Commento al Vangelo del 17 aprile 2016 – p. Ermes Ronchi

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Il pastore che parla al cuore, che conosce cosa lo abita

padre ermes ronchi[ads2]Le mie pecore ascoltano la mia voce. Prima grande sorpresa: una voce attraversa le distanze, un io si rivolge a un tu, il cielo non รจ vuoto.

Perchรฉ le pecore ascoltano? Perchรฉ il pastore non si impone, si propone; perchรฉ quella voce parla al cuore, e risponde alle domande piรน profonde di ogni vita.

Io conosco le mie pecore. Per questo la voce tocca ed รจ ascoltata: perchรฉ conosce cosa abita il cuore. La samaritana al pozzo aveva detto: venite, c’รจ uno che mi ha detto tutto di me. Bellissima definizione del Signore: Colui che dice il tutto dell’uomo, che risponde ai perchรฉ ultimi dell’esistenza.

Le mie pecore mi seguono. Seguono il pastore perchรฉ si fidano di lui, perchรฉ con lui รจ possibile vivere meglio, per tutti. Seguono lui, cioรจ vivono una vita come la sua, diventano in qualche modo pastori, e voce nei silenzi, e nelle vite degli altri datori di vita.

Il Vangelo mostra le tre caratteristiche del pastore: Io do loro la vita eterna / non andranno mai perdute / nessuno le rapirร  dalla mia mano!

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Io do la vita eterna, adesso, non alla fine del tempo. รˆ salute dell’anima ascoltare, respirare queste parole: Io do loro la vita eterna! Senza condizioni, prima di qualsiasi risposta, senza paletti e confini. La vita di Dio รจ data, seminata in me come un seme potente, seme di fuoco nella mia terra nera. Come linfa’ che risale senza stancarsi, giorno e notte, e si dirama per tutti i tralci, dentro tutte le gemme. Le vicende di Galilea, la tragedia del Golgota, le parole di Cristo, che vengono come fiamma e come manna, non hanno altro scopo che questo: darci una vita piena di cose che meritano di non morire, di una qualitร  e consistenza capaci di attraversare l’eternitร .

Il Vangelo prosegue con un raddoppio straordinario: Nessuno le strapperร  dalla mia mano. Poi, come se avessimo ancora dei dubbi: nessuno le puรฒ strappare dalla mano del Padre.
รˆ il pastore della combattiva tenerezza.

Io sono un amato non strappabile dalle mani di Dio, legame non lacerabile. Come passeri abbiamo il nido nelle sue mani, come bambini ci aggrappiamo forte a quella mano che non ci lascerร  cadere, come innamorati cerchiamo quella mano che scalda la solitudine, come crocefissi ripetiamo: nelle tue mani affido la mia vita.
Il Vangelo รจ una storia di mani, un amore di mani.

Mani di pastore forte contro i lupi, mani tenere impigliate nel folto della mia vita, mani che proteggono il mio lucignolo fumigante, mani sugli occhi del cieco, mani che sollevano la donna adultera a terra, mani sui piedi dei discepoli, mani inchiodate e poi ancora offerte: Tommaso, metti il dito nel foro del chiodo! Mani piagate offerte come una carezza perchรฉ io ci riposi e riprenda il fiato del coraggio.

p. Ermes Ronchi | Fonte

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IV Domenica del Tempo di Pasqua

Gv 10, 27-30
Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesรน disse: ยซLe mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono.
Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperร  dalla mia mano.
Il Padre mio, che me le ha date, รจ piรน grande di tutti e nessuno puรฒ strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa solaยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 17 – 23 Aprile 2016
  • Tempo di Pasqua IV, Colore bianco
  • Lezionario: Ciclo C, Salterio: sett. 4

Fonte: LaSacraBibbia.net

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