don Vincenzo Leonardo Manuli – Commento al Vangelo del 26 Ottobre 2025

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Ricordo da ragazzino una chiesa che frequentavo, su unโ€™arcata, la scritta: โ€œLa mia casa sarร  chiamata casa di preghieraโ€. Mi รจ sempre rimasta impressa questa citazione del profeta Isaia, ma vedevo che in chiesa si faceva tuttโ€™altro, si chiacchierava, ancora oggi, le chiese, dovrebbero essere luoghi di preghiera, quella umile, in cui si chiede perdono per i propri peccati, si domanda la conversione del cuore, si implora la grazia di Dio, si intercede per gli altri, possibilmente, senza giudicarli, e fare la doppia morale. La chiesa รจ un luogo dove non dovremmo fingere o recitare, non dovremmo accusare e per giunta affermarsi, ma la chiesa รจ spazio per vivere un rapporto autentico con Dio e con gli altri, al massimo, con questi, essere pazienti e compassionevoli.

Battersi il petto

Il gesto liturgico nei riti di introduzione alla Messa รจ unโ€™abitudine che non deve far perdere la memoria di chi siamo. Diceva Romano Guardini: โ€œSi bussa al cuore per risvegliare la coscienza in maniera matura e urgenteโ€. I due protagonisti della parabola, il fariseo e il pubblicano, lโ€™uno che si considera giusto e lโ€™altro che si umilia, presentano due modi opposti di porsi davanti a Dio, anzi, rivela lโ€™immagine che si ha di Dio.  โ€œI due hanno una collocazione sociale profondamente differente: uno รจ un fariseo, lโ€™altro un esattore delle tasse. Ma la preghiera al tempio (poco importa che si trattasse di una preghiera pubblica o privata) non crea comunione, ma fa esplodere la distanza. Il fariseo prega istituendo un paragone con il pubblicano in nome della buona e certissima coscienza di essere nel giusto. Ma una convinzione di sรฉ che si basi sul confronto con altri รจ minata in radice. Nel fariseo si riflette forse lโ€™idea di superioritร  che deriva dallโ€™appartenenza a una classe sociale e a uno strato della popolazione superiore rispetto al pubblicanoโ€ (LM)

Lo specchio che riflette

Da una parte cโ€™รจ lโ€™orgoglio e il disprezzo dellโ€™altro, del fariseo che vanta opere, meriti, titoli di credito, si esibisce: โ€œIl tempio, luogo pubblico, per la sua funzione sociale, puรฒ anche rafforzare gli individui nel loro ruolo e investirli di uno statuto che incida sulla loro identitร  e pure sulla loro coscienzaโ€ (F. Bovon). Dallโ€™altra parte, cโ€™รจ il pubblicano, mafioso dellโ€™epoca che estorce denaro ai suoi paesani e lavora per conto dei romani, si pone a distanza per la sua condizione di impuritร  e di indegnitร  e battendosi il petto richiama alla memoria il suo peccato, compiendo un gesto spesso riferito a situazioni di disperazione come di fronte a un lutto. Cโ€™รจ una incapacitร  di riconoscere di Dio, quando si usa la religiositร  come criterio di giudizio per accusare gli altri e non sรฉ stessi, pensando che Dio valuti allo stesso modo le persone.

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Il punto di vista di Gesรน 

Il Signore gradisce la preghiera del povero e dellโ€™oppresso, accoglie la preghiera del pubblicano che si proclama peccatore davanti a lui. Dโ€™altronde, sulla croce, Gesรน in mezzo a due malfattori, uno che lo accusava e lโ€™altro che era pentito, si guadagnรฒ il paradiso!Vi รจ una fiducia in se stessi, un credersi giusti, che rende non gradita la preghiera del fariseo al tempio, cosรฌ come vi รจ la possibilitร  di un culto che รจ solo una recita, anzi, un atto criminale, perchรฉ commisto a ingiustizia ed empietร . โ€œNella preghiera si riflette e si svela lโ€™autenticitร  o la falsitร  di ciรฒ che si vive e delle persone che siamoโ€ (LM). Cโ€™รจ chi confida in sรฉ stesso e chi confida in Dio; cโ€™รจ chi si sente superiore e con orgoglio disprezza gli altri, e chi si pente e con il cuore contrito si rivolge al Signore. Qui non si tratta di santificare il pubblicano o condannare il fariseo, quanto di cambiare i criteri in cui si giudica sรฉ stessi, gli altri e la giustizia di Dio. 

Il Signore ribalta i giudizi umani, vede il cuore e soprattutto vede in modo diverso. Dio entra non nei cuori arroccati e chiusi, ma dove trova un pertugio. La preghiera vera รจ quella di sapersi porre in veritร  e autenticitร  davanti a Dio.

Per gentile concessione di don Vincenzo Leonardo Manuli
Link all’articolo del suo blog

Don Vincenzo รจ nato il 7 giugno 1973 a Taurianova. Dopo la laurea in Economia Bancaria Finanziaria ed Assicurativa nellโ€™Universitร  Statale di Messina conseguita nel 1999, ha frequentato il Collegio Capranica a Roma dal 2001 al 2006. Ha studiato filosofia e teologia presso la Pontificia Universitร  Gregoriana di Roma dal 2001 al 2006 retta dai padri gesuiti della Compagnia di Gesรน. []

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