Ricordo da ragazzino una chiesa che frequentavo, su unโarcata, la scritta: โLa mia casa sarร chiamata casa di preghieraโ. Mi รจ sempre rimasta impressa questa citazione del profeta Isaia, ma vedevo che in chiesa si faceva tuttโaltro, si chiacchierava, ancora oggi, le chiese, dovrebbero essere luoghi di preghiera, quella umile, in cui si chiede perdono per i propri peccati, si domanda la conversione del cuore, si implora la grazia di Dio, si intercede per gli altri, possibilmente, senza giudicarli, e fare la doppia morale. La chiesa รจ un luogo dove non dovremmo fingere o recitare, non dovremmo accusare e per giunta affermarsi, ma la chiesa รจ spazio per vivere un rapporto autentico con Dio e con gli altri, al massimo, con questi, essere pazienti e compassionevoli.
Battersi il petto
Il gesto liturgico nei riti di introduzione alla Messa รจ unโabitudine che non deve far perdere la memoria di chi siamo. Diceva Romano Guardini: โSi bussa al cuore per risvegliare la coscienza in maniera matura e urgenteโ. I due protagonisti della parabola, il fariseo e il pubblicano, lโuno che si considera giusto e lโaltro che si umilia, presentano due modi opposti di porsi davanti a Dio, anzi, rivela lโimmagine che si ha di Dio. โI due hanno una collocazione sociale profondamente differente: uno รจ un fariseo, lโaltro un esattore delle tasse. Ma la preghiera al tempio (poco importa che si trattasse di una preghiera pubblica o privata) non crea comunione, ma fa esplodere la distanza. Il fariseo prega istituendo un paragone con il pubblicano in nome della buona e certissima coscienza di essere nel giusto. Ma una convinzione di sรฉ che si basi sul confronto con altri รจ minata in radice. Nel fariseo si riflette forse lโidea di superioritร che deriva dallโappartenenza a una classe sociale e a uno strato della popolazione superiore rispetto al pubblicanoโ (LM).
Lo specchio che riflette
Da una parte cโรจ lโorgoglio e il disprezzo dellโaltro, del fariseo che vanta opere, meriti, titoli di credito, si esibisce: โIl tempio, luogo pubblico, per la sua funzione sociale, puรฒ anche rafforzare gli individui nel loro ruolo e investirli di uno statuto che incida sulla loro identitร e pure sulla loro coscienzaโ (F. Bovon). Dallโaltra parte, cโรจ il pubblicano, mafioso dellโepoca che estorce denaro ai suoi paesani e lavora per conto dei romani, si pone a distanza per la sua condizione di impuritร e di indegnitร e battendosi il petto richiama alla memoria il suo peccato, compiendo un gesto spesso riferito a situazioni di disperazione come di fronte a un lutto. Cโรจ una incapacitร di riconoscere di Dio, quando si usa la religiositร come criterio di giudizio per accusare gli altri e non sรฉ stessi, pensando che Dio valuti allo stesso modo le persone.
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Il punto di vista di Gesรน
Il Signore gradisce la preghiera del povero e dellโoppresso, accoglie la preghiera del pubblicano che si proclama peccatore davanti a lui. Dโaltronde, sulla croce, Gesรน in mezzo a due malfattori, uno che lo accusava e lโaltro che era pentito, si guadagnรฒ il paradiso!Vi รจ una fiducia in se stessi, un credersi giusti, che rende non gradita la preghiera del fariseo al tempio, cosรฌ come vi รจ la possibilitร di un culto che รจ solo una recita, anzi, un atto criminale, perchรฉ commisto a ingiustizia ed empietร . โNella preghiera si riflette e si svela lโautenticitร o la falsitร di ciรฒ che si vive e delle persone che siamoโ (LM). Cโรจ chi confida in sรฉ stesso e chi confida in Dio; cโรจ chi si sente superiore e con orgoglio disprezza gli altri, e chi si pente e con il cuore contrito si rivolge al Signore. Qui non si tratta di santificare il pubblicano o condannare il fariseo, quanto di cambiare i criteri in cui si giudica sรฉ stessi, gli altri e la giustizia di Dio.
Il Signore ribalta i giudizi umani, vede il cuore e soprattutto vede in modo diverso. Dio entra non nei cuori arroccati e chiusi, ma dove trova un pertugio. La preghiera vera รจ quella di sapersi porre in veritร e autenticitร davanti a Dio.
Per gentile concessione di don Vincenzo Leonardo Manuli
Link all’articolo del suo blog
Don Vincenzo รจ nato il 7 giugno 1973 a Taurianova. Dopo la laurea in Economia Bancaria Finanziaria ed Assicurativa nellโUniversitร Statale di Messina conseguita nel 1999, ha frequentato il Collegio Capranica a Roma dal 2001 al 2006. Ha studiato filosofia e teologia presso la Pontificia Universitร Gregoriana di Roma dal 2001 al 2006 retta dai padri gesuiti della Compagnia di Gesรน. […]
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