Commento alle letture del Vangelo del 15 novembre 2015 – Carla Sprinzeles

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Se ascoltiamo le notizie del telegiornale, non possiamo che essere pessimisti: il mondo si sta distruggendo con le sue mani.
Molte volte sento dire: “Come si fa a dire che Dio รจ buono, quando succedono fatti cosรฌ negativi a persone che non lo meritano, quasi che il male fosse una punizione di Dio.
Ma Dio non fa nulla nella storia, offre agli uomini le possibilitร  di realizzare il bene. Quando perรฒ queste offerte vengono rifiutate, le conseguenze sono necessariamente negative, catastrofiche per l’uomo, sia a livello individuale che sociale.
Le persone diventano piรน umane o meno umane attraverso i pensieri che coltivano, i desideri che alimentano, le scelte che compiono, i rapporti che vivono, non solo singolarmente ma per la societร .
Come possiamo intervenire noi?
Smettere di recriminare sul male che c’รจ, sulla mancanza di rispetto che c’รจ, sulla violenza, ma impegnarci personalmente sulla fraternitร , sulla condivisione, sulla gratuitร  dei rapporti.
Non รจ detto perรฒ che le persone che fanno del bene, hanno un futuro buono necessariamente.
Queste persone sicuramente crescono nell’umanitร , ma non รจ detto che la societร  le riconosca, spesso avviene il contrario.

DANIELE 12, 1-3
La prima lettura รจ tratta dal libro di Daniele.
Appartiene alla letteratura apocalittica.
E’ un genere letterario che germoglia nel II secolo a. C. in un contesto di sofferenza e di persecuzione, in cui gli eletti e i giusti sono messi a dura prova, mentre gli empi hanno il sopravvento.
In questo quadro in cui Dio sembra muto spettatore, di fronte al male dilagante, viene rivelato dal veggente qual รจ la logica nascosta degli eventi che si stanno susseguendo.
Questa rivelazione (apocalisse) viene direttamente da Dio che fornisce in anticipo l’esito finale di questa storia.
L’apocalittica si prefigge di consolare, di confortare, di rafforzare i giusti, tentati di soccombere.
Il libro di Daniele รจ composto durante la persecuzione di Antioco IV, morto in Persia nel 164 a.C. contro i giusti, i fedeli.
Il messaggio รจ che nella storia, il male come il bene รจ all’opera.
Dio trionfa sul male supremo che รจ la morte.
Michele (= chi รจ come Dio) รจ il messaggero di Dio รจ in azione in un momento critico della storia di Israele.
La sofferenza e la tribolazioni sono le costanti nella vita dei giusti, perchรฉ si resiste al bene, ma da questa angoscia Dio salverร  il suo popolo, se rimane fedele a Dio.
Sรฌ, perchรฉ Dio vuole il bene e se noi gli rimaniamo fedeli, non ci potrร  sopraffarre il male.

MARCO 13, 24-32
Anche nel brano del Vangelo di Marco che leggiamo si parla in termini apocalittici.
Per capire, potremmo raffigurare la letteratura apocalittica di quei tempi alla nostra fantascienza.
Sappiamo che non รจ realtร , ma vuole trasmettere sentimenti e stati d’animo in rapporto al futuro.
In questo caso il genere letterario apocalittico parla del sole che si oscura, della luna e delle stelle che cadono e allora dร  quasi l’idea della fine del mondo, ma parlava della fine di Gerusalemme.
Questa riflessione di Gesรน รจ infatti la risposta a una domanda che i discepoli gli fanno osservando Gerusalemme nel suo splendore da Monte degli Ulivi.
Gesรน ormai era vicino alla cittร  di Gerusalemme, dopo aver fatto il viaggio lungo in Galilea.
Giunti sul monte degli Ulivi, si sono fermati a guardare la cittร  che era di fronte, con le sue mura e soprattutto lo splendore del tempio ricostruito qualche decennio prima da Erode il grande, col suo tetto dorato.
Gesรน, piangendo su Gerusalemme dirร : ” Non rimarrร  pietra su pietra!”.
I discepoli stupiti lo interrogano: “Come avverrร  questo? Che segni ci saranno?”
Gesรน utilizza il linguaggio apocalittico per indicare un evento straordinario, un passaggio decisivo.
In questo caso Gesรน certamente ha collegato a scelte errate del popolo ebraico quegli eventi cui parlava.
Quello che รจ importante รจ che Gesรน presentava gli eventi che percepiva come futuri, non come punizione, ma come scelte storiche errate che il popolo ebraico stava facendo.
Ricordate le parole di Gesรน:”Quante volte ho cercato di raccogliere i tuoi figli come una chioccia raccoglie i pulcini sotto le sue ali e non hai voluto! Se tu avessi riconosciuto i giorni in cui sei stata visitata, ma non li hai riconosciuti!”
Possiamo perciรฒ raccogliere due messaggi per noi!
Al tempo di Gesรน era un problema del Mediterraneo, oggi รจ il problema della specie umana.
La speranza รจ possibile, perchรฉ l’azione creatrice di Dio, il suo amore, la forza della vita, contiene ricchezze straordinarie ancora non espresse.
Credere in Dio, significa ritenere che la Vita immensa c’รจ giร , non sulla terra, si tratta solo di accoglierlo: รจ una speranza che ha le fondamenta in Dio.
La sua realizzazione dipende dalle scelte degli uomini, perchรฉ l’azione di Dio diventa efficace nella storia umana attraverso scelte di uomini e donne.
Le creature umane possono rifiutare, dire no alla vita.
Come nel brano dice: “Quando il ramo del fico si fa tenero e mette le foglie, voi sapete che l’estate รจ vicina….”
Cosa possiamo trarre per noi?
Anche in questi tempi di violenza, di tristezza, non dobbiamo lasciarci prendere dai meccanismi del male, anche in nome del bene o della democrazia.
Occorre introdurre novitร , che ci vengono dall’apertura alle forze della vita, ripudiando i meccanismi del passato, che finora hanno dominato la storia umana.
Il male รจ certamente in grado di distruggere il creato, persino gli spazi delle stelle, non per una punizione divina, ma come conseguenza del rifiuto di Dio che sovente vediamo come padrone e come giustiziere e non come Padre.
Gesรน per parlare della fine dei tempi, usa il paragone del fico, il cui ramo si fa tenero quando si avvicina l’estate.
E’ una metafora dolce, che evoca qualcosa di piacevole.
Il fico, inoltre, nel linguaggio biblico, esprime la conoscenza, in particolare quella del cuore, che nasce dalla sintonia profonda.
E’ come se il Signore dicesse, quando queste cose accadranno, sarร  segno che l’umanitร  comincerร  ad entrare in comunione con il Padre, che conoscerร  la dolcezza di Dio.
Come mai temiamo il momento in cui Dio apparirร ?
Gesรน ha rivelato che Dio รจ amore e che, per entrare nel suo regno, dobbiamo diventargli simili, che siamo invitati, anche noi a condividere il bene che abbiamo, che siamo, con il prossimo.
Tutto quindi inizia e si compie nella tenerezza.
Ciรฒ che avviene รจ solo l’amore, che avvolge tutto, anche se non sappiamo cogliere, perchรฉ siamo ottenebrati dalla paura.
Quando l’uomo inizia a saper amare, intuisce le finezze dell’attenzione al fratello, lo fa star bene, eliminando le cause del peccato.
Instaura cosรฌ il regno dell’amore sulla terra.

Tutto ciรฒ che avviene รจ amore, รจ tenerezza, diffondiamo questo tepore intorno a noi!

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A cura di Carla Sprinzeles | via Qumran

XXXIII Domenica del Tempo Ordinario – Anno B

[ads2] Mc 13, 24-32
Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli:
ยซIn quei giorni, dopo quella tribolazione,
il sole si oscurerร ,
la luna non darร  piรน la sua luce,
le stelle cadranno dal cielo
e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderร  gli angeli e radunerร  i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremitร  della terra fino all’estremitร  del cielo.
Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate รจ vicina. Cosรฌ anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli รจ vicino, รจ alle porte.
In veritร  io vi dico: non passerร  questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
Quanto perรฒ a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, nรฉ gli angeli nel cielo nรฉ il Figlio, eccetto il Padreยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

Fonte: LaSacraBibbia.net

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