Commento al Vangelo del 9 agosto 2015 – don Marco Pedron

- Pubblicitร  -

Compassione per un mondo fragile

41 Allora i Giudei si misero a mormorare contro di lui perchรฉ aveva detto: ยซIo sono il pane disceso dal cieloยป.

GIUDEI=non significa il popolo ma i capi religiosi. Sono proprio loro che mormorano contro Gesรน.

In Gv mormorano contro Gesรน i capi (e lo possiamo capire!), ma anche la folla e perfino i discepoli (e questo lo possiamo capire un po’ meno!). Gesรน รจ riuscito a scontentare tutti.

SI MISERO A MORMORARE=qui sono scontenti i capi del popolo perchรฉ Gesรน ha rivendicato per sรฉ la condizione divina (“Io sono (il pane disceso dal cielo)” era il nome di Dio). Per le autoritร  religiose, che un uomo rivendichi per sรฉ di essere divino, รจ un crimine intollerabile.

E se Gesรน cercherร  sempre nei vangeli di avvicinare Dio all’uomo, le autoritร  religiose cercheranno di allontanare sempre di piรน l’uomo da Dio. Perchรฉ? Perchรฉ cosรฌ si possono inserire come mediatori, come ponti tra Dio e l’uomo. Per questo non possono accettare la pretesa di Gesรน di essere un uomo con la condizione divina.

- Pubblicitร  -

Ecco perchรฉ gli dicono: “Ma cosa dici? Guarda che sappiamo chi sei: sei il figlio di Giuseppe e di Maria! Che stupidaggini dici? Sei il figlio di Giuseppe, non di Dio”.

IO SONO IL PANE DISCESO DAL CIELO=il verbo รจ al passato e si riferisce ad un tempo storico preciso, come era discesa in passato la manna. Ma Gesรน ha detto questo? No! Gesรน aveva detto: “Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrร  piรน fame e chi crede in me non avrร  piรน sete” (Gv 6,35). Gesรน parla al presente. Non capiscono niente di ciรฒ che dice Gesรน!

42 E dicevano: ยซCostui non รจ forse Gesรน, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque puรฒ dire: “Sono disceso dal cielo”?ยป.

NON E’ COSTUI IL FIGLIO DI GIUSEPPE?=per loro non รจ possibile, รจ impensabile, che Dio possa manifestarsi, mostrarsi, rivelarsi, in un uomo.

In Gesรน, invece, c’รจ il capolavoro di Dio: Dio si mostra col volto di un uomo. Da quel giorno per amare Dio non sarร  piรน necessario rivolgergli “cose religiose” ma amare gli uomini concreti perchรฉ Dio si mostra e si manifesta solamente nell’uomo. L’uomo รจ il volto di Dio.

Se Gesรน si fosse manifestato come un uomo potente forse avrebbero creduto alla sua origine divina. Il Faraone era un Dio; l’Imperatore era un Dio o un figlio di una divinitร . Tutti quelli che comandavano, che avevano potere, che erano forti e grandi nella societร , venivano da qualche Dio.

Solo che “i grandi”, i forti, i potenti, si separavano dalle persone e se ne stavano nelle loro regge distanti da tutti, separati dagli altri che sottomettevano ai loro piedi. Il Dio degli Ebrei รจ cosรฌ Santo, cosรฌ Altro, che neppure si conosce il suo nome.

Ma Gesรน non ha scelto questo potere perchรฉ Lui voleva stare con l’uomo e non distante da lui, voleva essere “vita, pane, alimento, via, veritร ” per l’uomo e non qualcuno o qualcosa da ammirare o da adorare. Per questo non riescono e non possono credere nella sua provenienza.

Cosa succede, infatti, se credono a Gesรน? Che ci stanno a fare loro, se si puรฒ arrivare a Dio senza passare attraverso loro?

Prima funzionava cosรฌ: “Hai sbagliato, sei in peccato? Devi andare dal sacerdote e lui ti dร  l’assoluzione. Tu fai penitenza, offri un agnello o il massimo che puoi e lui ti riammette”. Per questo era necessario il tempio e i suoi sacerdoti.

Ma se adesso puoi rivolgerti direttamente a Dio per essere riammesso, che ci stanno a fare i sacerdoti?

Prima i sacerdoti del tempio verificavano se tu eri puro o no, se potevi accedere alle funzioni religiose o no.

Ma se il Dio di Gesรน accoglie tutti, allora i “superpuri”, i “garanti della puritร ”, a che servono?

Prima Dio lo trovavi solo nel tempio di Gerusalemme che era il luogo piรน sacro al mondo.

Ma se adesso Dio “lo trovi” nel volto e nel cuore di ogni uomo, a che serve ancora andare al tempio?

I Giudei, cioรจ i capi religiosi, avevano capito benissimo la sfida di Gesรน. Per questo non potevano che farlo fuori. Gesรน minava le basi della loro religione e il loro stesso ruolo.

43 Gesรน rispose loro: ยซNon mormorate tra voi. 44 Nessuno puรฒ venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterรฒ nell’ultimo giorno.
NON MORMORATE=letteralmente “smettetela di criticare”.

NESSUNO PUO’ VENIRE A ME SE…: qui c’รจ un criterio per la nostra fede.

Se tu accetti Gesรน, accetti il Dio che egli annuncia. Che Dio annuncia Gesรน? Un Dio che รจ Padre, che รจ espressione dell’amore per tutti, sempre e dovunque. Solamente chi si sente attratto da quest’amore puรฒ “andare”, accettare Gesรน.

I capi religiosi non possono accettare questo Dio, perchรฉ questo Dio ama ed รจ vicino a tutti e non solo agli interessi di alcuni (come loro). Questo Dio non esclude ma include tutti e loro questo non lo possono accettare.

Un giorno un uomo andรฒ dal maestro e gli disse: “Voglio convertirmi alla tua fede!”. “Va bene – disse il maestro -: 1. puoi accettare che il mio Dio ami e voglia il bene e la felicitร  per i tuoi familiari?”. “Ma certo!”. “2. E per i tuoi amici?”. “Certo!”. “3. E per i tuoi nemici?”. “Sรฌ”. “4. E per chi piรน tu odi?”. “Sรฌ”. “5. E per te stesso?”. “Sรฌ”. “Allora puoi convertirti al mio Dio perchรฉ questo รจ il mio Dio”.

E IO LO RESUSCITERO’ NELL’ULTIMO GIORNO=la resurrezione era ammessa dai farisei come premio per l’osservanza della legge. Ma adesso con Gesรน la resurrezione inizia giร  in questa vita e perdura anche dopo la morte: รจ una qualitร  di vita “viva” dove la paura e la morte non hanno piรน potere.

45 Sta scritto nei profeti: E tutti saranno istruiti da Dio. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me.

STA SCRITTO NEI PROFETI…: qui Gesรน cita Is 54,13: “Tutti i tuoi figli saranno discepoli del Signore”. Ma i discepoli erano quelli che seguivano la Legge (Ger 31,33: “Porrรฒ la mia legge nel loro petto, la scriverรฒ sul loro cuore”). Adesso, invece, con Gesรน i discepoli sono coloro che ascoltano Gesรน e il Padre.

46 Non perchรฉ qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. 47 In veritร , in veritร  io vi dico: chi crede ha la vita eterna.

NON CHE QUALCUNO ABBIA VISTO PERSONALMENTE IL PADRE=cosa dice Gesรน qui? Neppure i vostri padri videro Dio (lo videro al massimo di spalle). Solo chi viene da Dio, cioรจ il Figlio/Gesรน, lo ha visto.

Ma non รจ importante questo perchรฉ chi vede Gesรน vede Dio. Non solo Gesรน รจ Dio ma soprattutto Dio รจ come Gesรน. Se tu credi in Gesรน, nel Gesรน del vangelo, credi in Dio.

CHI CREDE HA LA VITA ETERNA=qui Gesรน dice (e dobbiamo osservare bene!) “ha” la vita eterna. Gesรน non dice: “Chi crede avrร  la vita eterna ma ha giร  adesso la vita eterna”.

La vita eterna, infatti, per Gesรน non รจ una vita dopo questa vita ma una qualitร  di vita e di vivere che non viene distrutta mai, oggi e domani, di una qualitร  che non puรฒ essere distrutta.

48 Io sono il pane della vita.

IO SONO IL PANE DELLA VITA=Gesรน rivendica, di nuovo, la condizione divina. Per forza lo hanno ucciso! Gesรน va a dire ciรฒ che loro non potevano sopportare di sentirsi dire!

49 I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti;

VOSTRI PADRI=avrebbe dovuto dire i “nostri” padri ma Gesรน si dissocia dai padri (Mosรจ, Elia, ecc) e dice i “vostri” padri e prende le distanze dalla tradizione.

I VOSTRI PADRI HANNO MANGIATO… E SONO MORTI: Gesรน mette il dito nella piaga. Gesรน tira fuori un argomento di cui non si voleva parlare, argomenti “scomodi”.

L’uscita dall’Egitto fu un grande successo ma l’esodo no: fu un fallimento totale. Tutti quelli che erano usciti dalla schiavitรน dell’Egitto morirono tutti nel deserto. Neppure Mosรจ รจ entrato nella terra promessa. Vi sono entrati i loro figli ma non loro. E perchรฉ non vi sono entrati? Perchรฉ, dicono i libri di Giosuรจ e dei Numeri, non hanno ascoltato la voce di Dio (Nm 14,21-23; Gs 5,6; Sal 95,7).

Cosa sta dicendo qui Gesรน? Come quella generazione non ha ascoltato la voce di Dio e sono morti tutti, cosรฌ anche voi se non ascoltate la mia voce, morirete tutti (si tratta di una morte interna).

50 questo รจ il pane che discende dal cielo, perchรฉ chi ne mangia non muoia.

PANE CHE DISCENDE DAL CIELO=letteralmente “il pane discendete”, cioรจ che discende continuamente. L’amore di Dio, il suo dono per noi, c’รจ (discende) sempre e in ogni istante.

DAL CIELO=perchรฉ nella cosmologia del tempo Dio stava in alto e gli uomini in basso.

51 Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrร  in eterno e il pane che io darรฒ รจ la mia carne per la vita del mondoยป.

SE UNO MANGIA DI QUESTO PANE=la vita che Gesรน comunica รจ una vita che non viene interrotta da niente, neppure dalla morte.

IL PANE CHE IO DARO’ E’ LA MIA CARNE PER LA VITA DEL MONDO=carne รจ sarx in greco, caro in latino, e indica la parte debole, che passa, in contrapposizione allo spirito.

[ads2]Da sarx viene sarcofago (lett. colui che mangia la carne), sarcasmo (=dilaniare, strappare la carne/sarx), sarcoma (=patologia-oma della carne-sarx: tumore dei tessuti connettivi).

Cosa succedeva a quel tempo? Nella notte di Pasqua, in ricordo dell’esodo dall’Egitto, la carne (sarx) dell’agnello andava mangiata tutta perchรฉ dava la forza per intraprendere il viaggio verso la libertร .

E col sangue dell’agnello si segnavano gli stipiti delle porte cosรฌ l’angelo della morte avrebbe saltato queste case.

Allora quella carne (sarx) era sia forza (per il viaggio) che vita (dalla morte). Era una carne umana (di un animale), destinata a svanire, ad essere mangiata, ma dava forza e vita.

Come in quel tempo la carne dell’agnello (sostanza peritura) diventรฒ forza e vita per una notte (ma poi ne dovettero mangiare ancora di carne!) cosรฌ il pane di Gesรน diventa quella forza (peritura per cui ogni giorno ne devi mangiare) che dร  vita al mondo.

L’amore di Dio, quindi, diventa forza e vita, in e per questa esistenza debole e fragile. Dio si dร , si dona e si manifesta a noi in questa nostra vita fragile, limitata e mortale.

A S. Paolo Dio disse: “La mia potenza si manifesta pienamente nella debolezza (2 Cor 12,9)”. E ancora S. Paolo dice: “Cristo fu crocifisso per la sua debolezza (2 Cor 13,4)” e “Ciรฒ che รจ debolezza di Dio รจ piรน forte degli uomini” (1 Cor 1,25).

Cosa vuol dire tutto questo?

1. Non bisogna spiritualizzarsi per diventare divini ma umanizzarsi. A volte le persone religiose vogliono diventare divine, perfette, sante, ed eliminare tutto ciรฒ che รจ umano (passioni, sessualitร , affettivitร , conflittualitร , invidie, gelosie, sogni, realizzazioni personali, ecc) e salire in alto. Cosรฌ finchรฉ loro salgono in alto Dio scende in basso. Risultato: non s’incontrano mai!

Ma questi perfetti sono disumani (con sรฉ e con gli altri) e giustificano con “spirituale” la repressione e la rimozione della propria umanitร .

C’รจ stato un tempo in cui si diceva: “Tutto ciรฒ che รจ umano รจ peccato. Il corpo, la sessualitร , l’affetto, l’amore, i piaceri della vita… via tutto!… cose brutte, peccaminose!”.

La catechista di mia mamma le diceva: “Non si ride mai, perchรฉ il riso abbonda nella bocca degli stolti”.

Ma la vera divinitร  sta nell’essere pienamente umani: “Non so se quando preghi sei in contatto con Dio ma quando ami lo sei sicuramente”, diceva Madre Teresa.

E se l’A.T. diceva: “Siate santi perchรฉ io sono santo” (Lv 19,2), il N.T. dice: “Siate compassionevoli come il padre vostro รจ compassionevole” (Lc 6,36).

Con la venuta di Gesรน, per arrivare a Dio, non si puรฒ piรน saltare tutto ciรฒ che รจ umano.

2. Dio si da a te nella tua umanitร . La fragilitร  della condizione umana รจ luogo della manifestazione di Dio. Non esistono doni divini che non si manifestino nella debolezza, nella transitorietร , della condizione umana.

L’amore universale di S. Francesco risplendeva in un corpo fragile e la luce del volto e degli occhi di Madre Teresa brillava in un corpo mortale. San Pietro รจ stato cosรฌ fragile da rinnegare il Signore… eppure รจ santo. San Paolo lo odiava, lo perseguitava… eppure! Madre Teresa ha passato dei momenti di depressione terribile dove si sentiva cosรฌ arida da mettere perfino in dubbio l’esistenza di Dio… eppure!

Dio non ti chiede di essere perfetto; Dio non ti chiede di essere perfetto dovunque, in tutte le parti di te; Dio ti chiede di far risplendere il suo dono che ti abita.

3. L’atteggiamento conseguente alla realtร  umana, cioรจ la debolezza dell’uomo, รจ la compassione.

La compassione รจ il sentimento che nasce dalla consapevolezza di ciรฒ che siamo: forti ma anche fragili, bisognosi di cura e di affetto, bisognosi degli altri e vulnerabili. Dalla consapevolezza di ciรฒ nasce la compassione per sรฉ e per gli altri: nasce in sostanza l’amore (quello vero).

Nel cervello umano esistono tre sistemi cerebrali che regolano le emozioni.

1. C’รจ il sistema di minaccia e protezione. A cosa serve? C’รจ un pericolo e questo sistema lo individua subito, in modo da sviluppare dei sentimenti (es: ansia, rabbia, disgusto) che si permettono di agire per proteggerci dalla minaccia. E’ il sistema della paura: la paura รจ un’emozione fondamentale, vitale, perchรฉ ci dice: “Attento, qui c’รจ un pericolo, scappa, attacca, bloccati, sottomettiti, stai zitto, non ti muovere, renditi invisibile-camaleontico, fai qualcosa o non fare nulla”.

Hai mangiato qualcosa di velenoso? Il disgusto ti permette di sputarlo fuori.

C’รจ un predatore che ti attacca? La rabbia ti permette o di attaccare o di fuggire.

C’รจ un pericolo non ben definito (la boscaglia si muove ma tu non hai visto che cosa c’รจ)? L’ansia ti permette ti stare in allerta per poi fare la scelta giusta.

Il reiterarsi del sistema minaccia-protezione produce le emozioni disfunzionali della colpa, della vergogna e dell’autocritica.

Se un bambino vive nel terrore perchรฉ suo padre urla o minaccia di picchiarlo o lo picchia davvero, lui si formerร  pensieri del tipo: “E’ colpa mia se mi picchia. Mio padre non puรฒ essere stupido. Quindi se mi picchia vuol dire che lui ha ragione e che io sono uno da picchiare e che me le merito”. E come potrร  staccarsi da questo senso di colpa? Riconoscerlo sarebbe ammettere la follia del padre: tutto il teatrino cadrebbe!

“Se mi picchia vuol dire che io faccio schifo. Io sono qualcosa da picchiare, qualcosa di fatto male, di vergognoso, di cattivo, perchรฉ le cose buone non si picchiano”.

“Se mi picchia vuol dire che io non vado bene. Io non sono buono. Mio padre ha ragione: sono io che non funziono, io non vado bene”. La critica verso di sรฉ diventa poi critica anche degli altri.

2. C’รจ poi il sistema di esplorazione e di ricerca che ci permette di cercare le risorse di cui necessitiamo (cibo, opportunitร  sessuali, nuovi territori, alleanze, ecc). Produce emozioni positive ed energizzanti, ci fa desiderare di raggiungere nuovi obiettivi e ci consente di gioire dei successi e delle ricompense ottenute.

Naturalmente questo funziona se il primo รจ garantito. Perchรฉ รจ chiaro che non si cerca niente quando si ha un predatore alle calcagna o quando ci si sente in pericolo.

3. C’รจ poi il sistema di sicurezza e benessere che si attiva solamente quando il primo e il secondo, quello di minaccia-protezione e quello di esplorazione-ricerca, sono garantiti, cioรจ non sono in funzione. Questo sistema permette i comportamenti sociali come il senso di appartenenza, la capacitร  di instaurare relazioni interpersonali intime.

I sentimenti che qui si attivano sono il benessere, la pace, l’amore, la protezione, l’accettazione, il sorriso nel volto e la luce negli occhi.

Ma cosa succede quando un bambino ha vissuto sempre con un padre alcolista? Quando tornava a casa da scuola non sapeva mai cos’avrebbe trovato: “Che giornata ha? Oggi mi picchia o no? Ha bevuto o no? I vicini hanno visto? La mamma oggi le ha giร  prese? E se un giorno esagera con le botte? E chi mi difende?”. Allora l’unico sistema attivo รจ sempre e solo quello di minaccia-protezione: crescerร  nella paura, nella difesa, nelle timidezza, nel rancore interno. Non c’รจ spazio per altre emozioni perchรฉ funziona solo il sistema salvavita.

Un uomo alcolista (cosa che nasconde) se l’รจ presa con sua figlia perchรฉ รจ stata bocciata ed รจ sempre timida (timidus da timeo=aver paura). Secondo te, perchรฉ?

Cosa succede quando i genitori si dicono: “Io ti lascio… mi fai schifo… non capisci un cazz…” e si insultano o litigano sempre? Succede che il bambino attiva sempre e solo il sistema di minaccia-protezione per difendersi dal predatore “separazione” che gli potrebbe portare via uno o tutti e due i genitori. Rimarrร  paralizzato nella paura, magari tenterร  di non esprimerla, ma dovrร  anestetizzarsi, dovrร  reprimere tutto e dovrร  dire che lui “non ha problemi”. Ma non ci sarร  spazio per altre emozioni come la gioia, l’amore, la realizzazione, la felicitร .

Due genitori che “si mandano in continuazione a quel paese” dicono dei loro figli: “Hanno paura di tutto. Sono terrorizzati. Si chiudono sempre in casa davanti al computer”. Secondo te, perchรฉ?

Cosa succede quando un genitore dice o fa capire a suo figlio: “Se non ti fai il letto non ti voglio piรน bene… se non fai cosรฌ la mamma non ti vuole piรน bene… se non vai bene a scuola deludi il papร  e la mamma… guai a te se fai questo…”? Succede che il bambino si sente sempre messo alla prova, sempre in pericolo di non raggiungere i risultati, sempre sotto esame, sempre sotto pericolo.

Una donna: “Mia figlia non si lascia mai andare… sorride poco… se non fa una cosa perfettamente non la fa… รจ bloccata con gli amici… e ha gusti difficili..”: secondo te, perchรฉ?

Di cosa c’รจ bisogno in tutto questo e per tutti? Di compassione! Di sentire che qualcuno ti accoglie, ti abbraccia e ti prende per quello che sei, di qualcuno che capisce quello che provi e che vivi. Magari non รจ d’accordo, ma ti capisce e non ti giudica. Di qualcuno che sa che la carne, che la realtร  umana รจ debole, fragile, bisognosa, imperfetta, ma ti accoglie lo stesso per quello che sei e al di lร  di ciรฒ che hai fatto.

Nei vangeli questo uomo si chiamava Gesรน. E faceva risentire a tutti questi uomini impauriti da mille paure una cura, un amore, una possibilitร  di essere accolti che mai prima avevano sentito.
E quando questi uomini sentivano ciรฒ… cambiavano vita.

E’ la compassione che salverร  il mondo… me e te… nient’altro.

Ai bambini diamo un animale di cui prendersi cura: allevando qualcuno si attiva il sentimento della cura.

Insegniamo alle persone ad esprimere la sofferenza, a sentirla, ad essere sensibili: un uomo di ghiaccio puรฒ fare tutto ma un uomo sensibile รจ “sensibile” ai disagi, al dolore, alla difficoltร , delle persone.

Quando ascoltiamo qualcuno, lasciamoci coinvolgere emotivamente, cioรจ partecipiamo con i nostri sentimenti: non lasciamoci travolgere ma se uno ci racconta qualcosa di duro come possiamo non essere interiormente toccati?

Sviluppiamo l’empatia, la capacitร  di metterci nei panni degli altri e di sentire con il loro cuore e di pensare con la loro mente: solo cosรฌ li comprenderemo e smetteremo di giudicarli.

Impariamo a stare nella sofferenza, a gestirla, a contenerla, a tollerarla, a tollerare gradualmente anche livelli alti di emozione senza evitarli, distrarsene o negarli. E’ questo “sentire con” che ci permette di essere veramente vicini all’altro.

Se sentiamo, se c’รจ compassione, non c’รจ giudizio: non si condanna, nรฉ si critica, nรฉ si colpevolizza, pur mantenendo le proprie opinioni e idee ma si lascia che l’altro sia l’altro senza volerlo diverso.

Questa sera torna a casa e fai la conta: “Quante volte oggi sono stato gentile con qualcuno?”.

Oppure: “Fai la conta di tutte (o almeno 5) cose belle che oggi hai vissuto. Cercale perchรฉ ci sono!”.

Domani mattina: “Oggi agirรฒ con me e con gli altri come se fossi Gesรน, cioรจ pieno di compassione”.

Domani mattina: “Oggi mi rapporterรฒ con tutti, anche con me, infondendogli il messaggio verbale. “Tu vali; ho fiducia in te; tu sei importante; ti stimo”. E lo farรฒ tutto il giorno!”.

Domani mattina: “Oggi ascolterรฒ le mie parole e cercherรฒ di parlare con piรน calma, meno fretta e soprattutto con tanto amore. Oggi le mie parole avranno un tono di dolcezza”.
Domani: “Oggi sarรฒ come una madre piena di compassione”.

Domani: “Oggi accetterรฒ la mia vulnerabilitร  e la mia fragilitร  e chiederรฒ a qualcuno un po’ di compassione”.

“La nostra compassione umana ci lega l’uno all’altro. Non per pietร  o condiscendenza, ma come esseri umani che hanno imparato a trasformare la nostra sofferenza comune in speranza per il futuro” (Nelson Mandela).

Arthur Schopenhauer: “L’amore autentico รจ sempre compassione; e ogni amore che non sia compassione รจ egoismo”.

Pensiero della settimana

Non attendiamo che i temporali passino.
Impariamo a danzare sotto la pioggia.

don Marco Pedron | via Qumran

[toggle title=”Vangelo diย  Giovanni 6,41-51 – XIX Domenica del Tempo Ordinario – Anno B – ” state=”close”]In quel tempo, i Giudei si misero a mormorare contro Gesรน perchรฉ aveva detto: ยซIo sono il pane disceso dal cieloยป. E dicevano: ยซCostui non รจ forse Gesรน, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque puรฒ dire: “Sono disceso dal cielo”?ยป.
Gesรน rispose loro: ยซNon mormorate tra voi. Nessuno puรฒ venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterรฒ nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perchรฉ qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In veritร , in veritร  io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo รจ il pane che discende dal cielo, perchรฉ chi ne mangia non muoia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrร  in eterno e il pane che io darรฒ รจ la mia carne per la vita del mondoยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.[/toggle]

Altri Articoli
Related

Commento alle letture della liturgia del 23 Dicembre 2025

Tempo di Avvento IV, Colore Viola - Lezionario: Ciclo A, Salterio: sett. 4 Il...

Missio Ragazzi – Commento al Vangelo di giovedรฌ 25 Dicembre 2025 per ragazzi

Di quante cose il Vangelo ci fa dono nella notte...

Carlo Miglietta – Commento alle letture di giovedรฌ 25 Dicembre 2025

NATALE DEL SIGNORE Letture: Messa della Notte: Is 9,1-3.5-6; Tt...

Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 23 Dicembre 2025

Nascita di Giovanni Battista.Dal Vangelo secondo Luca In quel tempo,...