Siamo nella terza domenica di Avvento, la domenicaย Gaudete, e di fatto nella liturgia tutto sprizza gioia: cโรจ un invito chiaro e diretto e ce ne sono i motivi. E non solo per noi, ma ce ne sarebbero pure per Giovanni, in carcere e ormai alle soglie della morte.
A oltre metร del nostro cammino verso il Natale, la liturgia ci invita ufficialmente alla gioiaโฆ E ho detto proprio gioia. Non letiziaโฆ non speranza, ma gioia. Quel sentimento sempre piรน raro e a tratti misterioso che alcuni, per scaramanzia, quando lo provano hanno addirittura paura a riconoscerlo per timore che se ne vada senza neanche averlo potuto gustare a sufficienza.
E allora gioia! Che significa un modo nuovo, o almeno differente, di guardare il mondo in cui viviamo, e i contesti in cui siamo inseriti. Attorno a noi, e a volte anche in noi, si respira stanchezza, non solo fisica, si respira resa e scoraggiamento, come se combattere non avesse senso, e resistere ne avesse ancora meno.
Ma la liturgia, con la sua capacitร di risollevarci e allargare gli orizzonti di cuore e i desideri, oggi ci chiama proprio alla gioia e fa di tutto per convincerci a non desistere. Nella nostra vita la gioia รจ una possibilitร e al tempo stesso una chiamata a cui rispondere, un dono e al tempo stesso una scelta. Possiamo realmente riscattare la gioia da quel senso cosรฌ diffuso di solitudine e arrendevolezza, e farne uno stile di vita perchรฉ noi conosciamo la sorgente di quella gioia.
A Giovanni Battista che chiede notizie sul Cristo vengono raccontati eventi: sordi che odono, lebbrosi guariti, ciechi che riacquistano la vista. E in questi eventi cโรจ una narrazione concreta: colui che stavamo attendendo, il Salvatore, รจ tra noi, รจ presente, lโattesa si รจ compiuta.
Il Cristo tra noi ha inaugurato la via santaย di cui parla il profeta Isaia, via che puรฒ essere percorsa da tutti coloro che vogliono ritornare al Signore da riscattati, da liberi, da salvati.
ร il ritorno alla Vita che allontana tristezza e piantoย e permette a gioia e felicitร di moltiplicarsi nelle vite e nella storia.
ร il ritorno alla sorgente della Vita che rende la gioia una possibilitร concretaย anche in tempi difficili, anche nella notteโฆ per ognuno di noi. Come?
Siamo chiamati a imparare lโarte del contadino, fatta non di perfezione, efficienza e velocitร , ma di lentezza, attesa paziente, fiducia, vulnerabilitร , sapendo che non tutto dipende da noi, ma tutto dipende anche da noi.
Dio conferma la sua presenza fedele.
Conferma il suo essere sorgente di Vita autentica.
Conferma la gratuitร della sua fedeltร .
A noi รจ chiesto di restare aperti per accorgerci, come direbbe Isaia, del prezioso frutto che la terra fecondata prima o dopo darร .
La gioia vera, quella che possiamo vivere anche noi, ora, non sta nel frutto, che forse neppure vedremo, ma nella capacitร interiore di vedere nella pioggia che scende ciรฒ che permetterร al frutto di germogliare un giorno.
Buona attesa, a tutte e a tutti noi, e continuiamo a invocare, come fossimo unโunica voce: ยซVieni, Principe della pace, nasci tra noi, dona ai popoli la pace. Vieni, Signore, Maranathร !ยป.
Per gentile concessione di Sr. Mariangela, dal suo sito cantalavita.com
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