Vedremo se porterร frutti per lโavvenire
Nel rito romano la liturgia quaresimale privilegia, in ogni anno del ciclo triennale, una particolare tematica; lโanno C รจ imperniato sulla conversione-penitenza, argomento centrale della pericope odierna, che prende spunto da due fatti di cronaca realmente accaduti al tempo di Gesรน e di cui si ha notizia solo grazie al 3ยฐ vangelo.
Riguardo al primo avvenimento, pare che – secondo lo storico ebreo Giuseppe Flavio โ intorno al 35 d. Cr. sotto il dominio romano ci fosse stata unโinsurrezione e alcuni si fossero rifugiati nel tempio ritenendosi al sicuro. Invece i Romani entrarono e li uccisero, proprio mentre si stava facendo il sacrificio rituale.
[ads2]Secondo unโaltra ipotesi, Pilato fece massacrare un gruppo di pellegrini galilei (probabili simpatizzanti del movimento zelota), mentre sacrificavano i loro agnelli, forse in occasione della Pasqua, quando anche i laici partecipavano ai sacrifici nel tempio. Tremenda fu lโimpressione per questa strage avvenuta in un luogo religioso, anche perchรฉ il sangue delle vittime si era mescolato a quello dei sacrifici, profanando nel modo piรน grave e offensivo uno spazio sacro destinato al culto e durante un rito liturgico.
I connazionali avevano dato alla morte violenta dei galilei la seguente spiegazione: Dio รจ giusto e, se ha punito quelle persone con la morte, vuol dire che essi erano peccatori; secondo una nota regola ebraica, โnon cโรจ castigo senza colpaโ. Era diffusa la credenza popolare secondo cui ogni disgrazia รจ conseguenza e pena di determinati peccati. E’ un modo di pensare che esiste tuttora perchรจ evidentemente fa comodo e tranquillizza la coscienza: questo male a me non รจ accaduto; quindi sono a posto.
Tale valutazione aveva alla base una concezione โteologicaโ. Infatti, secondo alcune correnti religiose del giudaismo, molto presenti anche al tempo di Gesรน (cfr. Gv.9,2 sul cieco nato), la malattia e la morte violenta erano considerate come una punizione che Dio infliggeva per i peccati commessi, che soltanto lui conosceva. Piรน in generale sventure e dolori erano un castigo legato al peccato. Il rabbino Ammi insegnava: โNon cโรจ morte senza peccato, nรฉ sofferenza senza colpaโ. Ancora oggi cโรจ chi ama vedere nelle disgrazie il โdito di Dio giudiceโ.
- Pubblicitร -
Gesรน non condivide affatto simile spiegazione, nรฉ condanna il potere oppressivo e tirannico dei Romani capaci di tanta repressione e brutalitร (come forse si aspettavano i suoi interlocutori), non guarda al passato per stabilire colpe e colpevoli, ma invita a guardare avanti e coglie lโoccasione per dare un insegnamento sul giudizio di Dio: la disgrazia caduta sui galilei รจ il segno del giudizio che incombe su tutti gli uomini (perchรฉ tutti sono peccatori), a meno che non si convertano.
Dunque il male che รจ nel mondo e nellโuomo deve diventare motivo e occasione di revisione di vita e di conversione. E lโessere scampati alla strage non รจ sintomo di innocenza, ma piuttosto una โtreguaโ, una possibilitร ulteriore che ci รจ data per convertirci.
Poi Gesรน stesso prende lโiniziativa di commentare un altro fatto. Cause imprecisate fanno crollare la torre di Siloe (unโopera difensiva che si trovava nella cinta muraria a sud-est di Gerusalemme, accanto alla sorgente di Siloe) e ben diciotto persone muoiono schiacciate dalle pietre. Anche in questo caso โ osserva il Maestro โ le vittime non erano certo piรน colpevoli degli altri abitanti della cittร .
โNo, io vi dico, ma se non vi convertirete, perirete tutti allo stesso modoโ (v.5). Queste minacce di stampo profetico, ripetute una seconda volta, vogliono far capire a chi ascolta che tutti sono peccatori e che tutti indistintamente hanno bisogno di conversione, una conversione urgente, non rimandabile, alla quale il Signore invita in modo solenne e autorevole (โio vi dicoโ โ vv.3 e 5). Non ci sono garanzie sulla storia futura, la nostra vita puรฒ cessare da un momento allโaltro: per questo รจ bene non rimandare la conversione.
Parrebbe questo un discorso duro e perentorio, in cui prevale il volto corrucciato di Dio. Ma Luca, lโ โevangelista del perdono e della misericordiaโ, si affretta ad aggiungere alle parole di minaccia la parabola del fico sterile, che nel terzo vangelo ha collocazione e contenuti diversi rispetto ai sinottici, e che consente di approfondire il tema del giudizio divino. Questโultimo si abbatte inesorabilmente su coloro che non si convertono; ma lโintenzione piรน profonda, lโintenzione originaria di Dio รจ che โEgli non vuole la morte del malvagio, ma che il malvagio si converta dalla sua malvagitร e vivaโ (Ez.33,11)
Di qui la parabola del fico infruttuoso. Il fico รจ noto simbolo anticotestamentario del popolo di Israele e il primo significato del testo รจ: Dio stigmatizza la condotta del popolo ebraico e la sottopone a giudizio, in quanto esso non ha saputo riconoscere e cogliere nella presenza di Gesรน il dono che il Padre gli faceva; nei โtre anni di sterilitร โ, che evidentemente alludono al tempo del ministero del Messia, Israele non ha saputo cogliere il tempo opportuno a lui riservato.
Tuttavia il vignaiolo-Dio (cfr. Gv.15,1: โil Padre mio รจ lโagricoltoreโ) vuole concedere ancora del tempo per dare frutto; non solo, ma Egli si preoccupa di zappargli intorno, lavorare il terreno, mettergli il concime; cioรจ, fuor di metafora: Dio offre ancora una possibilitร al suo popolo e, piรน in generale, si prende cura come nessuno di ciascuno di noi, โperde tempo per noiโ, fa di tutto per portarci a fruttificare. Egli รจ un Dio paziente che lavora la zolla della nostra esistenza e spera sempre di raccogliere qualche frutto.
Ritroviamo in questi versetti lโesperienza dellโattesa, che attraversa tutto il Vangelo di Luca.
Unโattesa che contiene il valore della pazienza, della capacitร di guardare sempre oltre i limiti e le apparenti sconfitte della vita, cosรฌ da riscoprire una possibilitร di salvezza per tutti.
CONVERSIONE รจ dunque la parola dโordine del testo odierno: nellโoriginale greco (โmetร noiaโ) indica il โcambiare mentalitร โ, scelte, giudizio, decisioni.
Convertirsi รจ passare dal modo di pensare e di agire proprio di chi รจ condizionato dal mondo, a un modo di pensare, agire, comportarsi guidato da Cristo e dal suo vangelo. Convertirsi รจ lasciare che il Vangelo entri nella propria vita cosรฌ che, passo dopo passo, possa occupare tutta la nostra esistenza.
La QUARESIMA รจ il tempo piรน propizio, che la Chiesa, davvero nostra Madre, ci offre ogni anno per fare la revisione della nostra vita, interrogarci alla luce della Parola, riprendere o intensificare il dialogo con il Signore. Magari ci accorgiamo di non aver prodotto molti frutti, di aver perso o sprecato del tempo; ma il Vangelo di oggi ci rincuora non poco. Basta che lo vogliamo, abbiamo sempre al nostro fianco quel Dio-agricoltore che ci aiuta a dissodare il nostro terreno e, se saremo davvero in comunione con Lui, i frutti non mancheranno! E, come il vignaiolo della parabola, quando scopriamo che un fratello assomiglia al fico infruttuoso, sappiamo attivarci in suo favore?
Terza Domenica del Tempo di Quaresima
- Colore liturgico: viola
- Es 3, 1-8. 13-15; Sal 102; 1 Cor 10, 1-6. 10-12; Lc 13, 1-9
Lc 13, 1-9
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesรน il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesรน disse loro: ยซCredete che quei Galilei fossero piรน peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollรฒ la torre di Sรฌloe e le uccise, credete che fossero piรน colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modoยป.
Diceva anche questa parabola: ยซUn tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovรฒ. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tร glialo dunque! Perchรฉ deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finchรฉ gli avrรฒ zappato attorno e avrรฒ messo il concime. Vedremo se porterร frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”ยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 28 Febbraio – 05 Marzo 2016
- Tempo di Quaresima III, Coloreย viola
- Lezionario: Ciclo C, Salterio: sett. 2
Fonte: LaSacraBibbia.net
