Commento al Vangelo del 18 ottobre 2015 – Carla Sprinzeles

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[ads2] Oggi affrontiamo con le letture, uno degli insegnamenti fondamentali di Gesรน, lui stesso l’ha vissuto e ne รจ diventato testimone.
Ognuno vuole il meglio per sรฉ e per i figli, ma in questo modo eliminiamo gli altri. Gesรน รจ venuto a liberare l’uomo da questa spirale generatrice di violenza. La sua vita รจ guidata dalla passione per il disegno di salvezza che il Padre vuole realizzare attraverso il suo amore.

ISAIA 53, 10-11

Nella prima lettura di Isaia e nel Vangelo secondo Marco ci sono dei termini come “riscatto”, “espiazione”, che lungo la storia e ancora oggi, hanno suscitato interpretazioni completamente sbagliate dell’esperienza di Gesรน e della sua fedeltร .
La prima lettura, tratta dal quarto Carme del Servo, parla di un giusto, che “offre la propria vita in espiazione” e per questo vedrร  la luce.
Ma il termine “espiazione”, oggi in italiano ha un significato completamente diverso da quello, che aveva allora il termine ebraico “kippur”, perchรฉ oggi quando diciamo “espiazione” vogliamo indicare qualcuno che paga il prezzo di una colpa, mentre in ebraico “kippur” vuol dire “Dio purifica le colpe degli uomini”.
Quindi il dinamismo รจ proprio l’opposto a quello che oggi indichiamo con il termine italiano.
Allora quando noi diciamo che Gesรน ha offerto la sua vita in espiazione, facilmente interpretiamo, come si รจ interpretato per secoli, come se Gesรน abbia offerto qualcosa a Dio per placare la sua ira o per soddisfare le sue esigenze di giustizia e cosรฌ via.
In questo modo deformiamo completamente l’insegnamento di Gesรน, perchรฉ Gesรน ha rivelato Dio che offre perdono gratuitamente, senza chiedere nulla agli uomini: l’azione di Dio purifica gli uomini dal loro peccato rivelando il suo amore misericordioso. Questa rivelazione avviene per mezzo di Gesรน: Gesรน ha esercitato cosรฌ il perdono e la misericordia.
Sovente si sentono ancora oggi interpretazioni false che abbiamo interiorizzato sin dall’infanzia, ma in questo modo falsiamo completamente l’esperienza cristiana e anche la celebrazione eucaristica, perchรฉ la interpretiamo come un qualcosa che dobbiamo offrire a Dio per riparare i nostri peccati, mentre รจ l’offerta che Dio fa a noi, attraverso Cristo, del suo amore e della sua misericordia.
Per cui ci รจ chiesto di metterci in un atteggiamento di completa dipendenza da Dio, accogliendo la sua azione che in noi fiorisce poi come dono per i fratelli, cioรจ ci mettiamo al loro servizio, seguendo l’esempio di Gesรน.
Anche in Isaia pur leggendo: “Al Signore รจ piaciuto prostrarlo con dolori…”, non รจ il compiacersi di Dio perchรฉ il suo servo soffre: sarebbe uno stravolgimento mostruoso dell’immagine di Dio!
L’idea รจ piuttosto che c’รจ un disegno di salvezza, di giustificazione, in cui Dio si รจ risolutamente impegnato e a cui il servo si conforma.
Non รจ quindi la sofferenza che Dio vuole, ma la salvezza che comporta il dono di sรฉ e la consegna fiduciosa al suo piano.
Il servo offre se stesso in espiazione per salvare, per rivelare il suo amore misericordioso.
Non รจ facile estirpare le antiche idee che ci hanno messo durante l’infanzia e ancora successivamente, ma รจ possibile con un lavoro di nuova informazione modificare queste idee che vanno proprio contro l’immagine di Dio che ci dร  Isaia e poi Gesรน.

MARCO 10, 35-45
Cerchiamo di osservare l’episodio, che ci riporta il Vangelo di Marco.
Gesรน e i suoi erano avviati a Gerusalemme e piรน volte Gesรน aveva ricordato che c’era il rischio grave che venisse ucciso, che cioรจ i sommi sacerdoti e i capi del popolo attuassero quel progetto che stavano maturando. Gesรน lo sapeva, erano emersi diversi indizi di questa volontร  di eliminarlo.
Il clima che stavano vivendo era un clima di timore di un fallimento della loro impresa.
Ebbene proprio in questa situazione Giacomo e Giovanni fanno una domanda che puรฒ sembrare un po’ stupida, ma che in realtร  era una domanda importante, che rivela la loro tensione profonda al Regno, ma rivela l’ambiguitร  con cui vivevano la sequela di Gesรน.
Seguivano Gesรน, avevano abbandonato tutto, ma gli orizzonti del desiderio che alimentavano non erano certamente quelli di Gesรน.
“Non sapete quello che domandate”: erano proprio fuori dall’orientamento di Gesรน.
Cosa chiedevano? Chiedevano di sedere alla destra e alla sinistra, cioรจ chiedevano il potere.
Ci sono due illusioni, il possesso del denaro, di cui abbiamo parlato domenica scorsa e il potere, che sin dall’infanzia abbiamo tutti vissuto.
La fase dell’onnipotenza, del potere tutto, dell’essere in grado di realizzare ciรฒ che desideriamo, che corrisponde alle nostre esigenze.
Per esempio i giudizi che formuliamo sugli altri, molte volte esprimono questa volontร  di dominio, di superioritร , di poter giudicare, orientare gli altri secondo i nostri desideri.
Rivela in fondo la nostra debolezza, la nostra inconsistenza in ordine alla vita, a ciรฒ che vale.
Allora noi ricorriamo a questi inganni, a queste illusioni.
Anche con le fantasie, molte volte noi ci costruiamo un mondo a nostra misura, in cui noi siamo i re, i padroni che dominano sugli altri, che hanno i trionfi.
La realtร  รจ completamente diversa, molte volte occorrono piรน esperienze per scoprire che stavamo vivendo nell’inganno e nell’illusione.
Ciรฒ che vale si ottiene attraverso il rapporto con la Fonte, l’accoglienza dell’energia creatrice e diventare luogo dell’offerta di vita.
Se cresciamo nella capacitร  di dono, scompaiono le gelosie, le invidie.
Invece in quest’episodio รจ chiarissimo l’atteggiamento di invidia e di gelosia che anima gli altri dieci apostoli, in reazione alla richiesta di Giacomo e Giovanni.
Quest’atteggiamento l’hanno avuto sino alla fine, Gesรน non รจ riuscito a cambiarli.
Infatti Luca presenta un episodio analogo all’ultima cena, per scegliere i posti in base a chi fosse il piรน importante!
Anche in quell’occasione Gesรน riprende l’insegnamento: “Io sono in mezzo a voi come uno che serve!” Le forme di gelosia e invidia, sia in ordine al piacere, sia in ordine al possesso, sia in ordine al potere, esprimono chiaramente questa nostra debolezza profonda, questo nostro vuoto interiore. Occorre prenderne coscienza e aprirsi all’azione di Dio che ci rende capaci di gioire del dono altrui, di far fiorire la vita intorno a noi.
Il regno di Dio, la vita di Dio in noi, non รจ un bene che si compra, รจ dato a chi serve, รจ dato ai bambini, a chi pensa al presente, che non รจ mai autosufficiente.
Non รจ importante cosa si fa, ma se quello che faccio rende migliore il mondo.
E’ importante rimanere su ciรฒ che sto facendo, senza occuparsi di tutto ciรฒ che ci sta intorno, di ciรฒ che verrร  poi, di come io sarรฒ giudicato, senza preoccuparsi di che potere ricavo, facendo quella cosa.

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“Chi vuole essere il primo si faccia servo di tutti”, servo dell’amore, servo del bene del fratello.L’uomo ha bisogno d’amore per vivere, mentre le leggi violente della concorrenza sono generatrici di odio: disinneschiamo questi meccanismi con l’amore che suscita amore, diventando servi del bene altrui.

A cura di Carla Sprinzeles | via Qumran

XXIX Domenica del Tempo Ordinario – Anno B

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, si avvicinarono a Gesรน Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedรจo, dicendogli: ยซMaestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemoยป. Egli disse loro: ยซChe cosa volete che io faccia per voi?ยป. Gli risposero: ยซConcedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistraยป.
Gesรน disse loro: ยซVoi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?ยป. Gli risposero: ยซLo possiamoยป. E Gesรน disse loro: ยซIl calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; รจ per coloro per i quali รจ stato preparatoยป.
Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesรน li chiamรฒ a sรฉ e disse loro: ยซVoi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi perรฒ non รจ cosรฌ; ma chi vuole diventare grande tra voi sarร  vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarร  schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non รจ venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per moltiยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 18 – 24 ottobre 2015
  • Tempo Ordinario XXIX, Colore verde
  • Lezionario: Ciclo B | Anno I, Salterio: sett. 1

Fonte: LaSacraBibbia.net

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