L’INFINITO DI DIO RACCONTATO DA UN MINUSCOLO SEME
Il futuro nella freschezza di un germoglio di senape.
Accade nel Regno di Dio come quando un uomo semina.
Il Regno accade perché Dio è l’instancabile seminatore,
che non è stanco di noi, che ogni giorno esce a immettere nell’universo
le sue energie in forme seminali, germinali,
come un nuovo giardino dell’Eden che sta a noi custodire e coltivare.
E nessun uomo o donna che siano privi dei suoi germi di vita,
nessuno troppo lontano dalla sua mano.
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Che dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce.
Gesù sottolinea
un miracolo infinito di cui non ci stupiamo più:
alla sera vedi un bocciolo,
il giorno dopo si è aperto un fiore. Senza alcun intervento esterno.
Qui affonda la radice della grande fiducia di chi crede: le cose di Dio,
l’intera creazione,
il bene crescono e fioriscono per una misteriosa forza interna, che è da Dio.
Nonostante le nostre resistenze e distrazioni,
nel mondo e nel cuore
il seme di Dio germoglia e si arrampica verso la luce.
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Enorme la sproporzione
tra il granello di senape,
il più piccolo di tutti i semi, e il grande albero
che ne nascerà.
Senza voli retorici:
il granello non salverà
il mondo.
Noi non salveremo
il mondo.
Ma, dice Gesù,
gli uccelli verranno e
vi faranno il nido.
All’ombra del tuo albero grande accorreranno
in molti,
all’ombra della tua vita verranno per riprendere fiato, trovare ristoro,
fare il nido.
La parabola del granello
di senape racconta
la preferenza di Dio
per i mezzi poveri.
Dice che il suo Regno cresce per la misteriosa forza segreta delle cose buone,
per l’energia propria della bellezza,
della tenerezza,
della verità, della bontà*.
Mentre il nemico semina morte, noi come contadini pazienti e intelligenti seminiamo buon grano;
noi come campo di Dio continuiamo ad accogliere e custodire i semi dello Spirito, nonostante l’imperversare di tutti gli erodi dentro e fuori di noi.
Un seme deposto dal vento nelle fenditure di una muraglia è capace di viverci, è capace, con la punta fragilissima
del suo germoglio,
di aprirsi una strada
nel duro dell’asfalto.
Gesù sa di aver immesso nel mondo un germe
di bontà divina che,
con il suo assedio dolce e implacabile,
spezzerà la crosta arida
di tutte le epoche,
per riportarvi sentori
di primavera, di vita fiorita, di mietiture.
Tutta la nostra fiducia
è in questo:
Dio è all’opera in seno
alla storia e in me,
in alto silenzio e con piccole cose.
Per gentile concessione di p. Ermes – Fonte.
