Giuseppe fece
Giuseppe senza le “sue” parole, senza la “sua” voce firma in modo indelebile la storia. Il suo destarsi dal sonno per prendere con sé la sua sposa è il segno del coraggio di essere uomopiù umano e meno nonumano.
Di essere vero: non voleva accusarla verità della vita che è essere perché l’altro sia.
Di essere bello: prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta la bellezza di essere amore in cammino, nonostante e proprio nonostante.
Di essere buono: e prese con sé la sua sposa la buona capacità di trovare soluzioni di vita, dove anche la legge vorrebbe il
male del ripudio, dell’odio, dell’alienazione.
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Di essere unico: non temere di prendere con te Maria l’unicità di essere sempre chiamato a vivere per una storia unica. Non ripudio, non rinnegamento, non paura, non scandalo. Semplicemente accoglienza che germoglia da un essere mite ed umile di cuore quale e quanto è lui. E la storia conobbe la salvezza: Gesù-Dio salva.
Non stava dormendo Giuseppe, cercava di considerare ogni possibile soluzione, eliminando e scartando quelle del male, per fare il male, pensando male. È uomo giusto Giuseppe e avrebbe voluto umilmente ritirarsi lasciando libera ed in vita la sua sposa.
Ma la soluzione altra, inaudita, nuova, scandalosa gli arriva da Dio. L’angelo, lo stesso che aveva parlato a Maria, gli suggerisce di non temere e di prendere invece di lasciare. L’altrimenti di Dio sempre in azione. Giuseppe senza che conoscesse Maria (Mt 1,25), sarà la “causa” incarnata del generare Gesù. Giuseppe fece…
FONTE – Telegram – Chi è don Michele
Foto di Steve Haselden da Pixabay
