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Terza Domenica del Tempo di Quaresima
- Colore liturgico: viola
- Es 3, 1-8. 13-15; Sal 102; 1 Cor 10, 1-6. 10-12; Lc 13, 1-9
Lc 13, 1-9
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesรน il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesรน disse loro: ยซCredete che quei Galilei fossero piรน peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollรฒ la torre di Sรฌloe e le uccise, credete che fossero piรน colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modoยป.
Diceva anche questa parabola: ยซUn tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovรฒ. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tร glialo dunque! Perchรฉ deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finchรฉ gli avrรฒ zappato attorno e avrรฒ messo il concime. Vedremo se porterร frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”ยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 28 Febbraio – 05 Marzo 2016
- Tempo di Quaresima III, Coloreย viola
- Lezionario: Ciclo C, Salterio: sett. 2
Fonte: LaSacraBibbia.net
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Lascia il fico per un altro anno!
Dopo le prime due domeniche di Quaresima, che fanno sempre memoria delle tentazioni di Gesรน nel deserto e della sua trasfigurazione sul monte, la chiesa ci fa percorrere un itinerario diverso in ogni ciclo. Questโanno (ciclo C), seguendo il vangelo secondo Luca, il tema dominante nei brani evangelici รจ quello della misericordia-conversione, cammino da rinnovarsi soprattutto nel tempo di preparazione alla Pasqua.
Questa pagina contiene due messaggi: il primo sulla conversione, il secondo sulla misericordia di Dio. Gli ascoltatori di Gesรน sono stati raggiunti da una notizia di cronaca, relativa a una strage avvenuta in Galilea: mentre venivano offerti sacrifici per chiedere a Dio aiuto e protezione, la polizia del governatore Pilato aveva compiuto un eccidio, mescolando il sangue delle vittime offerte con quello degli offerenti. I presenti vogliono che Gesรน si esprima sullโoppressivo e persecutorio dominio romano, sulla situazione di quei galilei forse rivoluzionari, sulla colpa che ha causato quel massacroโฆ
[ads2]Ma Gesรน, che dร un giudizio negativo sui dominatori di questo mondo โ i quali opprimono, dominano e si fanno chiamare benefattori (cf. Lc 22,25 e par.) โ, risponde coinvolgendo lโuditorio solo su un altro piano, quello della causa del male sofferto. Dice infatti: โCredete che quei galilei fossero piรน peccatori di tutti i galilei, per aver subรฌto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modoโ. Egli replica sul piano della fede e della conoscenza di Dio. ร come se dicesse: โVoi pensate che il peccato commesso dallโuomo scateni automaticamente il castigo da parte di Dio, ma non รจ cosรฌ. In tal modo date a Dio un volto perverso!โ. Gesรน, infatti, sa che ogni essere umano รจ abitato in profonditร da un ancestrale senso di colpa, che emerge prepotentemente ogni volta che accade una disgrazia o appare la forza del male. ร cosรฌ, pensiamoci bene; quando ci arriva una malattia, quando ci capita un fatto doloroso, subito ci poniamo la domanda: โMa cosa ho fatto di male per meritarmi questo?โ. ร radicata in noi la dinamica ben espressa dal titolo del celebre romanzo di Fรซdor Dostoevskij, โdelitto e castigoโ: dove cโรจ il delitto, il peccato, deve giungere il castigo, la pena, pensiamoโฆ
Gesรน vuole distruggere questa immagine del Dio che castiga, tanto cara agli uomini religiosi di ogni tempo, in Israele come nella chiesa. Per farlo, menziona lui stesso un altro fatto di cronaca, accompagnandolo con il medesimo commento: โQuelle diciotto persone, sulle quali crollรฒ la torre di Siloe e le uccise, credete che fossero piรน colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modoโ. Qual รจ dunque il cammino indicato da Gesรน? Innanzitutto egli ci insegna ad avere uno sguardo diverso sulla vita: ogni vita รจ precaria, รจ contraddetta dalla violenza, dal male, dalla morte. Dietro a questi eventi non bisogna vedere Dio come castigatore e giudice, perchรฉ Dio potrร eventualmente fare questo solo nel giudizio finale, quando saremo passati attraverso la morte. La nostra vita sulla terra, invece, non sta sotto lโonnipotenza di Dio.
Quelle uccisioni e quelle morti sono comunque un segno di ciรฒ che attende chi non si converte, perchรฉ chi continua a fare il male cammina su una strada mortifera e, di conseguenza, si procura da solo il male che incontrerร giร qui sulla terra e poi nel giudizio ultimo di Dio. Gesรน, come un profeta, invita dunque alla conversione. Non si dimentichino i significati di questa parola. Secondo lโAntico Testamento convertirsi (shuv/teshuvร ) significa โtornare indietroโ, cioรจ ritornare alla legge violata, rinnovando quindi lโalleanza con Dio. Il cammino richiesto รจ in primo luogo morale, riguarda lโagire, e si manifesta anche come pentimento/penitenza (termini connessi a โpenaโ). Nel Nuovo Testamento, poi, il verbo metanoรฉo significa โmutamento di mentalitร โ, dunque un movimento di fiducia, adesione, fede. Per questo Gesรน ha predicato: โConvertitevi e credete nel Vangeloโ (Mcย 1,15; cf. Mt 4,17), ovvero โconvertitevi credendo e credendo convertiteviโ. Gesรน รจ un profeta e, come tale, sa che gli umani sono peccatori, commettono il male; per questo chiede loro di aderire alla buona notizia del Vangelo e di accogliere la misericordia di Dio che va loro incontro, offrendo il perdono.
E affinchรฉ i suoi ascoltatori comprendano la novitร portata dal Vangelo, Gesรน racconta loro una bellissima parabola. Un uomo ha piantato con fatica un fico nella propria vigna e con tanta fiducia ogni estate viene e cercare i suoi frutti ma non ne trova, perchรฉ quellโalbero pare sterile. Spinto da quella delusione ripetutasi per ben tre anni, pensa dunque di tagliare il fico, per piantarne un altro. Chiama allora il contadino che sta nella vigna e gli esprime la sua frustrazione, intimandogli di tagliare lโalbero: perchรฉ deve sfruttare inutilmente il terreno e rubare il nutrimento ad altre piante? Tutti noi comprendiamo questa decisione del padrone della vigna, ispirata dal nostro concetto di giustizia retributiva e meritocratica: non si paga chi non dร frutto, mentre gli altri si pagano proporzionalmente al frutto che ciascuno dร !
Ma il contadino, che lavora quella terra, ama ciรฒ che ha piantato, sarchiato, innaffiato e concimato. Il vignaiolo, si sa, ama la vigna come una sposa; per questo osa intercedere presso il padrone: โSignore (Kรฝrie), lascia il fico per un altro anno, perchรฉ io possa ancora sarchiarlo e concimarlo, con una cura piรน attenta e delicata. Vedremo se porterร frutti per lโavvenire; se no, tu lo taglierai!โ. Straordinario lโamore del vignaiolo per il fico: ha pazienza, sa aspettare, gli dedica il suo tempo e il suo lavoro. Promette al padrone di prendersi particolare cura di quellโalbero infelice; in ogni caso, lui non lo taglierร , ma lo lascerร tagliare al padrone, se vorrร โฆ Questo โtu lo taglieraiโ รจ unโulteriore intercessione, che equivale a dire: โIo sono pronto ad aspettare ancora e ancora che esso dia fruttoโ. Stanno lโuna di fronte allโaltra la giustizia umana retributiva e la giustizia di Dio che non solo contiene in sรฉ la misericordia, ma รจ sempre misericordia, pazienza, attesa, sentire in grande (makrothymรญa).
Questo vignaiolo รจ Gesรน, venuto nella vigna (cf. Lc 20,13 e par.) di Israele vangata, liberata dai sassi, piantata da Dio come vite eccellente: โe Dio aspettรฒ che producesse uvaโ (Isย 5,2)โฆ Sรฌ, รจ venuto il Figlio di Dio nella vigna, si รจ fatto vignaiolo tra gli altri vignaioli, ha amato veramente la vigna e se nโรจ preso cura, innalzando per lei intercessioni in ogni situazione, ponendosi tra la vigna-Israele e il Dio vivente, facendo un passo, compromettendo se stesso nella cura della vigna. ร stando โin medio vineaeโ, in mezzo alla vigna, che dice a Dio: โLasciala, lasciala ancora, attendi i suoi frutti; io, intanto, me ne assumo la cura, che รจ responsabilitร !โ. Cosรฌ la vigna-Israele e la vigna-chiesa sono conservate anche quando non danno i frutti sperati da Dio, perchรฉ Gesรน il Messia รจ il vignaiolo in mezzo a loro (cf. Gv 15,1-8), รจ il loro sposo (cf. Lc 5,34-35 e par.).
Giovanni il Battista aveva predicato: โGiร la scure รจ posta alla radice degli alberi; perciรฒ ogni albero che non dร buon frutto viene tagliato e gettato nel fuocoโ (Lcย 3,9; Mt 3,10). Ciรฒ avverrร nel giudizio, ma ora, nel frattempo, Gesรน dice a Dio: โAbbi pazienza, abbi misericordia, aspetta ancora a sradicare il fico. Io lavorerรฒ e farรฒ tutto il possibile perchรฉ esso porti fruttoโ. Attenzione perรฒ: il frattempo termina per noi con la morte; speriamo che non termini lโintercessione di Gesรน Cristo!
p. Enzo Bianchi
Fonte: Monastero di Bose
Ogni settimana il commento al Vangelo di p. Enzo Bianchi
