LA VECCHIAIA CHE NON VA IN PENSIONE
I. Ci sono molte persone che, avvicinandosi alla vecchiaia, diventano amareggiate, deluse, piene di rimpianti.
Magari da giovani guardavano i vecchi con fastidio, li evitavano proprio perché vecchi, senza pensare che un giorno sarebbe arrivato anche il loro turno.
E così, con il passare degli anni, cresce l’insoddisfazione, il risentimento, e soprattutto la paura della morte che si avvicina sempre di più. Una paura che spesso non si dice, ma che si avverte chiaramente.
II. C’è invece chi, come la profetessa Anna che abbiamo ascoltato nel Vangelo di oggi, vive la vecchiaia in modo completamente diverso.
Anna è sazia di anni, ha conosciuto il dolore, la perdita, la solitudine. Eppure non si è ritirata dalla vita né dalla fede.
- Pubblicità -
Il Vangelo dice che non si allontanava mai dal tempio: non per stare lontana dal mondo, ma per rimanere vicina a Dio.
La sua vecchiaia non è una resa, ma una maturazione del suo cammino di fede. E proprio quando sembra che tutto sia finito, in lei risplende ancora una luce: grazie a una vita abitata da Dio, riconosce in quel bambino il Figlio di Dio.
III. E tu? Che tipo di vecchiaia stai vivendo, o stai preparando?
Una vecchiaia piena di lamenti, di risentimenti, di nostalgia sterile? Oppure una vecchiaia abitata dalla gratitudine, dalla lode, dalla capacità di benedire e di riconoscere il bene?
Anna ti ricorda che si può invecchiare in molti modi: il corpo inevitabilmente invecchia, ma lo spirito può restare giovane, se rimane vivo il tuo rapporto d’amore con Dio.
- Pubblicità -
