Spalร ncati
Passando per Sidรฒne
Il Racconto di Marco ci tramanda alcune notizie sul percorso di Gesรน, tortuoso e abbastanza improbabile, che si mantiene comunque al di fuori della Palestina, in terra pagana. Questo ci aiuta a dare una lettura simbolica al racconto che ai primi lettori di Marco doveva sembrare piuttosto evidente. La guarigione raccontata sembra cosรฌ toccare ogni uomo che vive fuori dall’Israele che, in quanto pagano, non ascolta la Parola di Dio ed รจ come un sordo, neppure รจ capace di parlare con Dio, non perchรฉ muto, ma impedito nel linguaggio (mogilalon, malparlante, balbuziente).
Siamo messi di fronte al simbolo della condizione propria di ogni uomo e donna della terra che non รจ malato nรฉ posseduto da un demonio, come altri personaggi del vangelo; la sua condizione รจ talmente considerata naturale che non รจ chiesta una guarigione da una malattia riconosciuta come tale, piuttosto si chiede di imporgli la mano, un gesto di benedizione (cfr. Mc 10,16) capace far sentire la vicinanza, un contatto fisico che rivela sollecitudine, perchรฉ anche la sua povera vita sia avvolta dalla misericordia divina.
[ads2]Gli portarono un sordomuto
Il sordomuto non รจ impedito a muoversi eppure il vangelo ci dice che lo portarono. Il problema piรน grave sembra essere il mancato riconoscimento della propria situazione… chi รจ otturato tanto da non ascoltare non percepisce neppure la necessitร dell’ascolto e la bellezza della Parola. Non รจ difficile il paragone anche con tanti battezzati che sono lontani dall’ascolto della Parola di Dio.
Probabilmente non si รจ neppure accorto della presenza di Gesรน che gli รจ passato vicino da sentire la necessitร di incontrarlo, sono altri che si prendono la briga di portarlo. ร un compito prezioso quello di portare fratelli e sorelle dal Signore che non si limita a accompagnare ma diventa intercessione, infatti lo pregarono (il verbo parร kaleรด suggerisce l’idea di supplica fatta con insistenza).
Mentre si descrive la condizione di ogni uomo, sordo e muto alla Parola, si delinea anche il compito degli uomini di buona volontร che fanno quanto รจ possibile per accompagnare le persone al Signore e pregare per loro, con affetto e delicatezza. ร una azione sinergica suggerita dal plurale del verbo, portarono, capace di accogliere e accompagnare, di fare la stessa strada (sinodo) tanto da inventare nuove vie di comunicazione capaci di convincere e sostenere nel cammino.
Lo prese in disparte
Gesรน lo porta lontano dalla folla, per sottolineare il significato della relazione personale. La folla confonde e spesso impedisce, nella folla le voci si sovrappongono e perdono chiarezza, la necessitร di urlare rende ancora piรน evidente la difficoltร di parola; la persona perde la propria capacitร di valutare, segue le correnti, la mediazione degli altri riducono la coscienza. Gesรน propone una azione di decontaminazione, di purificazione della coscienza, di una libertร ritrovata. Un compito importante ha oggi la Chiesa in un tempo in cui la globalizzazione si trasforma in massificazione, il pensiero unico annebbia la libertร di coscienza. Essere in disparte non significa non guardare, non ascoltare e non dire, quanto non lasciarsi avvolgere e uniformare dal mondo: sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e la seduzione della ricchezza e tutte le altre passioni, soffocano la Parola e questa rimane senza frutto (Mc 4.19)
ยซEffatร ยป
La minuziosa descrizione dei gesti raccontata da Marco non ha pari in altre situazioni in cui il miracolo compiuto sembra essere piรน complesso: Gesรน non sfiora le orecchie e le labbra del sordomuto, anzi vi mette il dito quasi a perforare fisicamente l’orecchio chiuso, mette la sua saliva sulla lingua, guarda al cielo sospirando e rivolgendosi alla persona nella sua globalitร gli comanda ยซspalร ncatiยป. I segni molteplici e laboriosi, esprimono bene la volontร del Signore di reintegrare l’uomo nella sua pienezza, la loro spettacolarizzazione ci raccontano quanto sia complessa l’apertura alla comunicazione, alla relazione con gli altri e con Dio. Ma il rito, ogni rito, non รจ fine a se stesso come a volte paiono certe nostre celebrazioni, il fine ultimo รจ quello di spalancarsi alla realtร che ci circonda, entrare in relazione, prendere il coraggio della parola che nasce dall’ascolto, liberarsi dalla indifferenza, dall’opportunismo e dal tacere vigliacco o dal mal parlare egoistico, gretto e ingeneroso. Occorre spalancare il cuore per osservare la realtร che ci circonda, i segni della vita e della comunione, sconfinare nell’immensitร dell’amore di Dio.
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XXIII Domenica del Tempo Ordinario – Anno B
- Colore liturgico: verde
- Is 35, 4-7; Sal.145; Gc 2, 1-5; Mc 7, 31-37
Mc 7, 31-37
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesรน, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidรฒne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decร poli.
Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccรฒ la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: ยซEffatร ยป, cioรจ: ยซApriti!ยป. E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.
E comandรฒ loro di non dirlo a nessuno. Ma piรน egli lo proibiva, piรน essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: ยซHa fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!ยป.
Fonte: LaSacraBibbia.net

