Lโuomo moderno รจ lโuomo delle conquiste. E quando uno conquista si convince sempre piรน che tutto รจ suo, che lui รจ padrone di quanto conquistato.
Noi sappiamo che lโuomo conquistatore รจ un uomo che ha rubato ad altri uomini la loro dignitร . Ha rubato terre, da conquistadores; ha rubato cultura, ha rubato oro, ha rubato vita, ha rubato dignitร , ha rubato libertร . Il conquistatore, in fondo, oltre che essere una persona che sa accumulare, e dunque ben vista nella nostra societร , รจ una persona che distrugge quanto incontra. Prende oro e lo fonde per avere lingotti o gioielli di suo gusto, senza preoccuparsi di quanto distrugge per potere avere questo.
Tutto quello che conquisto รจ mio! Sulla base di questo abbiamo creato una societร e un mondo sempre piรน attento a depredare o a cercare di accaparrarsi sempre piรน risorse e possibilitร della creazione. Una creazione che sappiamo essere finita, viene trattata come una cosa che non ha fine. Per questo rischia di scoppiarci fra le mani un mondo sempre piรน martoriato e sempre meno rispettato.
Il Signore ci invita ad invertire la rotta, a convertirci. Lโinversione di rotta รจ chiara e profetica allo stesso tempo: non piรน conquistatori e accumulatori, ma fratelli che vivono la condivisione.
Di primo acchito ci viene da dire che la cosa รจ difficile, anzi impossibile. E puรฒ essere vero. Ma se ci fermiamo a questo altro non facciamo che credere e dire che il cristianesimo non ha piรน nulla da dire a questo mondo: non gli rimane che aderire ai valori di questo mondo e alla sua dinamica di ingiustizia, perchรฉ non si puรฒ fare diversamente. Noi cristiani da liberatori diveniamo giustificatori di una modalitร di schiavitรน che il nostro mondo tanto ama, schiavitรน dai colletti bianchi, certo, ma sempre di schiavitรน si tratta.
Essere fratelli, essere e vivere da condivisori, รจ invito a non ritenere nulla nostro, se non ciรฒ che ci รจ necessario per vivere. Se non accettiamo di vivere non da conquistatori ma da gente che ha ricevuto tutto in dono, a noi verrร tolto il Regno di Dio e sarร dato ad altri che meglio lo incarnano. Se non accoglieremo la chiamata ad essere profeti, nascondendoci dietro una non chiamata ad adeguarci al mondo, non saremo piรน discepoli del Signore.
La rivoluzione รจ questa: non vivere piรน le relazioni dallโalto in basso pensandoci maestri, ma vivere le relazioni da fratelli che condividono quanto hanno ricevuto e quanto sono. Lโincapacitร ad essere fratelli รจ la vera peste del nostro vivere, perchรฉ ci porta a trattare lโaltro da subalterno, da persona da conquistare e da usare, come tutta la creazione viene trattata nella stessa maniera e ne viene, per questo, depredata, ne viene inquinata, ne viene distrutta.
Il vangelo ci indica una strada, una strada tracciata da Gesรน: rinunciare ad ogni presunta superioritร per perseguire la chiamata alla fraternitร . Seguendo Gesรน che ha vissuto tale fraternitร come profeta in parole ed in opere, nel proclamare e nel vivere, nel morire e nel risorgere.
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