Dalla massa al tu
commento al Vangelo a cura di don Giovanni Bertiย
Facendo una mia lettura semi-psicologica di questo racconto del Vangelo, mi verrebbe da pensare che Gesรน, ci gira un poโ attorno alla domanda che veramente gli interessa. Inizia con il chiedere ai suoi amici e discepoli cosa la gente pensa di lui, ma quello che per lui รจ piรน importante รจ sapere cosa loro pensano di lui, chi รจ lui per loro, se hanno capito il significato di tutto quello che sta facendo e insegnando.
Gesรน fa una domanda a tutti, ma รจ Pietro che risponde personalmente con โtu sei il Cristoโ.ย
[ads2]Non vedo in queste parole una risposta esatta in stile scolastico o da quiz televisivo che fa prendere un bel voto o vincere qualcosa, ma vedo una risposta che ha come elemento decisivo il โtu seiโฆโ. Gesรน vuole stimolare una risposta personale e intima, e partendo da โla genteโ e poi con un piรน ristretto ma plurale โvoiโ, interpella il โtuโ intimo e profondo di chi ha davanti.
Vedo in questo passaggio dal โla genteโ al โtuโ il vero cammino della fede e nello stesso tempo il cammino delle vere relazioni umane.
In questi giorni in cui i media insistono sullโemergenza dei profughi, riproponendo continuamente le immagini di centinaia e migliaia di uomini, donne e bambini che migrano dai luoghi della violenza e della guerra arrivando fin dentro la nostra Europa, ancora una volta sento pronunciare frasi che insistono nel โloro e noiโ, nel โle nostre tradizioni e le loroโ, massificando la visione delle persone e non vedendo il โtuโ dellโaltro che รจ alla base di ogni relazione e convivenza.
Eโ questo โtuโ che rischiamo di perdere e che supera ogni condizione culturale, linguistica, nazionale, raziale e persino morale. Lโaltro รจ prima di tutto un โtuโ che va accolto e conosciuto.
Eโ questa la bellezza della risposta di Pietro stimolata dalla domanda di Gesรน, il quale non vuole rimanere un generico personaggio dai contorni indefiniti. Questo รจ ben rappresentato dalle varie risposte vaghe della gente che non sa bene chi รจ Gesรน, ma solo nel contatto personale e prolungato puรฒ scoprirne la vera identitร .
Penso proprio che quel comando di non dire nulla a nessuno, dato da Gesรน a Pietro e agli altri, non sia per paura, ma proprio perchรฉ solo conoscendo personalmente Gesรน si puรฒ capirlo e si puรฒ diffonderne il messaggio.
Se non vediamo gli altri come un insieme di โtuโ singolari e unici ma ci fermiamo alla massa, allora non abbiamo imparato la lezione del Vangelo. Gesรน รจ venuto per chiamare per nome i singoli. Parlava alle folle ma poi in tante occasioni toccava i singoli, entrava nelle singole case e non rimaneva a pontificare dallโalto massificando gli uomini.
Al premier ungherese Orban preoccupato che il flusso migratorio dai paesi extra europei diventi un pericolo per le radici culturali cristiane dellโEuropa, il vescovo ausiliare di Budapest Szรฉkely ha risposto che proprio non aiutando i profughi si perdono le radici cristiane dellโEuropa.
Eโ proprio il Vangelo a raccontarci come Gesรน non ha perso la sua identitร divina facendosi uomo e mescolandosi ai piรน poveri e lontani, cosรฌ il Vangelo ci insegna a non avere paura di aprire le porte allโaltro che รจ un โtuโ come lo sono io per lui.
Eโ singolare che il racconto del Vangelo ci racconti anche le paure di Pietro che quando Gesรน parla di persecuzione e morte, come estrema conseguenza del suo stare davvero in mezzo agli uomini, si ribella e prende paura. Pietro vorrebbe evitare che Gesรน porti fino in fondo il suo cammino, e in questo modo si pone contro Gesรน stesso. Eโ proprio la paura che lo fa sragionare.
Eโ in questo atteggiamento pauroso e chiuso che forse possiamo riconoscerci noi personalmente e come cristiani dโEuropa oggi. Quindi anche a noi Gesรน dice la stessa cosa detta a Pietro: non ragioniamo con la mentalitร umana, ma ragioniamo come Dio! E continuiamo a rimanere alla scuola di Gesรน che ci insegna a vedere ogni essere umano con un โtuโ da amare, senza paura e con totale dedizione.

