Commento al Vangelo del 20 marzo 2016 – mons. Vincenzo Paglia

- Pubblicitร  -

19514745932_eaeae50df7_o[ads2]ย โ€œGesรน proseguรฌ avanti agli altri salendo verso Gerusalemmeโ€ (Lc 19,28). Questa frase evangelica che apre la narrazione dellโ€™ingresso di Gesรน a Gerusalemme, riassume bene il nostro cammino quaresimale, ma anche quello di tutta la vita. La settimana che viene รจ chiamata santa, a motivo della memoria di quei giorni nei quali mai si รจ visto amore piรน grande per gli uomini. รˆ saggio, anche se immersi nei nostri problemi, lasciarci coinvolgere dai drammatici sentimenti che marcano i giorni ultimi di Gesรน. Sono sentimenti che non troviamo in noi stessi; possiamo solo riceverli. รˆ perciรฒ una grazia da non perdere quella di questi giorni: i nostri occhi potranno contemplare fino a che punto il Signore ci ha voluto bene.
La domenica delle palme, che inizia questa grande e santa settimana, รจ segnata simultaneamente dallโ€™ingresso di Gesรน in Gerusalemme e dalla narrazione della sua passione e morte. La Liturgia, riunendo in unโ€™unica celebrazione questi due avvenimenti, temporaneamente distinti, sembra voler togliere dalla nostra mente ogni equivoco circa il trionfo di Gesรน: egli entra come un re, ma รจ diverso dai re di questo mondo: regna da un trono che non รจ come quelli delle regge; non vince con gli eserciti o con le alleanze, e neppure si afferma con un suo nutrito e forte gruppo di pressione. Gesรน stesso chiarisce questo equivoco sorto tra i discepoli proprio la sera del giovedรฌ santo. Ripiegati su loro stessi, e per questo insensibili al dramma che Gesรน stava vivendo, si misero a discutere chi tra loro fosse il piรน grande. Con una sconfinata pazienza Gesรน disse loro: โ€œI re delle nazioni le governano, e coloro che hanno il potere su di esse si fanno chiamare benefattori. Per voi perรฒ non sia cosรฌ; ma chi รจ il piรน grande tra di voi diventi come il piรน piccolo e chi governa come colui che serveโ€.
Non erano solo parole di comodo; bastarono poche ore e Gesรน portรฒ, sulla sua carne, alle estreme conseguenze queste affermazioni. Per altro verso, la storia della passione รจ molto semplice: cโ€™era un uomo buono che parlava del Vangelo, sia nella povera e malfamata Galilea come nella capitale Gerusalemme; e in tanti accorrevano ad ascoltarlo. Ad un certo punto i potenti decisero che aveva parlato troppo e che in troppi stavano a sentirlo; presero quindi la decisione di farlo tacere; trovarono un suo amico che indicรฒ loro con precisione il luogo dove abitualmente si ritirava: un orto alle porte di Gerusalemme. Quella sera stava lรฌ con i suoi, lo presero e lo portarono davanti alle piรน alte autoritร : Pilato, il rappresentante del piรน grande impero del mondo, ed Erode, il re furbo. Ma ambedue non vollero prendersi nessuna responsabilitร  per quellโ€™uomo. La folla, che solo cinque giorni prima aveva gridato โ€œosannaโ€, si mise ora ad urlare โ€œsia crocifisso, sia crocifisso!โ€, e Pilato non seppe resistere. Quellโ€™uomo, dopo essere stato rivestito per burla con gli abiti da re, fu torturato, schiaffeggiato, coronato di spine; poi fu condotto fuori dalla cittร  (anche per nascere dovette trovare una stalla fuori Betlemme) verso una collinetta, chiamata Golgota, e lรฌ fu inchiodato su di una croce, con due ladri, uno alla sua destra e lโ€™altro alla sua sinistra. Su quella croce, quellโ€™uomo buono, morรฌ. Si chiamava Gesรน e veniva da Nazareth.
Non ci vuole molto a dire che quella morte fu ingiusta. La morte, del resto, non รจ mai giusta nemmeno dopo i crimini piรน brutti; ma davvero รจ facile dire che la morte di quellโ€™uomo fu veramente ingiusta. Non aveva fatto niente di male, anzi โ€œaveva fatto bene ogni cosaโ€ (Mc 7,37), notรฒ una volta la gente. Chi ascolta il racconto di questa morte, con un poco di cuore, resta commosso e dispiaciuto: quellโ€™uomo buono ha dovuto soffrire tanto e morire sulla croce, solo perchรฉ aveva parlato del Vangelo e aveva detto di essere il Figlio di Dio. Ciascuno di noi al termine della lettura del โ€œPassioโ€, prova un senso di afflizione e di rammarico ed รจ tentato di dire: โ€œIo non lo avrei fattoโ€, oppure di giustificarsi: โ€œNon sono Pilato, non sono Erode, non sono nemmeno Giudaโ€ฆโ€; si puรฒ, inoltre, confessare la propria impotenza di fronte alla viltร  di Pilato e alla crudeltร  dei sommi sacerdoti. Ma cโ€™รจ anche Pietro; non รจ il peggiore dei discepoli; anzi se non รจ il migliore, รจ certamente il piรน importante, quello a cui Gesรน ha affidato la maggiore responsabilitร . Pietro ha una grande idea di sรฉ, รจ orgoglioso, persino permaloso. Si offende quando Gesรน gli dice che lo tradirร : โ€œSignore, con te sono pronto ad andare in prigione e alla morteโ€, risponde. Eppure basta una donna per far crollare tutto. Fu lโ€™incontro con lo sguardo di Gesรน che sconvolse Pietro: โ€œAllora il Signore, voltatosi, guardรฒ Pietro, e Pietro si ricordรฒ delle parole che il Signore gli aveva dettoโ€ (Lc 22,62). I cristiani, noi, non siamo degli eroi; siamo come tutti; ma se i nostri occhi incrociano gli occhi di quellโ€™uomo che va a morire, anche noi ricorderemo le parole del Signore e saremo liberati dalle nostre paure. รˆ la grazia di questa settimana; poter stare accanto a quellโ€™uomo che soffre e che muore per poter incrociare il suo sguardo.

mons. Vincenzo Paglia

VUOI ALTRI COMMENTI AL VANGELO?

Domenica delle Palme o della Passione del Signore
Dominica in Palmis – De Passione Domini

[toggle title=”” state=”close”]

Lc 23,1-49 (Forma breve)
Dal Vangelo secondoย Luca

- Pubblicitร  -

– Non trovo in quest’uomo alcun motivo di condanna
In quel tempo, tutta l’assemblea si alzรฒ; condussero Gesรน da Pilato e cominciarono ad accusarlo: ยซAbbiamo trovato costui che metteva in agitazione il nostro popolo, impediva di pagare tributi a Cesare e affermava di essere Cristo reยป. Pilato allora lo interrogรฒ: ยซSei tu il re dei Giudei?ยป. Ed egli rispose: ยซTu lo diciยป. Pilato disse ai capi dei sacerdoti e alla folla: ยซNon trovo in quest’uomo alcun motivo di condannaยป. Ma essi insistevano dicendo: ยซCostui solleva il popolo, insegnando per tutta la Giudea, dopo aver cominciato dalla Galilea, fino a quiยป. Udito ciรฒ, Pilato domandรฒ se quell’uomo era Galileo e, saputo che stava sotto l’autoritร  di Erode, lo rinviรฒ a Erode, che in quei giorni si trovava anch’egli a Gerusalemme.

– Erode con i suoi soldati insulta Gesรน
Vedendo Gesรน, Erode si rallegrรฒ molto. Da molto tempo infatti desiderava vederlo, per averne sentito parlare, e sperava di vedere qualche miracolo fatto da lui. Lo interrogรฒ, facendogli molte domande, ma egli non gli rispose nulla. Erano presenti anche i capi dei sacerdoti e gli scribi, e insistevano nell’accusarlo. Allora anche Erode, con i suoi soldati, lo insultรฒ, si fece beffe di lui, gli mise addosso una splendida veste e lo rimandรฒ a Pilato. In quel giorno Erode e Pilato diventarono amici tra loro; prima infatti tra loro vi era stata inimicizia.

– Pilato abbandona Gesรน alla loro volontร 
Pilato, riuniti i capi dei sacerdoti, le autoritร  e il popolo, disse loro: ยซMi avete portato quest’uomo come agitatore del popolo. Ecco, io l’ho esaminato davanti a voi, ma non ho trovato in quest’uomo nessuna delle colpe di cui lo accusate; e neanche Erode: infatti ce l’ha rimandato. Ecco, egli non ha fatto nulla che meriti la morte. Perciรฒ, dopo averlo punito, lo rimetterรฒ in libertร ยป. Ma essi si misero a gridare tutti insieme: ยซTogli di mezzo costui! Rimettici in libertร  Barabba!ยป. Questi era stato messo in prigione per una rivolta, scoppiata in cittร , e per omicidio. Pilato parlรฒ loro di nuovo, perchรฉ voleva rimettere in libertร  Gesรน. Ma essi urlavano: ยซCrocifiggilo! Crocifiggilo!ยป. Ed egli, per la terza volta, disse loro: ยซMa che male ha fatto costui? Non ho trovato in lui nulla che meriti la morte. Dunque, lo punirรฒ e lo rimetterรฒ in libertร ยป. Essi perรฒ insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso, e le loro grida crescevano. Pilato allora decise che la loro richiesta venisse eseguita. Rimise in libertร  colui che era stato messo in prigione per rivolta e omicidio, e che essi richiedevano, e consegnรฒ Gesรน al loro volere.

– Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me
Mentre lo conducevano via, fermarono un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesรน. Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesรน, voltandosi verso di loro, disse: ยซFiglie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirร : “Beate le sterili, i grembi che non hanno generato e i seni che non hanno allattato”. Allora cominceranno a dire ai monti: “Cadete su di noi!”, e alle colline: “Copriteci!”. Perchรฉ, se si tratta cosรฌ il legno verde, che avverrร  del legno secco?ยป.
Insieme con lui venivano condotti a morte anche altri due, che erano malfattori.

– Padre, perdona loro perchรฉ non sanno quello che fanno
Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. Gesรน diceva: ยซPadre, perdona loro perchรฉ non sanno quello che fannoยป.
Poi dividendo le sue vesti, le tirarono a sorte.

– Costui รจ il re dei Giudei
Il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: ยซHa salvato altri! Salvi se stesso, se รจ lui il Cristo di Dio, l’elettoยป. Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: ยซSe tu sei il re dei Giudei, salva te stessoยป. Sopra di lui c’era anche una scritta: ยซCostui รจ il re dei Giudeiยป.

– Oggi con me sarai nel paradiso
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: ยซNon sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!ยป. L’altro invece lo rimproverava dicendo: ยซNon hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perchรฉ riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di maleยป. E disse: ยซGesรน, ricordati di me quando entrerai nel tuo regnoยป. Gli rispose: ยซIn veritร  io ti dico: oggi con me sarai nel paradisoยป.

– Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito
Era giร  verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio, perchรฉ il sole si era eclissato. Il velo del tempio si squarciรฒ a metร . Gesรน, gridando a gran voce, disse: ยซPadre, nelle tue mani consegno il mio spiritoยป. Detto questo, spirรฒ.

(Qui si genuflette e si fa una breve pausa)

Visto ciรฒ che era accaduto, il centurione dava gloria a Dio dicendo: ยซVeramente quest’uomo era giustoยป. Cosรฌ pure tutta la folla che era venuta a vedere questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornava battendosi il petto. Tutti i suoi conoscenti, e le donne che lo avevano seguito fin dalla Galilea, stavano da lontano a guardare tutto questo.

C: Parola del Signore.

A: Lode a Te o Cristo.

[/toggle]

  • 20 – 26 Marzo 2016
  • Settimana Santa, Colore rosso
  • Lezionario: Ciclo C, Salterio: sett. 2

Fonte: LaSacraBibbia.net

Altri Articoli
Related

Commento alle letture della liturgia del 23 Dicembre 2025

Tempo di Avvento IV, Colore Viola - Lezionario: Ciclo A, Salterio: sett. 4 Il...

Missio Ragazzi – Commento al Vangelo di giovedรฌ 25 Dicembre 2025 per ragazzi

Di quante cose il Vangelo ci fa dono nella notte...

Carlo Miglietta – Commento alle letture di giovedรฌ 25 Dicembre 2025

NATALE DEL SIGNORE Letture: Messa della Notte: Is 9,1-3.5-6; Tt...

Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 23 Dicembre 2025

Nascita di Giovanni Battista.Dal Vangelo secondo Luca In quel tempo,...