don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 12 Maggio 2023

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Lโ€™amicizia, dono e responsabilitร  – Venerdรฌ della V settimana di Pasqua

โœ๏ธย Commento al brano del Vangelo di: โœย Gv 15,12-17

Dagli Atti degli Apostoliย (At 15,22-31)

In quei giorni, agli apostoli e agli anziani, con tutta la Chiesa, parve bene di scegliere alcuni di loro e di inviarli ad Antiรฒchia insieme a Paolo e Bร rnaba: Giuda, chiamato Barsabba, e Sila, uomini di grande autoritร  tra i fratelli.

E inviarono tramite loro questo scritto: ยซGli apostoli e gli anziani, vostri fratelli, ai fratelli di Antiรฒchia, di Siria e di Cilรฌcia, che provengono dai pagani, salute! Abbiamo saputo che alcuni di noi, ai quali non avevamo dato nessun incarico, sono venuti a turbarvi con discorsi che hanno sconvolto i vostri animi. Ci รจ parso bene perciรฒ, tutti dโ€™accordo, di scegliere alcune persone e inviarle a voi insieme ai nostri carissimi Bร rnaba e Paolo, uomini che hanno rischiato la loro vita per il nome del nostro Signore Gesรน Cristo. Abbiamo dunque mandato Giuda e Sila, che vi riferiranno anchโ€™essi, a voce, queste stesse cose. รˆ parso bene, infatti, allo Spirito Santo e a noi, di non imporvi altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie: astenersi dalle carni offerte agli idoli, dal sangue, dagli animali soffocati e dalle unioni illegittime. Farete cosa buona a stare lontani da queste cose. State bene!ยป.

Quelli allora si congedarono e scesero ad Antiรฒchia; riunita lโ€™assemblea, consegnarono la lettera. Quando lโ€™ebbero letta, si rallegrarono per lโ€™incoraggiamento che infondeva.

La Chiesa, guidata dallo Spirito Santo, accoglie e accudisce i figli che Dio le dona

Dopo la discussione avvenuta a Gerusalemme alla presenza degli apostoli, dei responsabili delle comunitร  di Gerusalemme e di Paolo e Barnaba, rappresentanti della comunitร  di Antiochia che aveva sollevato la questione circa il modo di accogliere i credenti provenienti dal paganesimo, viene fuori un documento nel quale, da una parte si stigmatizza lโ€™atteggiamento dei giudaizzanti che volevano imporre anche ai pagani il modo di vivere tipicamente giudeo, dallโ€™altra si ribadisce la stima per i due missionari che hanno sofferto molto per il vangelo. Le raccomandazioni circa le quattro astensioni sono offerte per agevolare il dialogo e la convivenza pacifica con i credenti provenienti dallโ€™ebraismo.

Questo documento mette in evidenza lโ€™intenzione pastorale nelle scelte prese e attuate dalla Chiesa. Essa si pone sempre in ascolto dello Spirito Santo che ha in mano il governo della Chiesa perchรฉ essa sia una, santa, cattolica e apostolica. รˆ lo Spirito Santo che crea la comunione delle differenze, senza fusioni, che la rende immagine del Santo, Gesรน lo sposo che fa della Chiesa la sua bella sposa; รจ lo Spirito Santo che chiama ogni uomo alla salvezza, non facendo nessuna differenza, ma includendo tutti attraverso la fede e la testimonianza degli apostoli. Nel vangelo di Giovanni (cap. 10) Gesรน sottolinea la differenza tra i pastori mercenari e il pastore, quello bello.

Durante il โ€œlavoroโ€ non si nota la differenza tra le due categorie di pastori che invece diventa palese nei problemi simboleggiati dal lupo e dalle sue minacce. I rigoristi sono i mercenari della metafora perchรฉ antepongono la loro idea e se stessi al popolo di Dio, con lโ€™effetto di disgregare e mettere in confusione. Il pastore bello rischia, come Paolo e Barnaba, la propria vita per affrontare le persecuzioni e cosรฌ confermare nella fede in Cristo il popolo a lui affidato. Lo Spirito Santo guidi i nostri pensieri, parole e azioni affinchรฉ, affrontando con coraggio ogni resistenza, possiamo contribuire a rendere la chiesa a cui apparteniamo sempre piรน unita, santa, aperta a tutti e in continuitร  con la fede trasmessa a noi dagli apostoli.

โœ Dal Vangelo secondo Giovanniย Gv 15,12-17

Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.

In quel tempo, disse Gesรน ai suoi discepoli:

ยซQuesto รจ il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore piรน grande di questo: dare la sua vita per i propri amici.

Voi siete miei amici, se fate ciรฒ che io vi comando. Non vi chiamo piรน servi, perchรฉ il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perchรฉ tutto ciรฒ che ho udito dal Padre mio lโ€™ho fatto conoscere a voi.

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Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perchรฉ andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perchรฉ tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altriยป.

Lโ€™amicizia, dono e responsabilitร 

Nel comandamento di Gesรน piรน che un ordine da eseguire o una regola morale da mettere in pratica cโ€™รจ un profondo desiderio da realizzare. La parola di Dio rivela il suo sogno: lโ€™amore, che unisce in una sorta di danza gioiosa il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, possa essere vissuta nella comunione fraterna.

Da qui lโ€™esortazione rivolta a noi, suoi discepoli di amarci gli uni gli altri come egli ci ama. Gesรน ci ha amato fino alla fine, ovvero fino nel fondo della nostra miseria perchรฉ noi potessimo toccare con Lui la cima della misericordia di Dio. Con il suo sacrificio sulla croce ci ha donato la sua vita e ci ha resi amici. Lโ€™amicizia non nasce per caso e non si mantiene solo se ci sono interessi comuni. Essa ha la sua origine nella scelta di uscire dalla propria autosufficienza e cercare un aiuto adatto per curare il male della solitudine.

Lโ€™amico รจ un dono di Dio che ci emancipa dalla servitรน della dipendenza dalle cose per farci scoprire che il senso della vita risiede nella relazione con lโ€™altro attraverso la quale amarsi reciprocamente. Gesรน ci rivela il senso autentico dellโ€™amicizia e con essa lโ€™unica ragione plausibile per vivere. Lโ€™amico รจ il confidente con il quale aprire il proprio cuore, mostrarsi a lui per quello che si รจ, anche nelle proprie nuditร , ossia nelle fragilitร , debolezze, mancanze.

Tutto questo perchรฉ la fiducia vince la paura di essere giudicati o di perdere lโ€™amico e ripiombare nella solitudine. Lโ€™amore reciproco diventa responsabile perchรฉ ognuno si assume la responsabilitร  di curare lโ€™amicizia. Dio per mantenere sempre viva lโ€™amicizia con noi ci perdona per primo, infatti, piรน che il nostro peccato Lui vede la nostra fede, piรน che puntigliosamente girare il coltello nella ferita degli errori pazientemente la cuce, invece di puntare il dito stende la sua mano per aiutarci e ci incoraggia a fare sempre il bene.

๐Ÿ™ LEGGI LA PREGHIERA DEL GIORNO

Commento a cura di don Pasquale Giordano
Vicario episcopale per l’evangelizzazione e la catechesi e direttore del Centro di Spiritualitร  biblica a Matera

Fonte – il blog di don Pasquale “Tu hai Parole di vita eterna