RINASCERE ALLA VOGLIA DI AMARE
Si è appena spenta
la scena irruente di Gesù
che scaccia i mercanti
dal tempio,
e a Gerusalemme
capi e gente comune ancora parlano di quel giovane rabbi.
Ora, da quella scena clamorosa e sovversiva,
si passa a un vangelo intimo e raccolto.
Nicodemo ha grande stima di Gesù
e vuole capire di più,
ma non osa compromettersi,
così si reca da lui di notte.
La luce è venuta
nel mondo
ma gli uomini
hanno preferito le tenebre.
Nicodemo non capisce.
Anch’io non capisco.
Da dove viene
questo dramma
del preferire le tenebre?
Da dove il tremendo
fascino del nulla?
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So di poter dire,
con l’eco che hanno
le cose grandi:
i tuoi figli, Signore,
non sono cattivi,
sono fragili,
si ingannano facilmente.
Preferiscono le tenebre perché l’angelo delle tenebre è menzogna,
e si maschera da angelo della luce.
Promette felicità e libertà,
e seduce,
perché l’uomo va dove
il suo cuore gli dice
che troverà la felicità.
E che sono inganni
lo so,
e tutti e due sappiamo
che non potrò
non ingannarmi ancora (Turoldo).
v. 16. Dio ha tanto amato
il mondo da dare
il suo Figlio,
perché chiunque crede non vada perduto,
ma abbia la vita eterna.
Siamo al versetto centrale del vangelo di Giovanni,
il versetto dello stupore che rinasce ogni volta
per parole buone come
il miele,
tonificanti come una camminata in riva al mare fra spruzzi d’onde
e aria buona respirata
a pieni polmoni:
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Dio ha tanto amato il mondo…
Versetto decisivo,
centro del vangelo
di Giovanni,
parole da riassaporare
ogni giorno
e alle quali aggrapparci forte nell’ultimo passaggio:
ha tanto amato da dare suo Figlio.
A queste parole la notte
di Nicodemo si illumina.
E le nostre notti.
Qui possiamo rinascere.
Ogni giorno.
Alla fiducia,
alla speranza,
alla serena pace,
alla voglia di amare,
di vivere,
di custodire e coltivare
persone e cose,
e ogni più piccolo
giardino di Dio.
La rivelazione di Gesù:
Dio ha considerato
il mondo,
ogni uomo,
più importante
di se stesso.
Per acquistare me
ha perduto se stesso.
Follia d’amore.
Se Egli ha amato il mondo
e non solo noi,
il mondo con la sua bellezza fragile,
allora anche tu amerai
il creato come te stesso,
lo amerai
come il prossimo tuo:
“mio prossimo è tutto ciò che vive” Gandhi). (
Perché il mondo sia salvato:
salvare vuol dire conservare,
e nulla andrà perduto,
non un sospiro,
non una lacrima,
non un filo d’erba.
Non va perduta
nessuna generosa fatica,
nessuna dolorosa pazienza,
nessun gesto di cura per quanto piccolo e nascosto:
Se potrò impedire a un Cuore di spezzarsi, non avrò vissuto invano. Se potrò alleviare il Dolore di una Vita, o aiutare un pettirosso caduto a rientrare nel suo nido non avrò vissuto invano. (Emily Dickinson).
Dio ha tanto amato,
e noi con lui
ci impegniamo
non per salvare il mondo,
l’ha già salvato lui,
ma semplicemente
per amarlo.
Ci impegniamo non
per convertire le persone, ma per amarle.
Se non per sempre, almeno per oggi.
Se non tanto,
almeno un po’.
E fare così, perché così fa Dio.
Il vero ateo non è
chi non crede,
ma chi non ama.
Per gentile concessione di p. Ermes – Fonte.
