Vangelo di Giovanni – Gv 10,1-10
Io sono la porta delle pecore.
In quel tempo, Gesรน disse: ยซIn veritร , in veritร io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, รจ un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, รจ pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perchรฉ conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perchรฉ non conoscono la voce degli estraneiยป.
Gesรน disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.
Allora Gesรน disse loro di nuovo: ยซIn veritร , in veritร io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarร salvato; entrerร e uscirร e troverร pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perchรฉ abbiano la vita e l’abbiano in abbondanzaยป.
Parola del Signore.
Vorrei iniziare questi appunti sul vangelo della domenica a partire dalla fine: โladri e brigantiโ.
ร cosรฌ che Gesรน chiama tutti coloro che entrano nella nostra vita con la pretesa di rispondere alla domanda di senso e di felicitร che ci portiamo dentro. Nessuno puรฒ fingere di essere il sole.
Il meglio che qualcuno possa fare รจ riflettere la luce del sole e indirizzarcela addosso. Ma chi si sostituisce al sole in realtร ci inganna.
Chi ci ama, invece, รจ come un riflesso luminoso del sole.
Un marito, una moglie, un figlio, un lavoro, una vocazione, sono davvero veri solo se riflettono una luce che non รจ solo la loro, ma รจ in realtร la luce di Cristo.
E questo accade ogni qualvolta che qualcuno ama appassionatamente e con lโunica gioia di amare senza tornaconti nascosti.
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Una madre non chiede il conto al figlio per la sua dedizione, ma a volte capita che il possesso abbia la meglio sullโamore.
E cosรฌ una cosa meravigliosa come la maternitร diventa una cambiale.
Solo Cristo non dร fregature, e amare veramente significa fare come Egli ha fatto, amare come Egli ha amato.
Imparare lโamore significa smettere di essere โladri e brigantiโ nella vita degli altri, con le false vesti di amici e parenti.
Noi stiamo con Cristo perchรฉ vogliamo imparare una qualitร dโamore che solo Lui sa dare e sa insegnare.
Non andiamo a Messa la domenica per hobby o per abitudine, ma per necessitร .
ร la necessitร di chi vuole imparare a stare al mondo cosรฌ come ha fatto Lui.
Ma Lui, per questo motivo, รจ lโunica porta dโingresso a una vita diversa.
Nessun altro puรฒ darci una vita diversa.
Il male cerca di ingannarci, suggerisce scorciatoie, e ingressi alternativi che portano solo a vicoli ciechi.
Quante volte pensavamo che qualcuno o qualcosa ci avrebbe fatto felici e invece siamo rimasti traditi e devastati.
Niente che non si fondi su Cristo, cioรจ su un Amore che Gli somiglia, puรฒ reggere veramente.
Ma qual รจ la strada da percorrere?
Chi ci guiderร in questo apprendistato?
Lui stesso, poichรฉ, come ci ha ricordato il Vangelo di oggi, Egli โcammina davanti ad esse (le sue pecore)โ, attraverso la riflessione sulla Parola di Dio, la preghiera, lโEucarestia, la passione per le cose di ogni giorno.
Peccare allora รจ smettere di seguirlo e metterci noi stessi in pole position, improvvisando direzioni e scegliendo casualmente o con criteri di giudizio troppo miopi.
E peccare significa smettere di vivere veramente una vita degna di essere vissuta, poichรฉ solo Lui dร una vita carica di senso e la dร non risicata ma โin abbondanzaโ.
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