don Giovanni Berti (don Gioba) – Commento al Vangelo del 20 Agosto 2023

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Facciamo che io ero

Qualche anno fa in Televisione hanno trasmesso un simpaticissimo programma di varietร  dal titolo โ€œFacciamo che io eroโ€, realizzato da Virginia Raffaele, artista davvero geniale nelle imitazioni. Il titolo prende spunto da una frase tipica dei giochi dei bambini che quando vogliono impersonare qualcuno dicono proprio cosรฌ: โ€œfacciamo che io eroโ€ฆโ€, cercando il piรน possibile di immedesimarsi nel personaggio con il quale vogliono giocare.

Virginia Raffaele cosรฌ come tanti altri imitatori, come ad esempio Maurizio Crozza, tanto per citarne un altro famoso e geniale, cercano di rappresentare sia nellโ€™aspetto ma soprattutto nel modo di parlare e fare qualche personaggio famoso, evidenziandone in maniera caricaturale alcuni aspetti tipici e difetti, per suscitare una risata e anche far riflettere. รˆ specialmente con i personaggi della politica e anche della religione che gli imitatori si scatenano per mettere in luce limiti e criticitร . La satira in questo modo non vuole offendere ma dare una scossa e magari invitare a rivedere certi modi di fare sbagliati.

Possiamo dire che tra i tanti modi con i quali Gesรน fa il Maestro ai suoi discepoli e contemporanei cโ€™รจ anche spazio per le imitazioni e la satira, e lโ€™evangelista lo ricorda proprio in questo brano. Quando leggo questo passo del Vangelo nel quale si narra di una donna straniera che implora Gesรน per la figlia malata e lui la scansa in tutti i modi arrivando anche da offenderla, rimango stupito e mi domando dove vuole arrivare, perchรฉ non รจ quel Gesรน che mi aspetto.

Gesรน da buon ebreo del suo tempo non fa altro che comportarsi come ci si doveva comportare con stranieri, pagani e donne, cioรจ li evita e li tratta con distacco. Arriva a paragonare la donna ad un cagnolino, e anche in questo non fa altro che rispettare la mentalitร  del tempo, secondo la quale lo straniero pagano era come un cane, uno degli animali piรน impuri e bassi. Anche lโ€™intervento dei suoi discepoli non รจ dettato dalla caritร  ma dal fastidio, e chiedono a Gesรน di far qualcosa per liberarsi al piรน presto della donna straniera.

In questo momento Gesรน non sta facendo Gesรน, ma sta imitando proprio la mentalitร  dei suoi discepoli e contemporanei e magari anche un poโ€™ noi oggi. Gesรน che non ascolta la richiesta di aiuto, che non accoglie lโ€™altro perchรฉ diverso, arrivando allโ€™offesa verbale (che con il disinteresse pratico diventa anche fisica), sta in qualche modo giocando a โ€œfacciamo che io eroโ€ฆโ€ i discepoli e anche noi oggi.

La stessa donna allโ€™inizio non ha ben capito chi รจ Gesรน e infatti lo chiama con un titolo che a Gesรน va stretto e non lo rappresenta, cioรจ โ€œfiglio di Davideโ€. La chiusura iniziale di Gesรน cosรฌ assurda in realtร  smaschera il vero volto della donna, che arriva a chiamarlo โ€œSignoreโ€ฆโ€ e a insistere cosรฌ tanto da mettere in luce una fede esemplare.

La donna non gioca e non fa finta con la sua difficoltร , la sua umanitร  e bisogno. Non sta giocando al โ€œfacciamo che io eroโ€ฆโ€, ma realmente lei รจ un essere umano che ha bisogno e si rivolge allโ€™amore di Dio in Gesรน.

Con la frase finale (โ€œDonna, grande รจ la tua fede! Avvenga per te come desideriโ€), Gesรน toglie la maschera da imitatore. Il Maestro non scherza piรน, ma mette in luce la grandezza di questa donna, anche se gli altri la vedono solo con una maschera addosso di femmina straniera e paganaโ€ฆ Questa donna ha una fede esemplare cosรฌ forte da operare miracoli. Dalle parole di Gesรน infatti sembra proprio che sia per la sua fede che la figlia si ritrova guarita.

Facciamo che io eroโ€ฆ come Cristo. Che cosa significa per me, per noi come comunitร ? Tante volte sento critiche non solo sui preti, come lo sono io, ma anche sul mondo dei cristiani e la Chiesa. Tante critiche e caricature magari le sentiamo ingenerose ed esagerate, ma contengono qualcosa di vero che ci puรฒ scuotere e migliorare. La caricatura che spesso ci viene fatta รจ quella di non essere accoglienti e di alzare barriere e giudizi nella comunitร . Mi vengono in mente le parole forti di Papa Francesco alla GMG del Portogallo, quando a Fatima ha ribadito lโ€™impegno di essere Chiesa per tutti, aperta a tutti. โ€œTodos, todos, todosโ€ ha insistito in lingua portoghese, ed รจ questo che dobbiamo fare in modo di essere.

Facciamo che io sono come Cristoโ€ฆma non per gioco, ma ogni giorno.

Fonte: il blog di don Giovanni Berti (“in arte don Gioba”)

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