Perseveranti nella preghiera
La nostra vita è come il cammino del popolo d’Israele attraverso il deserto. Momenti di angoscia e di speranza. Chi ci permetterà di tenere alta la speranza?
Nella prima lettura, dal libro dell’Esodo, mentre il popolo lotta in pieno deserto, qualcuno sta in piedi sulla montagna. Può sembrare ridicolo, inadatto. Eppure, è Lui che salva il suo popolo, che permetterà di vincere tutte le forze del male. Ha le braccia in croce e prega con perseveranza. È la preghiera di Mosè e di tutti gli oranti dopo di lui che, misteriosamente, è la leva che solleva il mondo, sola capace di trasfigurare la pesantezza e i limiti della nostra povera natura umana. Dinanzi a tutte le prove del mondo è il prezzo delle preghiere dei poveri, perseveranti nella fede nell’amore, che Dio ascolta oggi, specialmente nella posizione della vedova importuna dinanzi ad un giudice implacabile e senza pietà.
Pregare senza cessare mai. Non si tratta di pregare quando ci piace o quando siamo liberi dalle occupazioni, ma come Mosè sulla montagna e con tutti i monaci del mondo in piedi, in una lotta di notte e di amore con Dio. In effetti la preghiera è una lotta con Dio, come Giacobbe una notte lotta fino all’aurora; come Mosè con le braccia in croce come Gesù per sostenere i fratelli. È l’atteggiamento dei primi cristiani che sembra mancare ai nostri tempi: “Perseveravano nella preghiera, nell’amore, nella comunione fraterna e nella frazione del pane”.
Dio dona sempre. Quanto ci dice Gesù sembra contraddetto dai fatti. Molte preghiere non sembrano esaudite. Tante volte Dio sembra silenzioso e in ritardo nell’esaudirci. Sono le ore della purificazione e dell’attesa. Essere fedele nell’amore è attendere l’amato, i suoi tempi. È Lui che vuol purificare anche i nostri desideri. Lui sa ciò che veramente conviene. Penso quanto ho letto a Lourdes, scritto da un cieco che era pellegrino per chiedere la vista: “Non ho trovato la vista, ho trovato la fede”. Una cosa è sicura: Dio ascolta sempre le nostre preghiere e dona sempre al di là delle nostre attese. “Cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto”.
Crediamo che la nostra vita si gioca in Due? È la questione angosciante di Gesù: Quando tornerà troverà la fede sulla terra? Dove è la nostra fede? La vera questione è questa: crediamo davvero che la nostra vita si gioca in due? Crediamo che un Amore è all’opera nel mondo? Crediamo che al di là della nostra storia visibile, quella che spande terrore, si gioca un’altra storia, più segreta, ma più decisiva: la storia della salvezza?
In questa storia la fede dei credenti ha un ruolo, la preghiera una forza. Santa Teresa di Gesù Bambino diceva nel silenzio del suo Carmelo: “Io cammino per un missionario che non ne può più. La sua vita e la sua preghiera hanno sollevato e sollevano ancora il mondo”. Non è questo il momento di credere al mistero insondabile della comunione dei santi e della straordinaria potenza della preghiera?
Nelle catacombe l’immagine più frequente è quella dell’orante. La donna in preghiera è il solo atteggiamento valido dinanzi a Dio. Giovanni Crisostomo riconosceva nelle anime di preghiera “i Padri dell’umanità che rendono grazie a Dio per il mondo intero”. Ad un solitario a cui chiesi come vivesse la sua comunione col mondo e con gli uomini rispose: “Ogni volta che alzo le braccia per pregare, ho l’impressione di abbracciare nello stesso tempo il mondo intero.”
