Gli ebrei dovevano per legge pagare un tributo allโimperatore di Roma: non pagarlo significava mettersi contro la strapotenza di Roma, pagarlo poteva essere interpretato come una perdita di fede nel Messia che avrebbe liberato il popolo dโIsraele.
Ora, attraverso la risposta di Gesรน possiamo accorgerci di un dettaglio interessante della logica di Dio che, pur essendo proiettato dalla e nellโEternitร , รจ sempre profondamente incarnato nella realtร che viviamo, nel tempo e nello spazio che occupiamo. A Cesare ciรฒ che รจ di Cesare, a Dio ciรฒ che รจ di Dio.
Se rendessimo solo a Cesare e dimenticassimo Dio, lโamicizia con Lui potrebbe ridursi a mera formalitร , ci accontenteremmo di compromessi del tipo โcredo, ma non praticoโ o relegheremmo Dio ad una una fase โormai superataโ della nostra storia umana e personale; se invece, rendessimo solo a Dio e niente a Cesare, inteso in senso lato come i doveri che ci toccano quotidianamente, le sfide della societร in cui viviamo, gli appelli della realtร che abitiamo (a partire da quelli apparentemente piรน piccoli e insignificanti), anche la nostra fede ne risentirebbe: pian piano perderebbe consistenza, si ridurrebbe a belle parole che celano ipocrisia, non molto diverse da quelle dei farisei che cercano di incastrare Gesรน, maโฆ
Una strada cโรจ: per percorrerla, qualcuno di nostra conoscenza ci consiglia di camminare con i piedi per terra e il cuore in cielo.
โ๏ธย Commento al brano del Vangelo di: โย Mc 12,13-17
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