designare lโ€™Unto, il consacrato da Dio in vista di una missione. I discepoli dunque โ€“ distanziandosi notevolmente dalla folla – riconoscono in Gesรน lโ€™uomo scelto da Dio per lโ€™attuazione delle sue promesse di salvezza, quel Messia tanto atteso che avrebbe finalmente instaurato il regno di Dio.

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Ma ancora una volta la risposta รจ insufficiente, perchรฉ inesatta, incompleta, ambigua. Essa provoca infatti una strana reazione di Gesรน, che ordina severamente di non parlarne a nessuno, e continua servendosi di un altro termine, tanto frequente nei sinottici, ma cosรฌ enigmatico per i lettori: Figlio dellโ€™uomo.

 

Questo termine, presente piรน di 80 volte nei vangeli, รจ usato esclusivamente dal Nazareno e richiama immediatamente una figura misteriosa del libro di Daniele, che appare sulle nubi del cielo e riceve da Dio potere, gloria e regno, un potere eterno e un regno che non sarร  mai distrutto (cfr. Dan.7,13-15).

 

โ€œIl Figlio dellโ€™uomo โ€“ dice Gesรน ai suoi discepoli – deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, essere venire ucciso e risorgere il terzo giornoโ€ (v.22); anche qui รจ evidente un rimando alle Scritture: a quei โ€œcanti del Servo sofferenteโ€ del Secondo Isaia che descrivevano un Giusto sofferente, ingiustamente perseguitato e umiliato dagli uomini, ma che dopo unโ€™atroce passione avrebbe visto la vittoria.

 

Dunque Gesรน riunisce e applica a sรฉ due titoli e concetti: Figlio dellโ€™uomo, che nel giudaismo rappresentava il riconoscimento piรน elevato immaginabile, e Servo di Jahvรจ, che era al contrario lโ€™espressione del piรน profondo avvilimento.

Questa specificazione di Gesรน era necessaria per far capire ai suoi seguaci il vero significato del termine Messia. Si capisce allora perchรฉ Gesรน imponga il silenzio: la conoscenza del suo destino doveva per il momento rimanere riservata ai discepoli. Solo dopo lโ€™epilogo della sua vita, solo dopo la sua morte e resurrezione si sarebbe potuto proclamare a tutto il popolo che Gesรน era il Messia! (come avviene in Atti 2,36).

 

La rivelazione sulla propria identitร  fatta da Gesรน ai soli apostoli ha un naturale prolungamento nellโ€™esortazione successiva, che viene invece rivolta a tutti, circa la sequela. Anche qui ci troviamo di fronte a parole dure, inquietanti, paradossali: si parla di una โ€œcroceโ€ quotidiana, e di perdere la propria vita; ma insieme viene promessa la condivisione dello stesso destino del Messia, che passa attraverso lโ€™umiliazione e la sofferenza per giungere alla vittoria e alla salvezza proprie di quel regno che non avrร  mai fine.

Ileana Mortari – Sito Web

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XII Domenica del Tempo Ordinario – Anno C

Lc 9, 18-24
Dal Vangelo secondo Luca

Un giorno Gesรน si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: ยซLe folle, chi dicono che io sia?ยป. Essi risposero: ยซGiovanni il Battista; altri dicono Elรฌa; altri uno degli antichi profeti che รจ risortoยป.
Allora domandรฒ loro: ยซMa voi, chi dite che io sia?ยป. Pietro rispose: ยซIl Cristo di Dioยป.
Egli ordinรฒ loro severamente di non riferirlo ad alcuno. ยซIl Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giornoยป.
Poi, a tutti, diceva: ยซSe qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderร , ma chi perderร  la propria vita per causa mia, la salverร ยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 19 – 25 Giugno 2016
  • Tempo Ordinario XII, Colore verde
  • Lezionario: Ciclo C | Anno II, Salterio: sett. 4

Fonte: LaSacraBibbia.net

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