Commento al Vangelo del 13 marzo 2016 – mons. Vincenzo Paglia

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19514745932_eaeae50df7_o[ads2]ย Con questa quinta domenica la Quaresima volge alla fine e si avvia verso la grande e santa settimana della passione, morte e risurrezione di Gesรน. Piรน volte, in questo tempo, siamo stati esortati alla conversione del cuore, eppure ognuno di noi si scopre ancora tanto simile a se stesso. Forse abbiamo ascoltato poco la Parola di Dio ed essa non si รจ radicata nel cuore e nella realtร  della nostra vita; insomma, ci siamo lasciati trasformare poco. Non diciamo questo per la mania di fare bilanci o per riproporre un inutile pessimismo. Credo, invece, che tutti siamo ben consapevoli della difficoltร  che ha il tempo del Signore a inserirsi nello scorrere convulso del nostro quotidiano, e degli ostacoli che i sentimenti e gli inviti di Dio trovano nella selva dei nostri sentimenti e dei tanti inviti che ogni giorno riceviamo. Il tempo opportuno della Quaresima spesso lo abbiamo soffocato con gli impegni, con le preoccupazioni, e perchรฉ no, con le banalitร  che ci prendono e ci soggiogano. E cosรฌ ognuno รจ rimasto quel che era. Questa domenica ci viene nuovamente incontro, e in certo modo ci prende e ci trascina davanti a Gesรน ancora una volta. E di fronte a lui non รจ possibile sentirsi come quel fariseo che si lodava da solo, perchรฉ รจ il Signore della misericordia e non un esattore esigente.
รˆ lโ€™alba di un nuovo giorno e Gesรน, nota il Vangelo di Giovanni, sta di nuovo nel Tempio a insegnare. Una calca di gente lo circonda. Improvvisamente il cerchio degli ascoltatori viene aperto da un gruppo di scribi e farisei che spingono davanti a loro una donna sorpresa in adulterio. La trascinano gettandola in mezzo al cerchio, proprio davanti a Gesรน, e gli chiedono se si debba o no applicare la legge di Mosรจ. Questa legge, dicono, impone di โ€œlapidare donne come questaโ€ (gli scribi e i farisei si riferiscono alle disposizioni contenute nel Levitico 20,10 e nel Deuteronomio 22,22-24 che prevedono la morte per gli adulteri). In veritร , non sono mossi dallo zelo per la legge e ancor meno sono interessati al dramma di quella donna. Vogliono tendere un tranello al giovane profeta di Nazareth per screditarlo davanti alla gente che sempre piรน numerosa corre ad ascoltarlo.
Se condanna la donna, ragionano, va contro la tanto conclamata misericordia; se la perdona, si mette contro la legge. In ambedue i casi ne esce sconfitto. Gesรน, chinatosi, si mette a โ€œscrivere con il dito per terraโ€. รˆ un atteggiamento strano: Gesรน sta in silenzio, come farร  durante la passione davanti a personaggi come Pilato ed Erode. Il Signore della parola, lโ€™uomo che aveva fatto della predicazione la sua vita e il suo servizio fino alla morte, ora tace. Si china e si mette a scrivere nella polvere. Non sappiamo cosa Gesรน scrive e cosa pensa in quel momento; possiamo invece immaginare i sentimenti indispettiti dei farisei e forse intuire cosa cโ€™รจ nel cuore di quella donna la cui speranza di sopravvivenza รจ legata a un uomo da cui, peraltro, non esce nรฉ una parola, nรฉ un cenno. Dietro lโ€™insistenza dei farisei Gesรน alza il capo e pronuncia una frase che getta un poco di luce sui loro pensieri: โ€œChi di voi รจ senza peccato, scagli per primo la pietra contro di leiโ€. E si china di nuovo a scrivere per terra. La risposta disarma tutti. Colti nel segno da queste parole, โ€œse ne vanno uno per uno cominciando dai piรน anziani fino agli ultimiโ€, nota con arguzia lโ€™evangelista. Rimane solo Gesรน con la donna. Si trovano lโ€™una davanti allโ€™altra, la miseria e la misericordia.
A questo punto Gesรน riprende a parlare; lo fa come di solito, con il suo tono, la sua passione, la sua tenerezza, la sua fermezza. Alza la testa e chiede alla donna: โ€œDonna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?โ€. Ed ella: โ€œNessuno, Signoreโ€. La parola di Gesรน diviene profonda, per nulla indifferente, anzi piena di misericordia. รˆ una parola buona, di quelle che solo il Signore sa pronunciare: โ€œNeanche io ti condanno; vaโ€™ e dโ€™ora in poi non peccare piรนโ€. Gesรน era lโ€™unico che avrebbe potuto alzare la mano e lanciare le pietre per lapidaria; lโ€™unico giusto. La prese invece per mano e lโ€™alzรฒ da terra; in veritร , la sollevรฒ dalla sua condizione di miseria e la rimise in piedi: non era venuto per condannare e tanto meno per consegnare alla morte per lapidazione; รจ venuto per parlare e per rialzare alla vita i poveri e i peccatori. Rivolto alla donna le dice: โ€œVaโ€™โ€, come dire: ritorna alla vita, riprendi il tuo cammino. E aggiunge: โ€œNon peccare piรนโ€, ossia: percorri la via sulla quale ti ho posto, la via della misericordia e del perdono. รˆ la via sulla quale il Signore, di domenica in domenica, mette coloro che si avvicinano a lui.

mons. Vincenzo Paglia

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Quinta Domenica del Tempo di Quaresima

Gv 8, 1-11
Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesรน si avviรฒ verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recรฒ di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro.
Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: ยซMaestro, questa donna รจ stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosรจ, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?ยป. Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo.
Ma Gesรน si chinรฒ e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poichรฉ insistevano nell’interrogarlo, si alzรฒ e disse loro: ยซChi di voi รจ senza peccato, getti per primo la pietra contro di leiยป. E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciรฒ, se ne andarono uno per uno, cominciando dai piรน anziani.
Lo lasciarono solo, e la donna era lร  in mezzo. Allora Gesรน si alzรฒ e le disse: ยซDonna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?ยป. Ed ella rispose: ยซNessuno, Signoreยป. E Gesรน disse: ยซNeanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare piรนยป.

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C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 13 – 19 Marzo 2016
  • Tempo di Quaresima V, Colore viola
  • Lezionario: Ciclo C, Salterio: sett. 1

Fonte: LaSacraBibbia.net

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