Questo pomeriggio, alle ore 16.00, nella Solennitร di Tutti i Santi, il Santo Padre Francesco celebra la Santa Messa allโingresso monumentale del Cimitero del Verano, a cui fa seguito una preghiera per i defunti e la benedizione delle tombe. Concelebrano con il Santo Padre il Cardinale Vicario Agostino Vallini, lโArcivescovo Filippo Iannone, Vicegerente della diocesi di Roma, il Vescovo Ausiliare per il settore Centro Mons. Matteo Zuppi, il Vescovo Vicario del Capitolo Lateranense Mons. Luca Brandolini e il Parroco di San Lorenzo fuori le Mura, Padre Armando Ambrosi.
OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO
Cimitero del Verano
Sabato, 1ยฐ novembre 2014
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Quando nella prima Lettura abbiamo sentito questa voce dellโAngelo che gridรฒ a gran voce ai quattro Angeli ai quali era stato concesso di devastare la terra e il mare e di distruggere tutto: ยซNon devastate la terra nรฉ il mare nรฉ le pianteยป (Ap 7,3) a me รจ venuta in mente una frase che non รจ qui, ma รจ nel cuore di tutti noi: โGli uomini sono capaci di farlo meglio di voiโ. Noi siamo capaci di devastare la terra meglio degli Angeli. E questo lo stiamo facendo, questo lo facciamo: devastare il Creato, devastare la vita, devastare le culture, devastare i valori, devastare la speranza. E quanto bisogno abbiamo della forza del Signore perchรฉ ci sigilli con il suo amore e con la sua forza, per fermare questa pazza corsa di distruzione! Distruzione di quello che Lui ci ha dato, delle cose piรน belle che Lui ha fatto per noi, perchรฉ noi le portassimo avanti, le facessimo crescere, per dare frutti. Quando in sacrestia guardavo le fotografie di 71 anni fa [bombardamento del Verano 19 luglio 1943], ho pensato: โQuesto รจ stato tanto grave, tanto doloroso. Questo รจ niente in comparazione di quello che accade oggiโ. Lโuomo si impadronisce di tutto, si crede Dio, si crede il re. E le guerre: le guerre che continuano, non precisamente a seminare grano di vita, ma a distruggere. ร lโindustria della distruzione. ร un sistema, anche di vita, che quando le cose non si possono sistemare, si scartano: si scartano i bambini, si scartano gli anziani, si scartano i giovani senza lavoro. Questa devastazione ha fatto questa cultura dello scarto: si scartano popoliโฆ Questa รจ la prima immagine che รจ venuta a me, quando ho sentito questa Lettura.
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La seconda immagine, nella stessa Lettura: questa ยซmoltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribรน, popolo e lingua (7,9). I popoli, la gente โฆ Adesso incomincia il freddo: questi poveri che per salvare la vita devono fuggire dalle loro case, dai loro popoli, dai loro villaggi, nel deserto โฆ e vivono in tende, sentono il freddo, senza medicine, affamati, perchรฉ il โdio-uomoโ si รจ impadronito del Creato, di tutto quel bello che Dio ha fatto per noi. Ma chi paga la festa? Loro! I piccoli, i poveri, quelli che da persona sono finiti in scarto. E questo non รจ storia antica: succede oggi. โMa, Padre, รจ lontano โฆโ โ Anche qui, in tutte le parti. Succede oggi. Dirรฒ di piรน: sembra che questa gente, questi bambini affamati, ammalati, sembra che non contino, che siano di unโaltra specie, che non siano umani. E questa moltitudine รจ davanti a Dio e chiede: โPer favore, salvezza! Per favore, pace! Per favore, pane! Per favore, lavoro! Per favore, figli e nonni! Per favore, giovani con la dignitร di poter lavorare!โ. Fra questi perseguitati, ci sono ancheย quelli che sono perseguitati per la fede. ยซUno degli anziani allora si rivolse a me e disse: โQuesti, che sono vestiti di bianco, chi sono e da dove vengono?โ โฆ โSono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dellโAgnelloโยป (7 13-14). E oggi, senza esagerare, oggi, nel giorno di Tutti i Santi, vorrei che noi pensassimo a tutti questi, i santi sconosciuti. Peccatori come noi, peggio di noi, ma distrutti. A questa tanta gente che viene dalla grande tribolazione. La maggior parte del mondo รจ in tribolazione. E il Signore santifica questo popolo, peccatore come noi, ma lo santifica con la tribolazione.
E alla fine, la terza immagine: Dio. La prima, la devastazione; la seconda, le vittime; la terza, Dio. Nella seconda Lettura abbiamo sentito: ยซNoi fin dโora siamo figli di Dio, ma ciรฒ che saremo non รจ stato ancora rivelato. Sappiamo perรฒ che quando egli si sarร manifestato noi saremo simili a lui, perchรฉ lo vedremo cosรฌ come egli รจยป (1Gv 3,2): cioรจ la speranza. E questa รจ la benedizione del Signore che ancora abbiamo: la speranza. La speranza che Egli abbia pietร del suo popolo, che abbia pietร di questi che sono nella grande tribolazione, che abbia pietร anche dei distruttori, affinchรฉ si convertano. Cosรฌ, la santitร della Chiesa va avanti: con questa gente, con noi che vedremo Dio come Lui รจ. Quale devโessere il nostro atteggiamento se vogliamo entrare in questo popolo e camminare verso il Padre, in questo mondo di devastazione, in questo mondo di guerre, in questo mondo di tribolazione? Il nostro atteggiamento, lo abbiamo sentito nel Vangelo, รจ lโatteggiamento delle Beatitudini. Soltanto quel cammino ci porterร allโincontro con Dio. Soltanto quel cammino ci salverร dalla distruzione, dalla devastazione della terra, del Creato, della morale, della storia, della famiglia, di tutto. Soltanto quel cammino: ma ci farร passare cose brutte! Ci porterร problemi, persecuzione. Ma soltanto quel cammino ci porterร avanti. E cosรฌ, questo popolo che tanto soffre oggi per lโegoismo dei devastatori, dei nostri fratelli devastatori, questo popolo va avanti con le Beatitudini, con la speranza di trovare Dio, di trovare a quattrโocchi il Signore, con la speranza di diventare santi, in quel momento dellโincontro definitivo con Lui.
Il Signore ci aiuti e ci dia la grazia di questa speranza, ma anche la grazia del coraggio di uscire da tutto quello che รจ distruzione, devastazione, relativismo di vita, esclusione degli altri, esclusione dei valori, esclusione di tutto quello che il Signore ci ha dato: esclusione di pace. Ci liberi da questo e ci dia la grazia di camminare con la speranza di trovarci un giorno a quattrโocchi con Lui. E questa speranza, fratelli e sorelle, non delude!
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