Lโillusione della proprietร
Molti dei nostri conflitti nascono dallโillusione di essere proprietari della nostra vita: a volte le relazioni si spezzano perchรฉ facciamo fatica a metterci dโaccordo, abbiamo sempre paura che gli altri abbiano piรน di noi.
Siamo spesso animati da inconfessabili sentimenti di invidia: non vogliamo ammettere che ci dร fastidio che qualcuno abbia quello che noi non possediamo. Siamo divorati dalla gelosia, quando viviamo nella minaccia di poter perdere quello che crediamo di aver meritato. Eppure, se aprissimo gli occhi ci renderemmo conto che in realtร noi non possediamo niente, non siamo proprietari di nulla. Tutto quello che cโรจ nella nostra vita, lo abbiamo ricevuto come dono: avrebbe potuto non esserci. E da un momento allโaltro qualunque cosa puรฒ esserci tolta: non siamo padroni di niente, abbiamo solo lโusufrutto. Ogni cosa, anche la nostra vita, appartiene solo a Dio.
Fratelli divisi
Questa รจ la vita umana: uno spazio dโamore, una corrente di bene che non possiamo fermare. Se vivessimo cosรฌ la vita, ringraziando Dio per quello che cโรจ e senza attaccarci a quello che crediamo di possedere, saremmo probabilmente piรน sereni e felici.
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Al contrario, come lโinterlocutore di Gesรน in questo passo del Vangelo di Luca, siamo fratelli che non riescono a vivere insieme. Ognuno vede solo quello che gli spetta. Ed รจ proprio qui che comincia la divisione. Arriviamo addirittura a chiedere al Signore di dividere lโereditร , come se fosse un diritto pensare solo a noi stessi.
La fragilitร della vita
Gesรน risponde a questa richiesta dimostrando lโillusione nascosta in quella domanda: se ci rendessimo conto che in realtร noi siamo nullatenenti, non perderemmo tempo a rivendicare quello che ci spetta. Ci renderemmo conto della vanitร del tempo che passa, come dice Qoelet. La vita รจ come il vento: รจ impossibile afferrarla. ร un vento che ci attraversa e che non possiamo mai possedere. Qoelet non ci consegna un messaggio di disperazione, anzi, ci invita a guardare le cose dalla prospettiva giusta: la vita non รจ una proprietร , ma un dono, per questo รจ inutile investire le nostre energie nel vano tentativo di trattenerla. Possiamo anche illuderci di essere proprietari di quello che ci รจ stato donato, gli affetti, le relazioni, i ruoli sociali, la vocazione, il nostro corpo, ma prima o poi la realtร bussa alla nostra porta e allora ci accorgeremo che siamo poveri. Non si tratta di sforzarsi di diventare poveri, ma di rendersi conto che lo siamo di fatto. La nostra vita รจ estremamente fragile, come quella del protagonista della parabola raccontata da Gesรน: un uomo che si arricchisce, pensando di trasformare quella ricchezza nel senso della sua vita, e invece la sua vita finisce senza aver trovato un senso: ยซStolto, questa notte stessa ti sarร richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarร ?ยป. (Lc 12,20)
Il senso della vita
Alla fine degli Esercizi spirituali, lโitinerario di preghiera suggerito da SantโIgnazio di Loyola, nel quale siamo invitati a portare la nostra vita davanti a Dio, ci viene suggerita una preghiera che aiuta a scoprire il senso della vita quotidiana. Si tratta di quella preghiera nella quale diciamo al Signore: prendi e ricevi tutta la mia memoria, il mio intelletto, la mia libertร , tutto quello che ho e possiedoโฆ Chi ha terminato gli Esercizi prega cosรฌ perchรฉ si รจ accorto di aver ricevuto tutto da Dio. La vita diventa restituzione! Ma non si tratta di un atto di generositร o di rinuncia: non รจ un atto di generositร perchรฉ tutto quello che abbiamo non รจ nostro, ma รจ giร e per sempre di Dio (tutto รจ tuo, di tutto disponi, tu me lo hai datoโฆ), ma non รจ neanche un atto di rinuncia, รจ piuttosto riconsegnare tutto al Signore perchรฉ lui custodisca e trasformi quello che giร ci ha dato, secondo la sua volontร che รจ piรน grande e sapiente della nostra!
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Se guardiamo la vita da questo punto di vista, non sentiremo neanche lโesigenza di scomodare Dio affinchรฉ ci dia quello che ci spetta, non guarderemo piรน il fratello come un avversario, non guarderemo piรน alle cose come oggetto di cupidigia, ma contempleremo in tutto la grazia di Dio che si rende presente continuamente nei doni piccoli o grandi che attraversano la nostra storia.
Leggersi dentro
- Sei attaccato alle cose che hai o che brami di avere?
- Sai riconoscere e ringraziare per i doni che il Signore ti ha fatto?
Per gentile concessione di P. Gaetano Piccolo S.I. – Fonte
