Cโรจ una notizia che negli ultimi mesi mi ha colpito: in un quartiere difficile di una grande cittร In questi giorni del 2025 abbiamo visto aprirsi porte che non sono solo simboliche: lโAnno Giubilare ha rimesso al centro parole come pellegrinaggio, attraversamento, speranza concreta, e non รจ una notizia da sacrestia perchรฉ parla a una generazione che vive spesso bloccata tra โvorreiโ e โnon possoโ.
La cronaca ci racconta spesso di giovani che cambiano cittร , lavori, relazioni, di giovani che si tolgono la vita o che la perdono a causa di eccessi, ma anche femminicidi e omicidi per lโassurdo โgusto di sperimentare cosa si provaโโฆ la sensazione รจ quella di stare sempre su un ponte instabile, dove sotto cโรจ solo il vuoto e oltre cโรจ solo il nulla. Questo significa che per molti il cammino della vita si conclude con il nulla, senza domandarsi se dallโaltra parte ci sia davvero qualcosa.
Oggi, III Domenica di Avvento, detta Gaudete, ovvero della Gioia del Natale che arriva, ci ritroviamo a guardarci negli occhi e a dirci: sรฌ, la realtร รจ complessa, ma non siamo fermi. Nella prima lettura Isaia grida che il deserto fiorisce, nella seconda lettura Giacomo invita alla pazienza attiva dei contadini, mentre il Vangelo ci mostra Giovanni Battista in prigione che manda a chiedere a Gesรน: โSei tu quello che deve venire?โ.
ร una domanda scomodissima, perchรฉ nasce dal dubbio di chi aveva creduto forte. Eppure Gesรน non si offende, non fa moralismi, ma indica segni: i ciechi vedono, gli zoppi camminano, i poveri sono evangelizzati. ร come dire: guarda i ponti che si stanno costruendo sotto i tuoi piedi. Gesรน in qualche modo sta riconoscendo al Battista il suo ruolo di cerniera tra il passato e il suo presente, un ponte con tutte le fragilitร della carne umana, che vede gente che passa e si affida a lui che indica la direzione, nonostante sotto quel ponte ci sia lโacqua che fa paura, ma intorno cโรจ un cielo che promette.
Nel tempo di Gesรน i ponti romani erano opere decisive: collegavano villaggi isolati, permettevano la vita, il commercio, gli incontri. Senza ponti eri tagliato fuori. Cosรฌ รจ la fede: non ti evita il fiume, ma ti permette di attraversarlo. SantโAgostino diceva: โDio รจ piรน intimo a me di me stessoโ, e allora la gioia cristiana non รจ euforia, ma scoprire che anche quando siamo in prigione come Giovanni, Dio sta giร lavorando dallโaltra parte.
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Gaudete non significa โandrร tutto beneโ, bensรฌ โnon sei solo mentre aspettiโ. Nelle nostre dinamiche quotidiane questo si traduce in relazioni meno difensive, in messaggi non visualizzati che diventano dialoghi, in conflitti che non chiudiamo con un blocco ma con un passo avanti, magari tremante.
Quante volte anche noi nel lavoro, nellโamore, nelle scelte chiediamo: โSignore non capisco questa situazione, ma sei tu o devo aspettare altroโ? La risposta di Gesรน oggi passa dai segni piccoli: una riconciliazione, una passione che ritorna, un perdono che sblocca.
La gioia nasce quando smettiamo di pretendere certezze e iniziamo a riconoscere presenze, perchรฉ Dio arriva mentre siamo in cammino, non quando abbiamo tutto chiaro.
Quindi, coraggio: se oggi senti il ponte vibrare sotto i piedi, non tornare indietro. Forse รจ proprio il segno che stai andando verso qualcosa di vero, perchรฉ questo Avvento non promette assenze di problemi, ma una Presenza che rende attraversabile ogni fiume.
Fonte: il blog di don Domenico | Unisciti al suo canale Telegram @annunciatedaitetti oppure clicca QUI |Visita anche il suo canale YOUTUBE



