don Antonello Iapicca – Vangelo del giorno – 12 Gennaio 2024

Commento al brano del Vangelo di: Mc 2, 1-12

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Lasciamoci accompagnare dalla Chiesa, perchรฉ chi รจ paralizzato non ha la vita divina dentro e ha bisogno di qualcuno che lo porti a Cristo. Abbiamo bisogno della fede della Chiesa a cui appoggiarci, davanti alla quale Gesรน รจ mosso a compiere il miracolo del perdono.

LA PAROLA DEL VANGELO CI RISUSCITA PER FARCI CAMMINARE CROCIFISSI CON CRISTO PER IL MONDO

Gesรน “annunciava la Parola”, ma per gli scribi era “un bestemmiatore”: “perchรฉ costui parla cosรฌ?”. Giร , perchรฉ? Gli scribi non sapevano rispondere, e noi, sapremmo rispondere oggi?

Aspetta, aspetta, fermati, non intendo con il catechismo in mano, ma con la nostra vita; con fatti concreti in cui abbiamo sperimentato perchรฉ Gesรน parla come se fosse Dio; con i memoriali nei quali abbiamo visto che “solo Lui puรฒ perdonare i peccati”.

Probabilmente ne abbiamo a migliaia. Ma forse qualcuno di noi oggi li ha dimenticati. O forse ancora non li ha. Magari si รจ confessato tante volte ma si sente ancora paralizzato. O forse neanche crede che si possa guarire attraverso il perdono dei peccati.

Queste sono solo le favole che raccontano i preti. Comunque sia, ci ritroviamo tutti insoddisfatti, tristi, adirati con il mondo, semplicemente perchรฉ abbiamo inciampato su quelle parole scandalose di Gesรน: “figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati”. Una bestemmia ai nostri orecchi, un insulto ai nostri sforzi e alle nostre sofferenze. Cambia la storia e poi ti crederemoโ€ฆ

Guardiamoci bene dentro, analizziamo le nostre relazioni, e scopriremo che sono anche nostri i “pensieri malvagi” degli scribi. Come loro abbiamo giร  stabilito come Dio non deve essere, e guarda caso รจ proprio come Lui si รจ rivelato nel suo Figlio, l’Agnello che si รจ lasciato uccidere per perdonare i peccati.

Perchรฉ dire al paralitico “Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati”, significa dire “figliolo, ti amo da impazzire, li ho presi io i tuoi peccati, uno per uno, e li ho inchiodati sulla Croce nella mia carne. Non ci sono piรน, spariti per sempre. Il morbo maligno che ti impediva di camminare, di uscire da stesso per amare ha ucciso me per salvare te.

Ma io sono risorto, con questa mia carne debole come la tua ho conquistato la vita eterna per te, perchรฉ tu possa riceverla e cosรฌ camminare passando oltre i limiti imposti dalla morte e il peccato.
Ti ho perdonato, ho guarito il tuo cuore perchรฉ se prima in esso abbondava il peccato ora sovrabbonda la Grazia. Finalmente puoi essere te stesso, puoi amare”.

Gesรน ci ama infinitamente, e per questo anche oggi si trova giร  โ€œnel puntoโ€ dove si cela la radice del male. Per ogni paralitico, infatti, รจ sceso dal Cielo scoperchiando il tetto che separava lโ€™uomo da Dio.

Per incontrare ogni paralitico personalmente nel suo luogo di perdizione: โ€œFigliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati!โ€. Per guarire davvero, Gesรน non si rivolge a un male generico ma parla a una persona concreta, al paralitico e gli annuncia il perdono dei suoi peccati.

Come fa con te e con me. Il mistero del male e della sofferenza dell’uomo, infatti, si svela solo nel perdono. No, Gesรน non bestemmiava, anzi. La sua Parola era sรฌ una bestemmia ma per la carne asservita alla menzogna del demonio.

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Ardeva come fuoco per bruciare le nostre bestemmie, i “pensieri malvagi” su Dio insinuatici dal demonio, la fonte avvelenata di ogni peccato. Allora, accettiamo di nuovo di essere peccatori, e lasciamoci accompagnare dalla Chiesa.

Il paralitico del Vangelo, infatti, รจ immagine dei catecumeni che si preparavano a ricevere il battesimo nell’iniziazione cristiana. Perchรฉ un pagano, uno che non ha la vita divina dentro, รจ paralizzato e ha bisogno di chi lo porti a Cristo. Gesรน, infatti, รจ mosso a compiere il miracolo del perdono dalla fede degli amici del paralitico.

Abbiamo bisogno della Chiesa che, attraverso la predicazione dei โ€œquattroโ€ evangelisti, simboleggiati dai โ€œquattro uominiโ€ che โ€œportanoโ€ lโ€™infermo, “scoperchia i tetti” dell’orgoglio per accompagnarci nell’umiliazione sino ai piedi di Cristo.

Solo il Vangelo, infatti, ci strappa dall’anonimato della “folla che si accalca” parlando al nostro cuore per โ€œrisvegliarciโ€ alla vita autentica โ€œdavanti a tuttiโ€; come un segno di speranza e una profezia del perdono nel mondo che “non ha mai visto nulla di simile” perchรฉ non ha mai visto Dio.

Cosรฌ, anche oggi, ricreati in Cristo possiamo tornare โ€œa casaโ€ – nella famiglia, al lavoro, a scuola, nella storia di ogni giorno – โ€œprendendo con noi il lettuccioโ€, che รจ la memoria dei nostri peccati e la consapevolezza della nostra debolezza abbracciata e trasfigurata dalla Parola di Cristo compiuta per mezzo dei sacramenti nella comunione della Chiesa; smetteremo allora di presumere di noi stessi, e sapremo camminare nella gratitudine, grembo fecondo di ogni annuncio del Vangelo.

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