La generosità di Dio viene prima della nostra. Questo è un primo punto da mettere in chiaro. A ciascuno è dato secondo la propria “dynamis”, tradotta in italiano con capacità, ma potremmo anche dire potere, possibilità, forza, abilità. Che non ci diamo da soli, ripeto. È, più precisamente, la capacità di attingere alla forza del Signore per raggiungere un risultato.
Nella parabola di oggi vi è una differenziazione. Qualcuno è capace di cinque, qualcun altro di due, qualcun altro ancora di uno. E va bene così. Chi è capace di cinque alla fine ne riconsegna altri cinque; chi di due, invece, ne rende al padrone altri due. Hanno fatto il loro, secondo le loro capacità. La ricompensa è per entrambi la medesima: prendere parte alla gioia del padrone.
Ne rimane fuori solo uno, che per paura ha scelto – un po’ come Adamo – la via del nascondimento. Eppure il Signore ha creduto pure in lui, senza pretendere alcunché di superiore alle sue forze. Sapeva che era capace di uno: uno in più gli sarebbe sicuramente bastato, o forse anche meno. Ma il servo ha proiettato la propria durezza sul padrone, per poi ritrovarsi – a mo’ di specchio – con in mano soltanto la malvagità e la pigrizia che lo hanno bloccato. Perché ogni mezzo affidato verrà meno, mentre resteremo con l’atteggiamento, lo stile e l’orizzonte che avremo maturato in questa avventura.
Commento a cura di:
Piotr Zygulski, nato a Genova nel 1993, dopo gli studi in Economia e in Filosofia ha conseguito il dottorato in Ontologia Trinitaria – Teologia all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI). È socio ordinario dell’Associazione Teologica Italiana. Dirige la rivista di dibattito ecclesiale “Nipoti di Maritain”. È docente nelle scuole secondarie della Liguria e di Teologia Fondamentale all’ISSRM di Foggia. È un Piccolo Fratello dell’Accoglienza.
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Tra le pubblicazioni: Il Battesimo di Gesù. Un’immersione nella storicità dei Vangeli, Postfazione di Gérard Rossé, EDB 2019.
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