Commento alle letture del 20 settembre 2015 – Card. Silvano Piovanelli

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Il commento alle letture di domenica 20 settembre 2015 a cura del Cardinal Silvano Piovanelli –

XXV Domenica del Tempo Ordinario – Anno B

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesรน e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: ยซIl Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerร ยป. Essi perรฒ non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.
Giunsero a Cafร rnao. Quando fu in casa, chiese loro: ยซDi che cosa stavate discutendo per la strada?ยป. Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse piรน grande. Sedutosi, chiamรฒ i Dodici e disse loro: ยซSe uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tuttiยป.
E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: ยซChi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandatoยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 20 – 26 Settembre 2015
  • Tempo Ordinario XXV, Colore verde
  • Lezionario: Ciclo B | Anno I, Salterio: sett. 1

Fonte: LaSacraBibbia.net

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SAPIENZA

[Dissero gli empi:] โ€œTendiamo insidie al giusto, che per noi รจ dโ€™incomodo e si oppone alle nostre azioni; ci rimprovera le colpe contro la legge e ci rinfaccia le trasgressioni contro lโ€™educazione ricevuta. Vediamo se le sue parole sono vere, consideriamo ciรฒ che gli accadrร  alla fine.

Se infatti il giusto รจ figlio di Dio, egli verrร  in su aiuto e lo libererร  dalle mani dei suoi avversari.

Mettiamolo alla prova con violenze e tormenti, per conoscere la sua mitezza e saggiare il suo spirito di sopportazione, Condanniamolo ad una morte infamante, perchรฉ, secondo le sue parole, il soccorso gli verrร .

PAROLA DI DIO

Il libro della Sapienza โ€“ definito dal biblista Gianfranco Ravasi โ€œpiccolo gioiello della letteratura biblica grecaโ€ โ€“ nasce ad Alessandria dโ€™Egitto. In questa metropoli dei Tolomei, cittร  opulenta e sede della celebre biblioteca che attirava sapienti e uomini di lettere da tutto il mondo, da tre secoli si era stabilita una numerosa colonia ebraica costituita, secondo stime recenti, da circa 180.000 persone. Ad Alessandria gli israeliti avevano le loro sinagoghe, erano guidati dai loro anziani e capi, conservavano le proprie tradizioni, ma subivano anche il fascino irresistibile della cultura ellenistica e qualcuno cominciava a cedere alle tentazioni dellโ€™idolatria e alle seduzioni della vita pagana. Lโ€™autore del libro della Sapienza, preoccupato per il pericolo di apostasia che incombe sui suoi correligionari, espone, in un appassionato discorso posto in bocca agli empi, le proposte di vita godereccia dalle quali ogni pio giudeo deve stare in guardia. Ecco come parlano gli empi: โ€œLa nostra vita รจ breve e triste; non cโ€™รจ rimedio quando lโ€™uomo muore, e non si conosce nessuno che liberi dal regno dei morti. Siamo nati per caso e dopo saremo come se non fossimo stati: รจ un fumo il soffio delle nostre narici, il pensiero รจ una scintilla nel palpito del nostro cuore, spenta la quale il corpo diventerร  cenere e lo spirito svanirร  come aria sottile โ€ฆ Godiamo dei beni presenti โ€ฆ saziamoci di vino pregiato e di profumi โ€ฆ coroniamoci di boccioli di rosa prima che avvizziscano: nessuno di noi sia escluso dalle nostre dissolutezze. Lasciamo dappertutto i segni del nostro piacere โ€ฆ spadroneggiamo sul giusto che รจ povero โ€ฆ la nostra forza sia legge della giustizia, perchรฉ la debolezza risulta inutileโ€ (Sap 1,1-11). Il discorso degli empi continua col brano della liturgia (Sap 2,12.17-20).

[ads2]Da Caino in poi gli uomini, e spesso anche i credenti, accecati dalle loro โ€œbuone ragioniโ€ hanno cercato di far tacere i giusti con tutti i mezzi. Cosรฌ i farisei hanno messo a tacere Gesรน. รˆ a Lui che questo testo si applica in assoluto. ย Ogni versetto coglie il comportamento suo e dei suoi nemici. Egli di fatto li ha accusati di tradimento della Legge e della tradizione, ed essi hanno deciso la sua morte, โ€œuna morte infameโ€. Le ingiurie sotto la croce, gli insulti, i sarcasmi, corrispondono a quelli dei malvagi, come li presenta la pagina del libro della Sapienza. Lโ€™immagine del Giusto qui abbozzata trova la sua espressione piรน luminosa nel Cristo, Colui che, senza opporre resistenza, viene โ€œconsegnato nelle mani degli uominiโ€ (Mc 9,31) e viene messo alla prova con violenze e tormenti per conoscere la sua mitezza e saggiare il suo spirito di sopportazione (Sap 2,19).

Con questi contrasti la strada del discepolo รจ segnata: meglio rimanere tagliati fuori dalla realtร  di oggi (quando รจ lotta furibonda per arraffare posizioni di potere e di prestigio, facendosi largo con aggressivitร  e sfrontatezza), piuttosto che staccarsi da Gesรน Cristo e dalla sua croce. Cosรฌ, in un certo senso, la persecuzione รจ un evento ineludibile nella vita del giusto: colpisce sempre chi cerca di vivere secondo Dio.

SAN GIACOMO APOSTOLO

Fratelli miei, dove cโ€™รจ gelosia e spirito di contesa, cโ€™รจ disordine e ogni sorta di cattive azioni. Invece la sapienza che viene dallโ€™alto anzitutto รจ pura, poi pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale e sincera.

Per coloro che fanno opera di pace viene seminato nella pace un frutto di giustizia.

Da dove vengono le guerre e le liti che sono in mezzo a voi? Non vengono forse dalle vostre passioni che fanno guerra nelle vostre membra?

Siete pieni di desideri e non riuscite a possedere; uccidete, siete invidiosi e non riuscite ad ottenere; combattete e fate guerra! Non avete perchรฉ non chiedete; chiedete e non ottenete perchรฉ chiedete male, per soddisfare cioรจ le vostre passioni.

PAROLA DI DIO

Da che cosa derivano le guerre e le liti che sono in mezzo a voi ?ย ย  Risponde lโ€™apostolo san Giacomo: da noi tutti. La sua amarissima parola non risparmia le comunitร  del suo tempo e neppure quelle di oggi.

โ€œDa dove derivano le guerre e le liti che sono in mezzo a voi?โ€ . La cupidigia e la bramosia di dominare gli altri, – che scatenano guerre sanguinose e liti furibonde nel mondo, dove lโ€™imperativo รจ quello di โ€œpossedereโ€, โ€œsottomettereโ€, โ€œgodereโ€, – si trasferiscono anche nellโ€™ambiente cristiano, ogni volta che ci si lascia condurre da โ€œgelosia e spirito di contesaโ€.

โ€œSe il bene fa tanta fatica ad attecchire e manifestarsi, ciรฒ รจ dovuto non tanto alla non recettivitร  del terreno, ma al fatto che ciascuno pretende far trionfare il โ€œsuoโ€ bene. Troppi cristiani si attardano ad azzuffarsi sulla qualitร  superiore, sul marchio di garanzia della propria semente. E il campo resta da seminare. E intanto cresce rigogliosa la zizzania. In casa e fuoriโ€ (don Alessandro Pronzato).

Noi reclamiamo continuamente la pace, ma secondo il nostro interesse. Ecco perchรฉ continuiamo a fare la guerra, sempre accusando gli altri. Mettendo noi stessi al centro del mondo, non possiamo sopportare gli altri. Quando dunque potremo accettare la sapienza che viene dallโ€™alto ? quando il nostro cuore si farร  โ€œpuroโ€ e quindi totalmente libero dal ricercare e possedere per sรฉ, e diventerร  โ€œpacifico, mite, obbediente, pieno di misericordia verso tuttiโ€, rifuggendo da โ€œparzialitร  e ipocrisiaโ€.

Per ogni uomo nella sua famiglia, per ogni cristiano nella sua comunitร , per la Chiesa fra i popoli del mondo risuona la parola dellโ€™apostolo: per coloro che fanno opera di pace viene seminato nella pace un frutto di giustizia. Coloro che impegnano se stessi per il bene, la riconciliazione, il progresso di ogni uomo e di tutto lโ€™uomo, scoprono il segreto della pace del cuore e della crescita della propria vita. Per essi non ci sono ostacoli, perchรฉ la sapienza viene dallโ€™alto della croce ed essi fanno lโ€™esperienza della veritร  della parola di San Giovanni della croce: โ€œdove non cโ€™รจ amore, metti amore, ne ricaverai amoreโ€.

Uomini, avete fatto del vostro cuore
Il covo della morte:
divorati dalla brama di questi possessi
non fate che uccidere, e uccidervi
lโ€™un lโ€™altro, anche tra parenti e familiari:
tutti, cosche contro cosche,
e mai riuscite a portarvi via qualcosa,
e fate sempre guerre โ€ฆ
Signore, mandaci la tua Sapienza a salvarci.
Amen.
(P. David M. Turoldo)

MARCO

In quel tempo, Gesรน e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: โ€œIl Figlio dellโ€™uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerร โ€. Essi perรฒ non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.

Giunsero a Cafarnao. Quando fu in casa, chiese loro: โ€œDi che cosa stavate discutendo per la strada?โ€. Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse piรน grande.

Sedutosi, chiamรฒ i Dodici e disse loro: โ€œSe uno vuole essere il primo, sia lโ€™ultimo di tutti e il servitore di tuttiโ€. E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: โ€œChi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandatoโ€.

PAROLA DEL SIGNORE

Gesรน, attraversando la Galilea nel suo viaggio verso Gerusalemme, istruiva tutti i suoi discepoli.

Era cosรฌ preso da questo insegnamento che evitava di avere le folle attorno a sรฉ (non voleva che alcuno lo sapesse ). Marco ci presenta tre lezioni (8,31-38; 9,30-32; 10,32-34), che con lโ€™annuncio della passione-morte-risurrezione formulano il contenuto centrale del Credo cristiano e quindi il cuore profondo della nostra fede. Lโ€™evangelo di oggi ci presenta la seconda lezione.

Prima, la proclamazione del mistero pasquale: โ€œIl Figlio dellโ€™uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerร โ€. I discepoli non comprendono, anche perchรฉ non si vogliono arrendere alla conclusione cosรฌ tragica delle loro speranze messianiche.

Poi, presentazione dellโ€™autentica dignitร  del discepolo, occasionata dalla discussione che li aveva occupati lungo la via. Possiamo immaginare una discussione molto animata se Gesรน, giunti a Cafarnao, in casa, chiese loro: โ€œDi che cosa stavate discutendo lungo la via?โ€. E possiamo anche immaginare lโ€™imbarazzo dei Dodici, che, costretti a riflettere dalla domanda inaspettata, si rendono conto di essere molto lontani dallโ€™insegnamento e dallโ€™esempio del Maestro: per la via infatti avevano discusso fra loro chi fosse il piรน grande. Gesรน camminava avanti pensando alla croce. I discepoli gli camminavano dietro discutendo della carriera.

รˆ un insegnamento la cui importanza รจ segnalata anche dal fatto che si mette seduto e chiama attorno a sรฉ i Dodici, in casa. Si tratta del codice dellโ€™autoritร  cristiana tutto racchiuso in un loghion (detto) limpidissimo e radicale: โ€ Se uno vuole essere il primo, sia lโ€™ultimo di tutti e il servitore di tutti โ€œ. Come dire che i veri grandi sono coloro che servono gli altri e non quelli che si fanno servire dagli altri.

Ecco la vera grandezza e la genuina dignitร  del discepolo. Non รจ attraverso il potere e la gloria che egli si realizza, ma โ€“ come direbbe lโ€™evangelista Giovanni โ€“ nellโ€™umile lavanda dei piedi. โ€œSe dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho infatti dato lโ€™esempio, perchรฉ come ho fatto io, facciate anche voi โ€ (Gv 13, 14-15).

Si direbbe che colui che ha autoritร  da un punto di vista evangelico non solo non si mette al di sopra degli altri, ma si mette al loro pari nella comunione fraterna (con voi cristiano e, prima, con voi uomo) e al di sotto di loro nellโ€™impegno del servizio (per voi vescovo, parroco, superiore, ecc.).

Questo atteggiamento รจ esemplificato da Gesรน nel simbolo del bambino. Gesรน va oltre il fatto che il bambino รจ solamente e sempre oggetto di educazione da parte dellโ€™adulto, soprattutto genitori e insegnanti. Il bambino ha anche un messaggio prezioso da trasmettere proprio a coloro che, per etร  e per cultura, sono superiori a lui. Non รจ tanto il candore dellโ€™innocenza che pure egli rappresenta, ma piuttosto la sua totale disponibilitร ; non tanto la sua limpidezza morale, quanto piuttosto lโ€™abbandono senza calcoli, doppiezze e interessi. Il bambino รจ il segno della via aperta e nuova ed รจ sempre portatore di una grande speranza. Il discepolo ha dinanzi a sรฉ la Pasqua di Gesรน, che gli apre dinanzi una strada totalmente nuova illuminata dalla luce della fede, strada da percorrere con i passi dellโ€™amore, con la invincibile speranza del Risorto che ci precede in Galilea, cioรจ nella terra dove con gli altri costruiamo la storia dellโ€™umanitร .

Il prestigio del discepolo e la sua gloria, non consistono dunque nella sua esperienza, nella sua scienza, tanto meno nel prestigio della finanza o nelle macchinazioni della politica, ma nella sua disponibilitร  a mettersi al servizio, a donarsi interamente al bene degli altri, senza nessun altro interesse che questo: imitare il Maestro, rispondere a quello che il Signore ha fatto per noi, nella consapevolezza che nellโ€™amore vicendevole siamo sempre in debito (Rom 13,8).

O Dio, che nellโ€™amore verso di te e verso il prossimo hai posto il fondamento di tutta la legge,
faโ€™ che osservando i tuoi comandamenti meritiamo di entrare nella vita eterna.
O Dio, Padre di tutti gli uomini,
tu vuoi che gli ultimi siano i primi e fai di un fanciullo la misura del tuo regno;
donaci la sapienza che viene dallโ€™alto, perchรฉ accogliamo la parola del tuo Figlio
e comprendiamo che davanti a te il piรน grande รจ colui che serve.

Pur di rimanere attaccato a Gesรน Cristo, sei pronto ad affrontare anche un poโ€™ di โ€ฆ persecuzione?

Qualche presa di giro, qualche sorrisino ironico, essere lasciato un poโ€™ da parte, perdere qualche amicizia, ascoltare qualche parola pungente, accorgersi di rimanere soli โ€ฆ

Soprattutto nei momenti della prova, richiama alla mente Colui che per tutti noi รจ stato consegnato e messo alla prova e riascolta le sue parole: Io, quando sarรฒ innalzato da terra, attirerรฒ tutti a meโ€ (Gv 12, 32).

Non รจ forse vero che anche nelle nostre comunitร  โ€“ non solo tra i laici, ma altresรฌ tra le persone consacrate e i sacerdoti โ€“ i contrasti, lโ€™assenza di cordialitร , la non collaborazione, le mormorazioni e le critiche nascono proprio da โ€œgelosia e spirito di contesaโ€ ?

Puรฒ essere umiliante, ma รจ necessario riconoscerlo, perchรฉ il Signore ci guarisca dentro e noi possiamo diventare specchio dellโ€™amorosa presenza del Signore.

I discepoli, che hanno ascoltato le parole del Maestro a riguardo della sua passione e morte, gli camminano dietro discutendo della carriera.

Non รจ forse unโ€™immagine vera di molti di noi ? Le nostre discussioni riguardano il regno di Dio e lโ€™annuncio del Vangelo o manifestano soltanto la preoccupazione di evitare la croce e il desiderio di affermare noi stessi e il nostro punto di vista?

Gesรน, che dichiara ai discepoli lโ€™esito della sua vita sulla terra, dichiara anche a noi, oggi, che il suo amore รจ โ€œamore sino alla fineโ€?

Nel cuore di una santa che contemplava il Crocifisso risuonarono queste parole: โ€œVedi che non ti ho amato per scherzo!โ€. Guarda con fede il Crocifisso, se vuoi che in te risuonino le stesse parole.

Avendoci detto lโ€™apostolo Giovanni che โ€œchi non ama il proprio fratello che vede, non puรฒ amare Dio che non vedeโ€ (1 Gv 4,20), รจ chiarissimo che nellโ€™amore vicendevole siamo sempre in debito (Rom 13,8).

Questa considerazione custodisce la nostra umiltร , stimola il nostro impegno, fa crescere in noi la gioia di sapere che Dio non si stanca di aspettare e sempre sollecita una risposta piรน piena.

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