โAscolta, Israele. Il Signore Dio nostro รจ lโunico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. (โฆ) Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non cโรจ altro comandamento piรน importante di questiโ.
Ascoltare per amare. Dopo essere stati guariti dallo spirito maligno sordo, ora possiamo ascoltare il Signore che parla e ci dice che lui รจ lโunico Signore. A partire da questa realtร della sua unicitร di signoria, a cascata viene il comandamento dellโamore verso di lui e verso il fratello.
Ma, possiamo chiederci, cosa sia lโamore, in cosa consista.
Lโamore รจ provare piacere ad aiutare e a donare. Lโamore รจ voglia di dare. Per amare bisogno che noi riscopriamo il gusto del dono, la gioia del dono. Infatti, cโรจ piรน gioia nel dare che nel ricevere, ci ricorda Gesรน.
Il dono รจ capacitร di fare qualcosa di inutile: lo faccio per gusto, perchรฉ ne sono convinto, perchรฉ quasi non ne posso fare a meno. Come faccio a dire di no!
ร liberare il nostro cuore da tutti i pregiudizi che lo soffocano per potere ritrovare il gusto del donare. Quel gusto che abbiamo provato nellโinnamoramento, dove non si guarda ai meriti e ai difetti, ma si dona con gioia per il gusto di donare, perchรฉ non ne possiamo fare a meno.
Per amare bisogna fare lโesperienza dellโamore, come per credere bisogna fare lโesperienza di Dio.
La gioia di dare non guarda al tanto o al poco, lโamore non puรฒ essere calcolatore; si dร quello che si ha, tutto il resto non cโentra con lโamore.
Nel vangelo ci vengono presentate due follie dellโamore: quella di perdonare il nemico e quella di Dio in Croce.
Il perdono del nemico รจ una follia che va anche contro la nostra biologia che pone la lotta contro il nemico come fondamento della sopravvivenza e della vita su questa terra. La seconda รจ mostrare il proprio Dio regnante non su scranni dโoro, ma penzoloni da una croce.
Lโamore, perรฒ, non รจ sofferenza ma gioia di donare. Anche quando si soffre, e nellโamore si soffre, scatta dentro di noi non uno sforzo ma la gioia del dono, del potere fare felice qualcuno, di potere alleviare le sofferenze dellโaltro, di potere vedere di nuovo un sorriso, di potere sperare oltre ogni speranza in una vita migliore per gli altri.
Lโamore non ha nulla a che fare con il narcisismo. Dobbiamo imparare a distinguere il narcisismo dallโautostima, dal volerci bene per potere volere bene agli altri come a noi stessi. Il narciso chiede solo di essere amato, lโautostima dona il coraggio di amare e di difendere il diritto di amare.
Il credere ci aiuta a fare meglio questa distinzione, ponendo una grande differenza tra il gusto di imporre la propria figura e il donarsi. ร la differenza che passa tra il piacere che provi nellโaccorgerti che lโaltro ti guarda e ti ammira o il piacere di notare lโaltro, di dirgli buon giorno fino a compiere gesti di aiuto e di amore.
Cโรจ qualcuno che il mattino entrando in ufficio, non saluta e pretende di essere salutato e chi invece prova piacere nel salutare e nel trasmettere un sorriso che non รจ nulla di sostanziale, ma che comunica una percezione di sรฉ e del mondo.
Uno che crede, potremmo dire, non puรฒ essere narcisista. Chi crede trova piรน piacere a donare e a mostrare non se stessi, ma quel Dio che vorrebbero condividere.
Chi crede porta in sรฉ la necessitร di diminuire il proprio narcisismo e il proprio egocentrismo. ร una necessitร intrinseca dover diminuire quel bisogno di essere al centro dellโattenzione e di riportare a sรฉ ogni significato e tutto il senso della vita e del mondo.
Se credo in un Dio, credo necessariamente che il mio io dipenda da lui e quindi che non potrรฒ impormi o spendere il mio tempo per unโauto-celebrazione.
Amare significa affinare la propria capacitร di decentrarsi.
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