don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 26 Marzo 2023

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Il risveglio della fede

Dal libro del profeta Ezechiรจle Ez 37,12-14

Farรฒ entrare in voi il mio spirito e rivivrete.

Cosรฌ dice il Signore Dio: ยซEcco, io apro i vostri sepolcri, vi faccio uscire dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi riconduco nella terra dโ€™Israele.
Riconoscerete che io sono il Signore, quando aprirรฒ le vostre tombe e vi farรฒ uscire dai vostri sepolcri, o popolo mio.
Farรฒ entrare in voi il mio spirito e rivivrete; vi farรฒ riposare nella vostra terra. Saprete che io sono il Signore. Lโ€™ho detto e lo farรฒยป. Oracolo del Signore Dio.

Il capitolo 37 del Libro di Ezechiele si apre con la visione di un ammasso di ossa. Esse rappresentano gli Israeliti inariditi dalla disperazione nella terra dellโ€™esilio. Essi hanno perso la fede e la speranza di fare ritorno nel loro paese. Ezechiele รจ inviato da Dio a consolare lโ€™afflizione del suo popolo. Dio promette il dono dello Spirito che restituisce la vita a chi giace nellโ€™ombra della morte dove manca la speranza, un motivo per cui vivere. La sofferenza di essere lontani dalla propria terra รจ tale da considerarsi ormai morti dentro. Dio si mostra ancora una volta pastore buono di Israele che strappa dagli inferi il popolo che gli appartiene e, restituendogli lโ€™alito di vita, lo reintegra nella sua dignitร . Per la potenza di Dio Israele risorge dai morti e ritorna a casa.
รˆ evidente che per la tradizione ebraica la risurrezione รจ la restaurazione di una realtร  precedente, perduta una volta a causa del peccato e poi recuperata col perdono. La Pasqua di Cristo offrirร  unโ€™altra chiave di lettura di questa profezia che non annuncia semplicemente un ritorno allo status quo ante ma una realtร  nuova, la vita eterna. Con la risurrezione dai morti di Gesรน si inaugura la risurrezione dei morti che non รจ da considerarsi solo lโ€™ingresso nella vita eterna nel giorno ultimo ma รจ lโ€™ingresso della vita eterna nel cuore del credente.  

Salmo responsoriale Sal 129

Il Signore รจ bontร  e misericordia.

Dal profondo a te grido, o Signore;
Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti
alla voce della mia supplica.

Se consideri le colpe, Signore,
Signore, chi ti puรฒ resistere?
Ma con te รจ il perdono:
cosรฌ avremo il tuo timore.

Io spero, Signore.
Spera lโ€™anima mia,
attendo la sua parola.
Lโ€™anima mia รจ rivolta al Signore
piรน che le sentinelle allโ€™aurora.

Piรน che le sentinelle lโ€™aurora,
Israele attenda il Signore,
perchรฉ con il Signore รจ la misericordia
e grande รจ con lui la redenzione.
Egli redimerร  Israele
da tutte le sue colpe.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani Rm 8,8-11

Lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesรน dai morti, abita in voi.

Fratelli, quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio.
Voi perรฒ non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene.
Ora, se Cristo รจ in voi, il vostro corpo รจ morto per il peccato, ma lo Spirito รจ vita per la giustizia. E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesรน dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darร  la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.

S. Paolo sta argomentando alla comunitร  cristiana di Roma la giustificazione operata da Gesรน Cristo. Gli interlocutori dellโ€™apostolo sono in gran parte di provenienza ebraica. Sta difendendo la tesi per la quale la salvezza non viene dalle opere della Legge ma dallโ€™opera di Gesรน Cristo. Egli รจ lโ€™inviato da Dio per liberarci dal potere del peccato e della morte la cui legge รจ iscritta nella carne mortale dellโ€™uomo. Rendendosi solidale con lโ€™uomo, Gesรน Cristo ha assunto la natura umana. Offrendo in sacrificio la sua vita sulla croce, ha partecipato allo stesso uomo lo Spirito Santo mediante il quale Egli ha vinto la morte ed รจ stato risuscitato. Ricevendo il dono dello Spirito lโ€™uomo mortale e peccatore diventa vivente perchรฉ risorto con Cristo. Lโ€™uomo risorge ogni volta che, volgendo le spalle alla legge del peccato, vi rinuncia per lasciarsi guidare dallo Spirito di Dio, che รจ libertร  e amore.
Lo Spirito Santo, ยซospite dolce dellโ€™animaยป, abitando nel cuore di chi lo accoglie lo edifica nella caritร  perchรฉ, insieme ai fratelli e alle sorelle nella fede, diventi il tempio di Dio tra gli uomini.ย 

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+ Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 11,1-45

Io sono la risurrezione e la vita

1 Un certo Lazzaro di Betร nia, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. 2Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugรฒ i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. 3Le sorelle mandarono dunque a dirgli: “Signore, ecco, colui che tu ami รจ malato”.
4All’udire questo, Gesรน disse: “Questa malattia non porterร  alla morte, ma รจ per la gloria di Dio, affinchรฉ per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato”. 5Gesรน amava Marta e sua sorella e Lazzaro. 6Quando sentรฌ che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. 7Poi disse ai discepoli: “Andiamo di nuovo in Giudea!”. 8I discepoli gli dissero: “Rabbรฌ, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?”. 9Gesรน rispose: “Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perchรฉ vede la luce di questo mondo; 10ma se cammina di notte, inciampa, perchรฉ la luce non รจ in lui”.
11Disse queste cose e poi soggiunse loro: “Lazzaro, il nostro amico, si รจ addormentato; ma io vado a svegliarlo”. 12Gli dissero allora i discepoli: “Signore, se si รจ addormentato, si salverร ”. 13Gesรน aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. 14Allora Gesรน disse loro apertamente: “Lazzaro รจ morto 15e io sono contento per voi di non essere stato lร , affinchรฉ voi crediate; ma andiamo da lui!”. 16Allora Tommaso, chiamato Dรฌdimo, disse agli altri discepoli: “Andiamo anche noi a morire con lui!”.
17Quando Gesรน arrivรฒ, trovรฒ Lazzaro che giร  da quattro giorni era nel sepolcro. 18Betร nia distava da Gerusalemme meno di tre chilometri 19e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. 20Marta dunque, come udรฌ che veniva Gesรน, gli andรฒ incontro; Maria invece stava seduta in casa. 21Marta disse a Gesรน: “Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! 22Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederร ”. 23Gesรน le disse: “Tuo fratello risorgerร ”. 24Gli rispose Marta: “So che risorgerร  nella risurrezione dell’ultimo giorno”. 25Gesรน le disse: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrร ; 26chiunque vive e crede in me, non morirร  in eterno. Credi questo?”. 27Gli rispose: “Sรฌ, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo”.
28Dette queste parole, andรฒ a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: “Il Maestro รจ qui e ti chiama”. 29Udito questo, ella si alzรฒ subito e andรฒ da lui. 30Gesรน non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora lร  dove Marta gli era andata incontro. 31Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che andasse a piangere al sepolcro.
32Quando Maria giunse dove si trovava Gesรน, appena lo vide si gettรฒ ai suoi piedi dicendogli: “Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!”. 33Gesรน allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, 34domandรฒ: “Dove lo avete posto?”. Gli dissero: “Signore, vieni a vedere!”. 35Gesรน scoppiรฒ in pianto. 36Dissero allora i Giudei: “Guarda come lo amava!”. 37Ma alcuni di loro dissero: “Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sรฌ che costui non morisse?”.
38Allora Gesรน, ancora una volta commosso profondamente, si recรฒ al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. 39Disse Gesรน: “Togliete la pietra!”. Gli rispose Marta, la sorella del morto: “Signore, manda giร  cattivo odore: รจ lรฌ da quattro giorni”. 40Le disse Gesรน: “Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?”. 41Tolsero dunque la pietra. Gesรน allora alzรฒ gli occhi e disse: “Padre, ti rendo grazie perchรฉ mi hai ascoltato. 42Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perchรฉ credano che tu mi hai mandato”. 43Detto questo, gridรฒ a gran voce: “Lazzaro, vieni fuori!”. 44Il morto uscรฌ, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesรน disse loro: “Liberร telo e lasciร telo andare”.
45Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciรฒ che egli aveva compiuto, credettero in lui.

Lectio

Struttura narrativa del racconto

I Atto (vv. 1-16)
Introduzione (vv. 1-2)
I dialogo (vv. 3-5)
II dialogo (vv. 6-16)
II Atto (vv. 17-37)
Introduzione (vv.17-19)
I incontro (vv. 20-27)
II incontro (vv. 28-37)
III Atto (vv. 38-45)
Introduzione (v. 38)
I comando (vv.39-41a)
II comando (vv. 41b-44a)
III comando (vv. 44b-45)

Il racconto รจ strutturato in tre atti ambientati in luoghi diversi: vv. 1-16 Gesรน si trova al di lร  del Giordano; vv. 17-37 Gesรน giunge nei pressi di Betania; vv. 38-45 Gesรน si reca al sepolcro di Lazzaro. Nella prima scena vengono presentati i personaggi e la situazione iniziale. Gesรน viene raggiunto dalla notizia della malattia del suo amico Lazzaro la cui condizione diventa oggetto del dialogo con i suoi discepoli. La seconda scena รจ occupata dal dialogo tra Gesรน e le sorelle di Lazzaro, mentre quella finale culmina con il segno della risurrezione dai morti di Lazzaro. Il racconto, che si svolge nellโ€™arco di una settimana, รจ scandito da tre momenti: nel primo giorno giunge la notizia della malattia di Lazzaro, nel terzo Gesรน annuncia la sua morte, nel settimo avviene la risurrezione.

Il dialogo con i discepoli: il risveglio della fede
Il primo atto, introdotto dalla presentazione dei componenti della famiglia di Betania (vv. 1-2), รจ composto di due dialoghi. Il primo dialogo รจ a distanza tra Gesรน e le sorelle di Lazzaro riguardo alla malattia del fratello (vv. 3-5). Il secondo dialogo sโ€™intesse tra Gesรน e i suoi discepoli e riguarda il viaggio da Betania oltre il Giordano a Betania di Giudea (vv. 6-16).
La famiglia di Betania รจ composta da Lazzaro, di cui si sottolinea la sua malattia, e le sue sorelle Marta e Maria. Di questโ€™ultima si anticipa il gesto dellโ€™unzione che viene narrato successivamente.
Lโ€™evangelista annota lโ€™amore che Gesรน nutriva per i fratelli di Betania (v.5), confermando le parole delle sorelle: ยซSignore, colui che tu ami รจ malatoยป. Le sorelle di Lazzaro, conoscendo lโ€™amore di Gesรน per il loro fratello, lo informano della sua malattia. Esse, come diranno successivamente, si aspettavano che Gesรน partisse subito per raggiungerli perchรฉ credevano che la sua presenza avrebbe invertito il senso di marcia del malato verso lโ€™esito letale. รˆ la stessa preghiera che il funzionario del re aveva rivolto a Gesรน a Cana di Galilea: ยซScendi a casa prima che mio bambino muoia!ยป (Gv 4,49). Come a quel papร  disperato Gesรน annuncia che il figlio vive, cosรฌ rivela che lโ€™epilogo della malattia non sarร  la morte ma la gloria di Dio. Con un fraseggio enigmatico si allude alla morte del Figlio di Dio attraverso la quale Egli verrร  glorificato. Nellโ€™Antico Testamento Dio mostra la sua gloria, tremenda e affascinante, quando fa uscire il popolo dโ€™Israele dallโ€™Egitto facendolo passare allโ€™asciutto attraverso il mar Rosso e quando dal monte Sinai parla a Mosรจ per consegnargli i dieci comandamenti e stabilire lโ€™alleanza con il popolo eletto. La profezia di Ezechiele annuncia che Dio sta per rivelare la sua gloria quando farร  uscire Israele dai sepolcri della terra di esilio, ma non per farli entrare di nuovo nella terra promessa, ma per far entrare lo Spirito nei loro cuori (cf. Ez 37, 12-14). La vita, infatti, non dipende dallโ€™essere in un luogo ma dallโ€™essere luogo in cui Dio abita. La gloria di Dio รจ il suo amore per lโ€™uomo. Lazzaro, Marta e Maria sono amati da Gesรน. Li considera amici come chiama i discepoli (Gv 15, 12-15) che sono anche i destinatari del suo amore vissuto fino alla fine (Gv 13,1). Betania, che significa casa dellโ€™afflizione, รจ il luogo che simboleggia il dolore dellโ€™uomo ma anche il suo desiderio di vedere il volto di Dio. Le sorelle di Lazzaro si fanno portavoce del loro fratello che, nella sua malattia, chiede la presenza di Gesรน. Egli offre una parola profetica che mira ad illuminare di speranza la sofferenza dellโ€™uomo.
Gesรน, dopo due giorni di silenzio, cogliendo di sorpresa i suoi discepoli, li invita ad andare con lui in Giudea. Allโ€™obiezione dei suoi risponde ricorrendo allโ€™immagine del giorno e della notte per indicare che cโ€™รจ un tempo nel quale camminare senza il pericolo dโ€™inciampare, perchรฉ cโ€™รจ la luce del sole, e un tempo nel quale questa luce non cโ€™รจ e se uno sโ€™arrischia a camminare nel buio, cade. Gesรน sa bene il rischio che corre ma รจ consapevole anche del fatto che lo guida lโ€™amore di Dio a Lazzaro. Chi ama rischia, ma non inciampa. Invece inciampa chi cammina senza la luce della speranza. Senza di essa nel buio del lutto si cade piรน facilmente e con difficoltร  ci si rialza per andare avanti. Nel proverbio citato da Gesรน vi รจ uno slittamento di significato. La luce di questo mondo รจ il sole ma anche Lui stesso, che si era definito ยซluce del mondoยป (Gv 9, 5); similmente la notte รจ propriamente quella interiore quando si fa esperienza dellโ€™ โ€œassenzaโ€ di Dio e della condizione di abbandono. Gesรน mostra di conoscere il dramma dellโ€™uomo che nel dolore grida a Dio la sua afflizione e chiede conto anche del Suo silenzio (cf. Sal 22; Sal 129).
Gesรน aggiunge il motivo del viaggio: andare a svegliare lโ€™amico Lazzaro che si รจ addormentato. Allโ€™intenzione di Gesรน si oppone unโ€™ulteriore obiezione dei discepoli. Lโ€™autore chiosa sottolineando il fraintendimento degli apostoli delle parole del Maestro che in realtร  non alludeva al riposo del sonno ma a quello della morte. Effettivamente cโ€™รจ una tensione tra le parole di Gesรน nellโ€™apprendere la malattia di Lazzaro e il successivo annuncio della sua morte. Infatti, la rassicurazione del fatto che la malattia di Lazzaro non lo avrebbe portato alla morte viene contraddetta dallโ€™annuncio della sua dipartita. Perciรฒ da parte dei discepoli cโ€™รจ una levata di scudi perchรฉ ritengono il viaggio pericoloso. E poi, perchรฉ rischiare se lโ€™amico Lazzaro si รจ addormentato e quindi รจ sulla via della guarigione? A maggior ragione, quando chiaramente viene rivelato che Lazzaro รจ morto, sorge il dubbio sulla opportunitร  del viaggio, tanto che Tommaso sbotta: ยซAndiamo anche noi a morire con luiยป.
Il temporeggiare di Gesรน suscita un interrogativo espresso dalle sorelle di Lazzaro e da alcuni che, osservando il pianto di Gesรน davanti alla tomba dellโ€™amico, domandano: โ€œNon poteva far sรฌ che Lazzaro non morisse, proprio lui che ha aperto gli occhi al cieco?โ€.
Andare incontro alla morte, questa sembra essere la proposta di Gesรน, ma in realtร  il Signore invita a seguirlo sulla via che porta alla vita e di percorrerla guidati dalla sua parola di speranza: ยซio vado a svegliarloยป. Gesรน va da Lazzaro perchรฉ, tramontata la luce di questo mondo, lui possa aprire gli occhi per contemplare la luce eterna. Come il riposo del sonno รจ il tempo del passaggio dalla veglia al risveglio, cosรฌ Gesรน guida il passaggio dal vigilare in questa vita allโ€™essere svegli come i figli della luce. Ora che Lazzaro รจ morto non puรฒ camminare e attende Gesรน, come le sentinelle nella notte attendono lโ€™aurora che segna lโ€™inizio di un nuovo giorno. Sappiamo che la nostra vita terrena ha i giorni contati come le ore del giorno, ma abbiamo fede anche che, come la notte ha le ore contate, cosรฌ la morte non รจ lโ€™ultima parola della vita dellโ€™uomo. La paura induce a cadere nella tentazione di credere che il buio calato sulla vita sia interminabile e definitivo; solo la speranza illumina lโ€™attesa della venuta del Signore che viene a salvare.
A Betania Gesรน non andrร  solo a risvegliare Lazzaro ma anche a risvegliare la fede dei discepoli che non comprendono il senso delle sue scelte, considerate da loro almeno imprudenti. Anche se in maniera inconsapevole, Tommaso esprime un grande atto di fede: ยซAndiamo anche noi a morire con luiยป. Credere in Gesรน vuole significare esattamente questo: partecipare alla passione di Cristo per condividere con Lui la sua gloria.

Il dialogo con Marta e Maria: Io sono la risurrezione e la vita
Il secondo atto si svolge il settimo giorno a Betania dove Gesรน giunge quattro giorni dopo la sepoltura di Lazzaro quando, secondo la tradizione la morte inizia il suo inarrestabile processo corruttivo. Betania significa ยซla casa dellโ€™afflizioneยป. Da Betania, al di lร  del Giordano, dove Giovanni battezzava, Gesรน va a Betania che dista meno di tre chilometri da Gerusalemme. Il collegamento tra le due Betania sta nel fatto che il luogo in cui Giovanni battezzava custodiva la memoria del passaggio del popolo dโ€™Israele attraverso il fiume per entrare nella terra promessa. Il sepolcro di Gerusalemme con la risurrezione di Gesรน diventerร  il luogo che custodisce la memoria del suo passaggio, per mezzo dello Spirito Santo, da questo mondo al Padre (Gv 13).
Questo secondo atto, dopo lโ€™introduzione (vv. 17-19), seguono due scene. Nella prima Gesรน incontra Marta (vv. 20-27) e nella seconda incontra Maria (vv. 28-35). Nella conclusione dellโ€™atto si registra la reazione dei Giudei (vv.36-37).
Allโ€™arrivo di Gesรน Marta prende lโ€™iniziativa di andargli incontro mentre Maria rimane a casa. Una casa in lutto รจ come un sepolcro dal quale uscire. Marta e Maria incarnano due modi diversi con cui si reagisce alla morte. Sapere della presenza di Gesรน, che si ferma fuori del villaggio, induce Marta ad uscire da casa per andargli incontro. La fede la spinge a lasciare il proprio ยซsepolcroยป per incontrare Gesรน al quale gli rivolge un rimprovero: ยซSe tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!ยป, ma subito dopo aggiunge: ยซMa anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio, Dio te la concederร ยป. Marta non nasconde di essere delusa da Gesรน e di aver messo in dubbio lโ€™autenticitร  del suo amore per il fratello; dubbio che รจ ripreso da coloro che, pur vedendo piangere Gesรน per la commozione, si domandano: ยซLui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sรฌ che costui non morisse?ยป. Davanti alla morte, soprattutto quando molto si รจ pregato perchรฉ non accadesse, inevitabilmente sorge lโ€™interrogativo sulla reale bontร  di Dio. Questa รจ anche la nostra fede che รจ poggiata piรน su ciรฒ che si sa piuttosto su ciรฒ che si crede, piรน su veritร  astratte e precetti che su esperienze concrete di vita. Marta crede che Gesรน sia un profeta la cui intercessione potrebbe restituirle il fratello. La donna riconosce che Gesรน รจ amico di Dio e, in quanto tale, capace di essere ascoltato ed esaudito da Lui. Gesรน in Gv 15 rassicura che chi crede in lui entra nellโ€™amicizia con il Padre che si mostra pronto ad ascoltare ogni richiesta, soprattutto ad esaudire la domanda di vita. Essa non รจ semplicemente quella biologica, ma รจ la vita eterna, ossia lโ€™amore che si donano scambievolmente i fratelli come quello che unisce il Padre al Figlio.
Nel dialogo con i discepoli il fraintendimento riguarda la morte di Lazzaro. Gesรน parla del sonno di Lazzaro dal quale vuole svegliarlo. Per i discepoli รจ il segno dellโ€™inizio della guarigione dalla malattia, mentre Gesรน, che annuncia la sua morte, allude anche alla sua risurrezione. Parlando a Marta Gesรน รจ piรน esplicito: ยซTuo fratello risorgerร ยป. Marta spera nella risurrezione dai morti nel giorno finale, mentre Gesรน rivela di essere ยซla risurrezione e la vitaยป. Gesรน รจ la risurrezione perchรฉ รจ la vita dei morti, e non semplicemente colui che riporta in vita i morti. Lโ€™espressione ยซcredere inยป รจ la stessa di ยซrimanere inยป. Gesรน usa lโ€™immagine della vite e dei tralci per spiegare che si รจ vivi nella misura in cui si porta frutto. Ma si puรฒ portare frutto, ovvero amare facendo del bene, a condizione di rimanere uniti a Lui. Credere in Gesรน significa rimanere radicati nellโ€™amore di Dio aprendosi allโ€™azione dello Spirito che purifica e vivifica. La risurrezione รจ la condizione di vita del credente che ama con lo stesso amore che riceve da Dio per mezzo di Gesรน, crocifisso e risorto. Anche la malattia del peccato e lโ€™afflizione che da essa ne consegue, puรฒ essere unโ€™occasione di risveglio della fede e di rinascita nella speranza. Chi vive e muore credendo in Gesรน attraversa la morte per conseguire la vita eterna, ovvero la capacitร  di amare e generare vita. Vedere la gloria di Dio significa sperimentare la forza dellโ€™amore che genera vita in sรฉ e fa diventare generatori di vita.
Nel dialogo con Gesรน Marta giunge alla professione di fede riconoscendo in lui il Figlio di Dio che viene nel mondo. La fede non รจ semplicemente sperare e attendere il giorno della risurrezione perchรฉ essa, prima che essere un articolo del credo, รจ una persona. La risurrezione รจ Gesรน, il figlio di Dio che viene nel mondo mandato dal Padre.
Marta, con la fede accesa nel suo cuore dal dialogo con Gesรน, porta lโ€™annuncio a Maria: ยซIl Maestro รจ qui e ti chiamaยป. La voce di Marta รจ sussurrata allโ€™orecchio della sorella quasi a suggerire la delicatezza con la quale Gesรน la chiama. La vocazione non รจ un comando imperioso ma una proposta di vita rispettosa della dignitร  e della condizione di vita di ciascuno. Entrambe le sorelle esprimono il dolore dellโ€™assenza di Gesรน nella loro vita e in quella di Lazzaro nel momento del bisogno. Il dolore dellโ€™abbandono si esprime con le lacrime. Gesรน, il Figlio di Dio che viene nel mondo, รจ coinvolto psichicamente e corporalmente nella sofferenza e nella rabbia che la morte provoca in chi rimane.
Il pianto di Maria diventa il compianto di coloro che sono con lei e anche di Gesรน. Lui, che aveva consolato Marta annunciando ยซla risurrezione e la vitaยป, davanti al dolore dellโ€™uomo scoppia in pianto. Lโ€™amore di Gesรน per Marta e Maria รจ tale che si esprime da una parte nellโ€™annunciare il vangelo della vita, e dallโ€™altro, nel farsi totalmente solidale con il loro dolore. Le lacrime di Gesรน raccontano la profonditร  del suo amore verso lโ€™uomo. Dio non solo conosce il nostro dolore ma ne diviene pienamente partecipe. Davanti allโ€™afflizione della morte Gesรน si presenta come un amico che si lascia accompagnare nella zona piรน oscura del cuore, in quella sorta di buco nero che rischia di fagocitare tutto. Il turbamento interiore di Gesรน rivela i sentimenti del suo cuore mentre va incontro alla morte. Lโ€™emozione colora la sua personalitร  di una profonda umanitร . Prima di andare noi a morire con lui, come aveva affermato Tommaso, รจ Lui che muore con noi e per noi. La compassione di Gesรน รจ colta da alcuni come luce e consolazione, da altri con scetticismo e critica.
Lโ€™evangelista Giovanni non narra le tentazioni, come fanno i vangeli sinottici. Tuttavia, nel corso della narrazione si possono cogliere i momenti nei quali Gesรน รจ stato messo alla prova. Quella alla tomba di Lazzaro puรฒ essere ascritto tra le tentazioni subite. Anche il giusto viene messo alla prova e, come Lazzaro, muore. Come leggere questi eventi drammatici e come viverli? รˆ indubbio che la fede vacilla ยซquando sono scosse le fondamentaโ€ฆ il giusto cosa puรฒ fare?ยป (Sal 11).

Il segno: Dallโ€™abitare nel sepolcro allโ€™essere abitati dallo Spirito
Il terzo atto รจ strutturato in tre parti quanti sono i comandi dati da Gesรน. Il primo e il terzo ordine non hanno destinatari definiti, mentre il secondo รจ indirizzato personalmente a Lazzaro.
La comunitร  รจ riunita davanti alla grotta che custodisce il corpo di Lazzaro. La grande pietra, che chiude il sepolcro, segna un limite invalicabile tra il regno dei morti e quello dei vivi. Il comando di togliere la pietra trova una resistenza in Marta che ragiona secondo i criteri umani. La pietra รจ una protezione perchรฉ il puzzo della morte non invada ambiti piรน ampi. La paura di Marta riguardo lโ€™opera corruttiva che la morte ha iniziato รจ piรน forte della fiducia nellโ€™opera di Dio che fa risorgere i morti. Gesรน ricorda che la fede non nasce dalla visione dei segni, ma al contrario, la fede rende possibile e visibile lโ€™opera di Dio. La fede consiste nellโ€™obbedire al comando di Dio anche quando sembra impossibile o imprudente compierla. Il comando significa togliere di mezzo i pensieri che alimentano lo scoraggiamento e la disperazione del lutto. Bisogna lasciar stare i vani ragionamenti umani psudo-consolatori e rivolgere la parola a Dio affinchรฉ Egli possa pronunciare la sua. Gesรน invita a credere, liberandoci dai pesi che causano rassegnazione, rabbia, risentimento, rimpianto, dubbio, nostalgia e sensi di colpa.
La preghiera, centro della scena culminante del racconto, rivela lโ€™intimitร  della relazione con il Padre. Con il cuore colmo di gratitudine, ma anche scosso dallโ€™angoscia, offre a Dio la supplica dellโ€™uomo che, afflitto dal dolore, corre il rischio di perdersi a cercarne la causa e il colpevole. Gesรน insegna a vivere il dolore del lutto e la paura della morte chiedendo a Dio il dono della vita eterna. Essa non รจ la vita dopo la morte, ma la vita che fa uscire dalle grinfie della morte e la sconfigge. Nelle parole di Gesรน si puรฒ riconoscere lโ€™eco del Sal 22. Questo Salmo รจ una preghiera di lamentazione e di supplica di un uomo sofferente: ยซDio mio, Dio mio, perchรฉ mi hai abbandonatoยป (cf. Sal 22,22b). Il giusto sofferente nel silenzio della morte sperimenta la gloria di Dio che lo salva. Perciรฒ la lamentazione diventa inno di ringraziamento e di gioia (cf. Sal 22, 22c-32). Il Salmo รจ la preghiera del Crocifisso Risorto. La forza del Vangelo chiama fuori Lazzaro dal sepolcro, il quale esce avvolto ancora con i segni della sua umanitร  mortale. Gesรน parla a Lazzaro che tutti credevano ormai tagliato fuori dalla comunicazione e impossibilitato ad ascoltare. Invece avviene il miracolo quando il morto, obbedendo al comando di Gesรน, esce dal sepolcro anche se avvolto nelle bende e con il sudario sul viso. La parola di Gesรน รจ piรน forte della morte che separa, nasconde e blocca.
La Chiesa tutta รจ destinataria dellโ€™ultimo comando che diventa per lei la sua missione. Lazzaro รจ affidato alle cure della comunitร  che ha il compito di aiutarlo a liberarsi dai suoi condizionamenti per poter proseguire il cammino della vita cristiana.
Lazzaro รจ il cristiano che, nonostante sia ancora invischiato col peccato e avvolto dai segni della fragilitร  umana, obbedendo alla parola di Gesรน crede in Lui. Lazzaro รจ ciascuno di noi che sperimenta quello che il suo nome significa: Dio aiuta. Sรฌ, Gesรน viene non per farci mettere una pietra sopra le cose che ci accadono, ma per farcela togliere. La parola di Gesรน non รจ come quella dei conoscenti che cercano di consolare rimandando la speranza ad un remoto futuro, alla resurrezione dellโ€™ultimo giorno. Gesรน parla oggi dallโ€™alto della croce sulla quale ยซEgli offrรฌ preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esauditoยป (Eb 5,7). Piangendo con gli uomini Gesรน chiede al Padre di salvarlo, e di salvarci, dalla morte.
Mentre molti suggeriscono di elaborare il lutto dimenticando e mettendo una pietra sopra, Gesรน ci chiede invece di toglierla per credere e fare memoria della bontร  di Dio. Essa si รจ manifestata in tutta la sua gloria quando ha donato suo Figlio e lo ha risuscitato aprendo anche per noi il varco attraverso la morte per la vita eterna. Gesรน si rivolge a noi, come a Lazzaro, chiamandoci fuori. Ci credevamo morti e imprigionati nel dolore e invece Gesรน, chiamandoci per nome, ci tira fuori dalla schiavitรน della paura e ci fa rendere conto che siamo vivi perchรฉ la vita divina รจ in noi, anche se siamo avvolti ancora dalle bende della nostra debolezza e dal velo che, posto sul viso, ci impedisce di vedere bene e mostrarci definitivamente. Dalla croce Gesรน ci ha donato il suo Spirito, lo stesso Spirito che lo ha liberato dai vincoli della morte e lo ha lasciato andare. Abbiamo bisogno che qualcuno ci aiuti a liberarci da ciรฒ che ci impedisce di vivere a pieno la vita cristiana e di andare liberamente dietro Gesรน sulla via dellโ€™amore che รจ la vita eterna. Gesรน affida alla Chiesa la consegna di essere mediatrice di liberazione perchรฉ possiamo passare dal dominio del peccato, che incute paura e provoca la morte, alla Signoria dello Spirito che ci rende liberi.

Meditatio
Generare adulti nella fede

Betania significa โ€œCasa dellโ€™afflizioneโ€. Effettivamente la famiglia di Lazzaro, Marta e Maria รจ segnata dalla malattia. Si avverte una tensione tra lโ€™amore che Gesรน nutre per i suoi amici e la condizione in cui essi si vengono a trovare. Le sorelle di Lazzaro si fanno portavoce del loro fratello che dal profondo della sua malattia chiede aiuto a Gesรน. La supplica ansiosa di Marta e Maria tradisce una drammatica preoccupazione come quella di chi sente la sua famiglia minacciata dalla sofferenza che potrebbe portar via il pilastro su cui si fonda. Anche gli apostoli sono preoccupati per la sorte del loro Maestro, e di conseguenza anche della loro. La paura la fa da padrona. Lโ€™immagine della famiglia di Betania e quella dei discepoli che sono con Gesรน si sovrappongono. Cโ€™รจ una malattia che incute paura perchรฉ minaccia la vita di Lazzaro, di Gesรน e delle rispettive famiglie. Per Lazzaro si tratta di un male fisico, per Gesรน, invece, di uno sociale, che รจ lโ€™ingiustizia. Ma la paura รจ la vera malattia che minaccia la fede e mette in crisi la relazione. La paura spegne la luce dentro facendo notte e provoca la caduta e lo scandalo. La fede malata dei discepoli di Gesรน contagia anche il loro amore. I sintomi della malattia della fede sono da una parte la tendenza a mondanizzarla, appiattendo la speranza sulle realtร  terrene, e dallโ€™altro a spiritualizzarla cadendo nel fatalismo e nella rassegnazione confusa con lโ€™obbedienza alla volontร  di Dio. Davanti al pericolo la fede vacillante si esprime nelle obiezioni mosse a Gesรน. Tra le righe viene accusato di essere incosciente e indifferente. รˆ messo in dubbio il suo amore. La morte minaccia la fiducia sulla quale si fonda il rapporto personale di amore. Dietro consigli saggi ispirati alla prudenza puรฒ nascondersi la tendenza a gestire lโ€™altro secondo i propri progetti. Espressioni, che alimentano i sensi di colpa, come quelli che le sorelle di Lazzaro vorrebbero suscitare in Gesรน, sono un modo per tenere lโ€™altro sotto controllo. Il giudizio sullโ€™operato altrui sottintende il tentativo di screditarlo.
La fede รจ un cammino progressivo e graduale di maturitร  dellโ€™amore che passa necessariamente attraverso le crisi. Il fraintendimento, la discussione, la lite, il confronto sono passaggi obbligati perchรฉ maturi una fede autentica che fruttifica in amore veramente generativo. Lโ€™itinerario pasquale della fede รจ un continuo esercizio di purificazione da ciรฒ che non permette alla fede maturare e allโ€™amore di generare. Bisogna innanzitutto rinunciare a dettare i tempi ma a rispettare i tempi di Dio e dellโ€™altro. Credere significa non voler riportare indietro il tempo nel vano tentativo di recuperare ciรฒ che il tempo ha portato via. Gesรน invita a vivere il presente, tempo nel quale Dio opera. Dio opera nel presente, ecco perchรฉ opera per sempre. Come dice Marta a Maria: ยซil Maestro รจ qui (e ora) ti chiamaยป. Credere non significa inseguire il filo dei propri pensieri, ma rispondere alla voce di Dio che attira a sรฉ e che chiede di uscire per incontrarlo. Gesรน si mette in cammino verso lโ€™uomo chiuso nel sepolcro del suo peccato e lโ€™uomo รจ chiamato a mettersi in cammino verso di Lui che lo attende. In questo si manifesta lโ€™amore di Dio per lโ€™uomo: esce da sรฉ, si spoglia, per donarsi allโ€™uomo e fare casa con lui. In questo cammino Dio educa lโ€™uomo ad amare dando lโ€™esempio che diventa normativo, ovvero la via maestra per passare dal dominio della paura e della tristezza alla signoria della gioia.
La tristezza รจ un malessere che appartiene alla nostra dimensione umana. รˆ un dolore che รจ entrato anche in Dio. Tuttavia, piรน forte della morte รจ lโ€™amore. Gesรน vince in sรฉ la paura con lโ€™obbedienza fiduciosa e amorevole al Padre. Nonostante le umane obiezioni Gesรน tiene rivolti gli occhi della mente e del cuore al Padre per ascoltare la sua Parola e discernere la sua volontร . Pur nella tristezza della solitudine Gesรน ha nel cuore la gioia perchรฉ in Lui abita lo Spirito grazie al quale rimane unito al Padre. Gesรน non solo crede che Dio lo risusciterร  ma, nel dolore egli crede in Lui ponendo la vita nelle Sue mani. Egli soffre non per morire ma per vivere e dare la vita. Dalla morte di Cristo nasce la nostra vita che รจ data a noi mediante lo Spirito effuso sulla croce.
รˆ lo Spirito che rende presente Gesรน dentro di noi anche quando sentiamo il malessere che ci scava dentro, creando il vuoto interiore, o che erige muri di incomunicabilitร  con lโ€™esterno e barriere di solitudine. Lui rende attuale la Parola che comanda di togliere la pietra sepolcrale del pregiudizio o dei sensi di colpa, di uscire da quei luoghi protetti e dai mondi virtuali che rendono dipendenti e senza volto, di liberare e lasciare andare amando da adulti. Un uomo e una donna adulti nella fede chiedono a Dio ciรฒ che lo Spirito suggerisce nel loro cuore e si rimettono alla Sua volontร , non con sterile rassegnazione, ma con gioiosa disponibilitร  a essere nel mondo evangelizzatori della gioia e generatori di vita.

Leggi la preghiera del giorno.

Commento a cura di don Pasquale Giordano
Vicario episcopale per l’evangelizzazione e la catechesi e direttore del Centro di Spiritualitร  biblica a Matera

Fonte – il blog di don Pasquale “Tu hai Parole di vita eterna