don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 27 Novembre 2023

Commento al brano del Vangelo di: Lc 21,1-4

Data:

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Senza rinuncia non cโ€™รจ dono

Dal libro del profeta Danieleย Dn 1,1-6.8-20

Non si trovรฒ nessuno pari a Daniele, Ananรฌa, Misaรจle e Azarรฌa.

Lโ€™anno terzo del regno di Ioiakรฌm, re di Giuda, Nabucodรฒnosor, re di Babilonia, marciรฒ su Gerusalemme e la cinse dโ€™assedio. Il Signore diede Ioiakรฌm, re di Giuda, nelle sue mani, insieme con una parte degli arredi del tempio di Dio, ed egli li trasportรฒ nel paese di Sinar, nel tempio del suo dio, e li depositรฒ nel tesoro del tempio del suo dio.

Il re ordinรฒ ad Asfenร z, capo dei suoi funzionari di corte, di condurgli giovani israeliti di stirpe regale o di famiglia nobile, senza difetti, di bellโ€™aspetto, dotati di ogni sapienza, istruiti, intelligenti e tali da poter stare nella reggia, e di insegnare loro la scrittura e la lingua dei Caldรจi. Il re assegnรฒ loro una razione giornaliera delle sue vivande e del vino che egli beveva; dovevano essere educati per tre anni, al termine dei quali sarebbero entrati al servizio del re. Fra loro vi erano alcuni Giudei: Daniele, Ananรฌa, Misaรจle e Azarรฌa.

Ma Daniele decise in cuor suo di non contaminarsi con le vivande del re e con il vino dei suoi banchetti e chiese al capo dei funzionari di non obbligarlo a contaminarsi. Dio fece sรฌ che Daniele incontrasse la benevolenza e la simpatia del capo dei funzionari. Perรฒ egli disse a Daniele: ยซIo temo che il re, mio signore, che ha stabilito quello che dovete mangiare e bere, trovi le vostre facce piรน magre di quelle degli altri giovani della vostra etร  e cosรฌ mi rendereste responsabile davanti al reยป. Ma Daniele disse al custode, al quale il capo dei funzionari aveva affidato Daniele, Ananรฌa, Misaรจle e Azarรฌa: ยซMettici alla prova per dieci giorni, dandoci da mangiare verdure e da bere acqua, poi si confrontino, alla tua presenza, le nostre facce con quelle dei giovani che mangiano le vivande del re; quindi deciderai di fare con i tuoi servi come avrai constatatoยป.

Egli acconsentรฌ e fece la prova per dieci giorni, al termine dei quali si vide che le loro facce erano piรน belle e piรน floride di quelle di tutti gli altri giovani che mangiavano le vivande del re. Da allora in poi il sovrintendente fece togliere lโ€™assegnazione delle vivande e del vino che bevevano, e diede loro soltanto verdure.

Dio concesse a questi quattro giovani di conoscere e comprendere ogni scrittura e ogni sapienza, e rese Daniele interprete di visioni e di sogni.

Terminato il tempo, stabilito dal re, entro il quale i giovani dovevano essergli presentati, il capo dei funzionari li portรฒ a Nabucodรฒnosor. Il re parlรฒ con loro, ma fra tutti non si trovรฒ nessuno pari a Daniele, Ananรฌa, Misaรจle e Azarรฌa, i quali rimasero al servizio del re; su qualunque argomento in fatto di sapienza e intelligenza il re li interrogasse, li trovava dieci volte superiori a tutti i maghi e indovini che cโ€™erano in tutto il suo regno.

Profezia e Sapienza luce per le Nazioni

Il libro di Daniele รจ inserito tra i libri dei profeti maggiori. Lo stile letterario รจ propriamente apocalittico, ovvero rivelativo del senso della storia che รจ guidata da Dio e orientata verso il compimento del suo progetto salvifico: lโ€™instaurazione del regno di Dio. Daniele, insieme ad altri tre compagni, รจ un esule giudeo in terra di esilio a Babilonia.

La mano di Dio non ha abbandonato il suo popolo ma lo ha guidato anche nei sentieri piรน impervi e oscuri della storia. Anche se Israele era in terra straniera ha cercato di conservare la sua identitร  osservando fedelmente le prescrizioni della Torah e rifiutando di conformarsi a comportamenti contrastanti la tradizione dei padri. In tal modo, senza una volontร  di ostentazione di sรฉ, i Giudei osservanti diventavano testimoni di una sapienza e di una intelligenza superiore agli altri.

Sapienza e intelligenza che erano doni divini non dati semplicemente per un uso โ€œinternoโ€ ma anche per essere messi a disposizione degli altri popoli. Come i profeti, che hanno accompagnato gli Israeliti esiliati nel loro pellegrinare, erano luce per il popolo, cosรฌ i profeti, che abitano in mezzo ai popoli stranieri come Israeliti, sono ยซluce per illuminare le Gentiยป. La profezia porta con sรฉ la Sapienza di Dio che non รจ solo il vanto dโ€™Israele ma รจ anche il contenuto dellโ€™annuncio portato a tutti i popoli.

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โœ Dal Vangelo secondo Luca Lc 21,1-4

Vide una vedova povera, che gettava due monetine.

In quel tempo, Gesรน, alzร ti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio.

Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: ยซIn veritร  vi dico: questa vedova, cosรฌ povera, ha gettato piรน di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivereยป.

Senza rinuncia non cโ€™รจ dono

Gli occhi di Gesรน si soffermano ad osservare una vedova povera la cui offerta sarebbe passata inosservata se lui non avesse attirato lโ€™attenzione sul gesto dallโ€™altissimo valore spirituale. Il silenzio, che accompagna la piccola oblazione della vedova, viene riempito dalla parola di Gesรน che al contempo solleva il velo dellโ€™anonimato e rivela il senso piรน intimo di quella offerta gradita piรน di quella fatta dai ricchi che rinunciano solo ad una piccola parte del loro superfluo.

La riflessione di Gesรน parte non dalla constatazione di quanto viene offerto, ma dal cogliere quello a cui si rinuncia. Il valore del gesto offertoriale รจ dato proprio da ciรฒ a cui si rinuncia mettendo in luce la fede dellโ€™offerente. Allora le proporzioni sโ€™invertono. I ricchi pur dando tanto hanno rinunciato a poco, mentre la povera vedova rinunciando a tutto ha dato piรน di tutti.

Gesรน indica nellโ€™obolo della vedova un grandissimo gesto di fede che รจ tale perchรฉ genera lโ€™amore il cui valore non si misura sulla quantitร  delle cose che si fanno o si danno, ma su quanto si รจ disposti a rinunciare. Gesรน rivela il valore autentico della donazione a partire da ciรฒ che il dono rappresenta per chi lo offre. I ricchi offrono una parte del superfluo, mentre la vedova getta nel tesoro del tempio tutto quello che รจ a sua disposizione per vivere.

La vedova ha preso dalla dispensa vuota le due monetine, sufficienti appena per un pezzo di pane. Con il gesto di offrire a Dio quello che รจ umanamente indispensabile, la donna sta affermando davanti a Dio che Lui รจ il suo tutto. La fiducia in Dio di questa povera vedova รจ massima, perciรฒ, nella sua miseria offre a Lui tutto quello che ha per vivere.

รˆ certa che Dio provvidente e generoso le darร  tutto quello che le serve per vivere. Per la vedova, al contrario dei ricchi che confidano nella ricchezza, il necessario รจ lโ€™amore inteso come dono totale di sรฉ allโ€™altro. Questa povera donna ha compreso che Dio รจ lโ€™unico bene necessario per la sua vita, perciรฒ, con il suo gesto silenzioso insegna la veritร  piรน grande: nella vita una cosa sola รจ necessaria, amare!

Commento a cura di don Pasquale Giordano
Vicario episcopale per l’evangelizzazione e la catechesi e direttore del Centro di Spiritualitร  biblica a Matera

Fonte – il blog di don Pasquale “Tu hai Parole di vita eterna

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