Don Michele Chiapuzzi – Commento al Vangelo del 23 Novembre 2025

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Alla stessa pena โ€ฆ oggi

Come se la storia dellโ€™umanitร  fosse tutta concentrata qui. In questo punto, in questo momento, in questo istante: oggi. Lo comprende un malfattore giustiziato su una croce romana. Patibolo di disonore e didascalico: a chi commette reati gravi cosรฌ sarร  resa giustizia.

Alla stessa pena รจ condannato un uomo che non ha fatto nulla di male, non ha il male in sรฉ, รจ Dio. รˆ Gesรน. E lโ€™altro malfattore lo chiama proprio col suo nome: Gesรน. Grande teologo lโ€™altro malfattore: vede la misericordia di Dio accanto a sรฉ a sperimentare la stessa pena. Non sta salvando sรฉ stessa la misericordia. No. La misericordia si incarna nella carne di un reietto, di un peccatore, di un assassino, di un malvivente, di un reprobo, di un condannato alla pena capitale.

Il peccatore manifesto sa lโ€™amore di Dio. Il popolo stava a vedere, condizione permanente di diffidenza, di indifferenza, di inagibilitร , โ€œstiamo a vedere cosa farร  โ€ฆ aspettiamo le mosse dellโ€™altroโ€: attesa di eventi e segni che cuori induriti non vedranno mai. Cercare segni che mai vedranno. I capi invece deridevano, il potere che disprezza, denigra, deride, diffama, e uccide, chi ha il coraggio di dire e fare misericordia (retorico ricordarci degli ormai piรน che trentennali sbarchi di migranti nel mare nostrum).

Storie di esclusione. Anche i soldati deridevano armati di morte uccidono lโ€˜imbelle, lโ€™umile, il mite, il disarmato. Sradicati dagli affetti bestialmente annientano i volti, i corpi, le storie di chi li incrocia. Storie di violenta esclusione. Ma la storia oggi segna lo spartiacque tra un prima bestiale e un poi umanizzante. Gesรน sta distruggendo il sigillo dellโ€™esclusione, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo (Ef 2,14), Gesรน ascolta lโ€™escluso che gli dice: Gesรน, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno.

Gesรน umanizza nel dramma di unโ€™ultimitร , di una vicenda che appare definitivamente conclusa con lโ€™esclusione dalla vita e la fine (in)gloriosa della vita, il Dio della misericordia. Oggi con me sarai nel paradiso, Dio si รจ fatto carne (Gv 1,14) per vivere fino in fondo la morte di noi umanitร  fallace. Di noi peccatori. Spalancandoci oggi nella nostra sofferenza come vicenda concreta personale e, ahinoi, globale, policrisi (E. Morin), il paradiso: con lui.

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Il volto di Dio epifania di accoglienza, la diffamazione della croce pienezza della misericordia. Lโ€™escluso รจ dentro al cuore di Dio. Il peccatore entra in paradiso a braccetto, fianco a fianco, cuore a cuore, mano nella mano con Dio stesso: sarai con me. Gesรน รจ per tutti. Lui salvezza personificata fino alla fine capovolge il potere di Dio ed il Dio del potere: chiude e ferma sulla croce, per sempre nellโ€™eternitร , il suo camminare storico per annunciare la misericordia.

Lo fa condividendo fino alla fine la regalitร  del suo servire. Per chi nella fede gli chiede ricordati di me. Non salva sรฉ stesso, รจ lโ€™uomo adulto che fino alla fine incarna il dono come veritร  dei viventi, come il chicco di grano seminato per moltiplicarsi. Non salva sรฉ stesso ama te e amando te salva il mondo. Dallโ€™odio, dallโ€™esclusione, della vendetta, dalla morte. Lui vita. Lui perdono. Lui paradiso spalancato.

FONTETelegramChi รจ don Michele
Foto di Steve Haselden da Pixabay

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