Che cosa รจ impuro?
Dopo i brani tratti dal capitolo sesto del vangelo secondo Giovanni, la catechesi su Gesรน quale โparola e pane della vitaโ, ritorniamo alla lettura cursiva del vangelo secondo Marco. Lo avevamo lasciato con il racconto della prima moltiplicazione dei pani (cf. Mc 6,30-44), lo ritroviamo con la lettura di alcuni estratti del capitolo settimo, che raccoglie parole di Gesรน eco di controversie con i farisei e gli scribi.
Si tratta di parole certamente tramandate e attualizzate dalle chiese, ma che restano sempre Vangelo di Gesรน Cristo e nientโaltro. Tuttavia, va confessato che di fronte a queste parole, che appaiono una rottura con il giudaismo, i commentatori si dividono tra quanti le interpretano come discorsi partoriti dalla chiesa della fine del primo secolo in polemica contro i farisei, il giudaismo piรน presente e โcombattivoโ, e quanti invece insistono sulla rottura radicale, sul misconoscimento da parte di Gesรน della Legge che lo precedeva. Non รจ facile fare discernimento in questa lettura, ma tentiamo tale operazione cercando di non essere debitori verso ideologie giudaizzanti nรฉ, dโaltra parte, marcionite.
Cosa vuol dire Gesรน? Di fronte a โfarisei e scribi venuti da Gerusalemmeโ, dunque ad autoritร ufficiali del giudaismo, egli entra in polemica, arriva ad attaccarli direttamente, perchรฉ giudica il loro sguardo, il loro spiare lui e i suoi discepoli come comportamento non conforme alla volontร di Dio. I discepoli di Gesรน, infatti, vanno a tavola senza prima aver fatto lโabluzione rituale delle mani, comando che nella Torah e รจ rivolto solo ai sacerdoti che devono fare lโofferta, il sacrificio (cf. Es 30,17-21). Al tempo di Gesรน vi erano movimenti che radicalizzavano la Legge, gruppi intransigenti e integralisti che chiedevano ai loro membri di comportarsi come i sacerdoti officianti al tempio, che moltiplicavano e radicalizzavano le prescrizioni della Legge, con una particolare ossessione per il tema della puritร . Tra questi vi erano gli chaverim (compagni, amici) e i perushim (separati, farisei) โ da alcuni identificati come un unico movimento โ, la cui minuziosa legislazione casistica porterร alla formazione della Mishnah.
Gesรน lasciava liberi i suoi discepoli da queste osservanze che non erano state richieste da Dio, ma dagli interpreti della parola di Dio, diventando โtradizioniโ; e quando gli uomini producono tradizioni vogliono che queste siano โla tradizioneโ, e perciรฒ le danno la stessa autoritร attribuita alla parola di Dio. Ciรฒ avveniva allora, cosรฌ come avviene oggi nelle chiese! I vangeli ci testimoniano che su tanti temi Gesรน si รจ espresso contestando queste tradizioni che alienano i credenti, non sono a loro servizio, ma creano una mancanza di libertร e sovente finiscono per erigere barriere, per tracciare confini e frontiere tra gli esseri umani. Quanto al caso di cui si tratta in questa pagina, occorre riconoscere che la tavola, da luogo di condivisione, di comunicazione, di esercizio dellโamore, di alleanza, nel giudaismo era progressivamente diventata un luogo di divisione e di scomunica dellโaltro: lo straniero pagano, il peccatore, lโimpuro non potevano prendervi parte insieme al pio giudeo. Cosรฌ lโimpuritร dei cibi vietati a Israele rendeva impossibile agli ebrei stare a tavola insieme a chi apparteneva alle genti pagane, perchรฉ ogni non ebreo era ritenuto koinรณs, profano, e akรกthartos, impuro (cf. At 10,28).
Ma per Gesรน queste distinzioni non sussistono, e chi le fa non ha conosciuto il pensiero del Signore. Per questo, di fronte al rimprovero rivolto dai farisei ai suoi discepoli, Gesรน risponde attaccandoli con la parola stessa di Dio contenuta nei profeti: โQuesto popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore รจ lontano da me. Invano mi adorano, insegnando dottrine che sono solo precetti umaniโ (Is 29,13). Gesรน รจ venuto per liberare da quella religione che รจ fabbrica di immagini di Dio e di suoi precetti che gli esseri umani di ogni cultura si sono dati. E si faccia attenzione: Gesรน non vuole contraddire la Legge nรฉ la tradizione, ma sa sempre risalire allโintenzione del Legislatore, Dio, come facevano i profeti, affinchรฉ la Legge sia accolta nel cuore, con libertร e amore. Gesรน accoglie le parole dellโalleanza di Dio con Mosรจ, ma non accoglie senza operare un discernimento i 613 precetti della tradizione, anche perchรฉ sa bene che, se si moltiplicano i precetti, si accrescono anche le possibilitร di non osservarli, dunque si moltiplicano le occasioni di ipocrisia. E poi โla parola del Signore rimane in eternoโ (Is 40,8; 1Pt 1,24), mentre la tradizione evolve con i mutamenti culturali, con le generazioni e, anche se carica di venerabilitร a causa della sua antichitร , resta umana, involucro e rivestimento della parola del Signore. ร a tutto ciรฒ che Gesรน fa riferimento quando afferma, rivolto ai suoi interlocutori: โTrascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione umanaโ; e subito dopo, addirittura: โAnnullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voiโ (Mc 7,13).
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Poi, rivolgendosi alla folla, spiega: โAscoltatemi tutti e capite in profonditร , riflettete, siate intelligenti! Non cโรจ nulla fuori dellโuomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dallโuomo a renderlo impuroโ. I discepoli, perรฒ, non capiscono, e allora Gesรน, spazientito, deve dare loro ulteriori chiarimenti: โNon capite che tutto ciรฒ che entra nellโuomo dal di fuori non puรฒ renderlo impuro, perchรฉ non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?โ. In tal modo Gesรน โdichiara puri tutti i cibiโ, e poco importa se tale precisazione sia uscita letteralmente dalla sua bocca o sia stata generata dalla chiesa a partire dal suo insegnamentoโฆ Infine, Gesรน conclude con parole che dovrebbero chiarire la questione una volta per tutte: โCiรฒ che esce dallโuomo รจ quello che rende impuro lโuomo. Dal di dentro, infatti, cioรจ dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impuritร , furti, omicidi, adultรจri, aviditร , malvagitร , inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dallโinterno e rendono impuro lโuomoโ.
Occorre notare che i peccati enumerati sono tutti contro lโamore, contro il prossimo, perchรฉ il peccato si ha solo nei rapporti tra ciascuno di noi e gli altri; non a caso, Gesรน ha detto che saremo giudicati solo sullโamore verso gli altri (cf. Mt 25,31-46), sul cuore e sulla sua capacitร di relazione, misericordia, purezza, fedeltร . Sรฌ, il male, lโimpuritร , sta dove manca lโamore e non in altri luoghi in cui gli uomini religiosi vorrebbero trovarlo per mantenere in vita la loro costruzione. Il male, lโimpuritร , non sta nelle cose, ma รจ in noi, nella nostra scelta tra lโamore e lโodio, tra il riconoscere lโaltro e lโaffermare solo noi stessi, tra la nostra volontร di comunione e la nostra voglia di separazione.
Non dimentichiamo, dunque, che possiamo sedere alla tavola dei peccatori, perchรฉ Gesรน si รจ seduto alla tavola in cui erano commensali i peccatori, fino a essere definito โun mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatoriโ (Mt 11,19; Lc 7,34). Non dimentichiamo che per tutti gli uomini e le donne la tavola รจ un luogo di comunione, di raduno, di faccia a faccia, di relazione, di celebrazione dellโamicizia, dellโamore e dellโaffetto. Perciรฒ non possiamo escludere nessuno dalla tavola: se lo faremo, saremo esclusi noi dalla tavola del Regno! Quanto poi alla tavola eucaristica, non ne รจ escluso chi รจ peccatore, si ritiene tale e porge la mano come un mendicante verso il corpo del Signore, mentre ne dovrebbe essere escluso chi non sa discernere il corpo di Cristo (cf. 1Cor 11,29) nel fratello e nella sorella, nel povero, nel peccatore, nellโultimo, nel senza dignitร . Purtroppo, perรฒ, รจ piรน facile fare lโabluzione delle mani durante la liturgia eucaristica, ripetendo un versetto di un salmo, che non riconoscere il proprio peccato e dire al Signore: โIo non sono degno, ma tu per misericordia entra nella mia casa!โ.
Fonte: Monastero di Bose
XXII Domenica del Tempo Ordinario – Anno B
- Colore liturgico: verde
- Dt 4, 1-2. 6-8; Sal.14; Gc 1, 17-18. 21-27; Mc 7,1-8.14-15.21-23
Mc 7,1-8.14-15.21-23
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, si riunirono attorno a Gesรน i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme.
Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioรจ non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti โ, quei farisei e scribi lo interrogarono: ยซPerchรฉ i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?ยป.
Ed egli rispose loro: ยซBene ha profetato Isaรฌa di voi, ipocriti, come sta scritto:
“Questo popolo mi onora con le labbra,
ma il suo cuore รจ lontano da me.
Invano mi rendono culto,
insegnando dottrine che sono precetti di uomini”.
Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uominiยป.
Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: ยซAscoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’รจ nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuroยป. E diceva [ai suoi discepoli]: ยซDal di dentro infatti, cioรจ dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impuritร , furti, omicidi, adultรจri, aviditร , malvagitร , inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomoยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
Fonte: LaSacraBibbia.net
