XVII Domenica del Tempo Ordinario โ Anno A
Citazioni:
- 1R 3,5.7-12: www.clerus.org/bibliaclerusonline/it/9ahzevc.htm
- Rm 8,28-30: www.clerus.org/bibliaclerusonline/it/9bli0jh.htm
- Mt 13,44-52: www.clerus.org/bibliaclerusonline/it/9ceavim.htm
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Nelle ultime domeniche, siamo stati introdotti nella predicazione del Regno di Dio che Gesรน fa attraverso le parabole. In questa domenica, Gesรน ci presenta le ultime tre parabole del Regno.
Sono parabole molto brevi, che accennano qualcosa, che lasciano intravedere, anzitutto, quanto Dio sia un realtร preziosa e gioiosa e non un peso che grava sulla nostra vita. Il regno di Dio non รจ solo simile a un tesoro ma, precisamente, ad un uomo che ha trovato un uomo nel campo dove giร lavorava. Il tesoro cโera giร prima โ ci sta dicendo Gesรน – , era nascosto nel campo e il Figlio ora รจ venuto a portarlo alla luce, a svelarlo per noi. Allora, la storia del Regno che viene, di questo Dio innamorato che ci vuole chiamare a essere suoi figli, della fede che vuole impreziosire e rafforzare la nostra esistenza di uomo, รจ la storia di un uomo che anzitutto scopre questa presenza amorevole di Dio nel campo della propria vita, della propria esistenza quotidiana, del mondo in cui abita. Accogliere il Regno, dunque, รจ anzitutto aprirsi allโatteggiamento della scoperta di Dio, riconoscerlo come tesoro e della propria vita e, a questo punto, diventare intraprendente fino a cambiare progetto di vita: andare, vendere il resto, va, comprare qualcosa di nuovo.
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Nella parabola del mercante e della perla preziosa, ciรฒ che cambia รจ lโatteggiamento iniziale; chi lavora il campo scopre il tesoro mentre il mercante รจ alla ricerca della perla preziosa. Ma lโelemento in comune non cambia: va, vende tutto quello che ha e compra. Sono due movimenti del credere: scoprire che Dio รจ presente ed รจ allโopera nella nostra storia e lasciarci sorprendere; contemporaneamente, cercarlo sempre, cercare sempre ciรฒ che รจ davvero importante e prezioso per vivere pienamente la nostra vita, senza accontentarci mai delle semplici cose che abbiamo qui e ora. Sono i due atteggiamenti, lo stupore e la ricerca, che aprono al Regno di Dio.
Infine, con la terza parabola, ritorna il problema che sta a cuore a Matteo e che giร ci ha presentato con la parabola del grano e della zizzania; la Chiesa, il campo di Dio, la famiglia del padre, รจ come una rete che raccoglie tutto, pesci buoni e pesci cattivi. Il regno di Dio รจ un cammino vivente, che avviene nel tempo, che si nutre di passaggi e di cambiamenti, di cadute e di conversioni continue. Dio รจ paziente. Solo alla fine ci sarร , come per la mietitura, la divisione tra pesci buoni e pesci cattivi. E Matteo chiude dicendo: ogni scriba, ogni esperto cioรจ della Legge e della tradizione religiosa di Israele, per far fruttificare quel tesoro, deve diventare discepolo, aprirsi alla novitร del Regno che รจ Cristo stesso. Lui รจ il vero tesoro che impreziosisce tutto il resto.
Attraverso la bellezza di queste immagini, la Liturgia ci dice che il nome di Dio รจ tesoro, รจ scoperta, รจ gioia. Il Vangelo รจ la freccia della nostra felicitร e la fede un modo perchรฉ la nostra esistenza sia trasformata e diventi preziosa. San Paolo, ci ricorda che Dio da sempre ci ha amati e ci ha destinati alla felicitร eterna: siamo come una freccia giร in viaggio โ direbbe San Tommaso DโAquino โ la cui destinazione รจ stata giร stabilitร da Dio verso il bene. Eโ importante ricordare questo, a noi stessi anzitutto, ma anche al mondo che ci circonda e che talvolta conosce solo quelli che Papa Francesco, dedicando proprio alla gioia la Sua Esortazione Apostolica, ha chiamato i cristiani dallo spirito quaresimale.
Il cristiano, invece, รจ uno che scava nel campo della propria vita passando dalla superficialitร alla profonditร , รจ un cercatore appassionato, รจ uno che si lascia trasformare la vita e progetta secondo la Parola del Cristo, รจ uno che si muove per passione del cuore e non per una formale obbedienza; il vangelo, infatti, ci ricorda che il cuore si trova dove si trova il nostro tesoro. Se scopriamo Dio come tesoro prezioso dellโesistenza, il cuore si muove verso Lui e le cose, anche quelle impercettibili e quotidiane, assumono un altro sapore. Come Salomone, che questa mattina incontriamo nella I Lettura, il quale non chiede a Dio potenza, ricchezza e forza ma, soprattutto, un cuore sapiente, capace di ascoltare e ricevere Dio perchรฉ Lui รจ il vero tesoro. Interroghiamo allora il cuore in questa domenica: Dio รจ davvero un tesoro per me o un obbligo? Una perla preziosa o un peso? Unโapertura di vita o una mortificazione? Lโho davvero scoperto? Lo cerco? Il Signore dia anche a noi la sapienza del cuore per saper accogliere il dono della Sua presenza.

