p. Alessandro Cortesi op – Commento al Vangelo di domenica 3 Marzo 2024

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Dopo lโ€™alleanza con Noรจ e la pagina della promessa ad Abramo la terza domenica di quaresima accompagna a sostare sul dono della legge di Mosรจ. Le dieci parole della legge acquisiscono il loro significato dalla prima parola, loro inizio e fondamento: โ€œIo sono il Signore, tuo Dio che ti ha fatto uscire dal paese dโ€™Egittoโ€.

La parola di Dio che dice appartenenza e legame sorge dal dono di una relazione vivente, da una promessa di vicinanza e fedeltร . Il Dio dellโ€™alleanza avrร  per sempre il tratto del liberatore, colui che รจ sceso ascoltando il grido della sofferenza per trarre fuori Israele dalla schiavitรน. La legge ย si fa declinazione di una parola di alleanza e cura. Diviene indicazione di una via su cui Israele รจ chiamato a camminare per essere tra i popoli testimone del Dio liberatore e per trasmettere ad altri il dono della liberazione.

โ€œSi avvicinava intanto la pasqua dei Giudei e Gesรน salรฌ a Gerusalemmeโ€ (Gv 2,13). Il gesto di Gesรน della cacciata dei venditori dal tempio รจ posto dal IV vangelo nel quadro della Pasqua agli inizi della sua attivitร  pubblica. A differenza dei vangeli sinottici che lo pongono poco prima degli ultimi giorni a Gerusalemme ancora in rapporto allโ€™arresto alla condanna e alla passione e morte.

Il gesto di Gesรน non รจ solamente una critica ad un modo di vivere la religione che riduce il luogo del tempio segno della presenza di Dio, ad un mercato. Gesรน critica come i profeti ย lo snaturamento del vero culto di cui il tempio era segno e che egli stesso riconosceva. Questo suo gesto โ€“ vicino alla Pasqua โ€“ assume anche una valenza di profezia.

Gesรน viene ad indicare la fine della ricerca di un culto a Dio nel tempio. Il suo corpo, la sua vita รจ โ€˜tempioโ€™. Il culto a cui egli richiama non รจ risolvibile in gesti di offerta e di devozione, ma รจ coinvolge la vita, implica un guardare al suo corpo di torturato del Golgota, che sโ€™identifica con tutti i torturati della storia. Il tempio, luogo dโ€™incontro con Dio, รจ da scorgere nella sua umanitร  che si lega ad ogni volto di vittima e oppresso.

E la grade questione che attraversa il IV vangelo รจ la provocazione ad un nuovo rapporto con Dio: รจ un nuovo culto che non si pone come sostituzione di un altro ma chiede una attitudine in spirito e veritร  (cfr. Gv 4,21-24). Non piรน su un tempio o un altro Dio cerca i suoi adoratori. โ€œDistruggete questo tempio e in tre giorni lo farรฒ risorgereโ€ฆ Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordaronoย  che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesรนโ€.

Lโ€™intero IV vangelo conduce il lettore in un cammino del โ€˜credereโ€™: il segno del tempio rinvia alla persona di Gesรน  si fa invito ad incontrare il Padre in spirito e veritร . Sul volto del crocifisso si puรฒ scorgere la gloria di Dio, la rivelazione dellโ€™amore.

La quaresima รจ cammino che guida ad accogliere Gesรน Cristo potenza e sapienza di Dio.

Per gentile concessione di p. Alessandro – dal suo blog.


p. Alessandro Cortesi op

Sono un frate domenicano. Docente di teologia presso lโ€™Istituto Superiore di Scienze Religiose โ€˜santa Caterina da Sienaโ€™ a Firenze. Direttore del Centro Espaces โ€˜Giorgio La Piraโ€™ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira โ€“ Firenze.

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