Pace e bene, la parola del Vangelo di domenica consola ed esorta a vivere in pienezza, come viandanti, pronti al cambiamento e attenti a vivere in pienezza il momento che ci รจ offerto. Facciamone tesoro…
Il Vangelo di questa domenica riunisce diversi detti di Gesรน.
Soffermiamoci sul piccolo gregge, sulla generositร , sulla responsabilitร .
Gesรน inizia dicendo: ยซnon temere, piccolo gregge, perchรฉ al Padre vostro รจ piaciuto dare a voi il Regnoยป.
ร una parola di consolazione: Gesรน si rivolge affettuosamente ai suoi discepoli e alla loro condizione di piccolezza numerica, di povertร , di debolezza. Il motivo per cui deve bandire la paura รจ la fiducia nel fatto che il Padre ha destinato loro il bene per eccellenza: il suo Regno.
Perchรฉ questa parola รจ importante anche per noi?
Perchรฉ la questione del numero รจ spesso al centro delle preoccupazioni. Quando si organizza un evento il problema รจ: quanti eravamo?
Quando si incontra una comunitร religiosa il criterio รจ: quanti siete?
Gesรน invita a non temere, ricordandoci che ciรฒ che conta รจ la fedeltร a Lui e alla sua parola.
ยซLe parole di Gesรน ai discepoli vanno allora comprese come una messa in guardia contro lโaspirazione a essere grandi e importanti, forti e potenti, ammirati e considerati, insomma a cercare vie mondane di riuscita ecclesiale.
Significativa, a questo proposito, la lezione della piccola Teresa di Lisieux:
โLa santitร non risiede in questa o quella pratica di pietร , ma in una disposizione del cuore che ci rende umili e piccoli nelle braccia di Dio, coscienti della nostra debolezza e fiduciosi nella sua bontร di Padre.
Ciรฒ che piace a Dio nella mia anima รจ di vedermi amare la mia piccolezza e la mia povertร , รจ la cieca speranza che ho nella sua misericordia.
Non temere: piรน sarai povera piรน Gesรน ti amerร โยป (L. Manicardi).
Al non temere, segue lโesortazione di Gesรน alla generositร .
Nel mondo come si cerca di superare la condizione di inferioritร e piccolezza?
Accumulando beni, acquisendo visibilitร , assumendo posizioni di potere.
E invece Gesรน indica alla Chiesa unโaltra strada: liberarsi da tutto ciรฒ che potrebbe rappresentare una falsa sicurezza, donandolo generosamente ai poveri.
Una Chiesa libera dai segni del potere ma ricca del potere dei segni, una Chiesa povera per i poveri.
E cosรฌ il regno di Dio, dunque, il suo modo di agire e di amare, si manifesta in una piccola comunitร di discepoli, credenti e credibili, animati da una grande fede e mossi dalla caritร .
A ciรฒ seguono tre parabole sulla vigilanza (12,36-38; 39-40; 41-46), seguite da una duplice conclusione (12,47-48) che aiutano a riflettere sul tema della responsabilitร .
Gesรน, mediante diverse immagini, esorta ad essere pronti ad accogliere Colui che viene.
Nelle prime due parabole, usando lโimmagine della veste cinta ai fianchi, chiede di essere fedeli nel compito che ci รจ affidato, secondo la logica del servizio:
ยซLโabito comune degli uomini in Palestina era una tunica che arrivava fino alle caviglie. Quando ci si doveva mettere in cammino, e soprattutto quando si doveva lavorare, questa tunica era di impaccio, allora la si raccoglieva e si annodava alla vita.
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Gesรน chiede che la caratteristica che distingue la sua comunitร dei discepoli, il suo distintivo, sia questโatteggiamento di servizio.
Non un servizio abituale, ma un servizio che diventa il distintivo della persona e della comunitร ยป (p. A. Maggi).
A questo modus vivendi รจ destinata una beatitudine:
Gesรน proclama infatti โbeatiโ, cioรจ straordinariamente e pienamente felici,
ยซQuei servi che il padrone (il signore) al suo ritorno troverร ancora svegliยป.
Infine, nella terza parabola (destinata soprattutto alle guide), la vigilanza assume i tratti dellโamorevole custodia.
Va ricordato che ognuno di noi, nel suo piccolo, รจ chiamato a prendersi cura di qualcuno, e di questo Dio ce ne chiederร conto:
piรน ci รจ stato affidato, piรน ci sarร richiesto!
Perciรฒ il Signore ci mette in guardia da un pericolo: assumere atteggiamenti abusanti, prepotenti, esasperanti, manipolatori, che per il desiderio di potere schiavizzano e fanno soffrire.
Atteggiamenti che non hanno nulla a che fare con la logica del regno di Dio, che fanno leva su una mancanza di fede e sullโoblio di una veritร profonda:
che prima o poi, e allโimprovviso, il Signore torna e di ogni cosa ci chiamerร in giudizio.
Che il Signore ci aiuti a vivere in pienezza, fiduciosi, generosi e responsabili.
