Vegliare per discernere
Allโinizio di ogni nuovo anno liturgico, รจ lโAvvento a riproporre la feconda tensione tra tempo ciclico e tempo lineare: lโalternarsi delle stagioni e lo scorrere dei mesi fa intrecciare le nostre vicende umane con il kairos โ il tempo propizio โ di Dio e le orienta in senso escatologico.
Un tempo favorevole per discernere chi รจ lโAtteso, mettendoci faccia a faccia, qui e ora, con lโevento decisivo nella storia: nostra, dellโumanitร , del creato intero. Da un lato iniziamo a ripercorrere il cammino di Gesรน nella storia, dallโaltro ci predisponiamo a incamminarci noi verso il compimento della storia. Avvento di Gesรน nella carne e sua venuta nella gloria sono raccolti in un flusso di letture che scorre in senso cronologicamente inverso fino alla nascita a Betlemme Gesรน, chiamato Cristo, figlio, come si riteneva, di Giuseppe e nato dalla vergine Maria sua sposa (cf. Mt 1,16 e Lc 3,23).
Si inizia quindi con lโinvito a vegliare nellโattesa della venuta del Figlio dellโuomo in un giorno e in unโora che nessuno conosce (il brano di questa prima domenica: Mt 24,37-44), si ascolta poi (II domenica) lโappello alla conversione lanciato dal Battista โ โFate un frutto degno della conversioneโ (Mt 3,8), per poi connettere lโopera di Gesรน con le attese profetiche (III domenica: Mt 11,2-11) e infine tentare di rileggere assieme a Giuseppe cosa sta trasformando la vicenda di una giovane coppia in evento cruciale della storia (IV domenica): โMentre [Giuseppe] stava considerando tutte queste cose, ecco gli apparve in sogno un angelo del Signoreโ (Mt 1,20).
Dal canto loro, le letture dellโAntico Testamento, tutte tratte dal libro del profeta Isaia, ci invitano a riconoscere i โsegniโ che contraddistinguono lโAtteso di Israele e delle genti, a cominciare dalle armi da guerra mutate in strumenti di lavoro e dalle fine di ogni addestramento militare alla luce di un cammino condiviso sulle vie della giustizia: โSpezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, delle loro lance faranno falci โฆ non impareranno piรน a fare la guerraโ (Is 2,1-5).
Questa stagione di grazia si apre svelandoci la nostra condizione umana e cristiana fatta di ignoranza e di consapevolezza. Non sappiamo e non sapremo mai il giorno e lโora in cui il Signore nostro viene. Eppure gli scritti del Nuovo Testamento insistono nel dirci che il cristiano รจ persona che sa, conosce: sa in chi ha riposto la propria fede, conosce il Signore Gesรน e la potenza della sua risurrezione (Fil 3,8-10), non dimora nellโignoranza come coloro che non hanno speranza (1Ts 4,13), a lui, โpiccoloโ amato dal Signore, sono svelate le cose nascoste ai sapienti e agli intellettuali (cf. Mt 11,25). Ciรฒ nondimeno, non sappiamo in quale giorno il Signore viene! Sappiamo che viene perchรฉ รจ venuto e quindi verrร : questo รจ quello che ci ripete ogni anno il tempo dellโAvvento che ci prepara al ritorno di Cristo, predisponendoci a celebrarne la prima venuta nella carne; ma non sappiamo nรฉ il quando nรฉ il come del suo ritorno nella gloria.
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Vegliare, allora, significa tener desti il cuore e la mente per discernere che lโimminenza del ritorno del Signore รจ intrinseca proprio al suo essere โSignoreโ del mondo e della storia. Noi preferiamo cullarci nello stordimento di chi non attende piรน nulla, di chi ha perso ogni speranza, oppure ci affanniamo a cercare in aspetti estranei allโidentitร del Signore i segni premonitori della sua venuta. No, il ritorno del Signore รจ alle porte non per un cronologico evolversi delle vicende umane, ma per un motivo profondamente legato al suo essere Signore: Cristo viene perchรฉ รจ amore. Dio ha creato il mondo per una sovrabbondanza di amore, โDio ha tanto amato il mondo da mandare il suo unico Figlioโ (Gv 3,16), Dio ama talmente la sua creatura da non poter restare lontano neppure per un istante. Questo รจ quanto sappiamo del Signore, su questa veritร dobbiamo vigilare, a questa speranza dobbiamo ritornare ogni giorno, in questo amore dobbiamo dimorare.
Sรฌ, lโAvvento รจ consapevolezza dellโAmore che viene, รจ vigilanza per discernerlo allโopera nel quotidiano: di giorno come di notte, nei campi come al mulino, nellโaltro che ci รจ accanto come in quello che ci รจ sottratto. LโAvvento รจ attesa vigilante, unโattesa che non conosce quando sarร colmata ma che sa bene fin dโora chi la colmerร : il cristiano attende lโamore che lo ha preceduto, attende lโamore che lo accompagna, attende lโamore che lo attende. Il Signore viene, irrompe nelle nostre vite come un ladro, e come un ladro porta via con sรฉ ciรฒ che abbiamo di piรน caro. Se vegliamo a non avere nulla di piรน caro dellโamore di Cristo, anche noi saremo rapiti per essere sempre con il Signore.
Vegliare e pregare significa essenzialmente questo: considerare il nostro tempo come lโora propizia per vivere la caritร , compimento della Legge, amore che non avrร mai fine.
Per gentile concessione del Monastero di Bose.
