Lโaltra faccia delle cose
Sembra quasi una liturgia di Avvento quella odierna con il suo invito a vegliare. Ma non รจ ancora Avvento. Segno, perciรฒ, che la vigilanza รจ attitudine permanente del discepolato evangelico.
Vegliate, cioรจ imparate a comprendere ciรฒ che sta accadendo. Imparate a scorgere il credito di fiducia che Dio continua ancora, nuovamente, ad accordare allโuomo. Imparate a vivere altrimenti, capaci di sottrarvi alla seduzione idolatrica quotidiana, quella che impedisce di vedere oltre, di essere altrimenti.
Forse non misuriamo quale carica di speranza, di vita, dโaccensione di fiducia, di energia, quanto fermento sia custodito in questo pensiero, se solo ci sfiorasse piรน di quanto oggi ci sfiora: โIl Signore verrร โ. Quando si aspetta qualcuno il suo arrivo non รจ mai improvviso; lโospite puรฒ essere in anticipo o in ritardo, ma non giunge mai inatteso!
E intanto che cosa fare? La liturgia ci consegna dei verbi/atteggiamenti.
Aspettare. โSolo le donne, le madri, sanno che cosโรจ il verbo โaspettareโ. Il genere maschile non ha nรฉ costanza nรฉ corpo per ospitare atteseโ (cosรฌ Erri De Luca in Nocciolo dโoliva). Questo รจ tempo in cui riscoprire la parte femminile di ciascuno di noi dove solo รจ possibile ospitare le attese, le speranze, le aspirazioni. Questo รจ tempo in cui sviluppare la capacitร di ospitare lโattesa mediante la sobrietร , ovvero lโuso corretto e non smodato dei beni.
Essere attenti. Lโattenzione รจ il contrario della distrazione e dellโindifferenza.
Se manchiamo di attenzione verso le cose della vita, vuol dire che siamo distratti.
Se manchiamo di attenzione verso gli altri, vuol dire che siamo indifferenti.
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Siate pronti: รจ invito ad aprire gli occhi, a osservare tutto con viva curiositร , a cogliere il messaggio anche delle piccole cose. Invito ad accorgersi dei tanti segni di una possibile presenza. Come non cogliere qui ciรฒ che fa la differenza nella vita di ogni giorno tra un cercare i segni e riconoscere i segni? ร lโattenzione che affina lo sguardo e ci fa riconoscere i segni.
Vegliare, ovvero recuperare lโaltra faccia delle cose assumendo come unitร di misura il metro di Dio. Vegliare รจ lโatteggiamento che indica la capacitร di vincere la notte, di far fronte allโimprevisto. Chi vigila vive la consapevolezza che ogni scelta รจ importante e ogni gesto รจ decisivo. Il vegliare di cui si parla nel brano odierno non รจ il vegliare del timore, ma quello dellโamore: la veglia come attesa fiduciosa che vive della consapevolezza di essere fatti per un incontro, per un riconoscimento.
Vegliare non รจ questione di sottrarsi al sonno. Vegliare รจ riconoscere unโincompiutezza, patire una mancanza e perciรฒ sentire il vuoto di unโassenza. Quale assenza? Quella di quel signore partito per un lungo viaggio. La sua non รจ mai una presenza incombente se la fiducia che ha nei nostri riguardi ha fatto sรฌ che ci consegnasse la sua casa e ci desse il suo stesso potere su ogni cosa. Vegliare รจ scrutare allโorizzonte il suo venire. E tuttavia, questo tempo della sua assenza, non รจ tempo banale, ma tempo riempito da una operositร capace di interpretare i desideri di colui che ha affidato a ciascuno il suo compito.
Vegliare รจ altra cosa dal sorvegliare.
Si sorveglia in nome della legge. Si veglia in nome della tenerezza e dellโaffetto.
Vigilare รจ leggere in profonditร gli avvenimenti per non evadere dalla storia, unico luogo possibile in cui sia dato poter riconoscere e incontrare il Signore. Stiamo vivendo un particolare momento storico caratterizzato da profondi mutamenti sociali, culturali, religiosi. Il rischio, per noi, รจ quello di dare risposte a domande mai poste. Dio giunge sempre in una maniera sorprendente (cfr. le 4 ore di Mc 13). Non รจ che, forse, โ e sottolineo il forse โ la storia va letta anche a partire dal suo rovescio (ammesso che riusciamo a definire quale il diritto e quale il rovescio)?


