Poichรฉ non abbiamo il Commento di Charles de Foucauld al capitolo 10 del Vangelo di Matteo, proponiamo un commento al vangelo parallelo in Lc 14,26-27

ยซSe qualcuno non odia suo padre, sua madre, sua moglie, i suoi figli, i suoi fratelli, le sue sorelle e se stesso, non puรฒ essere mio discepoloยป.

Questo vuol dire: se qualcuno non mi preferisce aโ€ฆ, se qualcuno non รจ pronto ad abbandonare per meโ€ฆ se qualcuno non รจ pronto a sacrificare per meโ€ฆ suo padre, ecc., non puรฒ essere mio discepolo. Come sei buono, mio Dio, come sei soavemente, divinamente buono! Puoi, tu che sei Dio, o mio Onnipotente e Beneamato Signore, farci un comandamento piรน dolce, piรน tenero, piรน caro, per un cuore che ti ama, se non ordinargli di preferirti a tutto, di essere pronto ad abbandonare tutto, tutto sacrificare per te?.. Puoi fare alla tua povera creatura un comandamento piรน soave di dirgli di svuotare il proprio cuore di tutto ciรฒ che non sei tu, di spogliarsi di ogni attaccamento a quello che non sei tu, di darti il suo cuore tutto intero, senza riserve e senza divisione! Mio Dio, quale comandamento ineffabilmente dolce! Come sei buono! E come siamo felici!

Preferiamo Nostro Signore a tuttoโ€ฆ siamo pronti ad abbandonare tutto su una sua parola, come san Pietro e i figli di Zebedeo. Siamo pronti a sacrificargli tutto, come la santa Vergine offre a Dio suo figlio, accettando il sacrificio della croce, come Abramo sacrificava Isacco. Non รจ che non bisogna amare i propri figli: la Santa Vergine amava Nostro Signore infinitamente, Abramo amava Isacco, ma bisogna amare Dio sopra tutto e fare quello che domanda, qualunque cosa siaโ€ฆ Di piรน, non bisogna amare le creature che per Dio, in vista di Dio, perchรฉ Dio lo ordina: senza dubbio, bisogna amare i propri genitori, i propri figli, i propri amici, e tutti gli uomini, ยซamatevi gli uni gli altri, รจ cosรฌ che si vedrร  che siete miei discepoliยป[1], ma bisogna amarli non per loro, ma per Dio, non perchรฉ sembrano amabili, ma perchรฉ Dio ordina di amarli; non bisogna dare a Dio i ยพ o i 9/10 del proprio cuore, e riservare il resto per le creature; no, no, no: non cโ€™รจ paragone tra Dio e le creature; dargli dei compagni, รจ fargli unโ€™ingiuria; ammettere nel nostro cuore altri che lui allo stesso titolo suo, e dargli per cosรฌ dire degli uguali, รจ insultarlo.

Nulla รจ uguale a Dio: ยซChi รจ come Dio?ยป[2]; bisogna a Dio tutto il nostro cuore, i 4/4, i 10/10โ€ฆ Lui solo deve riempirlo tutto intero. In veritร , ameremo anche le creature e le ameremo tanto piรน quanto piรน ameremo Dio; ma non le ameremo per loro, le ameremo per Dio; questo amore non sarร  nรฉ separato, nรฉ diverso da quello di Dio; non verrร  da noi: uscirร  dallโ€™amore di Dio, verrร  da lui: ci sarร  ispirato da lui, dato da lui come un dono, come una virtรน, di cui ci fa grazie, dopo che noi lโ€™abbiamo messo solo in possesso di tutto il nostro cuore. Una volta che รจ lร , solo regnante come Maestro Sovrano, senza rivali e senza ostacoli, fa grazia allโ€™anima che si รจ cosรฌ data tutta, tutta intera a lui, di virtรน e di doni; le dona lโ€™umiltร , il coraggio, la forza, i doni dello Spirito Santo, le dona anche lโ€™amore del prossimo, ยซordina in lei la caritร ยป.

Mio Signore e mio Dio, fammi la grazia di ben svuotare il mio cuore da ogni creatura, e soprattutto da me stesso, e di dartelo tutto intero, ben vuoto di tutto quello che non sei tu; e poi in seguito compi la tua opera nel tuo servitore come ti piacerร !


[1]ย Cfr.ย Gvย 13,34-35.

[2]ย รˆ il significato del nome dellโ€™arcangelo Michele.

โœ๏ธย Commento al brano del Vangelo di:ย ย โœย Mt 10,37-42


Traduzione a cura delle Discepole del Vangelo. Fonte

La vicenda spirituale di Charles de Foucauld (1858-1916) continua anche oggi ad essere motivo di interesse diffuso tra cristiani e non cristiani, poichรฉ si affida a valori umani sempre piรน cercati, diventati ormai rari nelle nostre comunitร  civili: il primato di Dio, le relazioni umane, la cura del prossimo, la qualitร  della vita ordinaria.Il vangelo rimane la parola piรน autorevole per introdurre il credente ad una vita autentica. Charles de Foucauld ha sostato a lungo sui testi evangelici, per imparare a vivere in modo fedele un’esistenza degna di essere vissuta: una vita a imitazione di Gesรน. Le meditazioni sul vangelo di Giovanni, che egli ha realizzato in Terra santa, possono essere considerate come un insieme di lezioni di vita cristiana, una raccolta di indicazioni pedagogiche per imparare, giorno dopo giorno, a seguire il Signore nella propria condizione di vita, in ascolto delle reali esigenze del mondo d’oggi.

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Immagine iniziale: ERMITAGE PERE CHARLES DE FOUCAULD – ASSEKREM di Salim B su flickr.com