Lectio divina della Liturgia della Parola delle 4 messe di Natale
NATALE DEL SIGNORE
MESSA VESPERTINA NELLA VIGILIA
Dal libro del profeta Isaรฌaย Is 62,1-5
Il Signore troverร in te la sua delizia.
Per amore di Sion non tacerรฒ,
per amore di Gerusalemme non mi concederรฒ riposo,
finchรฉ non sorga come aurora la sua giustizia
e la sua salvezza non risplenda come lampada.
Allora le genti vedranno la tua giustizia,
tutti i re la tua gloria;
sarai chiamata con un nome nuovo,
- Pubblicitร -
che la bocca del Signore indicherร .
Sarai una magnifica corona nella mano del Signore,
un diadema regale nella palma del tuo Dio.
Nessuno ti chiamerร piรน Abbandonata,
nรฉ la tua terra sarร piรน detta Devastata,
ma sarai chiamata Mia Gioia
e la tua terra Sposata,
perchรฉ il Signore troverร in te la sua delizia
e la tua terra avrร uno sposo.
Sรฌ, come un giovane sposa una vergine,
cosรฌ ti sposeranno i tuoi figli;
come gioisce lo sposo per la sposa,
cosรฌ il tuo Dio gioirร per te.
Per amore di Gerusalemme
Quello del profeta per la sua cittร รจ un amore impaziente che con forza richiede la restaurazione della giustizia e della ยซsalvezzaยป. Lโoracolo non esprime solo il desiderio di veder ricostruiti edifici e reinsediati gli abitanti ma anche il fiducioso abbandono nelle mani di Dio. La restaurazione sognata comporta una vera reviviscenza della vita cittadina, della gioia dello sposo e della sposa, dei canti e delle feste, della feconditร della terra arata, seminata, veramente ยปsposataยป. Lโamore per la cittร รจ lโamore per il popolo., con la sua cultura e la sua storia. Il profeta in nome dellโamore per la sua cittร e il suo popolo si fa loro intercessore insegnando ai figli dโIsraele a fare lo stesso per Gerusalemme.
Il profeta che sogna Gerusalemme, cittร dellโincontro tra amici, difesa contro i nemici, culla della cultura, non si rassegna a vederla come luogo di violenza e di solitudine, di indifferenza e crudele competitivitร . Perciรฒ invita i suoi concittadini a non smettere di sperare perchรฉ dove cโรจ speranza per la cittร umana cโรจ anche la salvezza.
Salmo responsoriale Sal 88
Canterรฒ per sempre lโamore del Signore.
ยซHo stretto unโalleanza con il mio eletto,
ho giurato a Davide, mio servo.
Stabilirรฒ per sempre la tua discendenza,
di generazione in generazione edificherรฒ il tuo tronoยป.
Beato il popolo che ti sa acclamare:
camminerร , Signore, alla luce del tuo volto;
esulta tutto il giorno nel tuo nome,
si esalta nella tua giustizia.
ยซEgli mi invocherร : โTu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezzaโ.
Gli conserverรฒ sempre il mio amore,
la mia alleanza gli sarร fedeleยป.
Dagli Atti degli Apostoli At 13,16-17.22-25
Testimonianza di Paolo a Cristo, figlio di Davide.
Paolo, [giunto ad Antiรฒchia di Pisรฌdia, nella sinagoga,] si alzรฒ e, fatto cenno con la mano, disse:
ยซUomini dโIsraele e voi timorati di Dio, ascoltate. Il Dio di questo popolo dโIsraele scelse i nostri padri e rialzรฒ il popolo durante il suo esilio in terra dโEgitto, e con braccio potente li condusse via di lร .
Poi suscitรฒ per loro Davide come re, al quale rese questa testimonianza: โHo trovato Davide, figlio di Iesse, uomo secondo il mio cuore; egli adempirร tutti i miei voleriโ.
Dalla discendenza di lui, secondo la promessa, Dio inviรฒ, come salvatore per Israele, Gesรน. Giovanni aveva preparato la sua venuta predicando un battesimo di conversione a tutto il popolo dโIsraele.
Diceva Giovanni sul finire della sua missione: โIo non sono quello che voi pensate! Ma ecco, viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di slacciare i sandaliโยป.
Il nostro Salvatore รจ Gesรน Cristo
Lโapostolo Paolo nella sua prima predicazione, quale missionario della Chiesa, evangelizza annunciando Gesรน nella sinagoga di Antiochia di Pisidia, dove erano state appena proclamate le Scritture in giorno di sabato. Paolo sintetizza il messaggio della Scrittura ricordando lโesperienza fatta da Israele di essere il popolo eletto e, perciรฒ stesso, destinatario della potente misericordia di Dio che lo ha riscattato dalla schiavitรน dellโesilio babilonese. Il Signore ha voluto rendere sempre piรน stabile la relazione con il suo popolo scegliendo un re dal cuore umile. Benchรฉ Davide sia presentato come modello di sovrano obbediente e giusto, non era eterno. Per cui il Signore aveva promesso un discendente il cui regno sarebbe stato eterno, senza fine. Con tale promessa Dio si impegnava ad una alleanza nuova ed eterna con Israele. Ecco il cuore dellโannuncio cristiano rivolto al popolo dโIsraele: Gesรน รจ il Cristo! La testimonianza del Battista raccoglie tutte le profezie che invitavano tutti ad alzare lo sguardo per contemplare la salvezza ormai vicina. Tanti nel passato hanno preteso di presentarsi come i salvatori del mondo. Nessuno puรฒ intitolarsi questa autoritร , ma solamente Dio che opera meraviglie attraverso il suo servo e figlio Gesรน Cristo.
+ Dal Vangelo secondo Matteo Mt 1,1-25
Genealogia di Gesรน Cristo, figlio di Davide.
Genealogia di Gesรน Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo.
Abramo generรฒ Isacco, Isacco generรฒ Giacobbe, Giacobbe generรฒ Giuda e i suoi fratelli, Giuda generรฒ Fares e Zara da Tamar, Fares generรฒ Esrom, Esrom generรฒ Aram, Aram generรฒ Aminadร b, Aminadร b generรฒ Naassรฒn, Naassรฒn generรฒ Salmon, Salmon generรฒ Booz da Racab, Booz generรฒ Obed da Rut, Obed generรฒ Iesse, Iesse generรฒ il re Davide.
Davide generรฒ Salomone da quella che era stata la moglie di Urรฌa, Salomone generรฒ Roboamo, Roboamo generรฒ Abรฌa, Abรฌa generรฒ Asaf, Asaf generรฒ Giรฒsafat, Giรฒsafat generรฒ Ioram, Ioram generรฒ Ozรฌa, Ozรฌa generรฒ Ioatร m, Ioatร m generรฒ รcaz, รcaz generรฒ Ezechรฌa, Ezechรฌa generรฒ Manasse, Manasse generรฒ Amos, Amos generรฒ Giosรฌa, Giosรฌa generรฒ Ieconรฌa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia.
Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconรฌa generรฒ Salatiรจl, Salatiรจl generรฒ Zorobabele, Zorobabele generรฒ Abiรนd, Abiรนd generรฒ Eliachรฌm, Eliachรฌm generรฒ Azor, Azor generรฒ Sadoc, Sadoc generรฒ Achim, Achim generรฒ Eliรนd, Eliรนd generรฒ Eleร zar, Eleร zar generรฒ Mattan, Mattan generรฒ Giacobbe, Giacobbe generรฒ Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale รจ nato Gesรน, chiamato Cristo.
In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici.
Cosรฌ fu generato Gesรน Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovรฒ incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poichรฉ era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensรฒ di ripudiarla in segreto.
Mentre perรฒ stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: ยซGiuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che รจ generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darร alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesรน: egli infatti salverร il suo popolo dai suoi peccatiยป.
Tutto questo รจ avvenuto perchรฉ si compisse ciรฒ che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: ยซEcco, la vergine concepirร e darร alla luce un figlio: a lui sarร dato il nome di Emmanueleยป, che significa ยซDio con noiยป.
Quando si destรฒ dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato lโangelo del Signore e prese con sรฉ la sua sposa; senza che egli la conoscesse, ella diede alla luce un figlio ed egli lo chiamรฒ Gesรน.
LECTIO
Il Vangelo di Matteo si apre con la ยซgenealogia di Gesรน Cristo, figlio di Davide, figlio di Abramoยป (1,1). Si tratta di una lunga lista di uomini che va dal primo patriarca a Giuseppe, figlio di Giacobbe, presentato come lo sposo di Maria (1,16). Lโevangelista traccia una sorta di sentiero nella storia dโIsraele suddivisa in tre grandi fasi, ciascuna composta da quattordici generazioni. La prima va da Abramo a Davide, la seconda da Davide fino allโesilio in Babilonia e, in fine, la terza da Babilonia a Cristo. La strategia narrativa mira a ripercorrere tutta la storia dโIsraele sottolineando lโintreccio tra lโopera di Dio e quella dellโuomo. Le vicende storiche narrate dai libri biblici, e riassunte nella genealogia, rivelano quanto sia importante per la vita del popolo il dialogo con il Signore. Lโobbedienza รจ condizione di crescita, mentre la disobbedienza รจ causa di fallimento. Infatti, quando la parola di Dio viene accolta e messa in pratica, soprattutto dai suoi capi, il popolo cresce e si fortifica. La storia registra una parabola ascendente che fa di un piccolo clan nomade, guidato da Abramo, un regno governato dal re Davide. Come accade a tutti i regni, anche quello dโIsraele entra in crisi. La supera nella misura in cui riconosce che solo Dio รจ il Signore e che il suo regno non avrร fine perchรฉ sarร dato in mano al suo consacrato. Dopo la fase crescente e quella decrescente fino quasi a sparire, viene quella del compimento della promessa che Dio aveva fatto ad Abramo e confermata a Davide. Lโevangelista vuole dimostrare che Gesรน รจ il Cristo atteso, che porta a compimento lโimpegno preso da Dio con le generazioni precedenti. La fedeltร di Dio diventa evento grazie allโobbedienza dellโuomo. La catena generativa biologica รจ attraversata dal flusso generativo dello Spirito che guida la storia verso il suo compimento.
Scorrendo la genealogia scopriamo che tutti i personaggi nominati sono soggetti del verbo generare. Tutti tranne Giuseppe, lo sposo di Maria dalla quale fu generato Gesรน Cristo. Al contrario di quello che accade per Tamar, Racab, Rut e Betsabea, dalle quali nacquero figli generati rispettivamente da Giuda, Salmon, Booz e Davide, Giuseppe non generรฒ Gesรน da Maria. Il v. 16 usa due passivi teologici per indicare lโazione divina: Gesรน ยซfu generatoยป e ยซchiamatoยป. Matteo diventa esplicito nel v. 18 dove lo Spirito Santo รจ indicato come lโartefice della gravidanza di Maria, attribuendo cosรฌ la paternitร direttamente a Dio. Per eliminare ogni dubbio viene specificato che questo avvenne prima che Giuseppe lโavesse accolta nella sua casa e avesse avuto un rapporto sessuale con lei. Sembra che Giuseppe sia vittima di una ingiustizia perchรฉ viene bypassato. La scoperta della gravidanza di Maria non deve essere stato un momento facile per Giuseppe. Lโevangelista lo chiama uomo giusto. Egli era consapevole di essere legalmente lo sposo di Maria ma anche che i legami affettivi con lei erano profondi e sinceri. Cosa intende Matteo con lโaggettivo giusto riferito a Giuseppe? Nella tradizione sapienziale, espressa nel Sal 1, il giusto รจ colui che fa aderire la sua volontร alla Legge del Signore perchรฉ la medita giorno e notte (cf. Sal 1,2). Le sue opere sono buone non perchรฉ sono una pedissequa esecuzione della lettera ma perchรฉ, mediante la preghiera, lo Spirito dellโuomo รจ in comunione con quello di Dio. Lโuomo giusto non รจ privo di coscienza e di volontร . Giuseppe, infatti, proprio perchรฉ giusto รจ un uomo che ragiona confrontandosi con la parola di Dio ricercando il senso degli eventi storici e il segno della volontร divina. La giustizia di Giuseppe non consiste nella fedeltร alla Legge ma, prima di essa, impone la fedeltร a Maria. Il rispetto nei suoi confronti gli suggerisce innanzitutto di non umiliarla accusandola pubblicamente e di conseguenza di lasciarla andare in modo segreto. Matteo rimane volutamente sul vago circa i propositi di Giuseppe perchรฉ i pensieri si accavallavano in maniera tumultuosa incapace di prendere una decisione netta.
Nel bel mezzo di una crisi di coscienza interviene la voce di Dio che rivela a Giuseppe la veritร . NellโAntico Testamento i sogni sono un mezzo attraverso il quale Dio comunica. Il sogno evoca lo stato di torpore o di sonno nel quale, trovandosi in una condizione di totale incoscienza e vulnerabilitร , lโuomo รจ paradossalmente meglio disposto ad accogliere la rivelazione. Il sonno richiama la morte con la quale cessa ogni attivitร umana per lasciare spazio allโazione di Dio e alla forza della sua Parola che ha il primato su tutto. Il contenuto della rivelazione riguarda lโintervento di Dio su Maria. Prima di Giuseppe รจ arrivato lo Spirito Santo che ha fecondato Maria rendendola madre. La paternitร di Giuseppe non viene esclusa ma integrata nel progetto di Dio. La Legge imponeva al marito tradito di ripudiare la propria moglie motivando la sua scelta con lโevidenza della gravidanza. Con quel gesto piรน che liberare la sposa dai vincoli matrimoniali era un modo per sbarazzarsi di lei. La norma sul ripudio, pur essendo sbilanciata decisamente dalla parte dellโuomo, era un modo per tutelare la donna dalla possibile ritorsione violenta del marito. In teoria, il tradimento consumato prima della coabitazione degli sposi comportava la lapidazione della donna. Sโintendeva cosรฌ lavare nel sangue lโonta subita dallโuomo. Il ricorso al ripudio da parte di Giuseppe aveva lโintento di non mettere in pericolo la vita di Maria. Con queste intenzioni Giuseppe dimostra che pur nella rabbia e nella confusione egli รจ giusto perchรฉ pone avanti al proprio onore la dignitร della vita della sua sposa. La decisione di ripudiarla in segreto potrebbe anche significare che Giuseppe abbia fatto la scelta di non avere con Maria alcun rapporto coniugale pur abitando sotto lo stesso tetto. In altri termini, voleva salvare la forma, vivendo da sposi, pur mantenendo nella sostanza la distanza che si era venuta a creare a causa della gravidanza.
Lโintervento dellโangelo corregge il tiro dei ragionamenti di Giuseppe. Lo invita ad abbandonare i dubbi e gli indugi per accogliere la sua sposa Maria perchรฉ il figlio che porta in grembo, pur essendo stato concepito dallo Spirito Santo, รจ suo. Giuseppe รจ chiamato ad accogliere Maria non come la donna da cui avere il proprio figlio ma come la sposa con la quale accogliere il dono del figlio dalle mani di Dio. Dunque, quellโevento sconvolgente mette in crisi i principi di giustizia dati per scontati fino a quel momento. Giusto non รจ solamente lโuomo fedele alla lettera della legge che si sente meritevole di ricevere quello che il suo cuore desidera. Con Giuseppe si ridisegna la figura del giusto e si anticipano i lineamenti della figura messianica del Servo giusto che giustificherร molti. Lโangelo รจ latore del messaggio divino nel quale si propone a Giuseppe la sua missione di sposo e di padre. Dopo essere diventato sposo accogliendo Maria nella sua casa, Giuseppe รจ chiamato a diventare padre dando al figliolo il nome indicato da Dio: Gesรน. Imponendo quel nome, non scelto da lui, Giuseppe avrebbe confermato il suo essere pienamente a servizio della volontร di Dio. Il nome indica la missione salvifica universale affidata a Gesรน. Egli viene per rigenerare lโumanitร riconciliandola con il Signore. Il cammino indicato a Giuseppe dallโangelo รจ un itinerario di riconciliazione, passaggio dal ripudio allโaccoglienza, dalla sanzione alla riconciliazione, dallโessere giusti di fronte alla Legge allโessere santi davanti a Dio. Il titolo ยซfiglio di Davideยป accomuna Gesรน (1,1) e Giuseppe (1,20) perchรฉ entrambi coinvolti nellโunico progetto di Dio anche se con ruoli diversi. Infatti, con la venuta di Gesรน si compie la parola di Dio ed รจ grazie a Giuseppe che il compimento della volontร divina inizia a realizzarsi. Il ministero di Giuseppe รจ propedeutico e preparatorio affinchรฉ la promessa di Dio diventi realtร e la missione di Gesรน possa essere evento di salvezza.
La citazione del profeta Isaia richiama la vocazione dellโintero popolo. La condizione di verginitร sta ad indicare lโintegritร e la purezza che caratterizza il giusto. Essa รจ dono di Dio che lโaccoglienza della Parola non fa perdere ma esalta ancora di piรน perchรฉ la rende feconda. Vergine non รจ piรน sinonimo di rinuncia per conservare la propria purezza, ma รจ la condizione di rigenerazione operata da Dio, per essere fecondi e generativi. Nella verginitร generativa di Maria Giuseppe, alla luce della Scrittura comprende anche il valore della sua paternitร verginale che esercita e conserva, insieme alla sua sposa, mediante lโobbedienza fiduciosa alla parola di Dio.
MEDITATIO
Paternitร frustrata
Giuseppe ci guida allโimminente festa del Natale nella quale anche noi accoglieremo il bambino generato dallo Spirito Santo in Maria. Il patriarca raccoglie lโereditร della promessa fatta ad Abramo e a Davide, attraverso la lunga catena delle generazioni che attraversa tutta la storia dโIsraele. Tuttavia, questa concatenazione sembra spezzarsi nel momento in cui Giuseppe constata amaramente che la sua sposa porta in grembo un figlio che non รจ suo.
Facile immaginare la rabbia nel sentirsi defraudato del primato sulla sua sposa e la paura, mista a vergogna, per i giudizi degli uomini. La gravidanza inaspettata di Maria gli impone di reagire e di prendere una decisione. ร combattuto su quale scelta orientarsi perchรฉ lโamore rispettoso per Maria mitiga lโistintivitร della rabbia che certamente lo avrebbe portato a usufruire della possibilitร offertagli dalla legge di accusarla pubblicamente per difendere il suo onore. Giuseppe non รจ un freddo e cinico calcolatore ma รจ un uomo giusto che usa misericordia. Perciรฒ, prendendo atto del matrimonio fallito, vorrebbe sciogliere il contratto sponsale senza clamore e senza creare polemiche scandalose.
Dalla paura della novitร alla fiducia nella Parola
Giuseppe รจ molto diverso dal suo antenato, il re Acaz, il quale รจ pure in difficoltร perchรฉ teme di essere aggredito dalla congiura ordita dai due re vicini, quello del regno fratello dโIsraele e quello di Damasco. Il re trema come una foglia e il suo cuore รจ scosso e agitato perchรฉ qualsiasi ragionamento che fa, basato su calcoli squisitamente umani e materialistici, lo portano a vedere scenari futuri di sconfitta e distruzione. Dio gli invia il profeta Isaia che lo invita a credere in Dio per avere pace e per vedere il realizzarsi della Sua volontร . Credere significa aggrapparsi alla solida roccia dellโamore di Dio nei momenti in cui perversa la tempesta. Solo in Dio possiamo trovare non le risposte a tutte le nostre domande, ma la forza di rispondere alla Sua domanda con la quale ci invita a collaborare nella sua opera per realizzare il suo sogno.
Il sogno รจ saper leggere il presente alla luce del futuro di Dio. I due discendenti del re Davide, Acaz e Giuseppe, sono in crisi perchรฉ ciรฒ che vedono nel loro presente รจ letto come segno premonitore di un disastro oramai decretato. Davanti a loro si presenta un futuro nebuloso e incerto che proietta nel presente ombre minacciose che incutono paura e suscitano agitazione e smarrimento.
La parola di Dio ci raggiunge nelle nostre paure e nei rifugi che ci costruiamo nel tentativo di difenderci. Non temere, ripete ancora una volta lโangelo. La Parola di Dio offre una luce per uscire dai labirinti mentali, dai calcoli i cui conti non tornano mai, dalle interpretazioni negative dei segni dei tempi che alimentano paura e rancore. Lโangelo annuncia il Vangelo che apre gli occhi e permette di vedere oltre la paura per riconoscere lโoperato di Dio. Il bambino custodito nel grembo di Maria รจ il segno della presenza di Dio nella nostra vita. Non ci abbandona in balia degli eventi che sembrano travolgerci, ma ci precede nel dono che รจ frutto del suo amore gratuito.
Discernere significa leggere i segni dei tempi riconoscendo in essi la presenza di Dio che opera a nostro favore perchรฉ il suo amore รจ gratuito in quanto รจ da sempre e per sempre, รจ eterno.
Il discernimento non รจ una semplice analisi della realtร che ci lascia cosรฌ come ci trova, ma ci spinge ad una determinazione, ci induce a fare una scelta e ad assumere una decisione, anzi, a deciderci per qualcuno.
Di Giuseppe non รจ registrata alcuna parola, ma solo i suoi gesti i quali sono il vangelo piรน eloquente dellโobbedienza. Come Abramo obbedรฌ silenziosamente al comando di Dio di prendere suo figlio per offrirlo in sacrificio, cosรฌ Giuseppe, uomo giusto, perchรฉ uomo di fede, fa come lโangelo gli aveva ordinato. A Giuseppe non viene chiesto di rinunciare al suo progetto di sposo e di padre, ma di realizzarlo insieme con Dio. Lโaccusa pubblica o il ripudio segreto avrebbero interrotto quella storia di amore che Giuseppe e Maria avevano iniziato a scrivere insieme.
Il ministero generativo
Lโepisodio si conclude con la ratifica del matrimonio nel momento in cui Giuseppe, accogliendo Maria in casa sua, iniziano a vivere insieme. Non li unisce la parola datasi reciprocamente, ma la scelta, fatta insieme, di darsi a quel figlio che loro stessi ricevono dalle mani di Dio. Giuseppe pronuncia il suoย amenย a Dio e diventa custode della santa Famiglia di Nazaret, prima Chiesa domestica.
NATALE DEL SIGNORE
MESSA DELLA NOTTE
O Dio, che hai illuminato questa santissima notte
con lo splendore di Cristo, vera luce del mondo,
concedi a noi, che sulla terra contempliamo i suoi misteri,
di partecipare alla sua gloria nel cielo.
Egli รจ Dio, e vive e regna con te,
nellโunitร dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
Dal libro del profeta Isaรฌa Is 9,1-6
Ci รจ stato dato un figlio.
Il popolo che camminava nelle tenebre
ha visto una grande luce;
su coloro che abitavano in terra tenebrosa
una luce rifulse.
Hai moltiplicato la gioia,
hai aumentato la letizia.
Gioiscono davanti a te
come si gioisce quando si miete
e come si esulta quando si divide la preda.
Perchรฉ tu hai spezzato il giogo che lโopprimeva,
la sbarra sulle sue spalle,
e il bastone del suo aguzzino,
come nel giorno di Mร dian.
Perchรฉ ogni calzatura di soldato che marciava rimbombando
e ogni mantello intriso di sangue
saranno bruciati, dati in pasto al fuoco.
Perchรฉ un bambino รจ nato per noi,
ci รจ stato dato un figlio.
Sulle sue spalle รจ il potere
e il suo nome sarร :
Consigliere mirabile, Dio potente,
Padre per sempre, Principe della pace.
Grande sarร il suo potere
e la pace non avrร fine
sul trono di Davide e sul suo regno,
che egli viene a consolidare e rafforzare
con il diritto e la giustizia, ora e per sempre.
Questo farร lo zelo del Signore degli eserciti.
Ci รจ nato un figlio
In questo oracolo รจ un inno di gioia per il compimento dellโannuncio dato ad Acaz della nascita del figlio al quale sarebbe stato dato il nome di Emmanuele, Dio con noi (Is 7, 14s.). La nascita del bambino non รจ solo una gioia per il re, suo padre, ma per tutto il popolo che, guidato da capi acciecati dallโaviditร e dallโorgoglio, brancola nel buio dellโincertezza e della precarietร . Il profeta indica nel figlio del re il segno della presenza potente di Dio che opera la giustizia e costruisce la pace. La guerra e i conflitti fratricidi, generati dal peccato, cedono il posto alla pace e alla libertร . Lโimmagine del bambino con la sua innocenza, vulnerabilitร , insufficienza, povertร , debolezza, contrasta con lโimponenza della macchina militare di un esercito, con la portentosa struttura economica e sociale di uno stato, con il solenne e complicato cerimoniale di corte. Dio sorprende lโuomo capovolgendo le sue attese e le logiche del mondo.
Salmo responsoriale Sal 95
Oggi รจ nato per noi il Salvatore.
Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome.
Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.
Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
sia in festa la campagna e quanto contiene,
acclamino tutti gli alberi della foresta.
Davanti al Signore che viene:
sรฌ, egli viene a giudicare la terra;
giudicherร il mondo con giustizia
e nella sua fedeltร i popoli.
Dalla lettera di san Paolo Apostolo a Tito Tt 2,11-14
ร apparsa la grazia di Dio per tutti gli uomini.
Figlio mio, รจ apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare lโempietร e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietร , con giustizia e con pietร , nellโattesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesรน Cristo.
Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquitร e formare per sรฉ un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone.
In Gesรน Dio dona la salvezza
La liturgia di Natale propone due brani tratti dalla lettera Tito nei quali Paolo ricorda lโevento capitale per la fede e la vita degli uomini. A Dio รจ piaciuto rivelarsi a tutti gli uomini, mediante suo Figlio Gesรน Cristo, mostrandosi come Salvatore. Offrendosi liberamente alla morte di croce, Egli ha dato sรฉ stesso per noi affinchรฉ potessimo essere liberati dalla schiavitรน del peccato e formare una comunitร che testimonia con la propria vita la bellezza dellโamore di Dio. Il modo con il quale Dio viene incontro allโuomo per amarlo diventa per tutti modello di vita. Egli, che ha rigettato le lusinghe delle tentazioni e ci ha amati fino al โcolmoโ รจ luce che traccia la strada attraverso la quale compiere il pellegrinaggio spirituale che ci conduce alla piena conformazione a Cristo e, conseguentemente, alla totale manifestazione in noi dellโamore di Dio.
+ Dal Vangelo secondo Luca Lc 2,1-14
Oggi รจ nato per voi il Salvatore.
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinรฒ che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria cittร .
Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla cittร di Nร zaret, salรฌ in Giudea alla cittร di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perchรฉ per loro non cโera posto nellโalloggio.
Cโerano in quella regione alcuni pastori che, pernottando allโaperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentรฒ a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma lโangelo disse loro: ยซNon temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarร di tutto il popolo: oggi, nella cittร di Davide, รจ nato per voi un Salvatore, che รจ Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoiaยป.
E subito apparve con lโangelo una moltitudine dellโesercito celeste, che lodava Dio e diceva:
ยซGloria a Dio nel piรน alto dei cieli
e sulla terra pace agli uomini, che egli amaยป.
LECTIO
Lโepisodio della nascita di Gesรน รจ narrato in tre scene. Nella prima (vv. 1-7) viene presentato il contesto storico e geografico e i personaggi di Giuseppe, Maria e il bambino. La seconda scena (vv. 8-14) racconta lโannuncio dellโangelo ai pastori e, infine, nella terza (vv. 15-20) avviene lโincontro tra i due gruppi di personaggi presentati.
I personaggi della prima scena sono nellโordine: Cesare Augusto, la cui autoritร si estende a tutto il mondo abitato, Quirinio che governa per conto dellโimperatore la regione della Siria, Giuseppe, appartenente ad un ramo cadetto del casato di Davide, Maria, sposa di Giuseppe e, infine, il loro bambino che, appena nato, viene avvolto nelle fasce e deposto nella mangiatoia. Lo stesso movimento discendente che caratterizza lโentrata in scena dei personaggi lo si riscontra nelle annotazioni geografiche. Si passa, infatti, dallโintero mondo abitato alla grotta di solito occupata dagli animali che erano a servizio della sussistenza della famiglia.
Lโevangelista Luca insiste sul censimento. Lโimperatore lo ordina mediante un editto (letteralmente: dogma) che viene eseguito da tutti i sudditi, tra cui cโรจ anche Giuseppe, abitante di Nazaret di Galilea, ma originario di Betlemme. Giuseppe, in obbedienza allโeditto dellโimperatore, si mette in viaggio verso la cittร di Davide. Di solito con questo nome si intende Gerusalemme, ma Luca vuole sottolineare lโorigine. Davide era nato a Betlemme e lรฌ, nella sua casa paterna, era stato unto re dal profeta Samuele. Nel pellegrinaggio di Giuseppe e della sua famiglia si allude al ritorno alle origini, alle sorgenti. Anche se non ne รจ consapevole Giuseppe, mediante lโobbedienza al comando dellโimperatore, sta compiendo il progetto di Dio. Lโinsistenza sul censimento e la sottolineatura che Giuseppe era della discendenza davidica pongono sullo sfondo la vicenda narrata in 2Sam 24 e in 1Cr 21 dove si racconta il censimento organizzato da Davide. Il re, dopo averlo indetto, fu preso dal rimorso e chiese perdono a Dio. Il censimento era considerato un peccato perchรฉ conoscere il numero della popolazione significava esercitare nei suoi confronti lโautoritร di dominio e possesso. In tal modo si pretendeva di sostituirsi a Dio misconoscendone la sua signoria. Il censimento era un modo per riscuotere una tassa e monetizzare. Il peccato sta nel ridurre il popolo a oggetto di speculazione piuttosto che destinatario del proprio servizio. Il peccato fu punito con una pestilenza, contenuta grazie al sacrificio che Davide offrรฌ sullโaltare in una aerea sulla quale Salomone avrebbe in seguito edificato il tempio. Lโintervento di Dio salva il popolo dalla pestilenza che avrebbe distrutto tutto. Questo avviene pagando un prezzo. Davide sale sullโaltare per offrire il sacrificio nello stesso luogo nel quale la tradizione indentifica il sacrificio di Isacco offerto da Abramo. Si instaura cosรฌ un parallelo tra Gerusalemme, in cui si consumerร il sacrificio pasquale di Cristo col quale verrร consacrato Signore, e Betlemme, scenario dellโunzione regale di Davide e luogo nel quale un bambino sarร deposto in una mangiatoia, profezia del Golgota.
Con Giuseppe cโรจ anche Maria, la sua sposa promessa, che รจ incinta. Mentre erano a Betlemme giunse per lei il tempo del parto dando alla luce un bambino. Di lui non si dice nulla se non che fu destinatario di cure amorevoli da parte di sua madre, la quale lo depose nella mangiatoia dopo averlo avvolto in fasce. Con la mangiatoia si identifica lโambiente piรน interno della casa nella quale Giuseppe e Maria erano stati ospitati con la nascita del bambino. Probabilmente la famiglia di Nazaret era stata accolta da parenti nella propria dimora, la quale, oltre allโambiente piรน domestico, aveva una grotta dotata di mangiatoia per alloggiare anche gli animali.
Dopo la descrizione dellโevento della nascita del bambino, lโevangelista introduce la seconda scena (vv. 8-14) del suo racconto spostando lโattenzione dalla grotta di Betlemme alle campagne circostanti dove allโaperto i pastori vegliavano di notte le loro greggi. Essi sono i destinatari del primo annuncio. La descrizione dellโapparizione angelica e la reazione dei pastori sono una chiara indicazione del fatto che il racconto appartiene al genere letterario dellโesperienze teofaniche. Lโangelo si presenta come lโevangelizzatore, colui che porta lโannuncio gioioso della nascita di un figlio. Nelle parole del messaggero divino ritroviamo lโeco degli annunci evangelici attestati nella letteratura greco-romana e nelle Scritture ebraiche. Infatti, nellโantichitร lโevangelizzatore รจ colui che porta lโannuncio gioioso della nascita dellโerede al trono e della vittoria militare del re. Nelle profezie, soprattutto quella di Isaia, il messaggero di buone notizie evangelizza annunciando la venuta del Signore (Cf Is 40, 9-11). Il cuore della seconda scena รจ lโannuncio angelico che comunica la nascita del Salvatore, il Cristo Signore. Il titolo ยซSalvatoreยป era uno di quelli attribuiti a Cesare Augusto, mentre ยซCristo Signoreยป รจ un chiaro richiamo alla tradizione ebraica e alla promessa di Dio. Lโangelo ha la funzione di narrare lโevento il cui segno รจ il bambino avvolto in fasce che giace in una mangiatoia. Il segno indicato dallโangelo accentua la paradossalitร giร accennata nella prima scena. La deposizione nella mangiatoia era stata spiegata precedentemente col fatto che la piccola famiglia di Nazaret dovette adattarsi perchรฉ non cโera posto per tutti nellโalloggio domestico. Dunque, il segno legge alla luce di Dio una scelta dettata da unโesigenza pratica. Come il viaggio di Giuseppe insieme a Maria verso Betlemme era dovuto al censimento indetto dallโimperatore, cosรฌ la povertร dei mezzi aveva imposto la scelta di usare la mangiatoia come primo giaciglio per il bambino. Le vicende storiche, che sembrano essere guidate dallโautoritร dei potenti o influenzate dalle condizioni economiche e dalle contingenze storiche, sono invece il luogo nel quale Dio manifesta la sua gloria e porta a compimento il suo disegno di salvezza. Il bambino nato nella cittร di Davide e che, avvolto in fasce, giace in una mangiatoia รจ la chiave di lettura di tutta la storia che tra le sue pieghe custodisce lโopera di Dio. La visita dellโangelo ai pastori era iniziata con la manifestazione della gloria divina che li aveva avvolti con il suo splendore. Si conclude con il coinvolgimento dei pastori nellโinno di lode intonato da tutta la corte celeste. Alla rivelazione, che mira a suscitare la gioia in chi ascolta e accoglie il vangelo, segue la lode che, come un turbine, solleva in alto per partecipare alla liturgia del cielo. In essa si confessa la gloria di Dio che, manifestandosi in mezzo agli uomini, dona loro la pace. La gloria di Dio รจ il suo amore per gli uomini che ricevono la pace dalle mani del Signore. Lโuomo che glorifica Dio con la sua vita รจ in pace e diventa costruttore di pace. La pace che Augusto aveva imposto sui territori occupati era precaria. Infatti, fu proprio il censimento della Giudea, organizzato da Quirinio per sancire il definitivo passaggio di questa regione sotto la diretta dipendenza dellโamministrazione romana, a determinare lโinsurrezione di Giuda il Galileo, (Cf. At 5, 37). La pace รจ il dono di Dio che gli uomini ricevono quando scoprono di essere amati da Dio. Il bambino avvolto in fasce che giace in una mangiatoia รจ il segno dellโamore di Dio verso gli uomini. Egli viene incontro a noi nelle vicende della storia, soprattutto quelle che appaiono come ingiustizie perpetrate da chi detiene il potere. Giuseppe e Maria si adattano alla realtร trovando il modo, nellโobbedienza, di compiere il bene. I pastori sono coloro che vegliano di notte allโaperto vigilando sul gregge. Essi richiamano la funzione dei profeti che, come sentinelle, sono attenti ai pericoli che possono minacciare il gregge ma che scrutano lโorizzonte per cogliere i segni del sorgere nel nuovo giorno (Is 21,8). I pastori richiamano alla mente uno di loro, il piccolo Davide, chiamato da Dio non solo a pascere il proprio gregge ma il popolo dโIsraele.
MEDITATIO
Il Bambino si รจ fatto Pane per noi
Siamo un popolo che spesso sente di camminare alla cieca avvolto nelle tenebre. Oggi splende per noi la luce di Dio che, dandoci speranza ci riempie di gioia. Assaporiamo il gusto della vittoria, non quella sugli altri, ma sul male che ci separa dagli altri. Il bambino che nasce รจ il Principe della pace perchรฉ ne รจ la sorgente.
La luce รจ visibile a chi accoglie lโannuncio degli angeli: ยซoggi รจ nato per voi il Salvatore, Cristo Signoreยป; non รจ un annuncio freddo e distaccato, ma dato cantando. Siamo chiamati anche noi a far risuonare il Vangelo attraverso il canto della nostra vita. Il giubilo contenuto nella melodia รจ eco del canto celeste con il quale i santi magnificano la misericordia di Dio. Questo annuncio ci raggiunge nelle nostre notti trascorse non al sicuro delle nostre case ma esposti alle varie intemperie di emozioni e sentimenti contrastanti. Questo annuncio รจ per me, per te, per tutti perchรฉ Gesรน รจ il ยซbambino nato per noiยป, ยซegli ha dato sรฉ stesso per noiยป, per essere per noi Salvatore. Venendo nel mondo Gesรน ci porta la salvezza. Da una parte Egli ci libera dal peccato, bruciando nel fuoco dello Spirito Santo ogni arma usata per fare il male, e dallโaltro ci educa alla sobrietร e alla giustizia per essere un popolo libero perchรฉ obbediente alla volontร di Dio.
Puรฒ riconoscere la luce chi รจ consapevole di essere nelle tenebre, puรฒ aprirsi al perdono chi confessa di essere peccatore, puรฒ ricevere il nutrimento chi sente la fame, puรฒ accettare il dono chi si fa piccolo.
Quanta povertร nella stalla dove in una mangiatoia viene adagiato il Figlio di Dio. Egli non esige nulla ma chiede solo di essere accolto con umiltร e semplicitร . In un cuore affollato di pensieri lamentosi e di paure non cโรจ posto per Gesรน. Non cโรจ spazio neanche in quelle case dove si bada alla forma e allโapparenza a discapito dellโamore fraterno e della caritร che invece ci unisce nella concordia. Il bambino nella sua disarmante innocenza ci lancia un appello a non gonfiarci di orgoglio, a non ingolfarci di pensieri cattivi, a non cercare lโacqua che disseta in pozzi vuoti o inquinati. Il Bambino ci invita a contemplarlo e a gustarlo con gli occhi perchรฉ il sapore della tenerezza e dellโamabilitร faccia nascere nel cuore il desiderio di diventare come Gesรน, mite e umile di cuore. Il Dio bambino accolto รจ fattore moltiplicatore della gioia in modo tale che essa sia per noi lโunico motivo per amare e dare noi stessi per gli altri.ย ย
NATALE DEL SIGNORE
MESSA DELL’AURORA
Signore, Dio onnipotente,
che ci avvolgi della nuova luce del tuo Verbo fatto uomo,
faโ che risplenda nelle nostre opere
il mistero della fede che rifulge nel nostro spirito.
Per il nostro Signore Gesรน Cristo, tuo Figlio, che รจ Dio,
e vive e regna con te, nellโunitร dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
Dal libro del profeta Isaรฌa Is 62,11-12
Ecco, arriva il tuo Salvatore.
Ecco ciรฒ che il Signore fa sentire
allโestremitร della terra:
ยซDite alla figlia di Sion:
Ecco, arriva il tuo salvatore;
ecco, egli ha con sรฉ il premio
e la sua ricompensa lo precede.
Li chiameranno Popolo santo,
Redenti del Signore.
E tu sarai chiamata Ricercata,
Cittร non abbandonataยป.
ร nato il nostro Salvatore
Un piccolo poema (Is 62, 10-12) conclude i capitoli 60-62 che riprendono il tema della consolazione operata da Dio nei confronti del popolo duramente provato dalle guerre e dallโesilio. ร Lui stesso che si rivolge al popolo presentandosi come il salvatore. Egli non ha in mano le armi della punizione ma porta con sรฉ il dono di un nome nuovo. Il nome indica lโidentitร . Chi pretende di farsi un nome presume di essere lui lโunico artefice della sua vita. Al contrario, chi si lascia chiamare per nome e lo accetta, aderisce anche alla missione che quel nome rivela. Dio ci fa figli suoi dandoci il suo nome. In tal modo ciรฒ che di piรน profondo appartiene alla sua identitร viene partecipata allโuomo. I riscattati del Signore passano dalla dipendenza dal male, che spersonalizza e riduce a numero, allโappartenenza a Dio come figli che condividono con Lui la ricchezza del suo amore paterno e materno. Essi non subiscono lโumiliazione dei potenti di questo mondo ma godono dellโamorevolezza del loro Sposo e Padre.
Salmo responsoriale Sal 96
Oggi la luce risplende su di noi.
Il Signore regna: esulti la terra,
gioiscano le isole tutte.
Annunciano i cieli la sua giustizia
e tutti i popoli vedono la sua gloria.
Una luce รจ spuntata per il giusto,
una gioia per i retti di cuore.
Gioite, giusti, nel Signore,
della sua santitร celebrate il ricordo.
Dalla lettera di san Paolo apostolo a Tito Tt 3,4-7
Ci ha salvati per la sua misericordia.
Figlio mio,
quando apparvero la bontร di Dio, salvatore nostro,
e il suo amore per gli uomini,
egli ci ha salvati,
non per opere giuste da noi compiute,
ma per la sua misericordia,
con unโacqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo,
che Dio ha effuso su di noi in abbondanza
per mezzo di Gesรน Cristo, salvatore nostro,
affinchรฉ, giustificati per la sua grazia,
diventassimo, nella speranza, eredi della vita eterna.
Salvati per grazia
Per Paolo la salvezza รจ sinonimo di giustificazione, ovvero di santificazione. Fine della nostra vita รจ diventare santi, raggiungere, cioรจ la pienezza dellโamore in Dio. Egli sin dallโorigine ci offre vocazione di essere suoi figli, eredi della vita eterna, ovvero, la vita stessa di Dio che ama totalmente, fedelmente, gratuitamente ed eternamente. Non diventiamo santi mediante le nostre opere ma esse diventano le opere di Dio nella misura in cui, lasciandoci riconciliare e rigenerare dallo Spirito Santo, gli permettiamo di agire in noi per diventare riflesso e trasparenza del suo amore misericordioso.
+ Dal Vangelo secondo Luca Lc 2,15-20
I pastori trovarono Maria e Giuseppe e il bambino.
Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano lโun lโaltro: ยซAndiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscereยป.
Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciรฒ che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, comโera stato detto loro.
LECTIO
La terza scena (vv. 15-20) racconta lโincontro tra i pastori e la famiglia di Nazaret. Il ritorno in cielo degli angeli sancisce la conclusione della loro missione nella quale era stata annunciata la nascita del Salvatore, era stato dato il segno e, infine, era stato intonato un inno di lode. Nellโindicazione del segno era implicito lโinvito ad andare a Betlemme per cercare il bambino. Il messaggio angelico suscita nei pastori la gioia, comunicata dal Vangelo, che li spinge a fare un pellegrinaggio verso la cittร di Davide con desiderio di ri-conoscere ciรฒ che il Signore ha fatto conoscere per mezzo degli angeli. Lโevento (letteralmente: la parola-azione accaduta) appreso va compreso mediante una esperienza diretta. La visione angelica induce i pastori a mettersi in cammino seguendo le indicazioni offerte dal segno. La ricerca li conduce alla mangiatoia intorno alla quale ci sono Maria e Giuseppe che vegliano il bambino neonato. I pastori si rendono conto che il vangelo ricevuto รจ qualcosa di estremamente concreto come lo sono le persone nella cui vita prende forma la salvezza. La parola di Dio non รจ una teoria immaginifica o la proiezione onirica delle umane aspirazioni ma รจ un fatto storico visibile e udibile come lo puรฒ essere un bambino che dorme in braccio alla sua mamma. I pastori diventano testimoni della credibilitร del vangelo che getta luce sullโopera della salvezza condotta da Dio. Lโannuncio del Vangelo apre gli occhi della mente e li illumina con la fede per vedere in maniera intelligente la realtร e cogliere Dio allโopera. Il dono della gioia apre il cuore per tradurre la speranza in cammino di ricerca, per fare esperienza della Parola, per realizzare lโincontro con il Mistero. Gli occhi dei pastori vedono un bambino nella mangiatoia, il loro cuore crede che sia il Salvatore, la loro bocca narra riecheggiando la parola del Vangelo che hanno ascoltato e contemplato. Catechizzando coloro che incontrano attraverso il racconto della loro esperienza, i pastori diventano testimoni di fede ed evangelizzatori. Il Vangelo proclamato dai pastori non รจ una favola artificiosamente inventata che alimenta attese illusorie ma รจ una parola vera che suscita meraviglia perchรฉ in essa cโรจ la fede, ovvero la voce di Dio. Per molti le parole dei pastori suonano come una novitร assoluta. Per Maria, che giร era stata evangelizzata dallโangelo Gabriele, le parole dei pastori le giungono come una conferma. Ella ascolta la Parola, la custodisce e la medita. Come i pastori che allโaperto vegliavano sul gregge, anche Maria custodisce con fare protettivo la Parola di Dio che diventa evento. La sua maternitร non si รจ compiuta nel momento del parto, ma richiede di essere ancora maturata. Non รจ tutto chiaro nel cuore di Maria nel quale rimangono aperti tanti interrogativi: che sarร di questo figlio? Come si realizzerร la promessa messianica di Dio ribadita dagli angeli? La Pasqua di Gesรน sarร la risposta definitiva alle domande degli uomini che, ponendosi con fede a servizio di Dio, ricercano la sua volontร e la attuano nella caritร fraterna. La fede non puรฒ ridursi a conoscenza di cronaca o a speculazione mentale, ma essa matura nellโesperienza diretta dellโamore che si fa realtร nella carne delle persone. Solo la fede incarnata nelle relazioni diviene esperienza di gioia intima e profonda che fa sgorgare dal cuore canti di benedizione e di lode. I pastori, gente umile e semplice, che conoscono la fatica della vita e del lavoro, diventano come gli angeli che intonano lโinno di gloria a Dio. Essi non ritornano semplicemente alla vita di prima ma partono dalla mangiatoia di Betlemme portando negli occhi e nel cuore il segno dellโamore di Dio, seme e luce di speranza per tutti gli uomini.
MEDITATIO
La mangiatoia del cuore
Ogni nascita รจ una festa perchรฉ alle grida di dolore per le doglie del parto segue il pianto liberatorio del neonato che canta la vittoria della vita sulla morte. Nel bambino Gesรน รจ annunciata lโiniziativa di Dio che viene per riscattarci dalla schiavitรน del peccato e renderci figli suoi. Al di lร delle luci che rendono allegre le strade centrali delle cittร , brulicanti di gente alla ricerca dei regali da fare o degli acquisti per le cene e i pranzi festivi, appena fuori dal recinto commerciale, cโรจ un mondo in cui lโansia e la paura la fanno da padroni. Spesso siamo abbagliati dalle lusinghe pubblicitarie e da modelli che ci suggeriscono stili di vita in dissonanza e in distonia con il desiderio di amore che portiamo nel cuore. La cultura dominante ci induce a credere che si puรฒ diventare adulti, liberi ed emancipati, nello stesso modo con cui si allevano gli animali per renderli pronti alla macellazione nel piรน breve tempo possibile per soddisfare la richiesta sempre crescente della fame insaziabile di pochi. Mentre siamo distratti da mille preoccupazioni mondane e dai nostri sogni di grandezza, Dio ci mostra un bambino che giace inerme nella mangiatoia. ร lui il segno che offre alla nostra contemplazione. Non si tratta di fissare lo sguardo perso nel vuoto di veritร astratte, ma di guardare innanzitutto dentro di noi, lรฌ dove il Signore ha posto la sua dimora. La mangiatoia, luogo piรน interno della dimora umana, altro non รจ che il nostro cuore, lรฌ dove risuona la voce dello Spirito che, come i vagiti di bambino, chiede un poโ di attenzione nei suoi confronti. Ha da dirci una cosa tanto importante, quanto essenziale, per la nostra vita: Io ti amo. Non sono parole di circostanza, nรฉ rituali, o vuote di senso. Non cโรจ nulla di piรน semplice e di piรน vero delle parole che nascono da un cuore che ama liberamente e gratuitamente, come รจ appunto quello di Dio. Gesรน, Parola di Dio, รจ la voce del Dio Bambino, che si รจ fatto debole con i deboli, povero tra i poveri, ha condiviso la fragilitร e la precarietร della condizione umana caricandosi delle nostre infermitร . La parola dellโamore che crea sgorga dal cuore amante di Dio. Solo lโamore crea. Egli, che fa sua la nostra debolezza perchรฉ sia nostra la sua forza, condivide con noi la nostra povertร per parteciparci lโinfinita ricchezza della sua misericordia, ci chiede di accoglierlo. La creazione non รจ la produzione del mondo esistente ma รจ lโopera di Dio che sapientemente intesse la relazione familiare con tutte le sue creature. Egli non solo รจ il costruttore della Casa comune ma รจ Colui che vuole abitarla con noi. Facendosi figlio dellโuomo, Dio si fa servo dellโumanitร perchรฉ coloro che si pongono al servizio di Dio siano rigenerati come suoi figli ed eredi della vita eterna. Nel Natale del Signore appare chiaramente lo stile con il quale Dio dialoga con lโuomo: non si vanta, non si gonfia dโorgoglio, non cerca il suo interesseโฆ (1Cor 12). In un mondo in cui si gareggia ad ostentare la propria forza aggressiva, con tutto il carico delle conseguenze disastrose, e si invoca addirittura il favore divino per legittimare lโistinto di dominio che semina morte e sofferenza, Dio sceglie unโaltra via per farsi vicino ed esercitare la sua sovranitร . Scegli la via della povertร , della mitezza, della narrazione di sรฉ mediante le parole silenziose dei suoi atti di misericordia. Non di rado la Parola di Dio cade nel vuoto o le lasciamo scivolare addosso. Maria, invece, รจ per noi modello di credente che custodisce nel cuore la parola di Dio e la medita permettendo ad essa di fruttificare in parole di lode, supplica e ringraziamento in gesti di solidarietร fraterna. A Dio che chiede di essere ascoltato e accolto, lโuomo risponde con la richiesta di ricevere il pane quotidiano della Parola che lo nutre, lo sazia e lo rende fratello e amico di tutti. Tanto piรน frequentemente ci accostiamo alla mangiatoia dellโaltare per ricevere il nutrimento dello Spirito, tanto piรน gli occhi del cuore si apriranno per riconoscere e contemplare Dio lรฌ dove eravamo abituati a vedere solamente il male e ad aprire la nostra bocca, non solo per nutrirsi dei beni della terra, ma anche per far uscire parole di lode, ringraziamento, perdono, consolazione, incoraggiamento e di speranza per tutti.
NATALE DEL SIGNORE
MESSA DEL GIORNO
O Dio, che in modo mirabile
ci hai creati a tua immagine e in modo piรน mirabile
ci hai rinnovati e redenti,
faโ che possiamo condividere la vita divina del tuo Figlio,
che oggi ha voluto assumere la nostra natura umana.
Egli รจ Dio, e vive e regna con te,
nellโunitร dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
Dal libro del profeta Isaรฌa Is 52,7-10
Tutti i confini della terra vedranno la salvezza del nostro Dio.
Come sono belli sui monti
i piedi del messaggero che annuncia la pace,
del messaggero di buone notizie che annuncia la salvezza,
che dice a Sion: ยซRegna il tuo Dioยป.
Una voce! Le tue sentinelle alzano la voce,
insieme esultano,
poichรฉ vedono con gli occhi
il ritorno del Signore a Sion.
Prorompete insieme in canti di gioia,
rovine di Gerusalemme,
perchรฉ il Signore ha consolato il suo popolo,
ha riscattato Gerusalemme.
Il Signore ha snudato il suo santo braccio
davanti a tutte le nazioni;
tutti i confini della terra vedranno
la salvezza del nostro Dio.
Lโevangelizzatore e i testimoni
Lโoracolo del capitolo 52, col quale si apre la seconda parte del libro di Isaia, funge da inclusione con quello del capitolo 40, che invece lo inaugura. Entrambi i testi sono una proclamazione e hanno in comune lโimmagine del messaggero che deve annunciare la venuta prossima del Signore. Ciรฒ che viene preannunciato nel cap. 40 viene proclamato realizzato nel 52. Le sentinelle della cittร santa, appostate sulle mura, scorgono sulle montagne vicine il messaggero che corre per annunciare la pace, la liberazione, il lieto messaggio. Le sentinelle si rivolgono allora alla cittร stessa, ancora in rovina, e alzano la voce per annunciare lโarrivo del Signore. Il profeta predilige termini che si riferiscono al corpo per far passare il messaggio che lโevento della salvezza coinvolge tutta la persona perchรฉ non รจ una realtร astratta ma รจ un fatto che tocca la vita: i piedi umani sono gli strumenti affinchรฉ si manifesti il braccio divino. Particolarmente importante รจ il valore attribuito al messaggero e alla sua testimonianza. Vi รจ una mediazione molteplice, quella del messaggero che porta la bona notizia alle rovine di Gerusalemme, ยซRegna il tuo Dioยป, e quella delle sentinelle che ricevono il suo messaggio e lo ritrasmettono a tutte le nazioni e a tutti i confini della terra. La figura dellโevangelizzatore trova compimento in Gesรน che fa conoscere il Padre e quella delle sentinelle corrisponde a Giovanni e ai testimoni che fungono da mediatori affinchรฉ la fede dei credenti possa maturare fino a giungere ad essere lโopzione fondamentale della propria vita.
Salmo responsoriale Sal 97
Tutta la terra ha veduto la salvezza del nostro Dio.
Cantate al Signore un canto nuovo,
perchรฉ ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.
Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si รจ ricordato del suo amore,
della sua fedeltร alla casa dโIsraele.
Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!
Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore.
Dalla lettera agli Ebrei Eb 1,1-6
Dio ha parlato a noi per mezzo del Figlio.
Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo.
Egli รจ irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza, e tutto sostiene con la sua parola potente. Dopo aver compiuto la purificazione dei peccati, sedette alla destra della maestร nellโalto dei cieli, divenuto tanto superiore agli angeli quanto piรน eccellente del loro รจ il nome che ha ereditato.
Infatti, a quale degli angeli Dio ha mai detto: ยซTu sei mio figlio, oggi ti ho generatoยป? e ancora: ยซIo sarรฒ per lui padre ed egli sarร per me figlioยป? Quando invece introduce il primogenito nel mondo, dice: ยซLo adorino tutti gli angeli di Dioยป.
Gesรน Cristo, Parola di Dio che crea e salva
Lโautore della lettera agli Ebrei introduce la sua meditazione su Gesรน, presentato come il Cristo nelle vesti del Sommo Sacerdote fedele e misericordioso, mettendo in risalto la Parola quale caratteristica del Dio dโIsraele. Dio parla continuamente al suo popolo invitandolo ad amarlo e ad unirsi a Lui. Molti sono stati i modi con i quali Dio ha voluto allacciare relazioni dโamore con Israele manifestandogli il suo affetto e la sua volontร . Gesรน, pur apparendo al mondo quale figlio di Maria e di Giuseppe, รจ Figlio di Dio, parola prima, per mezzo del quale tutto รจ stato creato, ed รจ parola ultima perchรฉ tutto il creato sia salvato e diventi Regno di Dio nel quale tutti gli uomini sono adoratori di Dio in ยซSpirito e Veritร ยป. Riecheggiano le parole dei Sapienti dโIsraele che rintracciano nella creazione e nella storia la Sapienza di Dio che risplende del suo amore misericordioso. Questa luce sfolgora definitivamente nellโevento della Pasqua quando Gesรน รจ ยซintronizzatoยป. Nella risurrezione dai morti si manifesta nel Crocifisso risorto la gloria di Dio e Gesรน รจ riconosciuto come il Figlio di Dio. Gesรน Cristo, quale Figlio di Dio, รจ ยซLuce da Luce, Dio vero da Dio veroยป. In questo senso egli รจ ยซirradiazione della sua gloriaยป; ed รจ ยซimpronta della sua sostanzaยป perchรฉ vedendo Gesรน si vede il Padre e chi accetta lโamicizia di Gesรน diventa anche lui figlio di Dio, erede della vita eterna.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 1,1-18
Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.
In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto รจ stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla รจ stato fatto di ciรฒ che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non lโhanno vinta.
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perchรฉ tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo รจ stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti perรฒ lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
nรฉ da volere di carne
nรฉ da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di veritร .
Giovanni gli dร testimonianza e proclama:
ยซEra di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
รจ avanti a me,
perchรฉ era prima di meยป.
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
Perchรฉ la Legge fu data per mezzo di Mosรจ,
la grazia e la veritร vennero per mezzo di Gesรน Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che รจ Dio
ed รจ nel seno del Padre,
รจ lui che lo ha rivelato.
LECTIO
Contesto
Il capitolo 1 del vangelo รจ composto di due parti: la prima (1, 1-18) il prologo in forma poetica presenta il Lรฒgos e la sua vicenda, la seconda (1, 19-51) รจ lโinizio del racconto evangelico. Nel prologo lโevangelista informa il lettore circa lโidentitร e la missione di Gesรน. Infatti, esso ha la stessa funzione dei ยซvangeli dellโinfanziaยป perchรฉ vuole offrire la chiave di lettura teologica della figura di Gesรน, collegando la sua vicenda e la sua missione direttamente alla volontร di Dio. Il prologo รจ una sorta di ouverture che intende guidare il lettore alla comprensione del tema e dello sviluppo narrativo della vicenda che ha come culmine la Pasqua di Cristo Gesรน.
Struttura
Nei vv. 1-18 cโรจ una cesura tra il v. 13 e il v. 14. Prima i soggetti sono alla terza persona per poi passare alla prima persona plurale. Nella prima parte si parla di Giovanni Battista legando la sua venuta e la sua missione alla fede dei destinatari della sua opera evangelizzatrice (vv. 6-8) e al v. 15 รจ introdotto un locutore che rende la sua testimonianza unendosi alla confessione della comunitร credente (v. 16). Dunque, il prologo si divide in due parti: nei vv. 1-13 il soggetto รจ il Lรฒgos di cui si mette in evidenza la sua preesistenza e la sua venuta nel tempo; nella seconda parte (vv. 14-18) si dร voce alla confessione di fede dei credenti. La preesistenza del Lรฒgos lo colloca nellโeternitร di Dio (vv. 1-4) e la sua venuta nel mondo come luce lo rende partecipe della storia dellโuomo (vv. 5-8). Il mondo degli uomini, ovvero gli uomini del mondo, rifiuta il Lรฒgos (vv. 9-11), mentre chi lo accoglie diventa figlio di Dio perchรฉ da Lui si viene generato (vv. 12-13). La seconda parte del prologo contiene la confessione di fede di quanti hanno accolto la venuta del Lรฒgos. La voce di Giovanni si unisce a quella dei testimoni che identificano il Lรฒgos, chiamato ยซFiglio unigenito del Padreยป, con la persona storica di Gesรน Cristo (vv.16-18).
Spiegazione
Lโinizio del prologo richiama chiaramente quello della Genesi con i temi della creazione, della luce e delle tenebre e della vita. Il ยซprincipioยป di cui si parla รจ un โtempoโ che potremmo definire kairos, che precede il kronos. Il termine Lรฒgos non รจ facile da tradurre perchรฉ ogni termine ridurrebbe la ricchezza del suo significato. Certamente lโevangelista Giovanni conosce la riflessione sul concetto di ยซparola di Dioยป come potenza creatrice e sostenitrice del mondo esistente. Il Logรฒs รจ ยซparola di Dioยป, come lo รจ la Sapienza nella letteratura sapienziale (Pr 8; GB 28; Sir 24; Sap 7-9), perchรฉ coopera nella creazione dellโuniverso fungendo da archetipo/modello e da architetto (Pr 8,22-23-27-31). Tuttavia, il Lรฒgos non รจ ยซsophiaยป (sapienza intesa come idea progettualeยป) nรฉ รจ una creatura (partorita dalla mente di Dio), anche se fosse stata la prima. Il Lรฒgos lo potremmo accostare allโimmagine del ยซsognoยป di Dio per il mondo: avere figli in un mondo di pace e di giustizia perchรฉ vivano in comunione tra loro e con il creato e partecipino alla vita stessa di Dio e alla comunione con Lui. Il kairos di Dio genera il kronos dellโuomo che, per mezzo di Gesรน, giunge alla sua pienezza nel momento in cui il sogno di Dio si compie. La redenzione segna il compimento del sogno di Dio.
La ripetizione del verbo essere allโimperfetto, riferita al Lรฒgos, suggerisce lโidea di una condizione perdurante in un tempo che precede (kairos) quello dellโuomo (kronos). I tre verbi ยซeraยป assumono significati diversi perchรฉ il primo indica lโesistenza (dal principio, ovvero da sempre), il secondo la relazione (con Dio) e il terzo รจ un predicato che ribadisce la natura divina del Lรฒgos. Tra il Lรฒgos e Dio non cโรจ identificazione intesa come sovrapposizione o fusione, ma unโunitร che risulta dalla relazione di amore, la quale non annulla la distinzione ma la colloca in un rapporto ordinato lโuno allโaltro. In altri termini, si potrebbe dire che allโorigine (pre-esistenza/kairos) cโรจ lโamore (la pro-esistenza). Lโamore รจ il progetto di vita di Dio, per cui ยซciรฒ che era di Dio lo era anche del Lรฒgosยป.
I primi due versetti si concentrano sullโidentitร del Lรฒgos in relazione con Dio. Dal v.3 si passa alla sua missione in relazione al mondo creato e agli uomini che lo abitano. Riprendendo il racconto della Genesi, lโevangelista ricorda che Dio ha creato parlando e che tutto ha avuto inizio dal Lรฒgos del Padre mediante il quale Egli si rivela e comunica. Lโintera creazione รจ rivelazione perchรฉ รจ effetto del ยซdire di Dioยป che diventa opera la cui bellezza si contempla nel grande libro del creato. Il v. 4 introduce il tema della vita e della luce. Mediante il Lรฒgos il creato riceve lโesistenza biologica; allโuomo, che non ne รจ solo una parte ma anche il suo vertice, viene offerta insieme alla vita fisica anche quella di Dio (la vita eterna). La luce e la vita da elementi della natura diventano simboli che rimandano alla vita di Dio partecipata agli uomini. Il Lรฒgos, parola di Dio, รจ luce che illumina il cammino della fede che porta a vivere con Dio, in Dio e per Dio. Nel racconto evangelico ยซluceยป e ยซvitaยป sono i nomi che rivelano la vocazione e la missione di Gesรน. La funzione della luce รจ quella di brillare e illuminare. A Dio, che ยซviene nel mondoยป come luce per ยซilluminareยป ogni uomo e farsi conoscere da lui, fa riscontro lโuomo che deve scegliere se respingere la luce e abitare nelle tenebre dellโignoranza o accoglierla lasciandosi illuminare per essere a sua volta segno luminoso di speranza. Il Lรฒgos รจ sorgente della luce e della vita, mentre Giovanni รจ il testimone della luce. La sua missione consiste nellโannunciare la venuta della luce, come una sentinella o come lโaurora. Testimoniare significa essere corpo illuminante che esiste e illumina solo se riflette la luce che riceve. Similmente la testimonianza di Giovanni รจ funzionale allโannuncio del vangelo: Cristo, luce del mondo, ha sconfitto le tenebre del peccato e della morte. Di questa vittoria possono godere coloro che credono.
Il Lรฒgos viene nel mondo perchรฉ tra lui e ยซi suoiยป si crei la stessa familiaritร che caratterizza il suo rapporto con Dio. Tuttavia, questo non รจ automatico perchรฉ la realizzazione sogno di Dio deve passare attraverso la libertร dellโuomo che ha la possibilitร di rifiutare o accogliere la Luce. Il Lรฒgos รจ luce e vita perchรฉ vive la relazione con Dio in un rapporto dialogico. La sua missione รจ aprire allโuomo, ed estendere a tutti, la possibilitร di partecipare alla vita divina, alla pro-esistenza.
Dal mondo creato lโattenzione passa alla comunitร degli uomini che รจ caratterizzata da legami di appartenenza con Dio. Gli uomini, dice lโevangelista, sono tutti membri della famiglia di Dio perchรฉ creati tali. Tuttavia, lo status di familiari di Dio diventa effettivo nella misura in cui si accoglie il Lรฒgos credendo in lui. La fede รจ una libera scelta degli uomini con cui esprimono la loro responsabilitร nei confronti di Dio. Essere figli di Dio vuol dire scegliere di vivere per Dio rispondendo di sรฌ allโimpegno di amore che Lui ha preso con gli uomini di ยซvivere per loro come Padreยป. Come il Padre per mezzo del Lรฒgos sceglie di amare il mondo, creandolo, e gli uomini, chiamandoli a far parte della sua famiglia, cosรฌ, per mezzo dello stesso Lรฒgos, Gesรน Cristo, gli uomini scelgono di amare Dio consacrando (credere in) la propria vita per Lui, come ha fatto Gesรน. Il fatto che venga usato il verbo ยซdiventareยป vuol dire che la figliolanza di Dio รจ un progetto sempre da realizzare. La grazia costituisce la persona nel suo status di figlio di Dio ma il credente diventa adulto nella fede vivendo continuamente da figlio di Dio. ยซCredere nel nome diยป significa ยซaffidarsi completamenteยป, ยซavere fiducia diยป. Nel processo di maturazione spirituale si coniugano la grazia che accompagna e lโimpegno a rimanere fedele alla scelta iniziale di fidarsi di Gesรน e unirsi a lui.
La seconda parte del prologo inizia con lโaffermazione dellโevento dellโincarnazione. Si tratta anche in questo caso di un passaggio. Lโassunzione della condizione umana รจ tradotta con lโimmagine di ยซdiventare carneยป. Il passaggio del Lรฒgos dalla dimensione divina, caratterizzata dallโeternitร , a quella temporale, che รจ invece contraddistinta dalla precarietร , รจ specificato con lโimmagine del ยซattendarsiยป o ยซporre la dimoraยป in mezzo a quelle degli uomini. La tenda richiama immediatamente lโesperienza dellโesodo e la ยซpresenzaยป di Dio che si fa pellegrino in mezzo al popolo che per tanti anni e forestiero in terra straniera. La letteratura sapienziale identifica la Sapienza con la presenza di Dio che abita insieme al suo popolo. Proprio questa coabitazione fa del cammino esistenziale un pellegrinaggio, e non un vagabondare. La comunitร , abitata dal Lรฒgos, diventa casa aperta ad accogliere chiunque sia desideroso di attingere alle sorgenti della Sapienza.
Il racconto dellโesodo parla della gloria di Dio che avvolgeva come una nube la tenda. Lโevangelista, testimone degli eventi nei quali Gesรน si รจ reso protagonista, testimonia che la gloria descritta nei racconti dellโAntico testamento egli lโha contemplata in Gesรน che chiama ยซFiglio unigenitoยป. In lui, infatti, risiede la pienezza della grazia e della fedeltร di Dio. In altri termini, Gesรน rivela agli uomini la ricchezza inesauribile dellโamore del Padre. Gesรน Cristo รจ il rivelatore del Padre perchรฉ per mezzo suo si riversa su lโumanitร tutta la ricchezza della misericordia divina. Gesรน non รจ in contrapposizione con Mosรจ ma in continuitร anche se rappresenta la novitร e il compimento. Mosรจ รจ stato scelto tra gli uomini per essere il mediatore attraverso cui donare la Legge. Gesรน รจ lโunico e vero mediatore perchรฉ tramite lui, non solo si riversa lโabbondanza della grazia, ma lโuomo puรฒ corrispondere a Dio con la sua vita. Gesรน รจ lโunica via che introduce nella intimitร familiare di Dio, che รจ la vita vera.
MEDITATIO
Il cammino della Parola, dal cuore di Dio allโabbraccio del Padre
Il prologo del vangelo di Giovanni ci porta col cuore alla prima parola, o meglio alla parola prima, quella che sgorga dalla relazione tra il Padre e il Figlio. Giovanni, quasi a conclusione della sua vita, redige il vangelo, che ha il sapore di una testimonianza e di un testamento della propria vita. Quando la narrazione รจ terminata, sente il bisogno di ricapitolarla facendo precedere il racconto da un inno attraverso il quale si compie un viaggio dal principio allโoggi. Il principio non รจ un inizio lontano nel tempo, ma รจ la sorgente del presente. In quel principio fuori del tempo e dello spazio risiede la chiave di lettura di tutto ciรฒ che esiste.
Allโorigine cโรจ il dialogo, una parola donata reciprocamente, meglio diremmo che nel dialogo ci si dona reciprocamente lโuno allโaltro. La relazione che unisce le persone che compongono la Trinitร รจ caratterizzata dal fatto che esse comunicano e si comunicano lโamore, non informazioni o idee, ma ciรฒ che fa di esse una autentica comunitร .
Il cosmo รจ il riflesso di questa comunione tra realtร diverse che, armonizzandosi, fanno vivere. Lโecosistema e ogni forma di societร autenticamente umana sono espressioni di vita paragonabile ad una sinfonia o meglio ancora ad un corpo nel quale ogni membro ha la sua specificitร a servizio del bene comune.
Se lo sguardo sapiente sulla creazione fa comprendere il posto che รจ stato assegnato a ciascuno e lโascolto della Legge rende coscienti delle proprie responsabilitร nei confronti degli altri, lโadesione a Gesรน Cristo rivela il senso finale della vita. Essa รจ un dono che educa a farsi dono a Dio e ai fratelli. Gesรน, narrando con la vita il Padre, condivide con chi lo ascolta il suo stesso sguardo di figlio di Dio e lo coinvolge nel dialogo intimo e sublime tra Lui e il Padre.
La preghiera รจ il modo con il quale entrare in questo circolo in cui tutti sono avvolti dal vincolo della caritร , che colma le valli del pessimismo e abbassa le montagne dellโorgoglio.
Gesรน ci richiama al principio di tutto e da qui ripartire per raggiungere il fine della vita che รจ vivere pienamente con Gesรน da figli di Dio.
Dallโumiliazione della schiavitรน allโumiltร del servizio
Il Natale del Signore รจ la prima delle grandi feste che ritmano lโanno liturgico che ruota attorno allโ evento della Pasqua. Non รจ un caso che la liturgia riserva a queste due solennitร la veglia notturna in cui gioca un ruolo importante il segno della luce che splende e rischiara le tenebre.
Siamo un popolo in cammino ma immerso nel buio dellโincertezza e della paura. Per quanto possano darci speranza le tecniche scientifiche, che sono pure a servizio del bene dellโuomo, sentiamo di essere ancora tra le nebbie della precarietร e della debolezza che vela di tristezza anche i momenti di festa che vorremmo vivere nella pace e nella serenitร .
Il vangelo parla di un decreto dellโimperatore che ordinava un censimento. Per questo Giuseppe, in obbedienza al comando imperiale compie il viaggio verso Betlemme, la cittร in cui era nato Davide. Si tratta in un certo senso di un ritorno a casa, alle proprie origini. Lรฌ a Betlemme un giorno il profeta Samuele era stato inviato da Dio a casa di Iesse per consacrare re uno dei suoi figli. Samuele giungendo in quella casa aveva iniziato a cercare tra gli uomini piรน grandi e piรน forti, ma Dio riorienta la ricerca tra i piรน piccoli perchรฉ il Signore non guarda lโapparenza ma il cuore. Fu dunque chiamato il piรน piccolo dei figli di Iesse, Davide, che era con i pastori a pascolare il gregge. Davide da pastore di pecore divenne pastore di un popolo. Dallโumiliazione allโumiltร . Facile immaginare che davanti ai primi segni di gravidanza di Maria si siano scatenate le critiche e i pettegolezzi degli abitanti di Nazaret. Forse anche questo avrร spinto i novelli sposi a lasciare il villaggio e andare a Betlemme. Sโintrecciano esigenze che potremmo definire sociali con quelle piรน strettamente personali.
Lโimposizione delle regole, siano esse finalizzate a prevenire il contagio, oppure quelle che regolano il vivere sociale, anche se possono apparire ingiuste, sono lโoccasione ieri come oggi per fare del nostro cammino un pellegrinaggio dellโumiltร . Anche noi possiamo sentire tutto il peso delle frustrazioni, dei limiti, delle attese deluse che, se assolutizzate, ci portano a vagare confusi e disorientati. Lโattaccamento alle cose e uno stile di vita possessivo e controllistico fanno della paura la nostra guida. Il risultato รจ lโaggressivitร verbale, fisica e psichica. Stiamo male perchรฉ viviamo male lโumiliazione e affidiamo la gestione del nostro malessere ai pensieri negativi che generano giudizio e pessimismo.
Nella notte del dolore e dellโincertezza ci viene incontro la luce del vangelo che splende al di sopra dei nostri ragionamenti arzigogolati. ร necessario distrarre lo sguardo dal nostro io che piange e si lamenta contro gli altri per rivolgerlo verso lโalto e verso lโaltro. Lโobbedienza non sarร mera esecuzione di ordini ma un cammino nuovo guidato dalla parola di Dio che dร la direzione giusta ai nostri passi.
La meta รจ Betlemme, la casa del pane. Giuseppe e Maria non obbediscono solo ad un comando imperiale, ma realizzano il volere di Dio, quello di fare casa con noi. Loro non sono pienamente consapevoli, come non lo siamo neanche noi dei progetti divini, ma nellโobbedienza agli uomini si concretizza anche la volontร di Dio. La ribellione, la mormorazione, anche se sono giustificate da una motivazione di giustizia non portano alla pace, anzi, alimentano la guerra. Invece di concentrarci su ciรฒ che non va negli altri e nei loro modi di comportarsi, rimanendo ripiegati su noi stessi, dovremmo alzare gli occhi al cielo e domandarci cosa fare per non replicare e alimentare il male subito.
Maria e Giuseppe pur essendo di casa a Betlemme non vi trovano posto in un alloggio familiare. Non si perdono dโanimo e fanno di una grotta adibita a stalla per gli animali la loro dimora familiare. Il centro di questa casa diventa la mangiatoia perchรฉ in essa รจ deposto il bambino appena nato e avvolto in fasce. Maria e Giuseppe ci insegnano a celebrare il Natale con atteggiamenti di docile obbedienza, concreta attenzione al piรน piccolo. Essi, infatti non cercano la comoditร per sรฉ stessi, ma creano uno spazio per accogliere e far nascere il loro bambino. Non perdono tempo a giudicare, a lamentarsi, a rimbrottare o rinfacciare, ma accolgono la disponibilitร di chi, rimanendo nellโanonimato, offre loro uno spazio della propria casa, il luogo meno nobile ma che รจ reso umano dalla loro presenza e soprattutto da quella di Gesรน, dalla loro premurosa delicatezza e dalla tenera debolezza del bambino. I gesti ordinari e silenziosi di Maria e Giuseppe rendono umano ciรฒ che รจ bestiale. Adattarsi non significa rinunciare ai propri sogni o ai desideri piรน belli ma iniziare a realizzarli partendo dallโessenziale e accettando di fare a meno del superfluo.
Ecco, dunque, la meta del cammino di Giuseppe e Maria, non solo Betlemme, non solo un alloggio, ma una mangiatoia. Il richiamo insistente della mangiatoia ci porta a pensare al mangiare che da preoccupazione diventa occasione, da tempo atteso a tempo vissuto. In tempo di crisi quello che diamo per scontato non lo รจ piรน. Nellโabbondanza non ci preoccupiamo di cosa mangiare e cosa dare da mangiare ai figli; nella societร dellโopulenza, in cui si confonde il benessere con il benavere, lโattesa e lโattenzione รจ sui beni di consumo, su oggetti che ci danno solo lโillusione di essere al passo dei tempi quando invece rincorriamo miraggi inconsistenti. In molte case questa domanda รจ ora drammaticamente urgente. Essa potrร essere accolta nella misura in cui facendoci solidali con i fratelli, sentiremo nostro il loro bisogno, senza giudicarli. Cosรฌ la domanda che germoglia da un cuore misericordioso รจ: cosa posso preparare per loro, come posso prepararmi per dare loro da mangiare. In molti casi il nutrimento essenziale รจ la comprensione benevola con cui mi approccio ai fratelli e alle sorelle proprio perchรจ cosciente dei loro limiti e anche delle loro colpe.
ร la tenerezza che ci porta ad adattarci e ad abitare anche gli spazi che a noi appaiono inospitali perchรฉ i nostri occhi cercano quella perfezione che non troveremo mai fuori di noi ma solamente in Dio. Questi luoghi sono le relazioni fraterne che rimarranno inaccessibili senza che la grazia di Dio le illumini. La luce della Parola di Dio permette di vedere nellโumiliazione lโUmiltร , nel niente il Tutto, nel dramma la Salvezza, nella mancanza di beni la pienezza del Bene.
Il Bambino nella mangiatoia รจ la risposta di Dio allโuomo che spesso si riempie di aria ma non รจ mai sazio. Dio scende verso lโuomo non per dargli il pane materiale ma per dare sรฉ stesso da mangiare; alimentati dal Suo Spirito siamo riempiti di Lui, del Suo Amore. Chi si sazia veramente al banchetto di Dio non se ne sta comodo a fare la siesta esulandosi dagli altri o chiudendosi in piccoli circoli, ma si sente spinto a donare a tutti con gioia quello che lui stesso ha ricevuto gratuitamente. Strada facendo sโimpara alla scuola di Gesรน e in compagnia dei santi, come Maria e Giuseppe, non solo a condividere quello che si ha ma a darsi allโaltro per amore in tutto ciรฒ che si fa.
Natale sia per noi il tempo del cammino verso Betlemme, ma ancor di piรน verso la mangiatoia, la mensa della Parola e dellโEucaristia sulla quale Dio si fa gustare e vedere quanto รจ buono e da lรฌ partire per farsi pane da spezzare con tutti.
Commento a cura di don Pasquale Giordano
Vicario episcopale per l’evangelizzazione e la catechesi e direttore del Centro di Spiritualitร biblica a Matera
Fonte – il blog di don Pasquale “Tu hai Parole di vita eterna“
