Gionaโฆ quanto รจ straordinario questo profetaโฆ anzi consentitemelo: quanto รจ straordinariamente buffo questo profeta. ร un poโ come noi, o forse piรน precisamente noi siamo un poโ come lui.
La prima lettura che oggi la III domenica del Tempo Ordinario ci propone sembra il racconto di una perfetta predicazione. In una brutta situazione Dio interviene mandando il suo profeta. E il profeta chiamato sembra rispondere con sveltezza e trasporto. Si sa, รจ il bello dellโessere profeti: Dio ti sussurra nellโorecchio dove sta il bianco e dove sta il nero e tu, profeta, non devi fare altro che gridarlo ai quattro venti.
Quando poi ti trovi guide illuminate di popoli che capiscono al volo quanto sia profeta quel profeta, in quattro e quattrโotto tutto si risolve, e persino Dio ยซdepone il suo sdegnoยป, ritorna sulle sue decisioni e poichรฉ il popolo peccatore si รจ pentito e convertito (perchรฉ questa รจ la parola chiave) lui รจ pronto a perdonare.
E detta cosรฌ, e letta cosรฌ, come forse la leggeremo o ascolteremo magari un poโ in velocitร e un poโ distratti rischiamo di perdere passaggi preziosi di questa prima lettura, se non addirittura di alterare il cuore del messaggio, che รจ sรฌ la conversione, ma quella del profeta prima ancora di quella del popolo.
Se riuscite, e ve lo consiglio, leggete questo brano dalla Bibbia. Lรฌ, inizia cosรฌ: ยซFu rivolta a Giona una seconda volta questa parola del Signoreโฆยป (Gn 3,1). La prima volta Dio non รจ riuscito nel suo intento, e il buon Giona se lโera data a gambe. Perchรฉ si saโฆ โDio avrร pure i suoi progetti, lui sarร pure disposto a farsi sentire, perรฒ non puรฒ mica giocare con la vita della gente!?โ. ร quello che sembrerebbe aver pensato quando รจ partito in direzione opposta a quella indicata da Dio. โA Ninive di fede ce nโรจ poca e di depravazione e malvagitร tanta. Che cosa puรฒ un poverโuomo? Che cosa pensa di ottenere Dio?โ.
Ma Dio riacciuffa il suo profeta, e lo manda proprio lรฌ dove servono parole diverse rispetto a malvagitร e violenza. Magari mi direte: ยซScusa, ma Dio ha minacciato distruzione, dove sono le parole diverse?ยป. Ma quelle parole contenevano ciรฒ che Ninive e i suoi abitanti avevano ormai dimenticato: il futuro, la possibilitร di scegliere, di prendere coscienza di avere un limite davantiยป. Dio vuole che il suo profeta pronunci per un popolo malvagio parole cariche di tempo, di giorni, di possibilitร .
A quelle parole il popolo si convertirร . Ma quelle parole prima di essere pronunciate avranno bisogno che anche il profeta si converta a Dio, alle possibilitร che Dio offre, alle vie che Dio lascia sempre aperte.
Il popolo si convertirร subito, ma il profeta no.
Se leggete le Scritture scoprirete che ยซGionaยป โ di fronte al perdono di Dio ยซprovรฒ grande dispiacere e ne fu sdegnatoยป (Gn 4,1).
Dio chiede al suo profeta parole che tocchino il cuore, ma il profeta in quelle parole โ e in ciรฒ che quelle parole realizzano โ non crede.
Ma ditemi: quanto Giona cโรจ in noi? In noi che vorremmo lโimplacabilitร divina su chi vive nel peccato.
Io non voglio che il mio cuore sia esperto in condanna. Non voglio ergermi al posto di Dio. Non voglio vivere decretando chi puรฒ ricevere il bene e chi meriterebbe solo il male, chi la benedizione e chi la condanna...
Il brano del Vangelo di Marco รจ la piรน bella risposta che la liturgia oggi dร a quel Giona che ci vive dentro: cambiare mentalitร , logiche, prospettive per poter credere, aderire, riconoscere, scegliere, percorrere, proporre le vie del Vangelo. Non il Vangelo di carta. Ma il Vangelo fatto carne: la buona notizia che รจ Dio fatto incontro, fatto volto, fatto Gesรน di Nazaret.
Lo dico a me, e spero che ognuno possa dirlo a sรฉ stesso: ยซBasta far vincere le logiche umane. Io voglio diventare Vangeloยป. Crediamoci, รจ possibile!
- Pubblicitร -
Per gentile concessione di Sr. Mariangela, dal suo sito cantalavita.com
