UDIENZA GENERALE
Piazza San Pietro
Mercoledì, 17 dicembre 2025
Link al video | LIS (Lingua dei Segni) | Link al file mp3
Ciclo di Catechesi – Giubileo 2025.
Gesù Cristo nostra speranza.
IV. La Risurrezione di Cristo e le sfide del mondo attuale
8. La Pasqua come approdo del cuore inquieto
- Pubblicità -
Saluto del Santo Padre ai malati in Aula Paolo VI prima dell’Udienza Generale
Buongiorno a tutti! Good morning! Welcome!
Faccio un breve saluto, una benedizione per ognuno di voi.
In questa giornata volevamo difendervi un po’ dagli elementi, dal freddo soprattutto… Non sta piovendo, però così forse state un po’ più comodi. Dopo potrete seguire l’Udienza sullo schermo, o se volete potete anche uscire, però approfittiamo di questo piccolo incontro un po’ più personale, così, per salutarvi, per offrirvi la benedizione del Signore, e anche un augurio. Siamo già vicino alla festa di Natale e vogliamo chiedere al Signore che la gioia di questo tempo di Natale vi accompagni tutti: le vostre famiglie, i vostri cari, e che siate sempre nelle mani del Signore con la fiducia, con l’amore che solo Dio ci può dare.
Do la benedizione a tutti adesso, poi passo a salutarvi.
- Pubblicità -
Benedizione
***
Cari fratelli e sorelle, buongiorno e benvenuti!
La vita umana è caratterizzata da un movimento costante che ci spinge a fare, ad agire. Oggi si richiede ovunque rapidità nel conseguire risultati ottimali negli ambiti più svariati. In che modo la risurrezione di Gesù illumina questo tratto della nostra esperienza? Quando parteciperemo alla sua vittoria sulla morte, ci riposeremo? La fede ci dice: sì, riposeremo. Non saremo inattivi, ma entreremo nel riposo di Dio, che è pace e gioia. Ebbene, dobbiamo solo aspettare, o questo ci può cambiare fin da ora?
Siamo assorbiti da tante attività che non sempre ci rendono soddisfatti. Molte delle nostre azioni hanno a che fare con cose pratiche, concrete. Dobbiamo assumerci la responsabilità di tanti impegni, risolvere problemi, affrontare fatiche. Anche Gesù si è coinvolto con le persone e con la vita, non risparmiandosi, anzi donandosi fino alla fine. Eppure, percepiamo spesso quanto il troppo fare, invece di darci pienezza, diventi un vortice che ci stordisce, ci toglie serenità, ci impedisce di vivere al meglio ciò che è davvero importante per la nostra vita. Ci sentiamo allora stanchi, insoddisfatti: il tempo pare disperdersi in mille cose pratiche che però non risolvono il significato ultimo della nostra esistenza. A volte, alla fine di giornate piene di attività, ci sentiamo vuoti. Perché? Perché noi non siamo macchine, abbiamo un “cuore”, anzi, possiamo dire, siamo un cuore.
Il cuore è il simbolo di tutta la nostra umanità, sintesi di pensieri, sentimenti e desideri, il centro invisibile delle nostre persone. L’evangelista Matteo ci invita a riflettere sull’importanza del cuore, nel riportare questa bellissima frase di Gesù: «Là dov’è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore» (Mt 6,21).
È dunque nel cuore che si conserva il vero tesoro, non nelle casseforti della terra, non nei grandi investimenti finanziari, mai come oggi impazziti e ingiustamente concentrati, idolatrati al sanguinoso prezzo di milioni di vite umane e della devastazione della creazione di Dio.
È importante riflettere su questi aspetti, perché nei numerosi impegni che di continuo affrontiamo, sempre più affiora il rischio della dispersione, talvolta della disperazione, della mancanza di significato, persino in persone apparentemente di successo. Invece, leggere la vita nel segno della Pasqua, guardarla con Gesù Risorto, significa trovare l’accesso all’essenza della persona umana, al nostro cuore: cor inquietum. Con questo aggettivo “inquieto”, Sant’Agostino ci fa comprendere lo slancio dell’essere umano proteso al suo pieno compimento. La frase integrale rimanda all’inizio delle Confessioni, dove Agostino scrive: «Signore, ci hai fatti per te e il nostro cuore è inquieto, finché non riposa in te» (I, 1,1).
L’inquietudine è il segno che il nostro cuore non si muove a caso, in modo disordinato, senza un fine o una meta, ma è orientato alla sua destinazione ultima, quella del “ritorno a casa”. E l’approdo autentico del cuore non consiste nel possesso dei beni di questo mondo, ma nel conseguire ciò che può colmarlo pienamente, ovvero l’amore di Dio, o meglio, Dio Amore. Questo tesoro, però, lo si trova solo amando il prossimo che si incontra lungo il cammino: i fratelli e le sorelle in carne e ossa, la cui presenza sollecita e interroga il nostro cuore, chiamandolo ad aprirsi e a donarsi. Il prossimo ti chiede di rallentare, di guardarlo negli occhi, a volte di cambiare programma, forse anche di cambiare direzione.
Carissimi, ecco il segreto del movimento del cuore umano: tornare alla sorgente del suo essere, godere della gioia che non viene meno, che non delude. Nessuno può vivere senza un significato che vada oltre il contingente, oltre ciò che passa. Il cuore umano non può vivere senza sperare, senza sapere di essere fatto per la pienezza, non per la mancanza.
Gesù Cristo, con la sua Incarnazione, Passione, Morte e Risurrezione ha dato fondamento solido a questa speranza. Il cuore inquieto non sarà deluso, se entra nel dinamismo dell’amore per cui è creato. L’approdo è certo, la vita ha vinto e in Cristo continuerà a vincere in ogni morte del quotidiano. Questa è la speranza cristiana: benediciamo e ringraziamo sempre il Signore che ce l’ha donata!
Saluti
[Saluto cordialmente le persone di lingua francese, in particolare le parrocchie e i giovani venuti dalla Francia. Con l’avvicinarsi del Natale, facciamo attenzione a non lasciarci prendere da un frenetico attivismo nei preparativi della festa, che finiremmo per vivere in modo superficiale e che lascerebbe spazio alla delusione. Prendiamoci invece il tempo di rendere il nostro cuore attento e vigile nell’attesa di Gesù, affinché la sua presenza amorevole diventi per sempre il tesoro della nostra vita e del nostro cuore. Dio vi benedica!]
[Cari fratelli e sorelle di lingua tedesca, l’Avvento ci invita a preparaci a Natale, accogliendo Gesù senza riserve. Egli è la nostra speranza. Pertanto, attendiamo con gioia la festa della sua nascita e preghiamo insieme, pieni di fiducia: “Vieni, Signore Gesù”.]
[Rivolgo il mio cordiale saluto alle persone di lingua cinese. Cari fratelli e sorelle, in questo tempo di Avvento, aprite i vostri cuori al Signore che viene a portare i doni della pace e della gioia. A tutti la mia benedizione!]
[Cari pellegrini di lingua portoghese, benvenuti! Siamo alla novena di Natale che, ricca di tradizioni in alcune delle vostre comunità, diventa per tutti una rinnovata opportunità per alleggerire il cuore, preparandolo all’imminente nascita del Figlio di Dio. La Madonna della Speranza vi accompagni in questo impegno spirituale, e custodisca sempre voi e le vostre famiglie. Il Signore vi benedica!]
[Saluto i fedeli di lingua araba. Il cristiano è chiamato ad aprire il suo cuore all’amore di Dio e del prossimo, affinché possa essere riempito di vera pace e gioia. Il Signore vi benedica tutti e vi protegga sempre da ogni male!]
[Saluto cordialmente i polacchi! Gli ultimi giorni dell’Avvento siano per voi un tempo di riflessione e preghiera. Preparatevi alla venuta di Gesù, soprattutto attraverso il sacramento della penitenza e i ritiri spirituali, grazie ai quali sperimenterete la vera pace, la gioia e il senso della vita. A tutti la mia benedizione!]
* * *
Rivolgo un cordiale benvenuto ai fedeli di lingua italiana. In particolare, saluto i fedeli di Torino di Sangro; Teramo; San Marco Argentano, con il Vescovo Mons. Stefano Rega; Fermo Centro, con l’Arcivescovo Mons. Rocco Pennacchio. Accolgo con affetto la Scuola Sottufficiali dell’Esercito di Viterbo e il 72° Corso allievi Guardie di Pubblica sicurezza della Polizia di Stato.
Saluto, infine, i malati, gli sposi novelli e i giovani, specialmente gli studenti dell’Istituto Cicerone di Sala Consilina e quelli dell’Istituto Capriotti di San Benedetto del Tronto. Tra non molti giorni sarà Natale e immagino che nelle vostre case si stia ultimando o è già ultimato l’allestimento del presepe, suggestiva rappresentazione del Mistero della Natività di Cristo. Auspico che un elemento così importante, non solo della nostra fede, ma anche della cultura e dell’arte cristiana, continui a far parte del Natale per ricordare Gesù che, facendosi uomo, è venuto “ad abitare in mezzo a noi”.
A tutti la mia benedizione!
Per gentile concessione di © Copyright – Libreria Editrice Vaticana
Tutti i testi di Papa Francesco sono protetti da copyright (Libreria Editrice Vaticana) e ne è vietata la riproduzione.
*Nella sezione dei “Saluti” sono stati tolti i testi in lingua originale lasciando solo quelli in italiano.
