Trasformarsi da servi a discepoli, da marionette mosse da fili invisibili a esseri umani liberi, richiede un atto radicale: imparare a โodiareโ ogni potere che tenta di soffocare il nostro vero Sรฉ. Non si tratta di odio distruttivo, ma di un distacco, di una disidentificazione da ciรฒ che pretende di definire la nostra identitร .
ร necessario sciogliere i legami con tutto ciรฒ che appartiene alla dimensione storica: nascita e morte, successi e fallimenti, inizi e conclusioni. Solo cosรฌ, liberandoci dalle identificazioni che ci imprigionano, potremo conoscere ciรฒ che sta al fondamento del nostro essere: la realtร suprema, il nostro Sรฉ piรน vero.
Il grande maestro Thich Nhat Hanh ci offre unโimmagine luminosa:
ยซSulla superficie dellโoceano ci sono molte onde, alcune alte, altre basse, alcune belle, altre meno. Tutte hanno un inizio e una fine. Ma quando entrate in profondo contatto con le onde, realizzate che le onde sono fatte soltanto dโacqua, e dal punto di vista dellโacqua non ci sono inizio e fine, alti e bassi, nascita e morteยป.
Noi siamo onde, ma ci illudiamo di essere soltanto questo: la forma fragile, la cresta che appare e scompare. Dimentichiamo dโessere acqua, la sostanza che costituisce lโonda. Ci attacchiamo alla superficie, investiamo energie e speranze in ciรฒ che รจ destinato a dissolversi. E cosรฌ smarriamo il contatto con la nostra realtร profonda: lโacqua infinita, senza principio nรฉ fine, che non conosce nascita nรฉ morte.
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Gesรน stesso invita a questa liberazione. Chiede di rompere con ogni illusione che scambia per vita ciรฒ che รจ solo apparenza, anche quando si tratta di realtร preziose come gli affetti piรน cari โ padre, madre, figli, fratelli, sorelle โ e persino la nostra stessa vita biologica. Perchรฉ in veritร esistono due vite:
- la vita che conosciamo, fragile e consumata dal tempo, nutrita di ciรฒ che nasce e muore;
- e la Vita che ci attraversa, senza inizio e senza fine, che ci unisce al Tutto e ci fa partecipi dellโUno.
Non siamo chiamati a trattenere lโonda, ma a riconoscerci acqua. Non a difendere ciรฒ che passa, ma ad abitare ciรฒ che resta.
Ogni distacco che ci รจ chiesto โ dagli affetti, dai ruoli, persino dal nostro stesso volto โ non รจ perdita, ma iniziazione: un varco verso lโessenza.
In fondo la vita autentica non si misura nei battiti del tempo, ma nellโintensitร con cui partecipiamo allโInfinito che ci attraversa. Lรฌ, dove non cโรจ nascita nรฉ morte, non cโรจ servo nรฉ padrone, ma solo il silenzioso splendore del Sรฉ che รจ Uno con tutto.
Riconoscerlo รจ il vero atto di libertร . ร allora che cessiamo di essere marionette e diventiamo esseri umani: non piรน prigionieri della superficie, ma trasparenti allโabisso da cui veniamo e verso cui siamo continuamente richiamati.
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Per gentile concessione di don Paolo Scquizzato.
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