Lโintera quaresima, i quaranta giorni, รจ cammino orientato alla Pasqua, tempo per coltivare una disponibilitร interiore al ascoltare Gesรน come Figlio che conduce ad incontrare lโamore del Padre.
Al centro della liturgia della Parola di questa domenica รจ la narrazione dellโesperienza vissuta dagli apostoli con Gesรน sul monte: รจ un racconto di luce e di incontro che va letto nel punto particolare in cui Marco lo colloca nel suo vangelo. Viene infatti subito dopo la confessione di Pietro a Cesarea (8,29). Pietro aveva riconosciuto in Gesรน il volto del messia atteso (cfr. Mc 8,27-33): ma la via del messia che Gesรน propone a Pietro รจ lontana da attese e orizzonti di potere. Pietro viene rimproverato perchรฉ attende da Gesรน un messia del dominio, capace di affermazione e di violenza e Gesรน invece si situa in un altra linea. Inizia infatti a annunciare che la sua via sarร segnata da sofferenza e ingiusta ostilitร e condanna. Da allora inizia a insegnare che il Figlio dellโuomo doveva molto soffrire. In questo cammino lโepisodio sul monte รจ segno di speranza. I discepoli nella luce del Tabor ricevono un annuncio per affrontare lo scandalo della croce: la via che Gesรน sta percorrendo non รจ senza senso e non รจ buio ma in essa si racchiude un orizzonte di luce e di gloria.
โGesรน fu trasfiguratoโ: il verbo al passivo suggerisce che Dio stesso รจ il soggetto di quanto si compie in Gesรน. Lโesperienza indicibile viene descritta con il linguaggio della luce e dello splendore. Marco รจ attento a non far pensare alla metamorfosi degli dรจi, ben conosciuta in ambito romano. Narra invece di vesti splendenti e bianche, come nessun lavandaio potrebbe renderle, segno di vicinanza unica a Dio. E Gesรน sul monte รจ accompagnato dai tre discepoli che saranno con lui anche nellโorto del Getsemani (Mc 14,33). Con questo particolare Marco suggerisce un collegamento tra questo momento di luce e la passione di Gesรน. Cosรฌ anche la presenza di Mosรจ e di Elia, profeti di cui si attendeva il ritorno negli ultimi tempi รจ segno di un momento in cui passato presente e futuro si uniscono. Per comprendere Gesรน si deve entrare nella storia di alleanza di cui Mosรจ e Elia sono i paradigmi.
Di fronte allo splendore i discepoli sono presi dallo spavento. รจ timore di fronte al rivelarsi dellโidentitร di Gesรน. Pietro propone di fare tre tende โ con allusione alla festa ebraica delle capanne festa che anticipa il riposo della fine dei tempi -. Ma non รจ questo il momento della gioia e del riposo, รจ invece questo il tempo dellโascolto. Inoltre la tenda rinvia al luogo della dimora: ora la dimora รจ la stessa umanitร di Gesรน, รจ lui la nostra casa.
La nube che avvolge nellโombra, evocazione della presenza di Dio nella tradizione dellโEsodo (Es 16,10;24,18) lascia spazio ad unโaltra voce: โQuesti รจ il Figlio mio prediletto: ascoltateloโ. La voce, come al momento del battesimo al Giordano, esprime il mistero dellโidentitร di Gesรน, il Figlio, lโamatissimo: la voce รจ rivolta non solo a Gesรน ma ai discepoli ed invita allโascolto di lui (cfr. Dt 18,15).
Come sullโOreb Dio aveva manifestato a Mosรจ la sua identitร donando lโalleanza ora su un monte alto Gesรน viene indicato come โil Figlioโ. La voce nella nube richiama solo allโascolto di lui. I discepoli sono chiamati a rivolgersi a lui solo e ad ascoltarlo lasciandosi coinvolgere nel suo cammino. Sul volto del servo sofferente che va verso Gerusalemme emergono i tratti del Figlio amatissimo, che rivela le profonditร dellโamore del Padre. Sul monte lโesperienza dei discepoli apre al mistero dellโamore di Dio vicino e diviene appello a lasciarsi illuminare dallโincontro con lui: Ascoltatelo.
Per gentile concessione di p. Alessandro – dal suo blog.
p. Alessandro Cortesi op
Sono un frate domenicano. Docente di teologia presso lโIstituto Superiore di Scienze Religiose โsanta Caterina da Sienaโ a Firenze. Direttore del Centro Espaces โGiorgio La Piraโ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira โ Firenze.

