Il commento di padre Gian Franco Scarpitta al Vangello di domenica 30 agosto 2015.
Il passaporto di chi ama
“Anche l’occhio vuole la sua parte”. E’ una frase che si dice per dare la dovuta importanza all’esterioritร , sempre che questa non pretenda di avere il predominio su ciรฒ che essenziale. Ed effettivamente la compostezza, l’eleganza e la buona presenza sono prerogative bene accette, perchรฉ possono essere rivelatrici di buoni atteggiamenti e di disposizioni intime lodevoli.
Il fascino esteriore puรฒ anche essere di richiamo per scoprire le qualitร interiori. Non di rado l’apparire puรฒ anche essere il riflesso dell’essere e tante volte da come si cura la propria persona, il proprio abbigliamento e in luogo in cui si vive si mostrano effettive qualitร e virtรน da elogiare.
Ciรฒ che conta รจ che appunto l’esterioritร non sia finalizzata a se stessa, ma che sia la risultante di un processo di formazione personale o di qualitร e doti interiori che si coltivano da sempre e che adesso traspaiono come biglietto da visita.
[ads2]Quando invece l’eleganza e la compunzione sono un dato di affettazione e di ricercatezza, quando tendono semplicemente ad ostentare false doti e stereotipate virtรน, manifestano solamente vile millanteria, ipocrisia e falso orgoglio. Studiare l’espressione del viso, i movimenti, la cura dell’abbigliamento e adottare atteggiamenti mirati e simulati รจ tipico degli ammazzasette che credono di attirare l’attenzione con un garbo o con una gentilezza che di cui in realtร non dispongono. Tipico di chi crede di poter affascinare gli altri con accattivanti modi e atteggiamenti che sottendono semplicemente presunzione e falsitร . Il che รจ per l’appunto meschino e riprovevole. Incontrando per la strada i pionieri (proclamatori) Testimoni di Geova, personalmente non resto sdegnato per il loro pensiero o per la loro proposta in fatto di religione: รจ risaputo giร in partenza che essa รจ assurda e inconcepibile. Mi disgusta piuttosto il fare apparentemente gentile, compassato ed elegante con cui parecchi di loro sono soliti avvicinare i passanti, non di rado il loro sfarzoso abbigliamento, il garbo interessato e tante altre doti fittizie che automaticamente scompaiono o passano in secondo piano alla presenza di un interlocutore all’altezza dei loro discorsi. Affabili, fini e cortesi nell’attaccare bottone, tanti di loro si danno immediatamente alle grida, agli improperi e ad atti di impazienza quando si fa obiezione alle loro affermazioni, soprattutto quando ci si mostra preparati sulla loro storia e organizzazione!! Questo รจ almeno quanto capita al sottoscritto. E si nota cosรฌ lontano un miglio che dietro al sorriso di certa gente si cela un’interessata e malcelata ipocrisia. E forse anche paura e insicurezza anch’esse inopinatamente nascoste.
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Negli atteggiamenti e nelle relazioni l’esterioritร deve coincidere con l’interioritร in modo che ambedue le cose abbiano la dovuta importanza ed รจ importante essere ciรฒ che si appare. Quando invece l’apparenza รจ ingannevole e sottende a ostentazioni di qualitร e di virtรน inesistenti, diventa molto piรน lodevole una persona sciatta e trasandata purchรฉ virtuosa, anzichรฉ un damerino elegante e ben vestito ma privo di contenuto. Meglio un ignorante squinternato dalle virtรน spiccate, che non un un raffinato colto elegante tronfio e millantatore. Del resto gli uomini di elevata eloquenza spirituale non di rado sono stati quelli piรน incolti e trascurati. San Francesco di Paola, semplice uomo di montagna capace di solo dialetto calabrese, con il suo fare semplice, penitente e caritatevole attirava attorno a sรฉ molta piรน folla di un erudito oratore. Cosรฌ pure il Poverello di Assisi e tanti uomini semplici, incolti eppure di grande esemplaritร .
Ed eccoci alla pagina del Vangelo odierno, che ricalca anche altre parole di biasimo di Gesรน al mondo farisaico: “queste cose bisogna osservare senza trascurare le altre.” Cioรจ la puntualitร nelle cose esteriori deve essere pari all’ottemperanza interiore, l’essere deve trasparire nell’apparire.
L’affiatamento gratuito ed esagerato verso le consuetudini e le tradizioni, quando comporti trascuratezza per ciรฒ che รจ essenziale diventa cosa banale e melense: non รจ l’esterno della coppa ciรฒ che in effetti ha la sua importanza. Rimproverare a persone semplici e virtuose di prendere cibo con mani immonde รจ davvero meschino e arrogante quando si รจ immondi noi stessi nell’intimo e quando la coscienza ci rimprovera ben altre inadempienze. E’ troppo facile puntare il dito su persone rozze, incolte e poco attente all’igiene e alla sanitร quando noi, apparentemente candidi e immacolati, siamo invece sordidi e riprovevoli nella coscienza. Come poi ammonisce Gesรน, รจ ancora piรน riprovevole pretendere che altri osservino consuetudini esteriori quando da parte nostra si trascura spesso e volentieri la Parola di Dio: il Signore non ha certo comandato l’osservanza di precetti di uomini o di consuetudini e seppure determinate usanze vanno salvaguardate non devono in alcun modo oscurare il primato della Parola. Piuttosto usi, consuetudini e costumi dovrebbero denotare un fascino affermato per quanto il Signore ci ha rivelato e incoraggiare la coerenza della vita secondo Dio. Altrimenti la sporcizia delle mani รจ preferibile di gran lunga alla lercitร del cuore.
Lodare Dio con le labbra non serve e non da’ meriti se si omette di riverire la sua grandezza nel nostro cuore, entusiasti noi stessi dei benefici che lui ci ha dato e anche le piรน esaltanti organizzazioni di preghiera e di liturgia rischiano di trasformarsi in presuntuosa vanagloria quando vi รจ la superba lontananza del cuore dal vero culto a Dio ed รจ proprio vero quanto Gesรน ammonisce: “non ciรฒ che entra nell’uomo lo contamina, ma ciรฒ che vi esce.” Per il semplice fatto che quanto esce dall’uomo ha una scaturigine interiore e tutto dipende se essa sia buona o maliziosa. Trasparenza e sinceritร sono il vero motto di chi ha il passaporto per amare.
padre Gian Franco Scarpitta | via Qumran
XXII Domenica del Tempo Ordinario – Anno B
- Colore liturgico: verde
- Dt 4, 1-2. 6-8; Sal.14; Gc 1, 17-18. 21-27; Mc 7,1-8.14-15.21-23
Mc 7,1-8.14-15.21-23
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, si riunirono attorno a Gesรน i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme.
Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioรจ non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti โ, quei farisei e scribi lo interrogarono: ยซPerchรฉ i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?ยป.
Ed egli rispose loro: ยซBene ha profetato Isaรฌa di voi, ipocriti, come sta scritto:
“Questo popolo mi onora con le labbra,
ma il suo cuore รจ lontano da me.
Invano mi rendono culto,
insegnando dottrine che sono precetti di uomini”.
Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uominiยป.
Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: ยซAscoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’รจ nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuroยป. E diceva [ai suoi discepoli]: ยซDal di dentro infatti, cioรจ dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impuritร , furti, omicidi, adultรจri, aviditร , malvagitร , inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomoยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
Fonte: LaSacraBibbia.net
