In questa festa di Santa Maria Maddalena vogliamo metterci sui suoi passi per ripercorrerne il cammino. Con lei scopriamo che lโevento che fonda la nostra fede non conosce il linguaggio dello scombussolamento o del trionfo o dellโesplosione. Nessuno ne รจ stato spettatore.
Noi crediamo alla risurrezione non perchรฉ qualcuno abbia assistito a quellโevento ma per ciรฒ che quellโevento ha suscitato nel cuore e nella vita dei primi discepoli. Tutto molto leggero: solo segni da leggere. La discrezione della Pasqua. Pasqua, infatti, non รจ sbandieramento di certezze esibite ma anzitutto attenzione alle domande, alle lacrime, ai percorsi di ognuno:ย donna, perchรฉ piangi? Chi cerchi?โฆ che sono questi discorsi che state facendo lungo il cammino?ย Non la visione di Gesรน ma questa attenzione ai percorsi di ognuno โ i piรน percorsi di fuga e di disperazione โ รจ uno dei primi segni della risurrezione. Maria lo riconosce quando si sente chiamare per nome, ai due di Emmaus il cuore si scalda quando conversa con loro lungo la strada. Gesti e timbri di voce sciolgono le tenebre del cuore.
Il vangelo non usa mai linguaggi altisonanti e arroganti, non fa scialo di parole. ร memoria di gesti e di segni da scrutare. Ed รจ necessario che qualcuno โ come Maria Maddalena โ ci istruisca perchรฉ non ci fermiamo a fare la conta dei segni nellโincapacitร di interpretarli.
Gesรน รจ risorto ma Maria di Magdala รจ ancora nel buio. Forse accade anche per noi: la risurrezione รจ giร in atto ma i nostri occhi sono come impediti, al buio.
E, invece, lโinvito che ci giunge รจ quello di osare avvicinarsi come Maria per la quale i segni che hanno accompagnato la morte parlano ancora. Per questo piange e per questo cerca. La lungimiranza delle donne รจ ciรฒ che permette alla comunitร cristiana di leggere la propria storia e intravedere il cammino da percorrere, quale Galilea ancora la attende.
Tutto questoย quando ancora era buio. La notte non si รจ ancora diradata ma lo spuntare del giorno si affretta perchรฉ qualcuno non ha lasciato che una pietra tombale spegnesse per sempre la sua speranza. ร giร grazia alzarsi quando davanti a noi รจ lo sfascio della speranza. Chi, nella notte, accetta di mettersi in cammino trova cheย la pietra tombale non รจ piรน al suo posto. Cammini che inizianoย al buio. Mossi solo dalla consapevolezza che non ci sono forze che possono spegnere per sempre il sogno della vita.
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ร ancora possibile frequentare lโimpossibile: questo attesta Maria di Magdala. Un altro mondo รจ possibile, unโaltra Chiesa รจ possibile, un altro uomo รจ possibile. Una resurrezione รจ possibile: cโรจ ancora posto per la bontร e per lโumanitร in questo mondo. Non รจ scritto da nessuna parte che le forze della morte abbiano comunque il sopravvento. Il nostro compito non รจ quello di imbalsamare ancora una volta il Cristo e riporre definitivamente quanto grazie ai suoi gesti e alle sue parole abbiamo intravisto come possibile. A noi spetta anticipare lโaurora, affrettare il giorno, superare la situazione della Maddalena la qualeย non aveva ancora compreso la Scrittura, che cioรจ egli doveva risuscitare dai morti.
In questo nostro clima in cui spesso la vita รจ uccisa e grossi macigni vorrebbero impedire la possibilitร di sognare ancora una vita nuova, noi ci riscopriamo proprio come le donneย allโalba del primo giorno della settimana. Proprio per noi risuona oggi lโinvito aย non aver pauraย e a individuare la Galilea nella quale ci dร appuntamento. Facendo attenzione che i luoghi nei quali egli si lascia trovare โ il Vangelo insegna โ non sono soltanto i luoghi religiosi ma la casa, il giardino, la strada, il lago, una locanda. E lโincontro con lui non รจ mai omologante ma plurale, cioรจ secondo i tratti e le capacitร di ognuno. Ed รจ sempre un incontro che tocca il cuore perchรฉ aperto alla relazione.
La pasqua non รจ una improvvisa restaurazione della vita. Gesรน non va cercato come un corpo passato, la vita non va cercata come una riedizione del passato. ร necessario andare oltre: non a caso la traccia del corpo di Gesรน รจ sottratta. Lโattenzione deve puntare altrove.
Essa non รจ il frutto di qualcosa di improvviso, di magico ma lโesito di un processo, di un lento camminare, di una trasformazione della vita che conosce i tratti della quotidianitร e della debolezza. La pasqua รจ il frutto maturo di una vita che accetta di consumarsi, di non essere trattenuta.
Certo, un poโ sbrigativamente lโabbiamo chiamata risurrezione ma abbiamo dimenticato che si tratta di una Pasqua, di una lacerazione, di qualcosa che si rompe, si spezza, si apre perchรฉ altro accada. E accade proprio attraverso lโesperienza del tradimento, del peccato, del vuoto e della morte riletti come momento di passaggio alla fede nella misericordia del Padre che oltre la morte. Lo sappiamo: abbiamo paura di frequentare un simile linguaggio perchรฉ non sappiamo dove possa portare. Quello della Pasqua รจ infatti un linguaggio troppo alternativo: nessuno avrebbe immaginato che a comprenderne il messaggio fossero proprio coloro che una cultura e una religione avrebbero escluso.
FONTE – Quando era ancora buio โ S. Maria Maddalena
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